Nuovo piano Alitalia: aeroporti e Regioni in preda al delirio


E come dice il mio barbiere, "prima o poi tutti i nodi vengono al pettine".
Ha voglia Vendola a strillare, i collegamenti aerei devono essere remunerativi, caso contrario se vuol vedere gli aerei che partono magari semivuoti (vedi Foggia con Myair) allora deve tirare fuori i "dindini".
Io vedere dollara ...tu vedere cammello...
Sono e leggi dell'economia, e Colaninno & c. sono specialisti nell'applicarle.
 
Sparatemi se dico una cazzata, ma in puglia alitalia non ha mai avuto una base...ed è il motivo per cui non compare bari nel piano fenice.
Da Bari sempre e solo voli verso fco, lin e mxp, da Brindisi idem...
Ora mi domando perchè si stracciano le vesti e colpevolizzano il "governo", dispiace sentire uno come il presidente degli industriali pugliesi che spara senza ragionare in un ottica di mercato. Ma dove erano quando club air e alpi eagles e ora myair facevano quello che volevano ? Semmai dovrebbero sparare su totò e peppino... che hanno attuato una politica commerciale assurda.
Di Paola poi, da acuto stratega ha annunciato che se ne va da Assaeroporti per il fatto che il governo non ha considerato il sistema aeroportuale pugliese nel piano fenice... in realtà le cose stanno in maniera diversa ma nessuno lo dice...
 
Sparatemi se dico una cazzata, ma in puglia alitalia non ha mai avuto una base...ed è il motivo per cui non compare bari nel piano fenice.
Da Bari sempre e solo voli verso fco, lin e mxp, da Brindisi idem...
Ora mi domando perchè si stracciano le vesti e colpevolizzano il "governo", dispiace sentire uno come il presidente degli industriali pugliesi che spara senza ragionare in un ottica di mercato. Ma dove erano quando club air e alpi eagles e ora myair facevano quello che volevano ? Semmai dovrebbero sparare su totò e peppino... che hanno attuato una politica commerciale assurda.
Di Paola poi, da acuto stratega ha annunciato che se ne va da Assaeroporti per il fatto che il governo non ha considerato il sistema aeroportuale pugliese nel piano fenice... in realtà le cose stanno in maniera diversa ma nessuno lo dice...


Quoto, quoto e riquoto!

Non ho da aggiungere una sola parola!
 
Destino aeroporti fascia adriatica

Se avete notato la disposizione delle nuove basi Cai sull'adriatico è rimasta la sola Venezia.
Bari, Brindisi,Pescara,Rimini e la morente Foggia sembrano segnate ad un brutto....
Fa particolare impressione la non scelta di Bari che per le ex Az ed Ap ha sempre rappresentato un ottimo fatturato. Torneremo a volare a 200 euro a tratta con Cai non essendovi più concorrenza o dobbiamo sperare nell'espansione di altre low serie tipo easy e Ryan anche su altre rotte???
Quali operativi ci possiamo immaginare dal Woityla a partire dal 1° Novembre in poi.......Sitauzione peggiore per gli altri aeroporti della fascia adriatica? Noi non abbiano neanche la linea A-V ferroviaria!!!!
 
L'AV non c'è nemmeno tra Treviglio e Venezia, dove servirebbe molto di più.

Comunque, il fatto che Bari non sarà una base, non significa che non sarà servita da AZ-AP.
 
Io credo che bari sicuramente sarà servita bene su MXP/LIN/FCO e sicuramente anche da VCE (Attualmente sulla tratta opera AP e 8I). Credo anche che PSR, Brindisi e forse rimini sarano collegate con MXP.
 
Resta il fatto che sia per ferrovia e collegamenti aerei tutta la fascia adriatica è fortemente penalizzata!!! Diciamo che se non fosse per BRI ed i suoi 2mln di pax il resto sarebbe quasi da deserto!!
 
Pensate davvero che da Bri volare con Cai potrebbe costare il doppio per esempio per FCO non essendoci altri antagonisti???

