Se Firenze si allunga ruba passeggeri a Pisa
In esclusiva lo studio Kmpg: basta una pista di 2mila metri a Peretola perché il Galilei perda un milione di viaggiatori. E Adf propone 2.400 metri...
PISA. Per costruire il quarto polo aeroportuale nazionale, la holding con Firenze poteva essere una scelta giusta. Malgrado lo studio indipendente dell’advisor Kpmg rivelasse che con la pista a 2000 metri, finanziata con 100 milioni pubblici, Firenze avrebbe portato via 1 milione di passeggeri a Pisa. In tempi lunghi, però; comunque un trend di crescita. E soprattutto con la tutela di una gestione a prevalente capitale pubblico, la holding appunto.
Oggi che la maggioranza dei due aeroporti e quindi della holding rischia di finire in mano a un gruppo privato - Corporaciòn America - con il contributo determinante della Regione Toscana, Pisa non ci sta più. Lo studio di Kpmg, commissionato da tutti gli enti interessati alla creazione del polo aeroportuale toscano, ma fino ad oggi rimasto segreto - e che Il Tirreno presenta in anteprima - spiega le ragioni della protesta pisana.
I SEGRETI SVELATI.
In primo luogo l’analisi rivela che il progetto per realizzare la nuova pista di Firenze sta in piedi solo se si spendono 100-120 milioni di fondi pubblici e se “Peretola” «cannibalizza» entro il 2024 un milione di passeggeri dal “Galilei”. Non solo. Lo studio dimostra che l'aeroporto di Pisa sul mercato azionario vale di più di quello fiorentino: il concambio corretto sarebbe di 1,3. Una cifra che male si concilia con l'Opa (offerta pubblica di acquisto) lanciata da Corporacion America per Pisa a un prezzo bassissimo. A marzo, infatti, il tycoon armeno argentino Eduardo Eunerkian, socio di minoranza di Sat (la società dell'aeroporto Galilei) propone di acquistare il 72% delle azioni che gli mancano per avere in mano lo scalo. E propone un prezzo di 30 centesimi ad azione più basso di quello offerto - lo stesso giorno - per le azioni dell'aeroporto di Firenze. Un prezzo così basso che vari analisti definiscono «incongruo». Eppure la Regione accetta e decide di cedere il proprio 17% del Galilei, contro il parere degli altri enti pubblici (riuniti in un patto parasociale) che detengono la maggioranza. Pisa prova a contrastare l’operazione che, o in giunta o in consiglio, si dovrebbe definire entro mercoledì. Con una scelta che la costa giudica utile solo a favorire Firenze. Infatti, il nuovo piano di Adf, la società dell’aeroporto fiorentino, prevede una pista da 2400 metri. Si tratta di un’opera che il governo sostiene e che non è più invisa alla Regione, dopo le barricate dell’estate e dell’autunno scorso. Nel Pit - il piano di indirizzo territoriale - la Regione, infatti si è battuta per avere a Firenze una pista di soldi 2000 metri. Ora la sua posizione si è ammorbidita, ma con una pista da 2.400 metri Firenze sarà «concorrenziale con Pisa» anche sui vettori low cost. Grazie a interventi realizzati con 120 milioni di finanziamento pubblico. Insomma a Firenze lo Stato investe e il privato incassa.
PISTA PRIVATA, SOLDI PUBBLICI
Qui sta appunto il nodo. Gli investimenti pubblici. Le cifre variano a seconda che si consideri lo studio Kpgm o il master plan di Adf, ma il concetto è identico. Secondo Kpgm, fra il 2014 e il 2018 sono necessari circa 200 milioni di investimenti per «la realizzazione della nuova pista (da 2000 metri) e l'adeguamento dei relativi sottosistemi». Circa il 50% «sono finanziati da contributi pubblici»: 104 milioni.
Nel masterplan di Adf, che considera la possibilità la pista a 2400 metri come «la lunghezza ideale», si fa riferimento a un investimento complessivo fra i 245 e i 258 milioni di euro. E si ribadisce che «l'esborso di capitale dei privati investitori è al netto di una quota di contributi pubblici non inferiore a complessivi 120 milioni di euro». Come siano finanziati questi 120 milioni (o 104 restando allo studio Kpgm) non è indicato. Ma è evidente che tutti immaginano un finanziamento statale straordinario, con una legge speciale per «grandi opere» o «grandi eventi». E l'occasione è già evidente: il G8 che Renzi vuole organizzare nel 2017 a Firenze. In fondo, si dice da Firenze, se sono stati trovati 115 milioni per il porto di Piombino, se ne potranno trovare 100 anche per l'aeroporto di Firenze. Anche se le situazioni sono diverse: da una parte il comparto dell’acciaio che scompare, dall’altro un business con soldi pubblici che produce profitti privati.
