[Mini-TR] NRT-BKK-LHR: การเดินทางแห่งความหวัง


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26 Aprile 2012
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การเดินทางแห่งความหวัง. Ossia, così mi dice Google Translate, si dice "viaggio della speranza" in Thai.

Mi trovavo in Giappone quando, inaspettatamente o quasi, sopraggiunse il bisogno di rientrare all'ovile. Siccome non sono uno di quelli che si finge proletario e poi vola in First su JAL, il piatto piange e la direttiva primaria è di spendere il meno possibile. Vado su Kayak, scarto le compagnie cinesi per questione di geopolitica aviatoria, e m'imbatto in un volo NRT-BKK-LHR con Thai Airways, offerto su Booking, al prezzo di £398 e spicci. Praticamente sottodata. Compro senza nemmeno pensarci due volte. Mancavo dalla brughiera nipponica, NRT, da più di un decennio e non ho mai volato con Thai. Anzi, non sono mai stato in Thailandia; non che questa visita-lampo conti, ma è pur sempre un inizio.
 
Parto la domenica alla volta di Narita, la brughiera del Sol Levante; anzi, ヒース. Sono ad Asakusa e decido di prendere l'Asakusa Line che, poi, diventa la Keisei. A Tokyo hanno spesso quest'abitudine di trasformare un treno da una linea ad un'altra. Esco dall'hotel, faccio tre passi, inizio a sudare (la temperatura non è nemmeno troppo alta, 32C, ma il 70% di umidità fa sì che io mi trasformi in una specie di fontana di Trevi seduta stante) e, lungo la via, passo questo mirabile distributore automatico. Purtroppo è a secco, altrimenti la tentazione di prendermi una bottiglietta di Sriracha a mo' di biberon lungo la via sarebbe stata troppo forte.

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Arrivo in stazione, vedo un "rapido" in arrivo e salgo. Ancora una volta faccio la fine dell'equivalente nipponico del giargiana, perchè il rapido fa praticamente tutte le fermate; avessi aspettato un Limited Express, ci avrei messo molto meno dell'ora e mezza che prendo. Poco male, ho tempo a latere, il treno ha un'ottima aria condizionata ed è, ovviamente, pulitissimo. Mi immagino cosa pensino i giapponesi quando, all'arrivo a Londra, si trovano sulla Piccadilly un Metro Cammell costruito nel 1975, senza aria (condizionata, o respirabile) e interni puliti solo in occasione del Giubileo della regina buon'anima.

Sia come sia, passo un'oretta di lieta osservazione dei suburbi e alfin giungo al Terminal 1 di NRT, dove peraltro non ero mai stato. Tutte le mie visite alla brughiera nipponica si sono tenute al T2, vuoto come il cervello di un tronista e cupo come l'umore di JD Vance quando trova la filiale di Poltrone e Sofà chiusa.

Avendo solo bagaglio a mano prendo le boarding pass alle macchinette e mi butto ai controlli. Tutto fatto in due secondi tondi. Ecco le mie proletarie carte d'imbarco. Posto 40C e 58F, piccionaia e terzo anello. Stranamente, sul primo volo sono Gruppo 4, mentre sul secondo sono gruppo 2. Stessa prenotazione. Vallo a capire.

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A differenza del T2, il T1 è molto luminoso e sembra costruito in questo secolo. Ci sono tutti i grandi marchi, ma manca Victoria's Secret; per cui non possiamo parlare di Hub.

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C'è una pratica food court dove prendo l'ultimo tonkotsu della settimana, peraltro al ristorante vegetariano. Poco male, era buono lo stesso.

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Dicevo però della vista. Finestre pavimento-soffitto, e tanta luce naturale.

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Questa è la disposizione. Mi sembra di capire che i gates 51-58 siano quelli di ana. Al 31-47 si trovano le truppe cammellate di Star, e tra l'11 e il 26, beh, vedrete poi. Cosebbrutte.

