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Alitalia, Prato contro il rinvio
di Gianni Dragoni
Il Sole 24Ore
ROMA - «Non vado ad altri rinvii». Costretto a rimandare la scelta del partner di Alitalia al 18 dicembre, in una situazione divenuta però molto incerta per le divisioni nel Governo, il presidente di Alitalia, Maurizio Prato, è a un passo dalle dimissioni.
Se la decisione non verrà presa martedì non intende restare. Agli intimi ha confidato: «Non so se martedì ci sarò ancora». In quel caso, per la compagnia si aprirebbe uno scenario da commissariamento o liquidazione, perché probabilmente se ne andrebbe tutto il consiglio.
Prato è amareggiato per le pressioni provenienti dal Governo che hanno impedito al consiglio di deliberare la trattativa in esclusiva per la privatizzazione con Air France-Klm.
Questa è l'unica offerta che gli advisor (Citi e Roland Berger) e Prato ritengono solida, affidabile, credibile. Un aspetto sottolineato nella riunione segreta del cda di quasi otto ore svoltasi due giorni fa, per preparare la decisione che avrebbe dovuto essere presa ieri mattina. Invece la delibera è saltata per «approfondire ulteriormente gli elementi emersi».
La spaccatura nel Governo, con un ampio schieramento a favore del progetto di Air One-Intesa Sanpaolo (D'Alema, Rutelli con qualche dubbio, Bianchi) perché «italiano», ha bloccato tutto. Il premier Romano Prodi e il ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa sono favorevoli a un partner «solido» e quindi a Air France, ma non hanno potuto forzare la situazione nella riunione a Palazzo Chigi di mercoledì. Era stato invitato il presidente di Alitalia, che però non è andato.
Non è certo che si decida il 18, né prima di Natale come era previsto. «Scadenze legali non ce ne sono», ha detto Prodi. «Attendiamo l'analisi precisa e definitiva dei conti e dei progetti. Il tema lo esamineremo o al prossimo Consiglio o dopo, faremo una discussione certamente collegiale».
Al cda ieri è arrivata a sorpresa una misteriosa lettera di una cordata estera che manifesta «forte interesse» al 49,9% di Alitalia, dicendosi coordinata dal fondo americano Evergreen Llc affiancato da Thl, entrambi veicoli facenti capo a Quantum Group. Il fondo ha annunciato che del consorzio farà parte anche Singapore Airlines, la compagnia asiatica più importante. La notizia è stata anticipata da Radiocor, che ha indicato come advisor Deutsche Bank e lo studio legale Orrick. La lettera sarebbe firmata dall'avvocato Pietro Tantalo.
Singapore Air però ha immediatamente smentito sia la presenza in qualsiasi cordata sia interesse per Alitalia. Lo aveva già fatto l'11 settembre – ha rilevato Alitalia – quando era stata interpellata dall'advisor Citi.
Su richiesta della Consob, Alitalia ha detto di aver trasmesso la lettera al ministero dell'Economia. Dopo la smentita di Singapore, la Consob ha chiesto chiarimenti anche agli altri soggetti esteri e agli advisor, per accertare eventuali abusi di mercato.
L'iniziativa sembra una manovra di disturbo. Nei mesi scorsi i vicepremier Rutelli e D'Alema hanno parlato di interesse di partner asiatici, mai riscontrato nei fatti. Rutelli ieri ha preso le distanze dalla lettera. Il numero uno di Deutsche Bank Italia, Vincenzo De Bustis, è considerato vicino al ministro degli Esteri, D'Alema.
Intanto sono trapelati dettagli sulle offerte finanziarie. Air France ed Air One sono state invitate ad acquisire il 49,9% di Alitalia dal Tesoro con un'Opa totalitaria volontaria, prima dell'aumento di capitale. L'Opa sarà a un prezzo molto inferiore alla Borsa (ieri -1,32% a 87 centesimi). Secondo indiscrezioni, l'offerta Air France è di circa 35-38 centesimi per azione, salvo rettifiche nella due diligence, migliore di Toto-Intesa, che offrirebbe meno di 10 centesimi. All'Opa aderirebbe solo il Tesoro, che possiede 693 milioni di azioni. Air France farebbe quindi un aumento di capitale dell'ordine di un miliardo.
Corrado Passera, a.d. di Intesa, ha detto che il progetto di Air One per Alitalia «è aperto a forti alleanze internazionali». Colloqui con Lufthansa? «Non spetta a me parlarne». Finora Lufthansa ha smentito seccamente di avere progetti di alleanza con Air One.
Air France ha detto che la sua proposta «mira a garantire da subito ad Alitalia una forte prospettiva internazionale», mentre «l'eventuale merger con Air One avrebbe prospettiva esclusivamente locale».