[Mini-TR] MXP-BKK-PNH-KOS-KUL-BKK-MXP – Un po’ d’Asia per Capodanno


AcrossThePond

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21 Ottobre 2014
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Milano
Come spesso mi succede quando viaggio per piacere con la famiglia, la scelta dell’itinerario è frutto di una serie di tappe irrinunciabili (poche), divagazioni più o meno casuali (tante) e qualche compromesso tra i miei interessi, quelli di mia moglie la necessità di trovare attrazioni che possano coinvolgere i nostri figli di 7 e 9 anni.
La vacanza inizia a sedimentare lentamente nelle nostre menti alla fine dell’estate. Ve la racconto così come è stata partorita, dopo un paio di mesi di gestazione: prima di tutto, tornare a Bangkok dopo una decina d’anni (e già che la stagione lo consente, non perdersi i fuochi d’artificio sul Chao Phraya per Capodanno), quindi andare a trovare dei nostri amici che si sono trasferiti da un paio d’anni a Phnom Penh per lavorare ad un progetto di cooperazione internazionale, passare qualche giorno al mare, altrimenti i bambini entrano in sciopero, e – dulcis in fundo - fare tappa a Kuala Lumpur, per salutare degli altri amici che vivono là.
In autunno, Bangkok fa rima con Air Italy. Tra quello che leggo sul forum, la mia curiosità personale di provare la novità e i prezzi stracciati che girano sul sito (29/12 – 13/1 a 2.450 euro per due adulti e due bambini), non posso lasciarmi sfuggire l’occasione. Prenoto.
Passano un paio di mesi, l’itinerario si materializza nei dettagli, arriva il giorno della partenza.

29/12/18
IG931 - MXP-BKK
13.15 - 5.35+1
A330 EI-GGO

Imbarco piuttosto ordinato (trattandosi di una tipica meta di vacanza di Capodanno) e in orario. Saliamo tra i primi ed ho l’opportunità di fare qualche foto prima che la maggior parte dei passeggeri si sia imbarcata. Con mia grande sorpresa, vista la data, – ad occhio – solo il 70-75% dei posti è occupato. Parecchie file centrali sono vuote o con un solo passeggero, anche la business – sempre a occhio – è piena per metà, o giù di lì.
Ecco come si presenta la cabina di economy. Piacevole la scelta dei colori, interni nuovi, puliti e ordinati.

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Uno scatto anche per la business, in configurazione 2-2-2.

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Torniamo in economy, però. Coperta con vista sulla fibbia, con il logo di Qatar Airways.

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Non manca neppure la rivista di bordo, Atmosphere, uguale a tutte le riviste di bordo di tutte le compagnie (chissà se le scrive tutte la stessa redazione, se no, bisognerebbe farci un pensierino…)

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E il wi-fi, a prezzi, secondo me abbordabili, ma che non ho provato. Dopotutto siamo in vacanza e 11 ore senza mail sono pienamente meritate.

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Il pitch è buono, una via di mezzo tra premium economy ed economy e basta. Quando il passeggero davanti ha reclinato per intero il sedile, lo spazio a disposizione era comunque accettabile.

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Arrivati in quota, l’ora di pranzo è abbondantemente passata, quindi concentriamoci sul cibo. Menù:

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Ritratto dei cannelloni, mentre affogano nel formaggio:

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E primo piano del rollé di pollo:

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Accompagno il tutto con un non meglio identificato vino rosso della Sardegna, niente male (ovviamente considerando che siamo in economy, eh). A pancia piena, inizia a formarsi nella mia mente un embrione di giudizio sul volo. Esame superato per il cibo, a mio modesto parere nella parte alta dell’offerta in economy di lungo raggio, se paragonato a quanto offrono altre compagnie ed esame superato anche per l’equipaggio, cortese, sorridente e sorprendentemente paziente con i tipi da spiaggia che circolano in questo periodo dell’anno a bordo.
Non ho molte altre foto di questo viaggio (il resto della famiglia credo non abbia tuttora capito cosa avessi da fotografare all’interno dell’aereo…), da qui la definizione di Mini-TR, passo quindi a qualche scatto di Bangkok. Iniziamo coi fuochi d’artificio sul Chao Phraya:

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passando al Wat Arun, sempre dal fiume:

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Per finire, il tramonto visto dal Vertigo, il ristorante all’ultimo piano del Banyan Tree, in cui abbiamo trovato gente molto più impegnata a fare selfie, che a bere o cenare. O tempora, o mores!

