Odissea Pista Aeroporto di Firenze


Stato
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per il decollo giustamente la TORA - Take Off Runway Avaible e la TODA - Take Off Distance Avaible e se vuoi pure la ASDA - Accelerate Stop Distance Avaible, che considera un break al decollo alla V1 e la relativa frenata.

ciauz sky3boy
 
Al massimo, la RESA è utilizzabile come clearway. In tal caso è utilizzabile ai fini del calcolo della TODA Take Off Distance Available (ostacoli in decollo, semplificando brutalmente); non della TORA Take Off Run Available (la distanza che si può percorrere con le ruote a terra in fase di decollo) né della ASDA Accelerate Stop Distance Available che considera invece una eventuale stopway oltre la soglia pista per fermarsi in caso di decollo abortito. La stopway ha caratteristiche di resistenza tali da "reggere" il peso di un aereo. Nella RESA non ci sono ostacoli, al più il sentiero luminoso di avvicinamento. Ed in atterraggio la RESA non conta per il calcolo della LDA Landing Distance Available (la distanza che si può percorrere con le ruote a terra in fase di atterraggio dalla soglia pista fino alla riga di fine pista). Anzi, per creare la RESA si può essere costretti ad accorciare la LDA lasciando la rimanente porzione di pista come taxiway o stopway. Mettere le ruote sulla RESA = fuoripista!
 
Al massimo, la RESA è utilizzabile come clearway. In tal caso è utilizzabile ai fini del calcolo della TODA Take Off Distance Available (ostacoli in decollo, semplificando brutalmente); non della TORA Take Off Run Available (la distanza che si può percorrere con le ruote a terra in fase di decollo) né della ASDA Accelerate Stop Distance Available che considera invece una eventuale stopway oltre la soglia pista per fermarsi in caso di decollo abortito. La stopway ha caratteristiche di resistenza tali da "reggere" il peso di un aereo. Nella RESA non ci sono ostacoli, al più il sentiero luminoso di avvicinamento. Ed in atterraggio la RESA non conta per il calcolo della LDA Landing Distance Available (la distanza che si può percorrere con le ruote a terra in fase di atterraggio dalla soglia pista fino alla riga di fine pista). Anzi, per creare la RESA si può essere costretti ad accorciare la LDA lasciando la rimanente porzione di pista come taxiway o stopway. Mettere le ruote sulla RESA = fuoripista!

Quotone ;) Aggiungo che la stopway può reggere un aereo in movimento ma non in atterraggio. In poche parole, le ruote lì non ci vanno messe in atterraggio.
 
Leggendo la rivista "Amici di Pisa" il 16 Maggio ci sara' una manifestazione a favore del Galilei e contraria alla nuova pista di Firenze, ma questa non è una novita'. Una novita' invece è che protesteranno anche per il futuro nome dell'aeroporto Galilei (ma questa notizia da dove viene?) che si potrebbe chiamare: Aeroporto Galileo Galilei, San Giusto-Firenze. Assurdo!!!
 
Leggendo la rivista "Amici di Pisa" il 16 Maggio ci sara' una manifestazione a favore del Galilei e contraria alla nuova pista di Firenze, ma questa non è una novita'. Una novita' invece è che protesteranno anche per il futuro nome dell'aeroporto Galilei (ma questa notizia da dove viene?) che si potrebbe chiamare: Aeroporto Galileo Galilei, San Giusto-Firenze. Assurdo!!!

AHAHAHAHAHAHA !!! San Giusto Firenze è da delirante. Potremmo chiamare il nuovo aeroporto fiorentino "Amerigo Vespucci" Firenze - Porta a Mare.
 
Ha avuto un buon livello mediatico, striscione durante la partita del pisa e pure fontanelli che compra azioni.
 
