Scrivere questo TR mi dà un’emozione particolare, perché il mio viaggio ad Istanbul è stato più un’esperienza di vita che un semplice svago.
Immergersi in questa città, nella sua polimorfica cultura e nelle sue tante contraddizioni è stato non solo emozionante, ma anche rivelatore di un mondo a me prima completamente sconosciuto.
La scelta di andare a Istanbul nasce dal mancato viaggio in Giappone, cancellato con grande rammarico a seguito di quanto successo a metà Marzo: dopo una breve analisi, questa città si presenta subito come la migliore alternativa perché sia io che la mogliera avevamo intenzione di andare in un Paese mai visto prima e possibilmente diverso dalla classica mèta occidentale (Europa/USA).
Per i voli scelgo il volo serale di AZ ed il rientro pomeridiano a Roma, per un totale di 4 notti in città e 3 giorni e mezzo a
disposizione per visitarla.
Il giorno della partenza, ci rechiamo in apt con buon anticipo e approfittiamo della presenza di un noto forumista per una rapida e piacevole cena inter nos (con la mogliera a fare da terzo incomodo tra maniaci dell'aviazione, ma oramai si è abituata)!
Controlli di sicurezza e del passaporto vanno via rapidi e in breve siamo al satellite del T3 per imbarcare (in orario) sul 320 Enhanced che ci porterà ad Istanbul.
Scendendo per prendere il cobus, troviamo a pochi metri I-DISE che si prepara per il viaggio. Vedere un 777 così da vicino, mi fa sempre impressione.
Addetti al lavoro
744 KE pronto per partire
Siamo a bordo, l’imbarco è abbastanza lungo e staccheremo con una decina di minuti di ritardo dallo schedulato.
LF parecchio alto, ad occhio non più di una quindicina di posti liberi.
Dopo il decollo, mi immergo nella lettura ispiratrice di questo libro, scritto da due autori francesi, libro che non ha la pretesa di essere una guida ma solo di trasmettere le sensazioni che i due autori hanno provato visitando le varie zone della città. Illuminante e molto accurato nelle descrizioni, in molte delle quali mi ritroverò completamente.
Il volo procede tranquillo ed arriviamo a Istanbul con un buon anticipo sullo schedulato. Nonostante l’ora (1 a.m.), ci sono parecchi arrivi e l’area controllo passaporti è piena di gente e siamo fuori in non meno di venti minuti.
In area arrivi, poi, c’è una vera e propria folla in attesa! Il tabellone degli arrivi segna prevalentemente voli provenienti dai Paesi affacciati sul Mar Nero, da sempre partner commerciali importanti per la Turchia.
Subito fuori dall’area degli arrivi, troviamo un tizio con il cartello indicante i nostri nomi: è il servizio taxi che abbiamo prenotato via internet alla confortante cifra fissa di 20 Euro a tratta.
Arriviamo in albergo che sono le 02:00 ora locale e siamo abbastanza cotti. Una fotina alla stanza del nostro piccolo hotel a gestione familiare situato a pochi metri dalla moschea Blu e via a nanna.
Il mattino dopo sperimentiamo la colazione turca, un po’ difficile da “gestire” appena svegli, visto che si basa su olive col
peperoncino, formaggi piuttosto salati, patate speziate e salumi locali…
Dalla terrazza dell’hotel prendiamo per la prima volta confidenza con il paesaggio circostante e qui ci rendiamo subito conto di uno degli aspetti più contrastanti della città: palazzi bellissimi accanto a palazzi fatiscenti, se non vere e proprie catapecchie! Tutta la città, centro incluso, è così: bellissimo e bruttissimo vanno a braccetto, creando stranamente un effetto di insieme pittoresco e raramente squallido.
Dietro di noi, troneggia l’imponente Moschea Blu, costruita dal sultano Ahmed I nel XVII secolo e dotata di ben 6 minareti (invece dei 4 tradizionali) per rivaleggiare con Hagia Sophia (che in origine era la chiesa di Santa Sofia), posta proprio di fronte.
La Turchia è un paese musulmano ma con una forte caratterizzazione laica e, per sua natura, crocevia delle 3 principali
religioni monoteiste, che qui hanno sempre convissuto senza troppi problemi.