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Tre giorni passano in fretta ed è giunta l’ora di volare a Phnom Penh. La scelta cade su AirAsia, che vola dal vecchio aeroporto, DMK, ridotto, dai fasti di un tempo, al rango di covo di low cost. Nonostante tutto, un luogo dignitoso, sebbene un po’ liso e dai soffitti bassi:

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Non posso fare a meno di apprezzare l’uso nei tabelloni di “retimed” al posto di “delayed”, chissà se aiuta a rilassare i passeggeri coinvolti o li induce a maledire la mente malvagia che ha partorito lo scambio linguistico:

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02/01/19
FD606 - DMK-PNH
15.10 – 16.30
A320 HS-ABE

HS-ABE si presenta con la livrea Truly ASEAN, che fotografo prontamente:

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Gli interni sono gradevoli e anche il pitch non è male. Sarà la data, sarà l’orario, o sarà qualcos’altro, l’aereo è praticamente vuoto. Non conto più di 50 pax.

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Durante il rullaggio, incontriamo un paio di Lion:

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e, in poco meno di un’ora, passiamo dalla vista di Bangkok:

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a quella di Phnom Penh. Una bella differenza.

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L’aeroporto internazionale di Phnom Penh, come si chiama oggi, è stato recentemente rinnovato ed è gestito da Vinci Airports, l’operatore aeroportuale francese. Superiamo rapidamente i controlli di immigrazione e ci dirigiamo verso i nastri bagagli. L’impatto è piacevole, anche se potrebbe trattarsi di un qualunque medio scalo in giro per il mondo:

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Anche l’esterno dà quell’impressione di nuovo-efficiente-standard, che nella mia memoria stride con l’idea di trovarmi nello stesso luogo che una volta si chiamava Aeroporto Internazionale di Pochentong, costruito dai Russi in piena guerra fredda, un teatro in cui si sono consumate le battaglie, le fughe precipitose e i grandi ritorni dei leader politici e dei regnanti che si sono avvicendati alla guida di questo travagliato paese dagli anni Settanta del secolo scorso in poi. Nulla di tutto ciò è più visibile, chissà se per scelta o per caso.

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Ma il caos della capitale non tarda a presentarsi, basta uscire dal perimetro aeroportuale per immergersi nella vita di caotica di un città di un paese in via di sviluppo con tassi di crescita forsennata, in cui il business delle costruzioni è spinto dalla massiccia presenza di capitali (umani e non) provenienti dalla Cina. Il Russian Market dall’alto:

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con le sue bancarelle che pulsano di vita e di odori:

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La tranquillità del tramonto sul Mekong:

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e la maestosità del Palazzo Reale:

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Dopo qualche giorno, ci spostiamo a sud, a Kep, in prossimità del confine col Vietnam. Quattro ore per 160 Km, quattro ore in cui familiarizzare col vero volto della Cambogia, dove solo il 13% della popolazione ha accesso all’elettricità per almeno 23 ore al giorno.

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E qui termina la prima parte del TR, tra qualche giorno, conto di mettere insieme il resto. A presto!
 
Ultima modifica:
Interessante, aspetto il resto. Quindi Air Italy promossa?
Sono stato a Phnom Penh ad agosto del 2017 per lavoro. In effetti uscendo dal centro diventa 4° mondo. Hai notato le bancarella che cucinano i topi allo spiedo?

Io una sera ho visto due ragazzi sotto il mio hotel in centro andare a caccia di sorci… :sconfortato:
Domanda, usano ancora gli USD come moneta principale?
 
molto bello, grazie per condivisione, non vedo l'ora di vedere le altre foto di questi bellissimi posti.
 
Interessante, aspetto il resto. Quindi Air Italy promossa?
Sono stato a Phnom Penh ad agosto del 2017 per lavoro. In effetti uscendo dal centro diventa 4° mondo. Hai notato le bancarella che cucinano i topi allo spiedo?

Io una sera ho visto due ragazzi sotto il mio hotel in centro andare a caccia di sorci… :sconfortato:
Domanda, usano ancora gli USD come moneta principale?

Air Italy promossa a pieni voti.

Tornando alla Cambogia: i dollari sono tuttora la valuta del paese. Puoi fare tranquillamente a meno dei Riel, tanto più che, utilizzando una carta di credito straniera, anche gli ATM ti danno i dollari.

