<center>Volo sull'invidia della gente
(postato da Mio Capitano)
Volo, non ci credo nemmeno io, ma sto volando, senza veicoli o motori, volo a braccia tese sopra il mondo come un uccello. Posso andare in alto e picchiare in basso, posso deviare di qui e di là con un semplice spostamento delle braccia o delle gambe. E' incredibile la sensazione di libertà che provo librandomi nell'aria. Rido e rido, e canto come un ubriaco. Non ci sono uomini quassù o di sicuro mi prenderebbero per pazzo. Naturalmente si chiederebbero pure se siano più pazzi loro a vedere un tizio che vola come se fosse un supereroe dei fumetti.
All'inizio ho avuto paura, non sapevo come controllare la direzione del mio spostamento in aria, perdevo quota, ero spaventato, ho evitato per un pelo di schiantarmi contro un grattacielo che mi si è parato all'improvviso davanti. Poi ho capito come controllare questa mia straordinaria capacità. Ho imparato a volare, a virare, persino a fare capriole come un novello Peter Pan. Magari più tardi cercherò anch'io una seconda stella a destra.
Ho giocato per un po' a sorvolare i paesaggi metropolitani, ma poi mi sono spostato fuori dalla città, dove il mondo è più libero e dove sono più libero io. Sotto di me scorrono le cime delle foreste di abeti rossi e pini montani. Ecco laggiù lo sciabordio delle acque di un lago da cartolina, ecco distese e distese d'erba che sorvolo sentendomi parte del mondo come mai mi è successo finora. E' fresco quassù, ma non fa freddo, il vento d'alta quota ti porta odori fragranti che certo nessun essere umano ha mai sentito prima. Posso fare tutto. Cabrare a folle velocità verso il mondo là sotto e poi virare verso l'alto come nessun aereo potrebbe mai fare, e posso sforacchiare le nuvole, tuffarmi nei nembi o accodarmi a uno stormo di oche migratrici.
Sotto di me c'è un piccolo aereo da turismo. Procede a velocità limitata. Picchio in basso e mi metto in rotta di collisione con il barbaro invasore del cielo. Procedo senza paura verso il muso dell'aereo. Ecco che vedo il pilota in viso. E' spaventato. Forse si chiede se è impazzito. Ha la faccia di un piccolo imprenditore della pasta con l'hobby del brivido in cielo. Ora glielo do io un bel brivido! Viro all'ultimo momento quando il pilota ha già chiuso gli occhi per prepararsi all'impatto. Ci sarà da ridere quando racconterà in giro dell'uomo volante che stava per schiantarsi sul suo velivolo. Ma forse il reuccio dei tortellini e della pasta all'uovo è abbastanza intelligente da tenere la bocca chiusa e sembrare sano di mente. Sotto di me pianure senza fine, praterie placide e orizzonti lontani. Dio mio, che profumo di libertà c'è quassù!
Un momento, che succede? Mi sento di colpo impacciato. Ho come le vertigini, c'è qualcosa che non va, mi prende la nausea. Non riesco più a controllare la direzione del volo. E c'è di peggio. Perdo quota come una mongolfiera bucata. Cerco di concentrarmi per riprendere la mia gioiosa traversata del cielo. Niente. Più mi agito e più in fretta precipito. Annaspo nell'aria come se volessi aggrapparmi al cielo che mi rigetta. Più ho paura e peggio caracollo nel vuoto. Muovo le gambe, smanaccio le braccia, provo persino a darmi slancio con la schiena verso l'alto. Tutto inutile. Precipito come un novello Icaro. Non riesco a capire quale sia stato il mio peccato di superbia, forse quello di essere stato felice come nessuna formica umana è mai stata. Ormai sono un corpo morto. Vedo avvicinarsi a tutta velocità il suolo. C'è una larga autostrada a quattro corsie più in là, ma io mi andrò a sfracellare su un suolo desertico che ospita cactus e cani della prateria. Vorrei gridare, magari sentirò meno dolore nell'impatto imminente, ma all'ultimo faccio un tentativo disperato, mi do lo slancio con la schiena e inverto la direzione di caduta. Non precipito più. Risalgo verso il cielo e la felicità. Sono vivo. E sono felice.
