Colombo, il decollo è finito
l'aeroporto perde colpi
Il bilancio del 2012 vede una contrazione dei passeggeri. E il futuro non promette nulla di buono. Fino a marzo flessione stimata nel 15 per cento
di MASSIMO MINELLA
CI AVEVA preso gusto, il vecchio “Colombo”, a continuare la sua corsa verso l’alto. Favorito anche da una base di partenza oggettivamente modesta, quel milione di passeggeri a cui è stato ancorato per anni, l’aeroporto sembrava essersi lasciato alle spalle i tempi mediocri del passato. Ma forse non aveva fatto fino in fondo i conti la crisi, fattasi nuovamente cattiva dalla fine dell’estate fino a dicembre. Così, la crescita dei primi otto mesi dell’anno, che sembrava spingere il “Colombo” ben oltre il milione e mezzo di passeggeri, si è via via affievolita, fino a invertire la sua rotta. Numeri alla mano, il 2012 si è chiuso con una movimentazione complessiva di 1.385.000 passeggeri, vale a dire l’1,54% in meno rispetto al 2011 (1.406.000). Tutto sommato, un calo contenuto.
Ma è nell’analisi dei mesi e nelle sue cause che è opportuno riflettere. Fino a ottobre, con i voli turistici ancora in servizio, l’aeroporto ha retto, bilanciando la flessione dei voli domestici, in particolare di quello per Roma, nuovamente tornato nelle mani esclusive di Alitalia, dopo lo stop ai collegamenti Bluexpress. Finita la stagione estiva (che negli aeroporti coincide con ottobre) e rimasti sul campo principalmente i voli domestici, la flessione si è fatta più evidente, fino a un bimestre finale cupissimo, con una perdita del 20% dei passeggeri, sia a novembre che a dicembre. Non sorprende, quindi, che dentro al dato complessivo negativo ci sia una crescita sensibile
dei voli internazionali (6,1%). E’ qui che bisogna riflettere, chiamando azionisti ed enti a una riflessione profonda sul futuro dell’aeroporto. Riflessione non più procrastinabile. E questo, sia chiaro, non coincide obbligatoriamente con la privatizzazione, quanto con un’assunzione di responsabilità su una delle infrastrutture più preziose e meno valorizzate del territorio.
L’analisi dei numeri del 2012 svela quindi una situazione complessa. I voli low cost, legati al flusso turistico degli stranieri diretti in Italia, ha retto. Anzi, è cresciuto ancora. Continuano invece a perdere i voli domestici, per una crisi che spinge sempre meno a muoversi per un business fattosi più sottile. E ci sarà da soffrire almeno fino a marzo, con una flessione già stimata del 15%. Ora, comunque, si tenteranno nuovi collegamenti. Da aprile parte il volo per Mosca, mentre quello per Istanbul, che ha dato risultati positivi, verrà potenziato con un servizio giornaliero.
La compagnia low cost Volotea, inoltre, che nel 2012 ha debuttato con il volo per Palermo, nel 2013 aggiungerà anche Olbia, Catania e Reggio Calabria. E fra breve verrà annunciato il nome della compagnia che tornerà a confrontarsi con Alitalia sulla rotta per Roma. Ma questo, si sa, non può bastare per un piano di rilancio definitivo. Invertire la rotta, allora, è possibile? Sì, cominciando a lanciare Genova, nel circuito nazionale e internazionale, come città culturale da vivere (anche) da ottobre ad aprile. Fin dal 2010, l’assessore regionale Berlangieri aveva sottolineato la necessità che tutte le istituzioni si facessero carico del sostegno della promozione dell’aeroporto. Affinché i conti possano tornare, mancano al momento 500mila euro e questa cifra potrebbe anche finire per incidere sull’esercizio 2012, la cui gestione ordinaria si è conclusa in pareggio. Ma un bilancio, si sa, non è fatto solo di costi e di ricavi, ma anche di partite straordinarie, come appunto quelle della promozione.
C’è poi il capitolo della tassa di soggiorno, che i comuni (non tutti) raccolgono e girano alla Regione per la promozione del territorio. Anche su questo versante, quindi, potrebbe esserci spazio per l’aeroporto. Ancor più dei soldi, però, l’impressione è che attorno al “Colombo” sia necessario operare una scelta “definitiva”, avendo ben presente la sua strategicità nel rilancio dell’economia cittadina. Non c’è in Italia un’infrastruttura (qual è appunto un aeroporto) così baricentrica rispetto alla città come quella di Genova (sei km da Sestri al centro).
Ma questo non basta, perché le compagnie che atterrano al “Colombo” chiedono servizi adeguate, non solo taxi, ma anche bus in servizio a cadenze regolari e ravvicinate e treni metropolitani per il centro e le riviere. Treni (cosa nota, ma irrisolta) da raggiungere con grande semplicità e a costi contenuti con un tapis-roulant o con qualcosa di simile dall’uscita dello scalo alla ferrovia. In linea d’aria sono solo poche centinaia di metri che colmerebbero una gigantesca lacuna. Una fermata dedicata risolverebbe tutto quanto. Ma forse è pretendere troppo.