DOVEVANO PAGARE I PRIVATI
Insomma, la strada per far arrivare i fondi pubblici sembra già individuata lungo l'asse fiorentino tra il capoluogo e palazzo Chigi, con una fermata all'Enac, che da ottobre insiste sulla necessità di garantire a Firenze la pista di 2.400 metri.
In base al Pit, (che stabilisce lo sviluppo urbanistico della regione), però, tutti gli interventi legati alla realizzazione della nuova pista devono essere a carico dei privati. Il finanziamento pubblico, si dovrà indicare in sede di approvazione definitiva del piano. Al momento la variante al Pit - modificato proprio per fare spazio alla nuova pista - è solo adottata. Se il consiglio regionale non ci rimetterà mano, la pista resterà a 2000 metri e dovranno pagarla i privati. Ma la legislazione speciale potrebbe far saltare questi vincoli e annullare il potere di programmazione urbanistica della Regione. Oltretutto con la Regione fuori da Sat e la maggioranza del Galilei in mano ai privati, l’operazione sarebbe ancora più in discesa. Per provare almeno a mettere una zeppa e inserirsi nel procedimento di approvazione del Pit il sindaco di Pisa, Marco Filippeschi, ha già convocato una conferenza dei servizi il 5 giugno.
AIUTI DI STATO E VIOLAZIONE DELLA CONCORRENZA
Di sicuro far piovere 100 milioni di fondi pubblici sull'aeroporto di Firenze potrebbe provocare l'intervento dell'Unione Europea. E se per caso, la vicenda sfuggisse a Bruxelles, da Pisa non perderebbero l'opportunità di farglielo sapere. La Regione è avvisata. Il 28 aprile i tecnici che rappresentano la costa e la Sat nel gruppo di lavoro per la costituzione della holding aeroportuale hanno inviato una lettera al capo di gabinetto di Rossi e al direttore generale della Regione per annunciare che alla prossima riunione del comitato porteranno la memoria dello studio legale Gianni Origoni and Partners sull'argomento. E ricorderanno che l’Unione Europea il 4 aprile ha approvato gli “Orientamenti sugli aiuti di Stato agli aeroporti e alle compagnie aeree”. Non esaminare gli effetti che un simile finanziamento potrebbe avere - fanno presente da Pisa - significherebbe rischiare un'infrazione da parte dell'Unione. Con relativi danni economici.
AZIONI AL RIBASSO
Alcuni danni potrebbero essete contestati per l’Opa e i prezzi delle azioni. Lo studio di Kpmg conferma che si è giocato al ribasso sui numeri. Pisa al concambio vale 1,3 volte Firenze, anche se si scopre solo a maggio. E nonostante l'opposizione dei soci privati di Adf: «Questi dati non si rivelano, possono turbare l'Opa». Ma non è il contrario? I mercati non hanno bisogno di trasparenza? Infatti, che qualche cosa non tornava sui valori lo aveva già rilevato Moores Rowland Bompiani che, per conto del Comune di Pisa, aveva messo a confronto i dati di Adf e Sat. Il parere era stato chiaro: pare che «l'offerente (Corporaciòn America) nel lanciare le due Opa abbia sopravvalutato Firenze rispetto a Pisa». E per chiarire meglio in concetto, l'advisor aggiunge: usando gli stessi parametri di valutazione per Firenze, le azioni di Pisa dovevano essere valutare 18,49 euro l'una. E non 13,15 euro. Perciò anche il rilancio di giovedì a 14,22 - per superare il prezzo fissato per Firenze - non annulla il gap evidenziato dai vari analisti (compreso Luca Bacoccoli di Imi San Paolo ). Tutti, infatti, hanno invitato a non vendere a un prezzo «incongruo». I soci pubblici di Sat hanno accolto la raccomandazione. Il cda ha votato contro la vendita. E ha invitato la Regione a fare altrettanto. La Regione, però, è intenzionata ad andare avanti. Anche rompendo il patto di maggioranza. Anche andando incontro a una guerra legale e a una probabile penale milionaria.
A FIRENZE NON COMPRO
Corporaciòn America sembra invece aver fermato la corsa all'acquisto delle azioni di Firenze. Eurnekian , che pure ha lanciato l'Opa obbligatoria per Adf, sembra pronto a fermarsi dopo aver siglato un patto con la Sogim di Panerai che di fatto gli dà già la maggioranza. E farà un accordo di co-governance con gli altri soci: in particolare i contatti sono con la Camera di commercio di Prato.
Si tratta dell’accordo respinto con gli enti locali di Pisa: per il “Galilei” Eurnekian proverà a ottenere il 50,1% grazie alle quote della Regione e quelle "flottanti" sul mercato anche se ora, con il rilancio di giovedì, gli costeranno di più di quelle fiorentine.
http://iltirreno.gelocal.it/regione...e-si-allunga-ruba-passeggeri-a-pisa-1.9288897