Che le tariffe si alzeranno è quasi inevitabile visto che voleranno in regime di monopolio. Sulla Bari-Roma-Bari prevedo che calerà anche il traffico cresciuto a 2 cifre percentuali da quando sono arrivate sulla rotta Blu-express e AirOne.
L'unica speranza è che arrivi qualche altro vettore a fare la concorrenza, seria, e costringa la CAI ad abbassare le tariffe. Su Milano, se voleranno su Linate, voleranno in regime di monopolio. Se i voli saranno spostati tutti su Malpensa allora se la dovranno vedere con un competitor molto agguerrito;)
 
il marconi si potrebbe consolare con l'arrivo di FR, non vedo così assurda la possibilità di un volo FR Bologna-Roma Ciampino.
 
il marconi si potrebbe consolare con l'arrivo di FR, non vedo così assurda la possibilità di un volo FR Bologna-Roma Ciampino.

per farci cosa? La BLQ-FCO è feeder al 99% da sempre la componente ptp è a dir poco nulla, il treno la fa da padrone sul ptp, e con l'avvento dell'AV lo sarà ancora ancora di più.
Fortunatamente come dice goafan da nessuna parte si è letto che CAI abbandonerà il Marconi. Comunque BLQ è da parecchio tempo ormai che non è più in orbita AZ... (un tempo magari con i voli AZ per CDG LGW FCO MXP PMO NAP e LIN magari poteva esserlo...) adesso è terreno di caccia di Lufthansa e AirFrance.
 
ma dai ... non c'e' passeggero che non preferirebbe avere ad una eventuale linea di cai una corrispondente di ryan !!!!!!!! ... o forse qualcuno c'e' !.... chi non paga in proprio o per niente e vuole stare largo (o bussines o aereo mezzo vuoto)!!!!!!!! alle regioni che si sentissero escluse bisogna ricordare che la stagione dei voli obbligati su malpensa e fiumicino e' definitivamente finita tanto piu' con la ridicola "cai"ed hub alternativi in europa c'e' ne sono tanti .
 
Il governatore replica al ministro dopo la presentazione del piano che non considera Bari tra gli scali base

Alitalia, ancora scintille tra Fitto e Vendola

La vicenda Alitalia riaccende lo scontro tra il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola e il suo predecessore, il ministro agli affari regionali, Raffaele Fitto. Dopo due giorni di silenzio sul piano Alitalia che esclude gli aeroporti pugliesi dalle sei basi scelte dalla nuova società, Fitto attacca: «L´aeroporto di Bari non è mai stato previsto nel Sistema hub italiano nè rientrava come hub nel piano rinveniente dal tentativo del governo Prodi di svendere Alitalia ad Air France. Chi oggi polemizza su una Puglia lasciata a terra o non sa quello che dice o sa perfettamente di dire delle vacuità». «Il Ministro Fitto - ribatte Vendola - di fronte al piano di Alitalia voluto dal governo nazionale, che penalizza drasticamente la aeroportualità pugliese, anzichè preoccuparsi delle gravi ricadute che le decisioni ipotizzate comporteranno per la comunità pugliese, si disperde ancora una volta in polemiche inutili ed inconsistenti». Fitto comunque promette di vigilare: «Tratteremo con tutti e in tutte le sedi» perchè la regione «possa porsi nelle migliori condizioni possibili nei nuovi assetti Alitalia». Ma al centrosinistra che lo accusa di fare poco o nulla, il ministro ricorda i traguardi raggiunti dal sistema aeroportuale pugliese grazie al centrodestra: «Il centrosinistra - ricorda Fitto - ha ereditato una Seap valorizzata da una concessione quarantennale che la Regione Puglia ottenne dal governo Berlusconi, nel marzo 2003. Ha ereditato Grottaglie che un accordo di programma quadro ha messo in condizione di competere con successo per la localizzazione di Alenia e ancora il nuovo aeroporto di Bari e l´ammodernamento di quello di Brindisi». Per Vendola, invece, il ministro «conferma la gravità delle decisioni ipotizzate» e «dimentica che, anche se il piano di Air France progettato dal precedente governo fosse stato simile a quello odierno, il governo regionale e tutta la comunità pugliese si sarebbero ugualmente battute per modificarlo a favore della aeroportualità pugliese, come è stato fatto negli altri settori, a partire da quello ferroviario. Pertanto - conclude il governatore - anziché alimentare inutili polemiche, il ministro farebbe bene a battersi per recuperare nelle sedi competenti ogni margine per scongiurare quello che potrebbe rappresentare un danno gravissimo per tutta la Puglia».