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Una vista sulla parte di ANA del terminal:

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Non sfuggirà la vista del cicciobus. La compagnia ne ha tre in flotta, dipinti come tartarughe; uno arancione, uno blu e uno acquamarina (quello di cui sopra) con nomi appropriati che non ricordo. La storia è che questi 3 A380 dovevano finire a Skymark Airlines; quando la suddetta Skymark finì gambe all'aria, nel 2015/16, ANA e Delta (la compagnia aerea, non la Delta Force) si sfidarono per supportare il piano di rilancio. Sembrava che DL fosse in pole position, supportata da Airbus (una delle principali creditrici di Skymark) fino a quando ANA non annunciò che si sarebbero accollati i 3 A380. Il risultato è che i cicciobus ora operano esclusivamente sulla direttrice NRT-HNL, facendo non so bene quanti soldi (immagino non tantissimi) e, fun fact, i loro piloti sono abilitati a volare sia sul 380 che sull'A320 che ANA usa su rotte nazionali e di primo vicinato.

Già che parliamo di A380, eccone un altro che fa capolino, solo soletto, dal gate 45 o giù di lì. É quello blu, per cui posso dire di aver visto 2/3 della flotta.

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Il resto dell'aeroporto, o almeno in questa zona, manderà EEA in sollucchero. C'è solo United, sembra di stare a Houston (e non è un bel pensiero, onestamente).

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Ci sono voli per tutti i vari hub UA - da Denver a San Francisco - più alcuni 737 diretti a posti tipo Kaohsiung, Guam e via dicendo.

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La presenza Star è folta. Air Canada ha voli per YYZ, YVR, YUL, poi ci sono anche Air China ed EVA Air. Al T1 di NRT siamo tutti amici, un volemosebbene che mi allarga il cuore.

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Momento di panico per l'EVA: due passeggeri non si presentano, e vanno tolte le valigie. L'equipaggio di terra di ANA corre - letteralmente - ai pezzi per aprire la stiva. Mai vista tanta solerzia in Europa.

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Nel frattempo passa un Xiamen Air diretto... beh, non indovinerete mai.

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E un Juneyao Air diretto a Shanghai.

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Poi, questa ve la metto per beneficio d'inventario e poco più, perchè fa oggettivamente schifo. Ma ecco un piccolo A319 di Aero Mongolia diretto a Ulaanbataar. Quanta voglia di andarci!

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Terminiamo il giro spottistico con una passeggiatina verso i gates periferici. Lungo la via si vede la Cargo City, ed è sempre più brughiera. Anche qui le stive sono piene, di saccopelisti o ciabattari non si vede nemmeno l'ombra. Qui si fattura.

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Ma vi avevo promesso cosebbrutte. Ed eccole. Allontanate i bambini, ché queste sono immagini forti.

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Cosa sono quelle code, mi direte voi. Cos'è quella livrea che sembra fatta con MS Paint, quello che veniva assieme a Windows 98 unitamente al video dei Weezer e al videogame dove catturavi le bandiere con le automobiline?

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ZIPAIR. Livrea fatta con Paint, logo scritto con Times New Roman font taglia 72, ecco la LCC made in JAL. Una roba di cui JAL si vergogna così tanto che l'ha messa non solo a NRT, ma anche al T1 quando, invece, JAL opera dal T2. Non c'è altro da dire. Meglio andarsene via, che il mio avione - pur in ritardo di mezz'ora buona - sta imbarcando.

Chiedo ancora scusa per queste immagini, ma è il mio dovere documentare il bello, il brutto e il francamente orrido dell'aviazione.
 
Eccoci all'imbarco. TG677, NRT-BKK, durata prevista sulle 6h, 6h30. La coda all'imbarco è bella lunga, cosa che fa presagire un volo pieno - e così sarà. Ecco l'unica immagine del 777-300ER, o 77W per gli amici, che espleterà questa corsa. HS-TTC, un giovincello del 2022 in configurazione F8 J40 e Y255. Strano non vedere premium economy su un aereo così nuovo.

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Strano anche vedere quanto sia lercio, almeno da fuori.

