Passera: gli aeroporti italiani sono troppi

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"D'Annunzio": Brescia chiama Passera

http://www.bresciaoggi.it/stories/dalla_home/332489_dannunzio_brescia_chiama_passera/?refresh_ce


«D'Annunzio»: Brescia chiama Passera

LO SCALO CONTESO. Dopo l'allarme sui conti e le dichiarazioni dell'esponente del Governo, che ritiene necessario procedere con una razionalizzazione degli aeroporti. Richiesta di confronto al ministro sul futuro (autonomo) dello scalo Ma Arena ribadisce: «Le strategie per il rilancio e la crescita ci sono»


In attesa di ricevere da Verona indicazioni sul valore delle quote per l'ingresso nella newco Aeroporti del Garda Spa, Brescia non sta ferma. È già pronta, e potrebbe partire la prossima settimana per Roma, la richiesta di un incontro con il ministro delle Infrastrutture Corrado Passera. L'obiettivo della missione è capire dal diretto interessato quali siano le prospettive per lo scalo di Montichiari, dopo le dichiarazioni dell'esponente del governo Monti sull'intenzione di procedere alla razionalizzazione degli scali, soprattutto in Lombardia. NONOSTANTE l'avvento del presidente della «Catullo» Paolo Arena abbia segnato un cambio di marcia nei rapporti con Abem, Camera di Commercio, Provincia, Aib, a Brescia non tutti hanno rinunciato al sogno di una completa autonomia nella gestione del «D'Annunzio». E ora potrebbero esserci, almeno economicamente, le condizioni per realizzarlo. Secondo i rumors l'operazione di pulizia del bilancio e di chiarezza sui conti voluta dal presidente Arena potrebbe abbattere il valore dello scalo almeno del 50 per cento, rispetto 107 milioni inizialmente stimati. E su questa base Brescia è convinta di poter racimolare - tra mondo imprenditoriale, banche, enti locali - almeno 25 milioni di euro, che potrebbero essere sufficienti per avviare un'azione autonoma. Magari sfruttando, per potenziare l'attività e sostenere i costi, la partnership con Orio al Serio che ha bisogno di trasferire altrove parte del suo traffico. Intesa sempre ventilata, mai realizzata concretamente. Dall'altra parte c'è Verona che non solo non naviga in buone acque ed è pronta a vagliare un nuovo aumento di capitale straordinario. ma ha forse un certo interesse a dismettere uno scalo di non semplice gestione, in rosso per 8 milioni l'anno. In mezzo il ministro Passera: se individuasse buone basi nel piano dei bresciani per il D'Annunzio, potrebbe fare da paciere e chiedere che venga avviata una specie di separazione condivisa tra i due scali. Con queste prospettive da Brescia partirà una richiesta di incontro a Roma. Che non vuole inasprire lo scontro ma, piuttosto, sondare strade alternative e che portino beneficio a tutti i soggetti in gioco. Se i presupposti non fossero bellicosi, Verona potrebbe anche partecipare e trarre vantaggio dalla partita. Intanto, non cade l'idea di costituire la Aeroporti del Garda. Ieri Arena, nel convegno organizzato da Catullo su «Aeroporti e territorio», ha ribadito che per Montichiari «ci sono le strategie di crescita e di rilancio». «Gli esperti e anche i partner sono convinti che possa diventare un grande hub per il cargo - ha detto - ; le infrastrutture ora lo scalo le ha e la Regione Lombardia ha previsto un grande piano d'area. Vediamo se a livello nazionale si deciderà di puntare su Montichiari». Insomma, tutto adesso deve passare da Roma.
 
Da notare soprattutto la parte evidenziata.

