"Alitalia fuori controllo tre mesi per salvarla"
Prodi annuncia un nuovo piano di salvataggio
Incontro tra il presidente del Consiglio e i sindacati: "Serve una soluzione concordata" "Sì, ma in fretta"
Ancora incerto il destino di Cimoli giallo sulla mancata audizione parlamentare
Bonanni (Cisl): "Cambio al timone" Ma Angeletti (Uil): "Non è il problema"
ROBERTO MANIA
ROMA - L´Alitalia è in coma. O si rianima entro tre mesi, oppure il suo destino è segnato: fallimento. Il presidente del Consiglio, Romano Prodi, ha incontrato ieri i sindacati a Palazzo Chigi, e ha esposto senza reticenze la drammatica situazione in cui versa la nostra compagnia di bandiera che per il 49 per cento è in mano al Tesoro. «L´Alitalia - ha detto il premier - vive il momento più difficile della sua storia. La situazione è completamente fuori controllo e non vedo paracaduti». In questo contesto non è ancora chiaro il destino dell´amministratore Giancarlo Cimoli. Più di un ministro ne ha da tempo chiesto le dimissioni. D´altra parte, non solo il bilancio del 2006 non si chiuderà in utile (come Cimoli si era impegnato a fare) ma le stime indicano una perdita vicino ai 300 milioni per la fine dell´anno. Dopo un primo semestre già in profondo rosso: - 221 milioni. Una totale débâcle, ammessa clamorosamente dallo stesso Cimoli in un documento consegnato alla Commissione Trasporti della Camera in vista dell´audizione che avrebbe dovuto tenere proprio oggi ma che invece è saltata in attesa che Prodi, di ritorno dal Libano, incontri entro la fine della settimana, e per la prima volta, il numero uno della Magliana. La Commissione ha preferito rinviare anche se in un primo tempo era girata la voce (poi smentita) che fosse stato Cimoli ha chiedere uno slittamento.
L´intera vicenda è ormai nelle mani di Prodi, e del suo staff di Palazzo Chigi dove da tempo circola un dossier sull´Alitalia e le possibili partnership. Sarà Prodi a decidere se Cimoli resterà al suo posto. E sempre il premier dovrà cercare l´alleato internazionale che possa permettere all´Alitalia di continuare a volare. Anche in questo caso il presidente del Consiglio è stato netto: «La partita delle alleanze internazionali di Alitalia dovrà essere guidata politicamente e metterò in gioco rapporti internazionali e la credibilità che ha il governo».
Prodi si è dato tre mesi di tempo per trovare una via d´uscita. «Mi prenderò un tempo non lunghissimo - ha detto ai sindacati che da mesi denunciano la gravità della situazione e l´inadeguatezza della strategia di Cimoli - per mettere a punto una nuova proposta, una strategia definitiva, che tenterò di elaborare in rapporto con voi, perché il declino dell´Alitalia va arrestato. Potremmo anche fallire, ma penso che insieme ne usciremo altrimenti saremo la periferia del trasporto internazionale». E ancora: «Abbiamo tempo fino a gennaio per una soluzione concordata per evitare il fallimento. L´Alitalia ha perso quote di mercato all´interno e all´esterno. Dunque è un problema che interessa tutto il Paese e non ha senso parlare di una ristrutturazione o di una ricapitalizzazione senza una strategia nazionale e internazionale».
L´impostazione di Prodi ha fatto scattare la tregua sindacale. Tre mesi di pace sociale hanno garantito le organizzazioni sindacali, ma in cambio chiedono all´azienda di non ricorrere a decisioni unilaterali, con la programmata esternalizzazione di alcuni servizi informativi e amministrativi. E al governo i sindacati chiedono di non sprecare quest´ultima occasione, come ha sostenuto il leader della Cgil, Guglielmo Epifani. Ma soprattutto chiedono di stingere i tempi perché tre mesi potrebbero essere troppi, come ha detto Renata Polverini dell´Ugl, con il rischio di «non arrivare vivi» (Fabrizio Solari, segretario generale della Filt-Cgil). A sollevare la questione di un cambio al vertice è stato, oltre all´Unione piloti, il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni: «Vogliamo una novità vera. Fra tre mesi l´azienda non c´è più. Ma il vino nuovo si fa con nuove botti». È sul piano industriale, invece, che si deve spingere, secondo il segretario della Uil, Luigi Angeletti, il quale, insieme all´Anpac, continua a frenare sul ricambio del management: «L´Alitalia è gestita male, ma Cimoli è solo un aspetto del problema».