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NRT, come ogni aeroporto giapponese che si rispetti, ormeggia entrambe le jetties. Da buon barbone io vado a destra.

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La Business è la Sogerma, ora Snecma, Solstys che tutti conosciamo. Già vista su Alitalia, ITA, Iberia e altri. Colori interessanti, molto viola che, però, come diceva il Ducaconte Semenzara, porta scarogna.

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Un sottilissimo bulkhead separa le stelle dalle stalle, i plutocrati dal proletariato, i fatturanti dai fattoni, lo sciambagn dalla Fink Bräu. La Business dalla Economy, insomma. Va detto che si tratta di una bella cabina, con colori molto simpatici, e un'ottima configurazione 3-3-3. Non si parla di carro bestiame, qui.

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Anche il pitch non è male, e mi sorprendo della scelta di Thai che, solo 3 anni fa, andava in controtendenza rispetto allo zeitgeist: ancora la First, niente Premium Economy, 9-abreast e spazio a bordo. Di sotto eccovi una foto del pitch; da buon barbone sono in bermuda - per di più stinti dal sole e ridipinti più e più volte.

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Thai ha ancora la rivista di bordo, col paginone delle rotte. Si vede anche l'HUB. Quello vero, dove si fattura, le stive sono piene e c'è Victoria's.

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E hanno anche la pagina colla flotta. Io mi domando cosa pensino al fleet planning di TG. 77W? Ovvio. 359? Cetto, e ti dirò anche che li sistemeremo in 3 configurazioni diverse con giusto quei 3-4 sedili di differenza uno dall'altra. 330, vuoi farteli mancare? E facciamo anche una sub-flotta colla Premium Eco, ma solo per loro eh. Un plauso anche per i 789, 3 a disposizione ma già in due sub-flotte diverse. Immagino che l'assegnazione delle rotte la facciano con la ruota della fortuna.

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L'aereo si riempie in ogni ordine di posto. Siamo sui 40 minuti andanti di ritardo, le cappelliere sono piene al punto che non ci sta più nulla. Mai visto su un 77W. Arriva anche la mia vicina di posto, una signora bengalese con un bambino di 5 o 6 anni di, va detto, rara bruttezza. Non che da piccolo io fossi chissà che bellone (intendiamoci, ci sarà un motivo se esistono sedici tomi di istantanee di mio fratello e tre - diconsi tre - foto del sottoscritto, di cui una in cui sembro Pietro Pacciani in canotta) ma questo bambino, dicevo, questo bambino l'è propi brüt.

Il capitano appare all'altoparlante per dirci che, grazie ai venti in poppa, faremo il tragitto in 5 ore e arriveremo puntuali. Prevede turbolenze sul Mar Cinese meridionale causa un tifone, cosa che manda le tre francesi sedute dietro di me in una qual certa apprensione. Partiamo a manetta, e dopo poco arriva il servizio di bordo. Stranamente Thai serve prima il cibo e poi il beveraggio, per cui eccovi una delle due scelte: il maiale, altrimenti conosciuto come katsu. L'altra era pollo. Se siete vegetariani, fatti vostri. Cibo nella norma.

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Faccio un salto in bagno, ed ecco la prima sorpresa. Thai ha, in bagno, una eau de cologne tipo quelle che i maranza compravano all'AGIP prima di andare, caldi come boiler, a fare il carico di laide alla serata latinoamericana alle Cave di Vercelli (onestamente, l'olezzo era il medesimo) e degli spazzolini da denti con annesso dentifricio.

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Ovviamente mi spazzolo per bene i denti e mi profumo a dovere. Uscendo dal cubicolo mi servirebbe un Pinzgauer targato Bolzano per portarmi a casa tutte le matrone che, sopraffatte dall'ondata feromonica, mi fanno gli occhi dolci. O in realtà non gliene frega una cippa a nessuno, a voi la decisione.