(09 gennaio 2013)
fonte: http://genova.repubblica.it/cronaca...ollo_finito_l_aeroporto_perde_colpi-50095495/
l'aeroporto perde colpi
Il bilancio del 2012 vede una contrazione dei passeggeri. E il futuro non promette nulla di buono. Fino a marzo flessione stimata nel 15 per cento
di MASSIMO MINELLA
CI AVEVA preso gusto, il vecchio “Colombo”, a continuare la sua corsa verso l’alto. Favorito anche da una base di partenza oggettivamente modesta, quel milione di passeggeri a cui è stato ancorato per anni, l’aeroporto sembrava essersi lasciato alle spalle i tempi mediocri del passato. Ma forse non aveva fatto fino in fondo i conti la crisi, fattasi nuovamente cattiva dalla fine dell’estate fino a dicembre. Così, la crescita dei primi otto mesi dell’anno, che sembrava spingere il “Colombo” ben oltre il milione e mezzo di passeggeri, si è via via affievolita, fino a invertire la sua rotta. Numeri alla mano, il 2012 si è chiuso con una movimentazione complessiva di 1.385.000 passeggeri, vale a dire l’1,54% in meno rispetto al 2011 (1.406.000). Tutto sommato, un calo contenuto.
Ma è nell’analisi dei mesi e nelle sue cause che è opportuno riflettere. Fino a ottobre, con i voli turistici ancora in servizio, l’aeroporto ha retto, bilanciando la flessione dei voli domestici, in particolare di quello per Roma, nuovamente tornato nelle mani esclusive di Alitalia, dopo lo stop ai collegamenti Bluexpress. Finita la stagione estiva (che negli aeroporti coincide con ottobre) e rimasti sul campo principalmente i voli domestici, la flessione si è fatta più evidente, fino a un bimestre finale cupissimo, con una perdita del 20% dei passeggeri, sia a novembre che a dicembre. Non sorprende, quindi, che dentro al dato complessivo negativo ci sia una crescita sensibile
dei voli internazionali (6,1%). E’ qui che bisogna riflettere, chiamando azionisti ed enti a una riflessione profonda sul futuro dell’aeroporto. Riflessione non più procrastinabile. E questo, sia chiaro, non coincide obbligatoriamente con la privatizzazione, quanto con un’assunzione di responsabilità su una delle infrastrutture più preziose e meno valorizzate del territorio.
L’analisi dei numeri del 2012 svela quindi una situazione complessa. I voli low cost, legati al flusso turistico degli stranieri diretti in Italia, ha retto. Anzi, è cresciuto ancora. Continuano invece a perdere i voli domestici, per una crisi che spinge sempre meno a muoversi per un business fattosi più sottile. E ci sarà da soffrire almeno fino a marzo, con una flessione già stimata del 15%. Ora, comunque, si tenteranno nuovi collegamenti. Da aprile parte il volo per Mosca, mentre quello per Istanbul, che ha dato risultati positivi, verrà potenziato con un servizio giornaliero.
La compagnia low cost Volotea, inoltre, che nel 2012 ha debuttato con il volo per Palermo, nel 2013 aggiungerà anche Olbia, Catania e Reggio Calabria. E fra breve verrà annunciato il nome della compagnia che tornerà a confrontarsi con Alitalia sulla rotta per Roma. Ma questo, si sa, non può bastare per un piano di rilancio definitivo. Invertire la rotta, allora, è possibile? Sì, cominciando a lanciare Genova, nel circuito nazionale e internazionale, come città culturale da vivere (anche) da ottobre ad aprile. Fin dal 2010, l’assessore regionale Berlangieri aveva sottolineato la necessità che tutte le istituzioni si facessero carico del sostegno della promozione dell’aeroporto. Affinché i conti possano tornare, mancano al momento 500mila euro e questa cifra potrebbe anche finire per incidere sull’esercizio 2012, la cui gestione ordinaria si è conclusa in pareggio. Ma un bilancio, si sa, non è fatto solo di costi e di ricavi, ma anche di partite straordinarie, come appunto quelle della promozione.
C’è poi il capitolo della tassa di soggiorno, che i comuni (non tutti) raccolgono e girano alla Regione per la promozione del territorio. Anche su questo versante, quindi, potrebbe esserci spazio per l’aeroporto. Ancor più dei soldi, però, l’impressione è che attorno al “Colombo” sia necessario operare una scelta “definitiva”, avendo ben presente la sua strategicità nel rilancio dell’economia cittadina. Non c’è in Italia un’infrastruttura (qual è appunto un aeroporto) così baricentrica rispetto alla città come quella di Genova (sei km da Sestri al centro).
Ma questo non basta, perché le compagnie che atterrano al “Colombo” chiedono servizi adeguate, non solo taxi, ma anche bus in servizio a cadenze regolari e ravvicinate e treni metropolitani per il centro e le riviere. Treni (cosa nota, ma irrisolta) da raggiungere con grande semplicità e a costi contenuti con un tapis-roulant o con qualcosa di simile dall’uscita dello scalo alla ferrovia. In linea d’aria sono solo poche centinaia di metri che colmerebbero una gigantesca lacuna. Una fermata dedicata risolverebbe tutto quanto. Ma forse è pretendere troppo.
(09 gennaio 2013)
fonte: http://genova.repubblica.it/cronaca...ollo_finito_l_aeroporto_perde_colpi-50095495/