Qui anche agli stranieri non musulmani è consentito entrare nelle moschee, con l’unica accortezza di togliersi le scarpe (nessuno dice niente, invece, se una donna entra a capo scoperto).
Per noi è la prima volta in una moschea e, trattandosi della famosa moschea Blu, restiamo a bocca aperta per la maestosità degli interni.
Uscendo dalla moschea ci troviamo in una delle piazze più suggestive del mondo, quella tra moschea Blu e Hagia Sophia, piazza non priva di elementi in completo abbandono, purtroppo.
Hagia Sophia, bellissima chiesa, poi diventata moschea ed infine diventata area museale sconsacrata
Questo edificio è stato per 1.000 anni l’edificio coperto più grande del mondo e, a differenza della moschea Blu, la costruzione dei suoi primi elementi risale ai tempi di Costantino (330 DC) , anche se l’edificio è stato poi completato un paio di secoli dopo la morte dell’Imperatore, nel 537 DC.
All’interno alcuni bellissimi mosaici bizantini sono miracolosamente sopravvissuti a terremoti e cambi di “padrone di casa”.
All’esterno di Hagia Sophia una fontana per le abluzioni rituali fa bella mostra di sé.
Folla di donne velate in attesa di entrare…. Guardandole, mi viene in mente Checco Zalone nel suo ultimo film: “Signora, per motivi di sicurezza, si tolga il velo! Ecco, per gli stessi motivi, se lo rimetta!”
Piccola parentesi su abbigliamento femminile ad Istanbul: essendo la capitale cosmopolita di un Paese laico, tendenzialmente ognuno fa come gli pare, chi va in giro vestita come a Roma o Milano, chi porta un semplice velo sui capelli (hijab), chi (poche per la verità e forse provenienti da altri Paesi), la veste integrale (niqab).
In ogni caso, nessuno ti guarda storto ed ognuno si fa gli affari suoi. Meglio così.
Pausa ristoratrice in un noto ristorante del centro, sotto lo sguardo vigile di Ataturk, autentica icona oggetto di culto pseudo religioso, presente un po’ dovunque.
Polpette di carne, andiamo sul sicuro!
Usciti da ristorante, andiamo a visitare una delle attrazioni storiche più suggestive della città e forse di buona parte del
mondo: le cisterne della basilica, costruite 1500 anni fa, poi dimenticate e riscoperte nel 1600. Esperienza quasi onirica, indimenticabile!
Una delle due misteriose teste di medusa poste a basamento di una colonna.
Questa affascinante palazzina è la sede della polizia turistica.
Un MD-600 Notar della Polizia ci passa sopra (è piuttosto raro vedere elicotteri NOTAR in giro)
Visitina al Gran Bazaar, che sarà anche una roba da turisti, ma resta terribilmente affascinante (ed affollato).
Pausa caffè (turco, ovviamente!)
-- Segue --
Immergersi in questa città, nella sua polimorfica cultura e nelle sue tante contraddizioni è stato non solo emozionante, ma anche rivelatore di un mondo a me prima completamente sconosciuto.
La scelta di andare a Istanbul nasce dal mancato viaggio in Giappone, cancellato con grande rammarico a seguito di quanto successo a metà Marzo: dopo una breve analisi, questa città si presenta subito come la migliore alternativa perché sia io che la mogliera avevamo intenzione di andare in un Paese mai visto prima e possibilmente diverso dalla classica mèta occidentale (Europa/USA).
Per i voli scelgo il volo serale di AZ ed il rientro pomeridiano a Roma, per un totale di 4 notti in città e 3 giorni e mezzo a
disposizione per visitarla.
Il giorno della partenza, ci rechiamo in apt con buon anticipo e approfittiamo della presenza di un noto forumista per una rapida e piacevole cena inter nos (con la mogliera a fare da terzo incomodo tra maniaci dell'aviazione, ma oramai si è abituata)!
Controlli di sicurezza e del passaporto vanno via rapidi e in breve siamo al satellite del T3 per imbarcare (in orario) sul 320 Enhanced che ci porterà ad Istanbul.
Scendendo per prendere il cobus, troviamo a pochi metri I-DISE che si prepara per il viaggio. Vedere un 777 così da vicino, mi fa sempre impressione.