Arriva il tanto atteso momento del nostro ingresso sopra il Mar Cinese meridionale. Si accendono le cinture, il capitano dice "crew be seated", prendiamo una bella tecca che fa gridare un paio di persone e... basta. Tutto liscio come l'olio. Al punto che anche il capitano si ricrede, spegne il segnale e viene servito questo intruglio, un hot dog di pollo evidemente prodotto dall'industria chimica della Brianza.

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L'ultima ora è un calvario. Il bambino di fianco a me esaurisce la batteria dell'iPad e, prevedibilmente, inizia a dare di matto. Le cuffiette dell'IFE gli fanno male alle orecchie e la madre si accorge con orrore di non avere il cavo per ricaricare il dannato aggeggio. Propongo uno dei miei cavi ma, maledetti Stefano Lavori e Timoteo Cuoco, l'iPad cià la porta lightning, non USB-C. Il bambino inizia a lagnarsi. Un lamento da agnello prossimo allo sgozzamento, e la madre cerca di rasserenarlo in tutti i modi, inutilmente. I lamenti continuano. I passeggeri circostanti iniziano a girarsi, a guardare, e soprattuto a guardare male me. Io provo a far capire che, quello, non è figlio mio e guai a loro a pensare che possa assomigliarmi. Inutilmente.

Arrivano, finalmente, i 20 minuti all'atterraggio. Qui, si, ci sono turbolenze e il bambino va messo al suo sedile. Inutilmente. Si divincola, urla, piange, chiama il padre a gran voce. Alla fine la mamma desiste e lo tiene in braccio. Io provo a farle notare che, forse, non è proprio una bella idea ma l'inglese è a livello di de pen is on de teibol e, onestamente, posso capirla. E' al di là della sopportazione, e tenerlo in braccio sembra l'unico modo per tenerlo quantomeno tranquillo. Se non fosse che, ad atterrare, accade l'inevitabile. Pista bagnata, seccata pesante, il bambino tira una bella capocciata contro l'IFE, altre lacrime.

Vabbè. Arriviamo on stand, breve attesa per l'equipaggio, e iniziamo a scendere. Un plauso alla signorina francese dietro di me che si mostra sdegnata alla proposta mia di aiutarla colla valigia, decide di fare da sola, e riesce nell'intendo di fermare il suddetto bagaglio col suo lobo frontale.

Qualcuno ha pensato bene di rivestire in metallo la jetway, piove, è bagnato e tutti si pattina come pinguini sul ghiaccio... ma riusciamo in qualche modo a guadagnare il terminal di BKK.
 
E veniamo anche all'ultima puntata. BKK, mai stato ma visto in un sacco di TR. Atmosfera molto steampunk, post-industriale, cemento e metallo a vista. Penso che c'entri una beneamata con la Thailandia, ma a me piace come setup. Mi immagino di imbattermi in Ripley, lanciafiamme alla mano, a chiedermi se non ho percaso visto uno xenomorfo.

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Di certo si cammina, ma le formalità dei transiti sono espletate in un nanosecondo.

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La statua che piace a tutti, grandi e piccini, compresi Gianni e Piero dal Myanmar.

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Mai capirò l'utilità, quando sono le 22.34, di mostrarmi le partenze delle 21.30 ma vabbene così.

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BKK è sistemato in modo tale che al piano alto ci sono i negozi e quant'altro (anche qui niente Victoria's secret, ergo no HUB). Poi c'è l'ammezzato, e il piano degli imbarchi. Eccovene una dimostrazione, con una vista sul volo Aeroflot per Vladivostok. Qui i russi possono ancora volare e nel mostrarvi il loro gate mi sia concesso di augurare a Vladimir Putin di finire quanto prima a condividere una stanza con Kissinger all'inferno.

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Al piano ammezzato ci sono le lounges, così i ricchy possono guardare i povery, e i povery possono guardare i ricchy.

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Da buon barbone mi metto comodo su una sedia, allietato dal nettare che viene venduto a 290 Bhat:

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Ed ecco il mio volo successivo, TG910 per LHR. Durata prevista, 12h30. Il posto, 58F, è il penultimo della cabina.

