Dal momento che anche qui vantiamo un discreto numero di amanti del trasporto su ferro, ho pensato bene di andare completamente OT e di scrivere un breve resoconto della mia recente esperienza a bordo del cosiddetto Nightjet, treno notturno della austriaca OBB che offre un servizio abbastanza peculiare, ovvero la possibilità di viaggiare dormendo in una sorta di sleeping pod individuale.
PREMESSA
Circa un anno fa in famiglia decidiamo di provare per la prima volta l’esperienza in crociera, nello specifico una crociera nei mari del nord che parte da Amburgo ed arriva fino a Capo Nord.
Dal momento che avevamo comunque già pianificato di passare tre giorni in Tirolo (e quindi da lì partiremo per Amburgo), ci si prospettano due soluzioni: o il volo MUC-HAM o il treno notturno.
La curiosità di provare questebare individuali innovative capsule notturne, oltre al fatto che parliamo di materiale rotabile davvero recente (il servizio è stato inaugurato un paio di anni fa solamente) e che gli orari facevano davvero al caso nostro, ci spinge ad andare in tale direzione nonostante qualche mio legittimo dubbio derivante dall’essere oltre 1,90m…
Il treno parte infatti da Innsbruck verso le 20 per arrivare dopo circa 12 ore ad Amburgo, lasciandoci parecchie ore di buffer rispetto al termine per l’imbarco sulla nave.
Ed è così che a marzo scorso, con largo anticipo, compro alla modica cifra di 879 Euro i biglietti andata e ritorno per tre adulti e due ragazzi.
L’ANDATA
I mesi scorrono veloci ed in breve arriviamo all’inizio dell’estate quando ricevo una email in tedesco da OBB che mi informa che, causa lavori sulla linea, il giorno della nostra partenza da INN ci sarà un servizio sostitutivo in bus che ci porterà fino alla stazione di Rosenheim, da dove verso le 22 saliremo finalmente sul treno. Fa tanto ATAC quando la linea della metro a Roma per qualche motivo non va.
Nota di colore: nella email c’è scritto “il tuo treno da Innsbruck a Salisburgo” anche se da Salisburgo nemmeno ci passiamo perché la linea lascia l’Austria all’altezza di Kufstein… vabbè, ogni mondo è paese!
Scoprirò poi che l’interruzione per lavori è sulla direttrice Innsbruck-Salisburgo e che durerà parecchi giorni, cascando tra la seconda e la terza settimana di agosto. In altre parole nell’altissima stagione estiva austriaca la linea ferroviaria più importante del Paese sarà interrotta per giorni e giorni…
Il giorno della partenza ci rechiamo in stazione e riceviamo indicazione di spostarci in un’area laterale in attesa dei bus per Rosenheim.
Qui ci attende una folla scomposta e disordinata, disposta secondo il noto schema geometrico chiamato “coda globulare”. Quando arriva il primo bus, c’è un vero e proprio assalto alla diligenza con gente che mette i bagagli nello scompartimento sotto il bus senza però avere alcuna certezza di trovare poi posto a bordo, vista la ressa. Noi, nonostante siamo in 5 ed abbiamo parecchie valigie, riusciamo a trovare il nostro posto.
Nessuno ci controlla il biglietto del treno, cosa che trova davvero molto strana!
Si parte in orario ed il viaggio si sviluppa lento attraverso le lente autostrade austriache.
Arrivati al confine tedesco la sorpresa: stop al checkpoint della polizia tedesca con controllo individuale dei documenti. Ovviamente c’è anche qualche pirla che i documenti li ha lasciati nelle valigie e che quindi deve scendere a recuperare tutto in mezzo a decine e decine di altre valigie. I chitammuort mi escono quasi senza accorgermene, assolvendo alla loro potente funzione catartica.
Dopo circa una decina di minuti siamo in gradi di ripartire e vedo che dal Flixbus che era fermo davanti a noi nel frattempo è sceso un ragazzo con la sua valigia e due poliziotti al seguito. Alla fine i controlli servono.
Arriviamo con buon anticipo alla stazione, deserta e con qualche balordo che gironzola. Il nostro treno è previsto in arrivo con 30 minuti di ritardo e, guardando il tabellone generale, vedo che diversi altri treni hanno ritardi tra i 30 ed i 60 minuti.
La narrazione corrente, che vuole anche la Germania alle prese con continui ritardi nei trasporti su ferro, forse ha qualche fondamento.
Nell’attesa mi sfogo via whatsapp con il Prez 2.0 che, avendo mezzo DNA tedesco e conoscendo quindi bene la situazione, mi risponde “eh, lo fanno, lo fanno…”
Qui la vista del binario, con il nostro treno indicato con 33 minuti di ritardo.
Nota positiva: la stazione è ben tenuta e pulita.
In breve (si fa per dire) il nostro treno arriva e siamo quindi in grado di salire e prendere possesso dei nostri posti.
La carrozza si presenta bene e si vede che è un prodotto recente.
