Mi sembra che questo articolo parli chiaro...siamo ad una svolta epocale...
Peretola, sulla pista parallela cade l’ultimo tabù
Tutti d’accordo, la commissione ambiente della Regione autorizza la valutazione d’impatto
LA VOLETE obliqua, perpendicolare o parallela? Stop. Buona la terza. La nuova pista dell’aeroporto di Peretola, lunga duemila metri, potrebbe essere quasi parallela all’autostrada per il mare. Senza montagne, senza ostacoli. Soprattutto senza centri abitati.
Ma c’è di più: da ieri non è più tabù parlare di una radicale innovazione della pista e del City Airport di Firenze. Il 18 marzo passerà alla storia dello scalo. Dopo anni di scontri politici, di proposte e annunci seguiti dal nulla, e nonostante i freschi veti dei sindaci della piana il presidente della società di gestione, Michele Legnaioli, ha dichiarato alla commissione ambiente e territorio del Consiglio regionale, presieduta da Erasmo D’Angelis, che
siamo arrivati alla svolta. Ci si prepara a dire addio all’attuale pista che scorre perpendicolare all’autostrada. E tutto questo, incredibile ma vero, in accordo con la Regione. E senza il disaccordo della sinistra radicale.
In sostanza, e qui sta la vera novità, la commissione di D’Angelis ha dato il via libera alla Valutazione ambientale strategica (Vas) delle 5 ipotesi di nuova pista presentate dal presidente di AdF con la benedizione dell’assessore regionale ai trasporti Riccardo Conti.
L’aeroporto, ricordiamolo, sorge su un’area di 120 ettari tra Sesto Fiorentino e Firenze. La pista attuale è lunga 1.717 metri per 30. I flussi di traffico, anche in tempo di crisi, sono in aumento: da un milione e 531 mila passeggeri del 2006 siamo saliti a un milione 919.000 del 2007. E nel 2008 la crescita è stato dello 0,5 per cento con 1.928.432 passeggeri.
Le cinque ipotesi prospettate da Legnaioli sarebbero in grado di aumentare la capacità dell’aeroporto ma anche di mitigare l’impatto acustico e ambientale,. Sarà superato, si dice, anche il problemi degli arrivi notturni. La Fiorentina — questo è un auspicio — potrà atterrare a Peretola di ritorno dalle sue notti di Coppa in Europa.
Tutte le ipotesi prevedono i duemila metri di lunghezza. La prima vede solo il prolungamento di 120 metri, ma è stata scartata dallo stesso Legnaioli per motivi di sicurezza e perché non porterebbe benefici. La seconda prevede la rotazione dell’attuale pista di alcuni gradi ma metterebbe a rischio l’Oasi naturale di Focognano e non mitigherebbe l’impatto acustico su Brozzi, Quaracchi, Peretola. La terza consiste nel totale cambio di orientamento della pista, che diventerebbe parallela alla A11. La 4 e la 5, infine, ipotizzano una pista parallela all’autostrada, con due diverse inclinazioni. Nella soluzione 4 la pista punterebbe in direzione Prato, mentre la soluzione 5 la posiziona sulla direttrice della A11 e sullo svincolo autostradale di Sesto.
Parole di Legnaioli: «La proposta 5 permette anche di risolvere il problema dei venti, portando il coefficiente di operatività dello scalo dal 90 al 97%. Inoltre la 3, 4 e 5 non impatterebbero sull’operatività dello scalo durante i lavori di ampliamento».
Il costo? Una cifra precisa non c’è ancora, ma Legnaioli la definisce «sostenibile». Adf avrebbe in capo l’investimento sulla infrastruttura mentre le opere accessorie sarebbero a carico degli enti locali.
Favorevole Erasmo D’Angelis, che è stato presidente di Legambiente prima di approdare in Regione: «
Siamo ad un giro di boa importante. Per la prima volta abbiamo sul tavolo ipotesi concrete per migliorare l’impatto ambientale e acustico, garantendo contemporaneamente il potenziamento dell’aeroporto col rispetto delle norme di sicurezza e rendendo compatibile il polmone verde del parco metropolitano. La valutazione strategica definirà la scelta migliore e in tempi brevi».
Come Legnaioli anche l’assessore Conti e i consiglieri regionali hanno espresso gradimento per la quinta soluzione: pista quasi parallela. Soddisfatto il capogruppo di Rifondazione, Monica Sgherri, che ha centrato l’intervento sulla necessità della Vas: «Magari potremmo rafforzarla con uno studio urbanistico sulle barriere architettoniche e il rumore». Sulle centraline di monitoraggio del rumore, la Sgherri ha chiesto di semplificare le procedure. Per Marco Carraresi, capogruppo dell’Udc, «siamo in una fase successiva alla politica; ora la parola sui progetti deve passare agli esperti».
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