BUFERA SUL CATULLO

«Aeroporti, senza certezze operative lo scalo di Montichiari va chiuso»

Interrogazione alla Ue sul rispetto dell’impatto ambientale. Il Pd: «E via i quattro membri del Cda confermati»

VERONA — «L’aeroporto di Montichiari va chiuso!». Il Partito democratico torna all’attacco sulla gestione del nostro sistema aeroportuale, dopo le polemiche suscitate dalle dichiarazioni dell’ex presidente Fabio Bortolazzi e dall’ex consigliere d’amministrazione, Francesco Pennacchia, sulla lottizzazione partitica delle assunzioni nell’ente. E la proposta più choccante, lanciata dal segretario dei democratici, Vincenzo D’Arienzo, è proprio quella sull’aeroporto bresciano. Secondo D’Arienzo infatti «vista l’assenza di certezze operative sullo scalo di Montichiari, voluto in un periodo in cui i traffici passeggeri e merci non avevano le caratteristiche attuali e osservato il comportamento dei soci bresciani, il D’Annunzio va chiuso». La presa di posizione di D’Arienzo arriva mentre circolano nuove ipotesi in materia: lo scalo bresciano è inserito nel Piano degli Aeroporti, ripresi in mano recentemente dal ministro Corrado Passera, tra la ventina di scali considerati non strategici né primari.
Ma ora circolerebbe un elenco ridotto a soli 8 scali, su cui graverebbe decisamente lo spettro di chiusura. Gli 8 scali sarebbero quelli di Parma, Forlì Rimini, Siena, Alghero, Crotone, Salerno e, appunto, Montichiari. Una ipotesi che al momento non trova però conferme ufficiali. Tornando alle proposte del Pd per la Catullo Spa, D’Arienzo ha spiegato che comprendono, tra l’altro, «la sostituzione dei quattro consiglieri di amministrazione ancora in carica rispetto all’organo precedente (Giancarlo Conta, Pierluigi Angeli, Giorgio Bontempi e Maurizio Marino; il sostegno alle possibili azioni di responsabilità nei confronti di chi ci ha portato fino a questo punto; la costituzione di parte civile nel processo che potrebbe seguire alle indagini sulle assunzioni per lottizzazione e in ogni altro procedimento penale che potrebbe essere avviato; un tavolo urgentissimo con i soci per salvare il Catullo». Il Pd chiede inoltre di «individuare un partner strategico avviando un bando internazionale » e aggiunge di guardare «con interesse a un partner strategico collocato in Europa sull’asse del Brennero». Rispetto alla scadenza prevista per il 31 marzo prossimo, il Pd propone che «i soci veronesi avviino contatti con il Banco Popolare al fine di favorire la possibile rateizzazione/rinegoziazione dei tempi e così evitare richieste di rientro dei capitali in questo momento insostenibili per lo scalo».
Intanto, l’eurodeputato dell’Italia dei Valori Andrea Zanoni chiede, con un’interrogazione, che «la Ue verifichi le procedure con cui è stato autorizzato l’ampliamento e il potenziamento dell’aeroporto Catullo». Zanoni mette in dubbio il rispetto delle direttive europee in merito all’impatto ambientale e vorrebbe che la Commissione europea riaprisse la pratica Eu-Pilot 240/08/Envi in modo da obbligare le autorità italiane a predisporre una «Perizia asseverata» su quanto realizzato all’Aeroporto di Verona, a partire dal marzo 1999. «Alcuni degli interventi che hanno incrementato la capacità operativa dell’aeroporto sarebbero stati fatti oltre i limiti concessi dalla procedura di Via (Valutazioni di Impatto Ambientale) concessa dal ministero dell’Ambiente nell’ottobre 2009». Per avere risposte su questo e sulle altre questioni scottanti che riguardano l’aeroporto, l’appuntamento è per stamattina in Sala Farinati, presso la Biblioteca Civica di Verona, alle ore 11, dove si terrà il convegno «Aeroporti al centro del territorio. Quali opportunità di crescita e di sviluppo insieme », cui parteciperanno il presidente del Catullo Paolo Arena, Michael Kraus, presidente di Air Dolimiti, Stefano Baronci, segretario generale Assoaeroporti, Sandro Boscaini della Masi e Pierluigi Di Palma, presidente Demetra.
L.A.
10 febbraio 2012

http://corrieredelveneto.corriere.i...alo-montichiari-va-chiuso-1903224850876.shtml
 