La Toscana torna all’Inferno. Quello di Dante, al canto trentatreesimo. In ottocento anni le faccende fra il conte Ugolino e l’arcivescovo pisano che lo condannò a morte non si sono mai sistemate. Dobbiamo farcene una ragione anche all’alba del Duemila. Invece di darsi la mano, Firenze e Pisa ora litigano sul cielo ma non si sono trasferite in Paradiso. La battaglia è sulla terra, anzi, per la terra, quella che deve essere concessa all’aeroporto di Peretola per allungare la nuova pista: duemila metri? No, duemilaquattrocento, forse tremila. Direte: dov’è la notizia, sono quarant’anni che questi litigano sull’aeroporto e ognuno va per la sua strada. In realtà una novità c’è. O c’era. E cioè che dopo tanto tempo, si profilava un accordo, un accordicchio, diciamo un punto d’incontro di cui si era fatto garante il governatore Rossi. Sotto la spinta di Renzi sindaco, erano state compiute con fatica alcune scelte che, all’apparenza, consentivano a Pisa di svilupparsi e aumentare passeggeri, potenziavano Peretola, blandivano le preoccupazioni ambientali dei comuni fra Prato e Firenze, perché è sulle loro teste che dovrebbero passare gli aerei.
L’AEROPORTO non è una infrastruttura marginale, non è solo un dispetto politico, vi girano intorno un business e un indotto di proporzioni considerevoli: posti di lavoro lineari e occupazione legata al territorio, pensate a grandi aziende che potrebbero aumentare il loro fatturato se clienti e manager viaggiassero con maggiore facilità da e per il resto del mondo. Per noi cittadini normali, un sistema aeroportuale migliore vicino a casa significherebbe comodità e vacanze più facili. E una spesa più bassa, con i voli low cost a portata di mano senza bisogno di salire al Nord (Verona, Orio al Serio, Bologna), spostamenti rapidi e quindi anche un incentivo a partire per qualche località più lontana.
Ebbene, l’accordo non c’è più. Al suo posto c’è una guerra d’altri tempi che a una settimana dal voto imbarazza le istituzioni e, soprattutto, il Pd. Cioè gli eredi di quella sinistra dominante in Toscana, che in quarant’anni non ha saputo riconoscere in via definitiva una scelta strategica e ha prodotto sfilacciature che ancora non riesce ad annodare. A Pisa il sindaco Filippeschi ha portato mille persone sul pratino del «Galilei» contro l’ingorda Firenze «che fa l’asso pigliatutto». A Palazzo Vecchio l’ufficio del sindaco è vuoto, il «reggente» Nardella replica ma la voce grossa potrà farla il nuovo inquilino, chiunque sia. La sfida è lanciata e non sarà indolore. Servirebbe un confronto chiaro, semmai. E tutti guardano alla Regione, che il 27 maggio dovrà autorizzare la vendita di azioni Sat (Pisa) e Adf (Firenze) alla Compagnia argentina interessata all’acquisto, che poi avrà la maggioranza nei consigli di amministrazione e potrà quindi decidere come le pare, immagino secondo una logica imprenditoriale e non politica. Ieri il governatore Rossi ha invocato l’interesse comune, cioè quello della Toscana piuttosto che di Pisa e Firenze. Come dargli torto? Però ricordiamoci che l’integrazione fra i due scali è una consumata formula programmatica che finora ha prodotto propositi inconcludenti. Allora, se guerra deve essere, che sia per battere la concorrenza, non per un dominio territoriale. Gli argentini avranno certo più lungimiranza dei litigiosi politici di casa nostra. E’ questa la novità vera.

lanazione
 
Da Pisa, viene contestata la valutazione dell'importo delle azioni, dicono che quelle dell'ADF, sono sopravalutate, mentre quelle della SAT hanno un valore di 15,78 invece di 13,15 euro.
Intanto un certo Federico Eligi del PSI, vuole fare la "marcia su Firenze".
 
un sistema aeroportuale migliore vicino a casa significherebbe comodità e vacanze più facili poi iniziano a lamentarsi che non vogliono l'aeroporto vicino perchè inquina e disturba :compiaciuto: :compiaciuto:
 
Se Firenze si allunga ruba passeggeri a Pisa

In esclusiva lo studio Kmpg: basta una pista di 2mila metri a Peretola perché il Galilei perda un milione di viaggiatori. E Adf propone 2.400 metri...


PISA. Per costruire il quarto polo aeroportuale nazionale, la holding con Firenze poteva essere una scelta giusta. Malgrado lo studio indipendente dell’advisor Kpmg rivelasse che con la pista a 2000 metri, finanziata con 100 milioni pubblici, Firenze avrebbe portato via 1 milione di passeggeri a Pisa. In tempi lunghi, però; comunque un trend di crescita. E soprattutto con la tutela di una gestione a prevalente capitale pubblico, la holding appunto.

Oggi che la maggioranza dei due aeroporti e quindi della holding rischia di finire in mano a un gruppo privato - Corporaciòn America - con il contributo determinante della Regione Toscana, Pisa non ci sta più. Lo studio di Kpmg, commissionato da tutti gli enti interessati alla creazione del polo aeroportuale toscano, ma fino ad oggi rimasto segreto - e che Il Tirreno presenta in anteprima - spiega le ragioni della protesta pisana.