Queste quattro delle nostre postazioni individuali.
Il controllore passa e chiede la consegna dei biglietti cartacei, che restituirà la mattina successiva insieme alla colazione (the o caffè con un piccolo panino, burro e marmellata). Procedura davvero bizzarra…
All’interno, oltre a lenzuolo, cuscino e coperta leggera, la tessera magnetica per aprire i vari scomparti portabagagli. Qui la prima sorpresa: gli scomparti sono piccoli ed una valigia che vada oltre le misure “Ryanair style” qui non ci entra… noi ne abbiamo due decisamente fuori misura e mia moglie e mia figlia (le meno alte) si sacrificano mettendole all’interno del pod, zona piedi. Io magari sarò anche stato disattento, ma un avviso in evidenza che spiega bene in fase di acquisto quali sono le misure degli scomparti porta bagagli non avrebbe guastato.
Dettaglio di un pod. In fondo a sinistra c’è una sorta di spazio che funge da comodino, oltra alla possibilità di aprire (ma bisogna essere in due a farlo contemporaneamente) un piccolo soffietto che divide questo spazio col vicino, all’altezza della testa. In fondo si intravvede anche il finestrino individuale, mentre davanti si nota il tavolino pieghevole che funge anche da specchio.
Qui nella versione chiusa.
Qui da dentro: è più claustrofobico in foto che nella realtà. Io ci sono stato abbastanza comodo, fatta eccezione per i piedi che toccavano il fondo (ma sono io fuori standard).
I bagni sono nel corridoio, piuttosto ampi e puliti. Ho fatto qualche foto nel viaggio di ritorno che poi inserirò.
La notte passa, non proprio velocemente a dire il vero: le pareti sono molto sottili e ogni volta che ci si ferma in una stazione può capitare che qualcuno salga e prenda possesso del suo pod, cosa che fondamentalmente sveglia tutti quelli che sono intorno. Oltre alle voci, anche altre forme di emissioni d’aria sono chiaramente udibili…a tratti anche divertente, motivo per cui sogno di avere come compagni di viaggio anche alcuni pezzi forti del forum.
Provo a dormire – male – fino a quando la luce esterna e il controllore non mi svegliano (il secondo per portarmi il vassoietto con la colazione).
Qui la vista del pod alla luce de giorno.
Alla fine arriviamo ad HAM HBF con circa un’ora di ritardo: poco male perché l’imbarco sarà a partire dalla tarda mattinata e si concluderà nel pomeriggio.
Prima di muoverci, una foto di insieme alla stazione, che come architettura non è niente male ma che è talmente piena di balordi, tossici e predicatori (!) da far sembrare Termini un paradiso urbano.
Sulla sinistra potete vedere il treno che ci ha portato qui (quello blu con la striscia rossa).
FINE PRIMA PARTE.
A richiesta, ampio OT sulla Norvegia. Ditemi voi.
PREMESSA
Circa un anno fa in famiglia decidiamo di provare per la prima volta l’esperienza in crociera, nello specifico una crociera nei mari del nord che parte da Amburgo ed arriva fino a Capo Nord.
Dal momento che avevamo comunque già pianificato di passare tre giorni in Tirolo (e quindi da lì partiremo per Amburgo), ci si prospettano due soluzioni: o il volo MUC-HAM o il treno notturno.
La curiosità di provare queste
Il treno parte infatti da Innsbruck verso le 20 per arrivare dopo circa 12 ore ad Amburgo, lasciandoci parecchie ore di buffer rispetto al termine per l’imbarco sulla nave.
Ed è così che a marzo scorso, con largo anticipo, compro alla modica cifra di 879 Euro i biglietti andata e ritorno per tre adulti e due ragazzi.
L’ANDATA
I mesi scorrono veloci ed in breve arriviamo all’inizio dell’estate quando ricevo una email in tedesco da OBB che mi informa che, causa lavori sulla linea, il giorno della nostra partenza da INN ci sarà un servizio sostitutivo in bus che ci porterà fino alla stazione di Rosenheim, da dove verso le 22 saliremo finalmente sul treno. Fa tanto ATAC quando la linea della metro a Roma per qualche motivo non va.
Nota di colore: nella email c’è scritto “il tuo treno da Innsbruck a Salisburgo” anche se da Salisburgo nemmeno ci passiamo perché la linea lascia l’Austria all’altezza di Kufstein… vabbè, ogni mondo è paese!
Scoprirò poi che l’interruzione per lavori è sulla direttrice Innsbruck-Salisburgo e che durerà parecchi giorni, cascando tra la seconda e la terza settimana di agosto. In altre parole nell’altissima stagione estiva austriaca la linea ferroviaria più importante del Paese sarà interrotta per giorni e giorni…
Il giorno della partenza ci rechiamo in stazione e riceviamo indicazione di spostarci in un’area laterale in attesa dei bus per Rosenheim.