Che sia il caso di ricordare, alla magistratura, alcuni particolari?
- chi era al governo quando venne riqualificata la pista dell APT di Verona, a spese dello Stato, perché militare, e dopo pochi giorni i militari dismisero la struttura? A vantaggio di chi?
- quali parti politiche hanno avuto vantaggi dalle assunzioni clientelari di cui sopra?
- nn e' il caso di rendere pubblica la genesi del rapporto con Ryanair, fin dall origine, con particolare riguardo a due precisi momenti storici, il primo relativo ai primi anni duemila, quando fu impedito ad Fr l espansione su Brescia, che ha spinto la compagnia irlandese su Orio; ed il secondo, relativo allo scandaloso passaggio dei voli low cost da Brescia a Verona..
 
M'inchia ora ci sono anche i dossier non confermati......nicolap ne sai qualcosa tu ???
 
Toh! Guarda un po'... Che finalmente qualcuno legga aviazione civile?
http://www.larena.it/stories/dalla_...ul_catullo_acquisite_le_prime_documentazioni/
Ricordiamogli allora un altra cosetta... Soppani proviene da Venezia ed ha riproposto qui lo schema di rapporto con Fr. Con la differenza che a Verona lo ha fatto a discapito soprattutto di Brescia.
http://www.lofficina.eu/rassegna-e-...tore-generale-soppani-dallaeroporto-di-verona
Ma a quanti bisogna chiedere conto?
Ora una riflessione per tutti. Alla luce di quello che, timidamente, comincia a venir fuori ( e non e' nulla, rispetto a ciò che verrebbe guardando anche alla fine degli anni 90), siamo proprio sicuri che sia VBS il problema?
 
"Ma ora circolerebbe un elenco ridotto a soli 8 scali, su cui graverebbe decisamente lo spettro di chiusura. Gli 8 scali sarebbero quelli di Parma, Forlì Rimini, Siena, Alghero, Crotone, Salerno e, appunto, Montichiari. "

Tra gli altri Rimini e Alghero..questi si drogano, incommentabile :astonished:
 
Da www.quibrescia.it

“D’Annunzio”, è ultimatum dal Governo

(red.) E’ un ultimatum quello che Roma ha dato all’aeroporto “D’Annunzio” di Montichiari (Brescia).

Lo scalo bresciano deve infatti, entro l’anno, come previsto nel maxiemendamento al decreto legge Milleproroghe varato dal Governo, recuperare le perdite e chiudere in pareggio, per ottenere la concessione aeroportuale (il cui iter è in corso) entro la nuova data fissata al 31 dicembre 2012.

Secondo quanto stabiliti, infatti, otterranno la concessione a fine anno “solo quegli aeroporti che, pur in presenza di perdite di esercizio pregresse, presentino un piano da cui risultino il riequilibrio economico-finanziario della gestione e il raggiungimento di adeguati indici di solvibilità patrimoniale”.

Spetta dunque alla società Catullo di Verona, al centro di una bufera sulla gestione degli scali, mettere nero su bianco un piano di riequilibrio per l’aeroporto monteclarense, sempre che non si decida di abbandonalo a se stesso.
 
DA WWW.LARENA.IT

Aeroporto, schiarita su Brescia
L'Enac dà l'ok per il rilancio
CATULLO. Il presidente Paolo Arena a Roma per il futuro di Montichiari. Ora necessari approfondimenti normativi. «La chiusura si può evitare, a breve sarà presentato ai soci il progetto per il futuro». Probabile un forte ingresso dei privati
22/02/2012 e-mail print A

