Permettetemi di esprimere un'opinione diversa.
I bavaresi hanno detto che sono soddisfatti del livello esistente di offerta di collegamenti aerei, e che vorrebbero mantenere un equilibrio tra offerta di voli e altri fattori, compresa la tutela ambientale. Non mi pare che a MUC manchino drammaticamente dei voli diretti, e che l'economia bavarese ne risenta enormemente -- di sicuro, non sono nella situazione di TRN, per fare un esempio di aeroporto che non riesce a supportare il sistema economico locale. Magari i bavaresi non vogliono più occupazione nel settore del trasporto aereo, la vogliono in altri settori (con minor impatto ambientale, ecc.). Oppure hanno un livello occupazionale che considerano ottimale. (Succede, anche in questo momento: ad es., a Singapore.)
La questione del trasferimento dei voli altrove non va vista soltanto in chiave nazionale, che non ha molto senso. Per esempio, i bavaresi si sentono più vicini a certi austriaci che al resto della Germania, anche per motivi linguistici.
Per fare li caso di VIE, se VIE ha sofferto in passato per il passaggio di certi voli sull'est Europa a MUC, è un bene che questi voli tornino a VIE: sicuramente Schwechat è una struttura adeguata. OS ha perso soldi, adesso provano a ristrutturarla per quanto riguarda i costi del personale. Se Lufthansa konzern sposta voli da MUC a VIE, da LH a OS, si tratta sempre di voli operati dallo stesso gruppo, sicuramente massimizzeranno i benefici.
Tedeschi e austriaci avranno sicuramente "politici cretini, funzionari incapaci e cittadini miopi", però non ho ancora trovato un paese del mondo dove queste categorie siano totalmente assenti. Alla luce del livello di servizi aerei offerti da MUC, a me pare che questa sia una scelta piuttosto equilibrata e comprensibile (anche se non necessariamente condivisibile, specie dagli addetti del settore) a favore di uno sviluppo sostenibile. Si tratta comunque di uno scenario lontanissimo dalle beghe italiote per far rimanere aperto l'aeroporto del politico di turno, o per far proliferare hubs senza traffico, ma con appalti e posti di lavoro fasulli (ma con stipendi veri) distribuiti col bilancino clientelare.
Certe affermazioni lette qui sopra mi ricordano le vecchie logiche di vendita di fr, dove sostenevano che portare maggior voli volese per forza significare maggior benessere nell area.
In Baviera non la pensano così. E conoscendo la serietà di quei popoli, credo, a ragion veduta
Innanzitutto, grazie mille per la pacatezza e la gentilezza dei vostri interventi, discorrere qui è un vero piacere.
Detto questo, io vorrei specificare il mio punto di vista. Non credo che un aeroporto sia "necessario" tout court, né che un aeroporto sia per forza un volano per l'economia locale, soprattutto se la zona intorno alla quale esso è situato non può supportare quella infrastruttura (svariati casi italiani mi vengono in mente, uno su tutti Aosta).
Diversamente, quello che penso succederà a Monaco di Baviera è, come dicevo, un remake in salsa tedesca di quello che capita a LHR perché lì, a differenza dei tanti aeroporti inutili d'Italia, c'è mercato e margini di crescita. Così il danno non sarà tanto per me, o per chiunque altro, ma per i cittadini di Monaco che lavorano a MUC e che vogliono viaggiare via MUC.
Per esempio, a LHR lavorano tra i 70 e i 100.000 dipendenti tra personale delle compagnie, di BAA, di Van der Linde, delle società di cleaning e chi più ne ha più ne metta. Se potesse espandersi ulteriormente quanta altra gente potrebbe lavorarci? Non so, ma BA ha ammesso che, per colpa dell'APD (imposta per ridurre la domanda sul sud dell'Inghilterra e non costruire una terza pista), non saranno assunti un centinaio di apprendisti.
Insomma, i bavaresi hanno deciso di ridursi da soli le occasioni di lavoro, un po' come quando da noi abbiamo mandato a stendere Honda e Nissan negli anni '70. Certo, l'economia ora va alla grande, per loro, ma presto o tardi qualche migliaio di posti di lavoro in più potranno far comodo anche a loro.
Io la vedo così.
Quoto tutto.
I referendum sono strumenti giuridici estremamente delicati, e dovrebbero costituire l'eccezione e non la regola nel decidere questioni di importanza vitale e strategica. Non a caso le scuole giuridiche più evolute li considerano estremamente pericolosi, essendo potenzialmente disastrosi gli effetti generati dal voto di un'opinione pubblica sempre scarsamente preparata e fortemente condizionabile da messaggi semplici e banali.
Amen. I referendum sono troppo spesso vittima di agitapopolo di professione, che banalizzano i contenuti e ne riducono il significato (per esempio quello sulla fecondazione assistita). E' molto snob da dire, me ne rendo conto, ma in certi ambiti (politica estera, lavori pubblici, scienza) bisognerebbe pensarci due volte prima di lasciar fare ai cittadini. Non voglio dire che si debba decidere ad minchiam dall'alto, però i politici hanno un compito e dovrebbe esercitarlo, altrimenti che li abbiamo eletti a fare?