Qui ci attende una folla scomposta e disordinata, disposta secondo il noto schema geometrico chiamato “coda globulare”. Quando arriva il primo bus, c’è un vero e proprio assalto alla diligenza con gente che mette i bagagli nello scompartimento sotto il bus senza però avere alcuna certezza di trovare poi posto a bordo, vista la ressa. Noi, nonostante siamo in 5 ed abbiamo parecchie valigie, riusciamo a trovare il nostro posto.
Nessuno ci controlla il biglietto del treno, cosa che trova davvero molto strana!
Si parte in orario ed il viaggio si sviluppa lento attraverso le lente autostrade austriache.
Arrivati al confine tedesco la sorpresa: stop al checkpoint della polizia tedesca con controllo individuale dei documenti. Ovviamente c’è anche qualche pirla che i documenti li ha lasciati nelle valigie e che quindi deve scendere a recuperare tutto in mezzo a decine e decine di altre valigie. I chitammuort mi escono quasi senza accorgermene, assolvendo alla loro potente funzione catartica.
Dopo circa una decina di minuti siamo in gradi di ripartire e vedo che dal Flixbus che era fermo davanti a noi nel frattempo è sceso un ragazzo con la sua valigia e due poliziotti al seguito. Alla fine i controlli servono.
Arriviamo con buon anticipo alla stazione, deserta e con qualche balordo che gironzola. Il nostro treno è previsto in arrivo con 30 minuti di ritardo e, guardando il tabellone generale, vedo che diversi altri treni hanno ritardi tra i 30 ed i 60 minuti.
La narrazione corrente, che vuole anche la Germania alle prese con continui ritardi nei trasporti su ferro, forse ha qualche fondamento.
Nell’attesa mi sfogo via whatsapp con il Prez 2.0 che, avendo mezzo DNA tedesco e conoscendo quindi bene la situazione, mi risponde “eh, lo fanno, lo fanno…”
Qui la vista del binario, con il nostro treno indicato con 33 minuti di ritardo.
Nota positiva: la stazione è ben tenuta e pulita.
In breve (si fa per dire) il nostro treno arriva e siamo quindi in grado di salire e prendere possesso dei nostri posti.
La carrozza si presenta bene e si vede che è un prodotto recente.
Queste quattro delle nostre postazioni individuali.
Il controllore passa e chiede la consegna dei biglietti cartacei, che restituirà la mattina successiva insieme alla colazione (the o caffè con un piccolo panino, burro e marmellata). Procedura davvero bizzarra…
All’interno, oltre a lenzuolo, cuscino e coperta leggera, la tessera magnetica per aprire i vari scomparti portabagagli. Qui la prima sorpresa: gli scomparti sono piccoli ed una valigia che vada oltre le misure “Ryanair style” qui non ci entra… noi ne abbiamo due decisamente fuori misura e mia moglie e mia figlia (le meno alte) si sacrificano mettendole all’interno del pod, zona piedi. Io magari sarò anche stato disattento, ma un avviso in evidenza che spiega bene in fase di acquisto quali sono le misure degli scomparti porta bagagli non avrebbe guastato.
Dettaglio di un pod. In fondo a sinistra c’è una sorta di spazio che funge da comodino, oltra alla possibilità di aprire (ma bisogna essere in due a farlo contemporaneamente) un piccolo soffietto che divide questo spazio col vicino, all’altezza della testa. In fondo si intravvede anche il finestrino individuale, mentre davanti si nota il tavolino pieghevole che funge anche da specchio.
Qui nella versione chiusa.
Qui da dentro: è più claustrofobico in foto che nella realtà. Io ci sono stato abbastanza comodo, fatta eccezione per i piedi che toccavano il fondo (ma sono io fuori standard).
I bagni sono nel corridoio, piuttosto ampi e puliti. Ho fatto qualche foto nel viaggio di ritorno che poi inserirò.
La notte passa, non proprio velocemente a dire il vero: le pareti sono molto sottili e ogni volta che ci si ferma in una stazione può capitare che qualcuno salga e prenda possesso del suo pod, cosa che fondamentalmente sveglia tutti quelli che sono intorno. Oltre alle voci, anche altre forme di emissioni d’aria sono chiaramente udibili…a tratti anche divertente, motivo per cui sogno di avere come compagni di viaggio anche alcuni pezzi forti del forum.
Provo a dormire – male – fino a quando la luce esterna e il controllore non mi svegliano (il secondo per portarmi il vassoietto con la colazione).
Qui la vista del pod alla luce de giorno.
Alla fine arriviamo ad HAM HBF con circa un’ora di ritardo: poco male perché l’imbarco sarà a partire dalla tarda mattinata e si concluderà nel pomeriggio.
Prima di muoverci, una foto di insieme alla stazione, che come architettura non è niente male ma che è talmente piena di balordi, tossici e predicatori (!) da far sembrare Termini un paradiso urbano.
Sulla sinistra potete vedere il treno che ci ha portato qui (quello blu con la striscia rossa).
FINE PRIMA PARTE.
A richiesta, ampio OT sulla Norvegia. Ditemi voi.
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