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Do' un'occhiata fuori (si vede veramente poco, con la pioggia battente che c'è) e mi rendo conto che, ad operare il volo, sarà nuovamente HS-TTC. Lo stesso aereo del mio primo volo. Oh beh.

Stavolta sono in gruppo 2, e salgo a bordo con un salto felino non appena i ricchy vengono invitati a farsi comodi. Stessa Business, stessa economy, stesso tutto, ma io le arifotografo perchè sono scrupoloso.

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(misto di foto dell'arrivo e alla partenza).

La speranza per un posto vuoto viene demolita dall'arrivo di tale Ekaterina, un donnone bielorusso che si posiziona al 58E e prende subito possesso dei braccioli. Brevi attimi di tensione quando Ekaterina cerca di piazzare le sue espadrillas con zeppa, dal peso di 3kg cadauna, nella zona dove vanno i miei piedini. Come mi insegnavano alcuni conoscenti finlandesi, coi russi (e bielorussi, dai) l'appeasement non funziona e le faccio subito capire che la zona antistante il mio sedile è mia, altrimenti mi levo anche io le scarpe e li sono volatili per diabetici per tutti. Donna Ekaterina non se la prende a male e si ritira in buon ordine al di là del confine.

Si sono fatte le ore 1 di notte, o le 25.00 come dicono certuni in Giappone, e finalmente partiamo. Salto a pié pari la cena; chiedo un G&T propiziatorio, mi viene rifilata una bottiglietta di dopobarba laotiano e una Schweppes, e cado in un sonno profondo. Mi sveglio dalle parti di Nuova Delhi, causa forti turbolenze, e poi mi riaddormento fino al momento della colazione, che arriva in formato mono-scelta. Nel senso che è questa, o è questa.

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Nel piattino troviamo: una specie di salsiccetta di pollo e poliuretano espanso. Una omelette con spinaci e una salsa rubra dal gusto abbastanza dolciastro. Dei fagiolini, perchè vuoi non avere sufficienti fibre? E infine un qualcosa che sembra un trancio di medusa. A seguire frutta tirata fuori dalla latta della Del Monte, yoghurtino e croissant impacchettato.

Manca poco, e si atterra a T2 di LHR in una bella mattina di fine estate. La metro non funziona causa sciopero, ma - mentre scendo nelle budella di LHR - ecco un ultimo sguardo a HS-TTC.

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Stay hungry, stay bifolk. Alla prossima!
 
Devo essere honesto con te Fabri: sentire il tuo lamento di angoscia nel viaggiare coi povery mi ha fatto riflettere e dopo tanta riflessione mi sono posto una domanda. Visto che hai postato il rientro, all'andata...come hai viaggiato? e' da li che sei diventato piangina?
 
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Devo essere honesto con te Fabri: sentire il tuo lamento di angoscia nel viaggiare coi povery mi ha fatto riflettere e dopo tanta riflessione mi sono posto una domanda. Visto che hai postato il rientro, all'andata...come hai viaggiato? e' da li che sei diventato piangina?

Ero prenotato al 43F su BA! Fa fede la mia carta d'imbarco 😇
 
Né l'esperienza barbon né Donna Ekaterina sembrano aver scalfito il tuo spirito d'osservazione e la tua dialettica. Uno spasso leggerti, come sempre!

E hanno anche la pagina colla flotta. Io mi domando cosa pensino al fleet planning di TG. 77W? Ovvio. 359? Cetto, e ti dirò anche che li sistemeremo in 3 configurazioni diverse con giusto quei 3-4 sedili di differenza uno dall'altra. 330, vuoi farteli mancare? E facciamo anche una sub-flotta colla Premium Eco, ma solo per loro eh. Un plauso anche per i 789, 3 a disposizione ma già in due sub-flotte diverse. Immagino che l'assegnazione delle rotte la facciano con la ruota della fortuna.

In TG è come se prendessero il menù degustazione degli aeromobili, per provare un po' tutto. Gli A330 con la Y+ sono ex Virgin Atlantic, mi pare.