Addetti al lavoro


744 KE pronto per partire

Siamo a bordo, l’imbarco è abbastanza lungo e staccheremo con una decina di minuti di ritardo dallo schedulato.

LF parecchio alto, ad occhio non più di una quindicina di posti liberi.

Dopo il decollo, mi immergo nella lettura ispiratrice di questo libro, scritto da due autori francesi, libro che non ha la pretesa di essere una guida ma solo di trasmettere le sensazioni che i due autori hanno provato visitando le varie zone della città. Illuminante e molto accurato nelle descrizioni, in molte delle quali mi ritroverò completamente.

Il volo procede tranquillo ed arriviamo a Istanbul con un buon anticipo sullo schedulato. Nonostante l’ora (1 a.m.), ci sono parecchi arrivi e l’area controllo passaporti è piena di gente e siamo fuori in non meno di venti minuti.
In area arrivi, poi, c’è una vera e propria folla in attesa! Il tabellone degli arrivi segna prevalentemente voli provenienti dai Paesi affacciati sul Mar Nero, da sempre partner commerciali importanti per la Turchia.

Subito fuori dall’area degli arrivi, troviamo un tizio con il cartello indicante i nostri nomi: è il servizio taxi che abbiamo prenotato via internet alla confortante cifra fissa di 20 Euro a tratta.
Arriviamo in albergo che sono le 02:00 ora locale e siamo abbastanza cotti. Una fotina alla stanza del nostro piccolo hotel a gestione familiare situato a pochi metri dalla moschea Blu e via a nanna.

Il mattino dopo sperimentiamo la colazione turca, un po’ difficile da “gestire” appena svegli, visto che si basa su olive col
peperoncino, formaggi piuttosto salati, patate speziate e salumi locali…
Dalla terrazza dell’hotel prendiamo per la prima volta confidenza con il paesaggio circostante e qui ci rendiamo subito conto di uno degli aspetti più contrastanti della città: palazzi bellissimi accanto a palazzi fatiscenti, se non vere e proprie catapecchie! Tutta la città, centro incluso, è così: bellissimo e bruttissimo vanno a braccetto, creando stranamente un effetto di insieme pittoresco e raramente squallido.


Dietro di noi, troneggia l’imponente Moschea Blu, costruita dal sultano Ahmed I nel XVII secolo e dotata di ben 6 minareti (invece dei 4 tradizionali) per rivaleggiare con Hagia Sophia (che in origine era la chiesa di Santa Sofia), posta proprio di fronte.

La Turchia è un paese musulmano ma con una forte caratterizzazione laica e, per sua natura, crocevia delle 3 principali
religioni monoteiste, che qui hanno sempre convissuto senza troppi problemi.
Qui anche agli stranieri non musulmani è consentito entrare nelle moschee, con l’unica accortezza di togliersi le scarpe (nessuno dice niente, invece, se una donna entra a capo scoperto).
Per noi è la prima volta in una moschea e, trattandosi della famosa moschea Blu, restiamo a bocca aperta per la maestosità degli interni.


Uscendo dalla moschea ci troviamo in una delle piazze più suggestive del mondo, quella tra moschea Blu e Hagia Sophia, piazza non priva di elementi in completo abbandono, purtroppo.

Hagia Sophia, bellissima chiesa, poi diventata moschea ed infine diventata area museale sconsacrata

Questo edificio è stato per 1.000 anni l’edificio coperto più grande del mondo e, a differenza della moschea Blu, la costruzione dei suoi primi elementi risale ai tempi di Costantino (330 DC) , anche se l’edificio è stato poi completato un paio di secoli dopo la morte dell’Imperatore, nel 537 DC.

All’interno alcuni bellissimi mosaici bizantini sono miracolosamente sopravvissuti a terremoti e cambi di “padrone di casa”.

All’esterno di Hagia Sophia una fontana per le abluzioni rituali fa bella mostra di sé.

Folla di donne velate in attesa di entrare…. Guardandole, mi viene in mente Checco Zalone nel suo ultimo film: “Signora, per motivi di sicurezza, si tolga il velo! Ecco, per gli stessi motivi, se lo rimetta!”

Piccola parentesi su abbigliamento femminile ad Istanbul: essendo la capitale cosmopolita di un Paese laico, tendenzialmente ognuno fa come gli pare, chi va in giro vestita come a Roma o Milano, chi porta un semplice velo sui capelli (hijab), chi (poche per la verità e forse provenienti da altri Paesi), la veste integrale (niqab).
In ogni caso, nessuno ti guarda storto ed ognuno si fa gli affari suoi. Meglio così.
Pausa ristoratrice in un noto ristorante del centro, sotto lo sguardo vigile di Ataturk, autentica icona oggetto di culto pseudo religioso, presente un po’ dovunque.


Polpette di carne, andiamo sul sicuro!

Usciti da ristorante, andiamo a visitare una delle attrazioni storiche più suggestive della città e forse di buona parte del
mondo: le cisterne della basilica, costruite 1500 anni fa, poi dimenticate e riscoperte nel 1600. Esperienza quasi onirica, indimenticabile!

Una delle due misteriose teste di medusa poste a basamento di una colonna.

Questa affascinante palazzina è la sede della polizia turistica.

Un MD-600 Notar della Polizia ci passa sopra (è piuttosto raro vedere elicotteri NOTAR in giro)

Visitina al Gran Bazaar, che sarà anche una roba da turisti, ma resta terribilmente affascinante (ed affollato).


Pausa caffè (turco, ovviamente!)

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