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La piazza del direttore
di Paolo Ermini
Biffoni e il tic antifiorentino
13 NOVEMBRE 2014 | di Paolo Ermini
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Con una veloce virata (per non dire dietrofront) il sindaco di Prato ha mandato alle ortiche l’idea di presentare ricorso al Tar contro la costruzione della pista parallela a Peretola, come invece gli era stato chiesto durante l’ultimo Consiglio comunale, anche da parte del suo Pd. Lui, il sindaco, per la verità aveva avallato la scelta parecchio a malincuore, parlando di “sconfitta politica”. La nostra città, aveva detto amaramente Biffoni, non è presente ai tavoli dove si decide, ai “tavoli che contano”. In 24-36 ore però lo scenario è radicalmente cambiato, almeno secondo lui: il sottosegretario alla presidente del Consiglio Luca Lotti ha detto alla “Nazione” che Prato sarà coinvolta in tutte le prossime puntate del potenziamento dell’aeroporto e in un’intervista concessa a Giorgio Bernardini, comparsa oggi sul “Corriere Fiorentino”, Biffoni ha prontamente cambiato opinione: niente ricorso e soddisfazione per essere stati riammessi ai piani alti.
E’ dalla campagna elettorale per le comunali dello scorso anno che l’ultrarenziano sindaco di Prato è alle prese con il tormentone di Peretola: da una parte c’è il legame politico con il premier (il vero paladino della pista parallela), dall’altra pesano le pressioni dei partiti che trasversalmente hanno avviato la crociata contro il Vespucci, cavalcando in città l’impopolarità (vera o presunta?) dello sviluppo dell’attuale scalo (uno scalo con un grado di efficienza imbarazzante per qualunque visitatore senza paraocchi). La campagna, dalla quale solo gli industriali guidati da Andrea Cavicchi hanno preso nettamente le distanze, in un moto di buonsenso e lungimiranza, è stata martellante. Si è dato voce a preoccupazioni senza riscontro sull’inquinamento acustico che colpirebbe le case dei pratesi, qualcuno si è persino avventurato a profetizzare rischi per l’incolumità dei maggiori monumenti cittadini. Uno scenario semi-apocalittico ma del tutto infondato. Che però ha prodotto frutti avvelenati aizzando l’opinione pubblica in una spirale politica che ha finito per avvolgere anche il sindaco.
Biffoni, va detto, su Peretola ha sbagliato. Ha aspettato troppo a tirarsi fuori d’impiccio (o d’impaccio), sottraendo la città che governa a questa sciagurata guerra dell’aeroporto. Firenze e Prato non possono che avere un interesse comune allo sviluppo di un’area che, con Pistoia, è trainante per l’intera economia regionale. Il sindaco avrebbe dovuto pretendere un chiarimento completo e definitivo sui rischi ambientali legati alla nuova pista, per poi trovare il coraggio di opporsi al fronte del no pregiudiziale, anche se passava e passa ancora dentro il suo stesso partito. Subito dopo la sua elezione sembrava che volesse rompere gli indugi; soprattutto quando in un’altra intervista al “Corriere Fiorentino” dichiarò che vedeva bene Prato in un triangolo con Palazzo Vecchio e Palazzo Chigi. Invece poi ha preferito prender tempo, concedendo altro vantaggio a chi adesso lo accuserà di aver cambiato le carte in tavola. Con la rinuncia al ricorso , il sindaco ha semplicemente preso atto che la battaglia contro il potenziamento di Peretola ora può essere solo dannosa per Prato, emarginandola in un contesto di sviluppo veloce. Lo stesso realismo con il quale sul nostro giornale oggi Biffoni ha riconosciuto che sì, tra i pratesi c’è ancora parecchia diffidenza verso gli ingombranti vicini fiorentini. E forse neppure lui ne è immune. Un tic. Il solito tic del municipalismo che penalizza la Toscana (intera). Tra Firenze e Prato c’è un pugno di chilometri. A volte però sembra che in mezzo ci sia un mare. Meglio: un muro. E’ arrivata l’ora di abbatterlo. Anzi, di rottamarlo. Nell’interesse di tutti.