Mi immagino di imbattermi in Ripley, lanciafiamme alla mano, a chiedermi se non ho percaso visto uno xenomorfo.

Stando al tuo racconto, per vederlo le sarebbe bastato essere seduta al tuo posto sul NRT-BKK.
 
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Né l'esperienza barbon né Donna Ekaterina sembrano aver scalfito il tuo spirito d'osservazione e la tua dialettica. Uno spasso leggerti, come sempre!



In TG è come se prendessero il menù degustazione degli aeromobili, per provare un po' tutto. Gli A330 con la Y+ sono ex Virgin Atlantic, mi pare.



Stando al tuo racconto, per vederlo le sarebbe bastato essere seduta al tuo posto sul NRT-BKK.
Grazie! Non sapevo della provenienza dei 330. Quindi sono pure recenti! Ergo in TG costruiscono, implementano e vendono una categoria di sedili solo per 6 (se va bene) aerei. Roba da matti.
 
Andiamo con ordine.

la tentazione di prendermi una bottiglietta di Sriracha a mo' di biberon lungo la via sarebbe stata troppo forte

Non so come abbiano fatti i miei figli a procurarselo, ma ora in casa ho un boccione di Sriracha delle dimensioni di un fustone di Dash Ultra, roba che gente normale ci metterebbe anni a finirlo

Uscendo dal cubicolo mi servirebbe un Pinzgauer targato Bolzano per portarmi a casa tutte le matrone che, sopraffatte dall'ondata feromonica, mi fanno gli occhi dolci.

Io il Pinzgauer l'ho provato davvero! :cool:
Servizio taxi per le baite più remote del Tirolo, inarrestabile e scomodo come pochi al mondo!
Le matrone saranno state di Vercelli, vedrai.

Pista bagnata, seccata pesante, il bambino tira una bella capocciata contro l'IFE, altre lacrime.
Karma :devilish::D:D:D

Di certo si cammina, ma le formalità dei transiti sono espletate in un nanosecondo.
Ho un ricordo ancora assai vivido della infinita camminata che feci a BKK per arrivare nella zona dei voli nazionali, non si arrivava mai! Meraviglioso poi il poliziotto al controllo passaporti che, vista la mia nazionalità, mi salutò dicendo "pucciano" (buongiorno, ndr).
 
Fa strano vedere un tuo TR in Y. Cos'è successo? :D

Eh ma vedi che non mi leggi? Colombia, Arizona, quello sul 35K di JAL, Capetown... tutti in Barbon o Barbon +. C'era pure quello indiano dove mi hanno servito dopo il deportee e non avevo scelta di pasto (lui si!). Son mica quello che si finge povero e poi vola in First su JAL...

Non so come abbiano fatti i miei figli a procurarselo, ma ora in casa ho un boccione di Sriracha delle dimensioni di un fustone di Dash Ultra, roba che gente normale ci metterebbe anni a finirlo

Robbabuona eh? Solo non versartela addosso che a pulirla ci vuole il napalm.
Io il Pinzgauer l'ho provato davvero! :cool:
Servizio taxi per le baite più remote del Tirolo, inarrestabile e scomodo come pochi al mondo!
Le matrone saranno state di Vercelli, vedrai.
Io avevo un amico che andava in discoteca in Pinzgauer. Al Due di Cigliano. Chi dimentica è complice.
Ho un ricordo ancora assai vivido della infinita camminata che feci a BKK per arrivare nella zona dei voli nazionali, non si arrivava mai! Meraviglioso poi il poliziotto al controllo passaporti che, vista la mia nazionalità, mi salutò dicendo "pucciano" (buongiorno, ndr).

Direi che un lato di BKK è in Malesia, e l'altro in Myanmar... e in mezzo, cammini.

Era impegnato a non rimanere coinvolto, il vile, anziché ergersi a eroe siamese e avere la gloria eterna come il sig. Giancarlo della Ruota della Fortuna

Pusillanimità stile di vita.