La Repubblica - Bari

CIAO
_goa
 
Il presidente di Assaeroporti, Di Paola: si vive anche senza Alitalia, ma il mercato va rispettato

La rivolta degli scali "abbandonati" "Ora basta con il protezionismo"

Si difenda pure la nuova società, ma non ci impediscano di sviluppare alternative efficaci per i nostri scali


PIERO RICCI

BARI - «Di Alitalia si può fare a meno, ma non mettano troppe norme protezionistiche per difendere la nuova società che ci impedirebbero di sviluppare alternative efficaci per i nostri aeroporti»: Domenico Di Paola manterrà ancora per pochi giorni la presidenza di Assaeroporti, l´associazione che riunisce sotto il logo di Confindustria, i gestori degli aeroporti. È amministratore unico di Aeroporti di Puglia, la società della Regione Puglia che gestisce i quattro aeroporti pugliesi, esclusi dal piano di salvataggio.
Preoccupato?
«No. Per esempio Alitalia non ha mai portato i pugliesi in giro per l´Italia, né per il mondo. Li ha solo portati a Roma e a Milano, sfruttando tratte anche molto profittevoli. A me è toccato pagare 700 euro per arrivare da Milano a Brindisi via Roma, nemmeno con un volo diretto. La vera cosa nuova non è che Alitalia ha cancellato una regione o il Sud, la vera cosa nuova è che si comincia a vedere un piano industriale perché conoscendolo si possono adeguare le azioni di chi ha asset da sfruttare».
Eppure la sua società è un creditore di Alitalia: quattro milioni di euro di tariffe non pagate.
«Non li avrei visti nemmeno in caso di fallimento. Il punto non è questo».
E qual è?
«Avere le condizioni giuste per sviluppare i miei asset. Abbiamo migliorato i nostri indici di mobilità non certo per le compagnie di bandiera ma per attrarre nuovi vettori».
Si può fare a meno di Alitalia, insomma.
«Certamente. Se ho degli asset, seguendo le regole europee, nessuno mi può impedire di svilupparli solo perché c´è da proteggere una compagnia che definiscono di bandiera. Se snobba i miei scali, mi si dia la possibilità di coltivarli comunque. L´importante è che non si mettano norme protezionistiche nei confronti della nuova compagnia che ci impediscono di sviluppare una nostra politica sulla mobilità».
Tipo?
«Se lo sapessi non lo direi. Hanno troppa fantasia a metterci i bastoni fra le ruote visto che riescono anche a non aggiornare le tariffe che le compagnie devono agli scali nemmeno agli indici Istat. Spero che ognuno possa giocare la sua partita visto che è nei momenti di crisi che si possono cogliere nuove opportunità. E in questa vicenda, nel dibattito di questi giorni, ci sono due grandi assenti: il passeggero e una politica sulla mobilità. Una sana politica di liberalizzazioni e quindi di mercato non condizionato da altri fattori, sicuramente va a favore del passeggero. Alitalia e Airone hanno svolto un ruolo importantissimo nel trasporto aereo. Anche dire di non aiutare questa nuova compagnia a decollare nel migliore dei modi potrebbe essere sbagliato. Vedremo».

La Repubblica

CIAO
_goa
 
La Moratti: "Spero in Alitalia-Lufthansa ma adesso lasciate volare Malpensa"

Non avere hub è una perdita secca, con i tedeschi la situazione sarebbe migliore Linate? Non sarà penalizzata
Un´illazione dire che la cordata punti al business Expo So solo che nel 2015 avremo tre milioni di viaggiatori...