I topi allo spiedo no, ma le formiche e i grilli fritti sì. Direi che la situazione non è cambiata molto dalla tua visita. Uscendo da PP, si vedono comunemente contadini che arano con i buoi o i bufali. In effetti, questo martoriato paese, nelle statistiche della Banca Mondiale, è in compagnia di parecchi paesi centroafricani.
 
Dunque, ripartiamo da Kep. Al crab market chi è dotato di fini capacità negoziali (di sicuro non io) può comprare i granchi eppoi farseli cucinare in uno dei ristoranti vicini:

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I granchi attendono il loro destino nelle gabbie di bamboo:

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Gli scarti di lavorazione del pesce vengono gettati in mare, inutile dire che la zona non sia particolarmente balneabile…

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Al lato del mercato proliferano i ristorantini dove trovare granchi a volontà a prezzi impensabili, tipo $7-8 per questo qua sotto:

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A pochi chilometri da Kep è ripresa la coltivazione del pepe. Introdotta dai Francesi, eradicata dal Khmer Rossi e – infine – ripartita una decina di anni fa:

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Ed ecco qua il famoso pepe di Kampot, solo 5.000 Kg l’anno, rigorosamente piantato, raccolto e lavorato a mano.

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Kampot ha il fascino decadente di una città che ha vissuto i suoi tempi migliori durante l’amministrazione coloniale francese. Molti degli edifici in stile europeo giacciono abbandonati, qualcuno è stato convertito in hotel o in casino dagli onnipresenti capitali cinesi. Il porto è praticamente in disuso, soppiantato da quello di Sihanoukville.

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Abbandoniamo Kampot dirigendoci ad ovest, verso l’area di Sihanoukville. Ci imbattiamo nei binari nell’unica ferrovia cambogiana funzionante, la Phnom Penh-Kampot-Sihanoukville, costruita negli anni Sessanta e riaperta al traffico nel 2016. E’ percorsa da un treno al giorno, ma solo nel weekend. Sette ore, minuto più, minuto meno, per 262 Km.

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Immancabile la foto di una risaia:

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Ci era stato consigliato di stare alla larga di Sihanoukville, una città frenetica, in preda ad uno sviluppo edilizio tumultuoso, quindi decidiamo di fermarci a Otres, un piccolo villaggio ad est della città, sulla foce del fiume omonimo.

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La scelta si rivela felice. Otres mantiene (chissà per quanto ancora) un’atmosfera rilassata. I turisti europei stanno lasciando velocemente il passo a quelli cinesi. Compagnie cinesi stanno edificando l’area a ritmi forsennati e modificando l’ambiente in maniera radicale. Gestione dei rifiuti, delle acque e dell’elettricità sono già un serio problema.

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Meglio rifugiarsi nella spiaggia di Otres 1:

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O, ancora meglio, noleggiare una barca e passare una giornata tra le isolette di fronte alla costa (almeno tra quelle non ancora vendute a privati e quindi inaccessibili):

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Ko Ta Kiev è capace di risvegliare l’hippie che dorme in ognuno di noi: niente wi-fi (pw: youmustbejoking)

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Due sole guesthouse, energia elettrica proveniente solamente dai generatori diesel. Scopro che l’hippie che è in me, ormai è sprofondato in un letargo irreversibile. Pranziamo nel ristorantino:

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e torniamo in fretta alla barca:

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Ora di tornare a parlare di aerei. L’unico volo non diretto in Cina dall’aeroporto di Sihanoukville è quello per Kuala Lumpur, esattamente ciò che andavamo cercando. La genesi di questo aeroporto non è molto diversa da quella di Phnom Penh: costruito dai Russi negli anni Sessanta, crocevia delle alterne fortune di re e rivoluzionari, ora ammodernato (anche troppo) per servire il traffico con la Cina, tanto che, nella maggior parte dei negozi, i prezzi sono direttamente in RMB:

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Ed eccolo qua, l’aeroporto:

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Si festeggiano i 10 milioni di passeggeri in tutta la Cambogia nel 2018:

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Anche volendo, non sarebbe stato possibile sbagliare l’imbarco:

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10/01/19
AK265 - KOS-KUL
13.35 – 16.30
A320neo 9M-AGW

Del tutto inaspettatamente, metto piede su un A320neo assemblato a Tianjin (MSN 8039). L’impressione è quella di aeromobile più silenzioso rispetto all’A320ceo, sarà una mia impressione o no? Per fugare il dubbio, mi lancio nel pasto:

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Dopo un paio d’ore sul mare, mettiamo piede a KL:

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Giro per la città. I grandi classici: le Petronas Tower

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e il KLCC Park:

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Giretto anche sul fiume Klang, nella zona interessata dal progetto River of Life. I soliti divieti che si trovano nei parchi, oltre a quello di evitare effusioni in pubblico.