Il Catullo vuole risolvere i problemi di bilancio dello scalo bresciano Verona. Schiarita sui cieli dell'aeroporto di Montichiari, gestito e controllato dal Catullo. Lo spettro di una chiusura dello scalo, che è sottoutilizzato e improduttivo perché rappresenta una pesante perdita costante da 600 mila euro al mese, da ieri è più lontano. «La volontà di Roma non è quella di arrivare a una chiusura del D'Annunzio. Ci sono gli spazi per lavorare a un progetto di rilancio. La missione è stata positiva». Parole del presidente della Catullo spa Paolo Arena che ieri ha avuto un incontro con i vertici di Enac, l'ente nazionale per l'aviazione civile, per di capire quali spazi di manovra ci sono per la società veronese al fine di investire tempo, energie e risorse nel rilancio dello scalo bresciano dopo che il decreto Milleproroghe ha posto un ultimatum ben preciso: o entro il 31 dicembre gli aeroporti con concessione ancora sospesa (come Montichiari) hanno un piano di gestione che assicura il rientro dalle perdite, la sostenibilità finanziaria e la solvibilità patrimoniale, oppure non avranno mai la concessione. Ieri Arena ha cercato il confronto con Enac proprio per verificare le soluzioni possibili, in accordo poi anche con alcuni soci bresciani (Campana di Abem) alla ricerca di una via di uscita da una impasse che dura da anni. E se da una parte c'è l'ultimatum, dall'altra c'è un accordo con i bresciani che non è più percorribile perché l'accordo quadro per costruire una unica società di gestione si basa su una valutazione del sistema aeroportuale del Garda di 107 milioni di euro, oggi molto inferiore dopo la pulizia dei bilanci. «È stata una riunione molto positiva, abbiamo condiviso con Enac e con alcuni soci bresciani consultati a parte, una ipotesi di percorso per il rilancio di Montichiari. Ora dovremo informare i soci. Dobbiamo solo fare un ulteriore approfondimento normativo e poi in breve temnpo presenteremo ai soci della Catullo spa il progetto per il rilancio». Se non c'è in previsione la chiusura e non è percorribile neppure il termsheet, qual è la terza via? L'ipotesi, su cui c'è molta riservatezza e lo stesso presidente Arena non parla, potrebbe essere quella di trovare un nuovo strumento societario per la governance del D'Annunzio, condiviso dal punto di vista normativo e con l'accordo dei soci bresciani, che consenta l'ingresso dei privati in forma sostanziosa. Non è da escludere anche una eventuale partnership con altri aeroporti o gestori aeroportuali. «Andiamo avanti, siamo soddisfatti, ma rimaniamo assolutamente riservati fino a quando non avremo concreti dati di fatto», conclude il presidente. Il punto è che servono investimenti sostanziosi e un arco temporale abbastanza lungo per far risalire Montichiari dalla voragine in cui è sprofondato: oggi lo scalo che funziona prevalentemente per il cargo, movimenta 30 mila tonnellate di merci l'anno, ma il brek even è a 90 mila tonnellate. Deve cioè triplicare la sua attività, sperando nelle nuove infrastrutture stradali. Nel frattempo dovrebbero arrivare in aeroporto nuove figure professionali: è aperta la caccia ai manager. Il consiglio di amministrazione sta selezionando almeno 4 curricula di professionisti della gestione aeroportuale sia per il ruolo di direttore generale che per il capo del personale. E alcuni manager sarebbero stranieri, nessun veronese. Ma nulla è ancora deciso. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Maurizio Battista
 
Propongo, tanto che ci sono quattrini da buttare, l'ex direttore dell'apt di Limoges! Sempre che riescano a trovarlo. Mi dispiace ma.... ci sono altre tasse e spese in vista!:(
 
Diciamo le cose come stanno:
la colpa non è di Brescia (intesa come sistema aeroportuale); città che può tranquillamente (se serve) avere uno scalo che funziona.
La colpa è della società che da anni lo gestisce (Verona) e dei politici bresciani e veronesi incapaci di mettersi d'accordo sul da farsi (come se servissero i politici per far funzionare le cose, assurdo).
Non credo cambierà niente, si prende tempo come al solito in Italia (sbagliando)
Si perde tempo e soldi inutilmente.
O si chiude subito Vbs.
O si levano i politici chiacchieroni dalle società di gestione.
Allego articolo:
http://quibrescia.it/cms/?p=87821
 
Il giorno in cui un politico qualsiasi, uno solo, di qualsiasi schieramento, proporrà una legge che vieti ora e per sempre il "milleproroghe", orbene egli avrà il mio voto vita natural durante.
 