ROBERTO RHO

MILANO - «Saluto con felicità il fatto che il governo Berlusconi ha salvato Alitalia».
Le passività scaricate sui conti pubblici, gli attivi agli imprenditori privati. Vogliamo proprio chiamarlo salvataggio, sindaco Moratti?
«Quella pensata dal governo Prodi era la svendita della politica dei trasporti del nostro Paese. Air France avrebbe regionalizzato la nostra compagnia di bandiera intervenendo in modo molto pesante. Io, come cittadina, sono felice che quella soluzione sia stata sventata e che questo governo abbia dimostrato la capacità di salvare Alitalia».
Sospendendo le regole e scaricando i costi economici e sociali sulla collettività è tutto più facile, non trova?
«Lei ricorda quando Tommaso Padoa-Schioppa diceva: "Se ci sono investitori che vogliono investire su Alitalia si facciano avanti"? Ecco, il governo Berlusconi li ha trovati. Forse bastava cercarli. E poi, scusi, quale sospensione delle regole? È stato avviato un commissariamento con regole già utilizzate in altre occasioni. Poi, certo, ci sono meccanismi che andranno affinati nelle prossime settimane...»
Gli imprenditori ci sono, e hanno quasi tutti corposi interessi in gioco. Molti dei quali girano intorno all´Expo.
«No guardi, non esiste».
Spieghi meglio.
«Mi è difficile spiegare qualcosa che non esiste. E mi è difficile definirla: semplice ipotesi, montatura, illazione, scenario... Ma non c´è stato nessun contatto, nessun colloquio, nessun incrocio».
Non sono cose che si mettono per iscritto.
«Le ripeto, non esiste».
Insomma, tutto bene, tutto perfetto.
«No, aver salvato Alitalia non basta. Il piano Fenice prevede quello che è possibile fare con le disponibilità finanziarie date. E cioè che Alitalia operi come compagnia "point to point". Ciò significa che non sarà più "hub carrier" e questa è una perdita secca per il Paese».
Perché?
«Perché l´hub serve un maggior numero di destinazioni a costi inferiori. È indispensabile per la competitività delle imprese e per le tasche dei cittadini che l´Italia continui ad avere un hub».
Mi scusi, quelle sono le condizioni, non modificabili, fissate dalla cordata di imprenditori che su quelle basi hanno accettato di investire. Dunque, Malpensa non sarà l´hub di Alitalia.
«Infatti, io sto parlando di Malpensa senza Alitalia. Bisogna lasciare che la Sea porti fino in fondo il suo piano di sviluppo per Malpensa».
In che modo?
«Il governo deve liberalizzare i diritti di volo riaprendo le negoziazioni degli accordi bilaterali con i Paesi stranieri. Mi spiego meglio: Malpensa deve riempire i vuoti lasciati da Alitalia, e avrebbe la possibilità di farlo: ci sono molte richieste da parte di compagnie straniere, richieste che non possono essere servite perché siamo impediti dagli accordi bilaterali».
La scelta del partner industriale di Alitalia non sarà indifferente, sotto questo profilo.
«Se la scelta si indirizzerà su un partner che ha come modello quello dell´hub centralizzato sarà tutto più difficile. Meglio se il partner lavora con lo schema multi-hub».
Insomma: no Air France, sì Lufthansa.
«Alitalia è libera di scegliere il partner a lei più affine. Certo, se l´Italia non vuole rinunciare ad avere un hub... Anche perché ci sono solide ragioni sul fronte occupazionale: per ogni milione di passeggeri un hub è in grado di creare tra lavoro diretto e indotto 1.500 posti, un aeroporto point to point meno della metà. Nel ´98 a Malpensa i posti di lavoro erano 13mila. Nel 2007, con Alitalia ancora in forze, 90mila».
Il problema è che se Alitalia si allea con Lufthansa, si rischia di perdere Linate, che resterebbe solo il punto d´arrivo della navetta Milano-Roma.
«Questo non è vero. Sea sta lavorando con Lufthansa sull´idea di un´alleanza che non penalizzi Linate. Che poi ci possa essere una riconfigurazione di Linate all´interno di un progetto che preveda il rafforzamento di Malpensa, di questo si può parlare».
Appunto, Linate ai minimi termini per raffozare Malpensa.
«Le ripeto, non è così. E poi non c´è solo il traffico dei passeggeri, c´è anche il cargo. In Italia transitano 885mila tonnellate di merci, di cui 471mila a Malpensa e 153mila a Fiumicino. Il mercato italiano è al Nord».
Dunque, queste sono le sue richieste al governo: diritti di volo liberi e attenzione alla scelta del partner di Alitalia.
«Esatto. E non dimentichiamo che a Milano, nel 2015, ci sarà l´Expo, per il quale prevediamo di avere circa tre milioni di passeggeri in sei mesi. Malpensa ha già dimostrato in questi mesi una grande capacità di recupero

La Repubblica

CIAO
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