E volo, volo, volo libero, volo libero, libero. Libero.
http://penultimi.blog.tiscali.it//Volo_sull_invidia_della_gente_1856341.shtml</center>
(postato da Mio Capitano)
Volo, non ci credo nemmeno io, ma sto volando, senza veicoli o motori, volo a braccia tese sopra il mondo come un uccello. Posso andare in alto e picchiare in basso, posso deviare di qui e di là con un semplice spostamento delle braccia o delle gambe. E' incredibile la sensazione di libertà che provo librandomi nell'aria. Rido e rido, e canto come un ubriaco. Non ci sono uomini quassù o di sicuro mi prenderebbero per pazzo. Naturalmente si chiederebbero pure se siano più pazzi loro a vedere un tizio che vola come se fosse un supereroe dei fumetti.
All'inizio ho avuto paura, non sapevo come controllare la direzione del mio spostamento in aria, perdevo quota, ero spaventato, ho evitato per un pelo di schiantarmi contro un grattacielo che mi si è parato all'improvviso davanti. Poi ho capito come controllare questa mia straordinaria capacità. Ho imparato a volare, a virare, persino a fare capriole come un novello Peter Pan. Magari più tardi cercherò anch'io una seconda stella a destra.
Ho giocato per un po' a sorvolare i paesaggi metropolitani, ma poi mi sono spostato fuori dalla città, dove il mondo è più libero e dove sono più libero io. Sotto di me scorrono le cime delle foreste di abeti rossi e pini montani. Ecco laggiù lo sciabordio delle acque di un lago da cartolina, ecco distese e distese d'erba che sorvolo sentendomi parte del mondo come mai mi è successo finora. E' fresco quassù, ma non fa freddo, il vento d'alta quota ti porta odori fragranti che certo nessun essere umano ha mai sentito prima. Posso fare tutto. Cabrare a folle velocità verso il mondo là sotto e poi virare verso l'alto come nessun aereo potrebbe mai fare, e posso sforacchiare le nuvole, tuffarmi nei nembi o accodarmi a uno stormo di oche migratrici.
Sotto di me c'è un piccolo aereo da turismo. Procede a velocità limitata. Picchio in basso e mi metto in rotta di collisione con il barbaro invasore del cielo. Procedo senza paura verso il muso dell'aereo. Ecco che vedo il pilota in viso. E' spaventato. Forse si chiede se è impazzito. Ha la faccia di un piccolo imprenditore della pasta con l'hobby del brivido in cielo. Ora glielo do io un bel brivido! Viro all'ultimo momento quando il pilota ha già chiuso gli occhi per prepararsi all'impatto. Ci sarà da ridere quando racconterà in giro dell'uomo volante che stava per schiantarsi sul suo velivolo. Ma forse il reuccio dei tortellini e della pasta all'uovo è abbastanza intelligente da tenere la bocca chiusa e sembrare sano di mente. Sotto di me pianure senza fine, praterie placide e orizzonti lontani. Dio mio, che profumo di libertà c'è quassù!
Un momento, che succede? Mi sento di colpo impacciato. Ho come le vertigini, c'è qualcosa che non va, mi prende la nausea. Non riesco più a controllare la direzione del volo. E c'è di peggio. Perdo quota come una mongolfiera bucata. Cerco di concentrarmi per riprendere la mia gioiosa traversata del cielo. Niente. Più mi agito e più in fretta precipito. Annaspo nell'aria come se volessi aggrapparmi al cielo che mi rigetta. Più ho paura e peggio caracollo nel vuoto. Muovo le gambe, smanaccio le braccia, provo persino a darmi slancio con la schiena verso l'alto. Tutto inutile. Precipito come un novello Icaro. Non riesco a capire quale sia stato il mio peccato di superbia, forse quello di essere stato felice come nessuna formica umana è mai stata. Ormai sono un corpo morto. Vedo avvicinarsi a tutta velocità il suolo. C'è una larga autostrada a quattro corsie più in là, ma io mi andrò a sfracellare su un suolo desertico che ospita cactus e cani della prateria. Vorrei gridare, magari sentirò meno dolore nell'impatto imminente, ma all'ultimo faccio un tentativo disperato, mi do lo slancio con la schiena e inverto la direzione di caduta. Non precipito più. Risalgo verso il cielo e la felicità. Sono vivo. E sono felice.
E volo, volo, volo libero, volo libero, libero. Libero.
http://penultimi.blog.tiscali.it//Volo_sull_invidia_della_gente_1856341.shtml</center>