Da www.larena.it

Catullo, una nuova società
per salvare Montichiari
AEROPORTI. Ecco la principale ipotesi allo studio per lo scalo bresciano. Il vice Angeli: «Ryanair, si faccia chiarezza». Ai bresciani la maggioranza della gestione assieme a operatori privati. A Verona una quota di minoranza e un canone annuo
23/02/2012 e-mail print A

Il contratto tra Catullo e Ryanair è uno dei punti critici della passata gestione: i costi sono milionari Verona. C'è chi lo chiama divorzio, chi spin off, chi sub concessione: ma qual è la ricetta che può consentire alla società di gestione dell'aeroporto Catullo di far ripartire lo scalo di Montichiari con un piano industriale vero, credibile e sostenibile? Qual è la ricetta che è stata presentata l'altro ieri all'Enac dal presidente del Catullo e che viene illustrata ai soci in queste ore? Potremmo definirla una separazione consensuale sotto lo stesso tetto. È questa infatti una delle prime ipotesi allo studio, visto che, come abbiamo scritto ieri, la chiusura dello scalo pare ormai evitabile e il vecchio accordo con i soci bresciani per la società unica degli aeroporti del Garda non è più percorribile per i mutati valori. Ecco quindi che spunta la terza via, pure questa in forte salita, difficile da realizzare entro il 31 dicembre come chiede il decreto Milleproroghe. E presuppone alcuni requisiti di base: manager capaci nelle strategie aeroportuali, accordi con altri aeroporti e risorse finanziarie. Una strada difficile, ma l'unica che offre una prospettiva che va nella direzione richiesta dai soci veronesi: che Brescia si accolli le sue responsabilità, si paghi il suo aeroporto, spese e debiti compresi. A questo punto, l'ipotesi sarebbe quella di creare un nuovo strumento societario che gestisca il D'Annunzio. La nuova società vedrebbe i soci bresciani (che finora hanno molto nicchiato) in netta maggioranza assieme a operatori privati che possono essere compagnie o società aeroportuali che garantiscano l'attività e un flusso operativo costante. Il sistema Verona avrebbe in questa nuova società una quota di minoranza, così come Brescia è minoritaria nella società Catullo. Se gli ulteriori approfondimenti normativi consentiranno di dare il via all'operazione, e i soci l'approveranno, la novità potrebbe concretizzarsi in qualche settimana. E si potrebbe configurare a tutti gli effetti come una sub-concessione dello scalo D'Annunzio ai bresciani che diventerebbero gestori del loro scalo come hanno sempre chiesto, però dovranno accollarsene le spese e assicurare alla Catullo spa il rientro degli investimenti fatti. Ma che cosa verrebbe in tasca alla società Catullo? In questo modo la Catullo spa potrebbe eliminare gradualmente la perdita che oggi grava sul bilancio e che ha portato a chiudere il 2011 sfiorando i 20 milioni di deficit. La nuova società bresciana mista pubblico-privato dovrebbe garantire un «canone» alla Catullo, e quindi ai soci veronesi, sia per gli investimenti che per l'utilizzo degli immobili. La cifra è da definire ma sarebbe di qualche milione l'anno. Una partita che dovrà giocarsi il nuovo direttore generale, da individuare nei prossimi giorni. Nel frattempo l'attuale dirigenza sta cercando di venire a capo della seconda grave criticità: il contratto-capestro con Ryanair che prevede incentivi altissimi (tra i 16 e i 17 euro) per ogni passeggero portato a Verona e tutto questo per cinque anni. Se la gestione di Montichiari pesa sul Catullo tra i 7 e gli 8 milioni l'anno, il contestato contratto con Ryanair firmato dal precedente direttore generale Massimo Soppani (poi dimissionario) può provocare perdite stimate fra i 3 e i 4 milioni di euro. Di tutto questo il presidente Arena ha parlato diffusamente in consiglio d'amministrazione, anche perché sulla gestione passata e sul contratto Ryanair non va dimenticato che c'è una inchiesta aperta dalla Procura della Repubblica. Un contratto che, ha dichiarato Pierluigi Angeli, vice presidente del Catullo, «è inspiegabile e, soprattutto, non è passato dal consiglio d'amministrazione». Infatti, ricorda il vicepresidente, «è una delle decisioni maturate fuori dal cda e quando abbiamo chiesto chiarimenti il direttore generale Soppani, nel dicembre scorso, si è dimesso. L'indagine della Procura è la benvenuta - ha detto Angeli ai quotidiani del Trentino - si farà finalmente chiarezza su quelle operazioni mai passate dal consiglio d'amministrazione» Una situazione difficile, come già avevamo evidenziato, di cui sono consapevoli anche i consiglieri di amministrazione: «È un bel rebus. Ingarbugliato. Spero che troveremo la soluzione prima dell'assemblea di bilancio, in aprile», dice ancora Pierluigi Angeli. Perché i tempi sono strettissimi.M.Batt.
 