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I SEGRETI SVELATI.

In primo luogo l’analisi rivela che il progetto per realizzare la nuova pista di Firenze sta in piedi solo se si spendono 100-120 milioni di fondi pubblici e se “Peretola” «cannibalizza» entro il 2024 un milione di passeggeri dal “Galilei”. Non solo. Lo studio dimostra che l'aeroporto di Pisa sul mercato azionario vale di più di quello fiorentino: il concambio corretto sarebbe di 1,3. Una cifra che male si concilia con l'Opa (offerta pubblica di acquisto) lanciata da Corporacion America per Pisa a un prezzo bassissimo. A marzo, infatti, il tycoon armeno argentino Eduardo Eunerkian, socio di minoranza di Sat (la società dell'aeroporto Galilei) propone di acquistare il 72% delle azioni che gli mancano per avere in mano lo scalo. E propone un prezzo di 30 centesimi ad azione più basso di quello offerto - lo stesso giorno - per le azioni dell'aeroporto di Firenze. Un prezzo così basso che vari analisti definiscono «incongruo». Eppure la Regione accetta e decide di cedere il proprio 17% del Galilei, contro il parere degli altri enti pubblici (riuniti in un patto parasociale) che detengono la maggioranza. Pisa prova a contrastare l’operazione che, o in giunta o in consiglio, si dovrebbe definire entro mercoledì. Con una scelta che la costa giudica utile solo a favorire Firenze. Infatti, il nuovo piano di Adf, la società dell’aeroporto fiorentino, prevede una pista da 2400 metri. Si tratta di un’opera che il governo sostiene e che non è più invisa alla Regione, dopo le barricate dell’estate e dell’autunno scorso. Nel Pit - il piano di indirizzo territoriale - la Regione, infatti si è battuta per avere a Firenze una pista di soldi 2000 metri. Ora la sua posizione si è ammorbidita, ma con una pista da 2.400 metri Firenze sarà «concorrenziale con Pisa» anche sui vettori low cost. Grazie a interventi realizzati con 120 milioni di finanziamento pubblico. Insomma a Firenze lo Stato investe e il privato incassa.

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PISTA PRIVATA, SOLDI PUBBLICI


Qui sta appunto il nodo. Gli investimenti pubblici. Le cifre variano a seconda che si consideri lo studio Kpgm o il master plan di Adf, ma il concetto è identico. Secondo Kpgm, fra il 2014 e il 2018 sono necessari circa 200 milioni di investimenti per «la realizzazione della nuova pista (da 2000 metri) e l'adeguamento dei relativi sottosistemi». Circa il 50% «sono finanziati da contributi pubblici»: 104 milioni.

Nel masterplan di Adf, che considera la possibilità la pista a 2400 metri come «la lunghezza ideale», si fa riferimento a un investimento complessivo fra i 245 e i 258 milioni di euro. E si ribadisce che «l'esborso di capitale dei privati investitori è al netto di una quota di contributi pubblici non inferiore a complessivi 120 milioni di euro». Come siano finanziati questi 120 milioni (o 104 restando allo studio Kpgm) non è indicato. Ma è evidente che tutti immaginano un finanziamento statale straordinario, con una legge speciale per «grandi opere» o «grandi eventi». E l'occasione è già evidente: il G8 che Renzi vuole organizzare nel 2017 a Firenze. In fondo, si dice da Firenze, se sono stati trovati 115 milioni per il porto di Piombino, se ne potranno trovare 100 anche per l'aeroporto di Firenze. Anche se le situazioni sono diverse: da una parte il comparto dell’acciaio che scompare, dall’altro un business con soldi pubblici che produce profitti privati.

DOVEVANO PAGARE I PRIVATI


Insomma, la strada per far arrivare i fondi pubblici sembra già individuata lungo l'asse fiorentino tra il capoluogo e palazzo Chigi, con una fermata all'Enac, che da ottobre insiste sulla necessità di garantire a Firenze la pista di 2.400 metri.