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Il maestoso Sultan Abdul Samad Building, costruito per ospitare gli uffici dell’Amministrazione Britannica.

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Il viaggio volge al termine, bisogna tornare a Bangkok, Air Italy ci aspetta. Scelgo un volo Malaysian, anche perché non l’avevo mai provata prima.

12/01/19
MH774 – KUL-BKK
16.25 – 17.30
B737-800 9M-FFF

L’unico Boeing di questo viaggio porta malissimo i suoi sette anni e mezzo di vita, sedili consumati e interno vissuto. Il volo è abbastanza pieno, business inclusa. Nei giorni precedenti, Malaysian mi aveva inviato almeno 7-8 mail in cui mi invitava a fare un’offerta per l’upgrade in business. Cifra “suggerita”: $110/pax.
Ho una sola foto – indovinate – quella del pasto, del tutto dimenticabile:

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Arriviamo a BKK, andiamo a dormire nei pressi dell’aeroporto e ci prepariamo per il volo di ritorno. Anche Air Italy mi offre un upgrade via mail: ma niente asta stavolta, con $650 si va direttamente in business. Noi restiamo in economy…

13/01/19
IG932 - BKK-MXP
7.40 – 14.20
A330 EI-GGP

Levataccia per raggiungere l’aeroporto, già discretamente affollato alle 5.45

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Il tabellone è bello fitto di voli:

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Ed ecco uscire GGP dalle nebbie:

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Stavolta il volo è quasi pieno, 239 pax, di cui 13 in J (tranquilli, non li ho contati, ho solo sbirciato nel monitor del gate durante l’imbarco…). Gli assistenti di volo partono con la dimostrazione di sicurezza, niente safety video, sul lungo raggio non ci ero più abituato.
Muoviamo in orario, ma prima del decollo aspetteremo un’oretta sulla taxiway. Sono stati avvistati dei cani sulla pista e i decolli vengono sospesi. Mi domando se dopo un’ora di attesa li hanno trovati o, più semplicemente, è passato un po’ tempo quindi si riapre… Ma passiamo alle domande serie: cosa si mangia? Causa venti contrari particolarmente allegri, il volo durerà 12 ore e 40 minuti, quindi la domanda mi pare più che pertinente!

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Evidentemente lo stock di salviette Meridiana va esaurito.
Ecco qua le conchiglie, praticamente una pasta all’olio con un po’ di funghi sopra, che i miei bimbi gradiscono. Sarà una specie di menu bimbi involontario?

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E la coppa di maiale al curry verde, scelta ardita e un po’ impegnativa, almeno per le mie papille gustative:

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Durante una passeggiata per ammazzare il tempo, noto l’indicazione della toilette in arabo, eredità di Qatar, suppongo:

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Già che ci siamo, concludiamo il capitolo cibo con il gelato al mango servito un’ora prima dell’atterraggio:

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Anche per quanto riguarda il viaggio di ritorno, il giudizio su Air Italy è molto positivo. Interni nuovi e ben tenuti, equipaggio gentile – e a tratti pure sorridente – cibo di qualità discreta, pitch buono. Insomma, non posso fare che i migliori auguri ad Air Italy. Credo ci vedremo di nuovo a bordo.
 
bel TR :)

650$ non è mica un brutto prezzo per l'upgrade su un volo discretamente lungo, era vuoto?
 
bel TR :)

650$ non è mica un brutto prezzo per l'upgrade su un volo discretamente lungo, era vuoto?

Assolutamente d’accordo, $650 è un ottimo prezzo per un upgrade su un volo di 12 ore e 40 minuti. Nel volo di ritorno la business era abbastanza piena (13 posti su 16, se non ricordo male), sarebbe stato interessante capire quanti con “vero” biglietto business e quanti upgradati il giorno prima a $650 a cranio.
 
Molto interessante, grazie per questo TR!
Fa un certo effetto vedere il contrasto tra la foto di Bangkok dalla cima del grattacielo e poco dopo le viste rurali della Cambogia...
 
Grazie mille per il TR! Buon prodotto quello Air Italy, se non fosse per gli operativi veramente ballerini.

Non ho potuto fare a meno di notare i cannoni in vendita a 3 dollari a Ko Ta Kiev (annuncio a sinistra di quello del Wi-Fi); com'erano?