(La Repubblica)
CIAO
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Prodi annuncia un nuovo piano di salvataggio
Incontro tra il presidente del Consiglio e i sindacati: "Serve una soluzione concordata" "Sì, ma in fretta"
Ancora incerto il destino di Cimoli giallo sulla mancata audizione parlamentare
Bonanni (Cisl): "Cambio al timone" Ma Angeletti (Uil): "Non è il problema"
ROBERTO MANIA
ROMA - L´Alitalia è in coma. O si rianima entro tre mesi, oppure il suo destino è segnato: fallimento. Il presidente del Consiglio, Romano Prodi, ha incontrato ieri i sindacati a Palazzo Chigi, e ha esposto senza reticenze la drammatica situazione in cui versa la nostra compagnia di bandiera che per il 49 per cento è in mano al Tesoro. «L´Alitalia - ha detto il premier - vive il momento più difficile della sua storia. La situazione è completamente fuori controllo e non vedo paracaduti». In questo contesto non è ancora chiaro il destino dell´amministratore Giancarlo Cimoli. Più di un ministro ne ha da tempo chiesto le dimissioni. D´altra parte, non solo il bilancio del 2006 non si chiuderà in utile (come Cimoli si era impegnato a fare) ma le stime indicano una perdita vicino ai 300 milioni per la fine dell´anno. Dopo un primo semestre già in profondo rosso: - 221 milioni. Una totale débâcle, ammessa clamorosamente dallo stesso Cimoli in un documento consegnato alla Commissione Trasporti della Camera in vista dell´audizione che avrebbe dovuto tenere proprio oggi ma che invece è saltata in attesa che Prodi, di ritorno dal Libano, incontri entro la fine della settimana, e per la prima volta, il numero uno della Magliana. La Commissione ha preferito rinviare anche se in un primo tempo era girata la voce (poi smentita) che fosse stato Cimoli ha chiedere uno slittamento.
L´intera vicenda è ormai nelle mani di Prodi, e del suo staff di Palazzo Chigi dove da tempo circola un dossier sull´Alitalia e le possibili partnership. Sarà Prodi a decidere se Cimoli resterà al suo posto. E sempre il premier dovrà cercare l´alleato internazionale che possa permettere all´Alitalia di continuare a volare. Anche in questo caso il presidente del Consiglio è stato netto: «La partita delle alleanze internazionali di Alitalia dovrà essere guidata politicamente e metterò in gioco rapporti internazionali e la credibilità che ha il governo».
Prodi si è dato tre mesi di tempo per trovare una via d´uscita. «Mi prenderò un tempo non lunghissimo - ha detto ai sindacati che da mesi denunciano la gravità della situazione e l´inadeguatezza della strategia di Cimoli - per mettere a punto una nuova proposta, una strategia definitiva, che tenterò di elaborare in rapporto con voi, perché il declino dell´Alitalia va arrestato. Potremmo anche fallire, ma penso che insieme ne usciremo altrimenti saremo la periferia del trasporto internazionale». E ancora: «Abbiamo tempo fino a gennaio per una soluzione concordata per evitare il fallimento. L´Alitalia ha perso quote di mercato all´interno e all´esterno. Dunque è un problema che interessa tutto il Paese e non ha senso parlare di una ristrutturazione o di una ricapitalizzazione senza una strategia nazionale e internazionale».
L´impostazione di Prodi ha fatto scattare la tregua sindacale. Tre mesi di pace sociale hanno garantito le organizzazioni sindacali, ma in cambio chiedono all´azienda di non ricorrere a decisioni unilaterali, con la programmata esternalizzazione di alcuni servizi informativi e amministrativi. E al governo i sindacati chiedono di non sprecare quest´ultima occasione, come ha sostenuto il leader della Cgil, Guglielmo Epifani. Ma soprattutto chiedono di stingere i tempi perché tre mesi potrebbero essere troppi, come ha detto Renata Polverini dell´Ugl, con il rischio di «non arrivare vivi» (Fabrizio Solari, segretario generale della Filt-Cgil). A sollevare la questione di un cambio al vertice è stato, oltre all´Unione piloti, il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni: «Vogliamo una novità vera. Fra tre mesi l´azienda non c´è più. Ma il vino nuovo si fa con nuove botti». È sul piano industriale, invece, che si deve spingere, secondo il segretario della Uil, Luigi Angeletti, il quale, insieme all´Anpac, continua a frenare sul ricambio del management: «L´Alitalia è gestita male, ma Cimoli è solo un aspetto del problema».
(La Repubblica)
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