In base al Pit, (che stabilisce lo sviluppo urbanistico della regione), però, tutti gli interventi legati alla realizzazione della nuova pista devono essere a carico dei privati. Il finanziamento pubblico, si dovrà indicare in sede di approvazione definitiva del piano. Al momento la variante al Pit - modificato proprio per fare spazio alla nuova pista - è solo adottata. Se il consiglio regionale non ci rimetterà mano, la pista resterà a 2000 metri e dovranno pagarla i privati. Ma la legislazione speciale potrebbe far saltare questi vincoli e annullare il potere di programmazione urbanistica della Regione. Oltretutto con la Regione fuori da Sat e la maggioranza del Galilei in mano ai privati, l’operazione sarebbe ancora più in discesa. Per provare almeno a mettere una zeppa e inserirsi nel procedimento di approvazione del Pit il sindaco di Pisa, Marco Filippeschi, ha già convocato una conferenza dei servizi il 5 giugno.

AIUTI DI STATO E VIOLAZIONE DELLA CONCORRENZA


Di sicuro far piovere 100 milioni di fondi pubblici sull'aeroporto di Firenze potrebbe provocare l'intervento dell'Unione Europea. E se per caso, la vicenda sfuggisse a Bruxelles, da Pisa non perderebbero l'opportunità di farglielo sapere. La Regione è avvisata. Il 28 aprile i tecnici che rappresentano la costa e la Sat nel gruppo di lavoro per la costituzione della holding aeroportuale hanno inviato una lettera al capo di gabinetto di Rossi e al direttore generale della Regione per annunciare che alla prossima riunione del comitato porteranno la memoria dello studio legale Gianni Origoni and Partners sull'argomento. E ricorderanno che l’Unione Europea il 4 aprile ha approvato gli “Orientamenti sugli aiuti di Stato agli aeroporti e alle compagnie aeree”. Non esaminare gli effetti che un simile finanziamento potrebbe avere - fanno presente da Pisa - significherebbe rischiare un'infrazione da parte dell'Unione. Con relativi danni economici.

AZIONI AL RIBASSO


Alcuni danni potrebbero essete contestati per l’Opa e i prezzi delle azioni. Lo studio di Kpmg conferma che si è giocato al ribasso sui numeri. Pisa al concambio vale 1,3 volte Firenze, anche se si scopre solo a maggio. E nonostante l'opposizione dei soci privati di Adf: «Questi dati non si rivelano, possono turbare l'Opa». Ma non è il contrario? I mercati non hanno bisogno di trasparenza? Infatti, che qualche cosa non tornava sui valori lo aveva già rilevato Moores Rowland Bompiani che, per conto del Comune di Pisa, aveva messo a confronto i dati di Adf e Sat. Il parere era stato chiaro: pare che «l'offerente (Corporaciòn America) nel lanciare le due Opa abbia sopravvalutato Firenze rispetto a Pisa». E per chiarire meglio in concetto, l'advisor aggiunge: usando gli stessi parametri di valutazione per Firenze, le azioni di Pisa dovevano essere valutare 18,49 euro l'una. E non 13,15 euro. Perciò anche il rilancio di giovedì a 14,22 - per superare il prezzo fissato per Firenze - non annulla il gap evidenziato dai vari analisti (compreso Luca Bacoccoli di Imi San Paolo ). Tutti, infatti, hanno invitato a non vendere a un prezzo «incongruo». I soci pubblici di Sat hanno accolto la raccomandazione. Il cda ha votato contro la vendita. E ha invitato la Regione a fare altrettanto. La Regione, però, è intenzionata ad andare avanti. Anche rompendo il patto di maggioranza. Anche andando incontro a una guerra legale e a una probabile penale milionaria.

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A FIRENZE NON COMPRO

Corporaciòn America sembra invece aver fermato la corsa all'acquisto delle azioni di Firenze. Eurnekian , che pure ha lanciato l'Opa obbligatoria per Adf, sembra pronto a fermarsi dopo aver siglato un patto con la Sogim di Panerai che di fatto gli dà già la maggioranza. E farà un accordo di co-governance con gli altri soci: in particolare i contatti sono con la Camera di commercio di Prato.

Si tratta dell’accordo respinto con gli enti locali di Pisa: per il “Galilei” Eurnekian proverà a ottenere il 50,1% grazie alle quote della Regione e quelle "flottanti" sul mercato anche se ora, con il rilancio di giovedì, gli costeranno di più di quelle fiorentine.

http://iltirreno.gelocal.it/regione...e-si-allunga-ruba-passeggeri-a-pisa-1.9288897
 
eppure io la farei di 3000m....giusto per "rubare" qualche milioncino di pax anche da Bologna :compiaciuto:
 
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