@ Daniele: dipende, nel senso che è una questione di propria scelta. Normalmente tendo a volare manualmente fino a 20/25.000 piedi, tanto per mantenere la pratica (naturalmente dove ritengo sia fattibile, come ho scritto precedentemente), ma vedo che alcuni, forse anche per retaggi delle Compagnie per cui hanno precedentemente volato, inseriscono l'autopilota appena il carrello è su e lo sganciano intorno ai 500 piedi. Praticamente non volo mai in manuale in crociera dato che essendo spazi RVSM (a separazione ridotta) è obbligatorio avere l'autopilota efficiente ed inserito. In avvicinamento non mi dispiace farmi almeno le ultime 20 miglia a mano, ma ripeto, è una questione soggettiva, tanto per non sentirsi veramente un operatore di sistemi.
@ I-MIKE: non vado a rileggere l'articolo tanto non capirei più di quel poco che ho capito quando l'ho letto la prima volta. Mi rifaccio al tuo messaggio.
Se la cosa sarebbe avvenuta ugualmente? Posso solo dirti che non lo so.
Ammesso che l'automanetta sia stata staccata proprio nel momento in cui c'era troppa potenza che non è stata ridotta repentinamente potrei dirti "forse si", nel senso che il sistema avrebbe potuto forse anticipare, rispetto al pilota, quella tendenza al rapido aumento di velocità, diminuire la potenza quando non serviva e tenere la velocità un po' più bassa, che chissà... forse... se... maybe... who knows... se mio nonno avesse avuto le ruote... avrebbe potuto consentirgli di non avere quel numero di nodi in più che avrebbero forse potuto permettergli di fermarsi entro i limiti fisici della pista.
E' però una Babele di "se", perché in alcune occasioni il pilota può invece essere in grado di anticipare le gestione della potenza rispetto all'automanetta. In altri termini "bisognerebbe esserci". Certo è che su quel tipo di macchina la gestione della velocità non è il massimo della gioia, poiché data la buona aerodinamica (è vero, Daniele) una volta che è leggermente veloce impiega parecchio tempo a smaltire l'eccesso di velocità.
Per darti un'idea, se sei in finale con una decina di nodi vento in coda, in configurazione di atterraggio, smaltire circa 25 nodi (in molti aeroporti devi mantenere 160 nodi fino a 4 miglia in finale) richiede circa 2 miglia, il problema è che l'avvicinamento deve essere stabilizzato, che implica anche che i motori non siano al minimo, entro i 500 piedi, e in molti casi questo crea problemi, dato che è molto inerte.
Per farti un altro esempio pratico puoi, se ne hai voglia, andarti a vedere un altro post che avevo messo nel thread, se ricordo bene "questa volta qualche chicca c'è", dove oltre alle foto avevo inserito una copia del tracciato del mio avvicinamento dove avevo avuto windshear. Si trattava di un windshear "diciamo" stupido, anche se nessun windshear lo è, nel senso che non consisteva in brusche variazioni di intensità e direzione, ma di sole variazioni di direzione intorno ai 500 piedi. Se controlli la prima (orario) e la quarta colonna (velocità) noterai che in occasione del leggero windshear, la velocità è passata da 120 a 139 nodi in 5 secondi, dopo 4 secondi è scesa a 126 nodi, e dopo altri 4 (l'automanetta era inserita) è risalita a 139 nodi (alle 13:32:08), ed eravamo a 371 piedi. Considerando che nella zona del mancato avvicinamento non saremmo potuti andare a causa di temporali in corso, abbiamo ritenuto che fosse più sicuro atterrare invece che riattaccare, visto che eravamo ormai fuori dal windshear, anche se l'avvicinamento non era stabilizzato, in quanto stavamo cercando di smaltire la velocità. Nonostante la velocità a cui avremmo dovuto fare l'avvicinamento fosse se ricordo bene 123 nodi, l'atterraggio è avvenuto a 130 nodi, non perché abbiamo voluto tenerci un margine di velocità, ma perché non c'è stato modo di smaltire la velocità.