Sembra Gia` di essere in Campagna Elettorale......

VBS non chiudera` mai, e` nato dalla Politica e lo manterranno i contribuenti italiani...... le compagnie se non le paghi a VBS non ci vanno.... poi messo come e` ora,,, restera` li ancora per molti anni senza voli.......

E IO PAGO !!!!!!

Fin che la Politica in Italia gestisce gli aeroporti Italiani.......


Che skifo.........Peccato Peccato Veramente....... ai Tempi Di Ocean era nei primi 4 scali cargo in Italia...... Ocean e` fallita ma nessuno ha fatto niente Complimenti Catullo......... e poi vanno a dire che il futuro di VBS e` il Cargo.......


Che skifo che skifo......
 
Sembra Gia` di essere in Campagna Elettorale......

VBS non chiudera` mai, e` nato dalla Politica e lo manterranno i contribuenti italiani...... le compagnie se non le paghi a VBS non ci vanno.... poi messo come e` ora,,, restera` li ancora per molti anni senza voli.......

E IO PAGO !!!!!!

Fin che la Politica in Italia gestisce gli aeroporti Italiani.......


Che skifo.........Peccato Peccato Veramente....... ai Tempi Di Ocean era nei primi 4 scali cargo in Italia...... Ocean e` fallita ma nessuno ha fatto niente Complimenti Catullo......... e poi vanno a dire che il futuro di VBS e` il Cargo.......


Che skifo che skifo......

Signori, non cambiamo le carte in tavola: sono d'accordo che VBS vada chiuso, ma i suoi costi non sono affatto pagati dagli italiani, ma dagli abitanti delle zone circostanti, essendo contribuenti netti al fisco italiano. Di certo le perdite di questo aeroporto non sono coperte con fondi provenienti da altre zone, al massimo da VR, ma se la sono voluta loro.
 
(ANSA) - REGGIO CALABRIA, 25 FEB - ''In una riunione con il presidente dell'Enac, Vito Riggio siamo riusciti a far passare l'idea della necessita' di mantenere aperti, a causa della distanza con Lamezia, e delle limitazioni infrastrutturali del nostro territorio, sia l'aeroporto di Reggio Calabria che quello di Crotone''. Lo ha detto il presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti.

''La definizione di 'aeroporto sociale' - ha aggiunto - e' l'opportunita' che ci viene offerta e sulla quale lavoreremo''.

(ANSA).
 
(ANSA) - REGGIO CALABRIA, 25 FEB - ''In una riunione con il presidente dell'Enac, Vito Riggio siamo riusciti a far passare l'idea della necessita' di mantenere aperti, a causa della distanza con Lamezia, e delle limitazioni infrastrutturali del nostro territorio, sia l'aeroporto di Reggio Calabria che quello di Crotone''. Lo ha detto il presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti.

''La definizione di 'aeroporto sociale' - ha aggiunto - e' l'opportunita' che ci viene offerta e sulla quale lavoreremo''.

(ANSA).

Come sempre le autorità locali (di ogni dove, sia chiaro) iniziano a piangersi addosso e a tirare la giacchetta. Non mi stancherò mai di dire quanto inutile sia CRV. Poco più di un'ora di auto da SUF. Se questa è "limitazione infrastrutturale", lo andassero a dire a tutti quelli che hanno il primo apt utile ad ancora più tempo di strada. Bah.