Milano-Roma, il pendolare Fabio Minoli (Bayer): «L'Alta velocità fu una svolta, ma l'aereo è più affidabile. In treno troppi ritardi»
di Alessio Di Sauro
Il viaggiatore: «Il treno ha dei costi indiretti, un'azienda non può permettersi di far partire un dipendete per lavoro senza sapere quando arriverà a destinazione. E a Linate i taxi ci sono, in Stazione Centrale no»
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I vantaggi dell’aereo rispetto al treno? I tempi di percorrenza più rapidi. E l’affidabilità del servizio». La sintesi è di
Fabio Minoli, al vertice della comunicazione di Bayer Italia, manager di lungo corso e deputato di Forza Italia dal 2001 al 2006, nonché
habitué del pendolarismo tra Milano e Roma fin da tempi non sospetti. «Mi è capitato di percorrerla
anche tre volte in un giorno. Andata, ritorno e ancora andata».
È un viaggiatore di lunga data.
«Ho iniziato con il Pendolino, all’epoca sembrava il futuro. Il problema è che basculava verso l’interno e i sedili erano mobili, per cui in curva alle alte velocità veniva il mal di mare. Per oltre 15 anni ho fatto la spola anche tre, quattro volte a settimana».
E continua a farlo.
«Anche ora frequento abitualmente la tratta, la Roma-Milano è l’asse centrale dei rapporti manageriali.
Se devi incontrare qualcuno è sempre meglio farlo in presenza, nonostante le possibilità offerte dalla tecnologia».
A bruciapelo: meglio il treno o l’aereo?
«Li ho sempre utilizzati entrambi, sono molto laico nella scelta. Dipende anche da dove devi andare: spesso mi dirigo all’Eur, in questo caso l’aereo si sceglie da solo. In direzione opposta, poi, Linate ha il vantaggio di avere molti più taxi in attesa rispetto a quanto avviene in Stazione Centrale. Ci sono però considerazioni di carattere generale che vengono buone in ogni caso».
Prego.
«Il volo è più veloce, checché se ne possa dire. Anche se è necessario presentarsi in aeroporto con un minimo anticipo non c’è comunque competizione, soprattutto per chi viaggia per lavoro e non deve attendere la riconsegna del bagaglio in stiva all’arrivo. E, soprattutto, è affidabile. I voli sono soggetti alle coincidenze internazionali, c’è l’impegno della pista, che ha costi altissimi. A meno che i controllori di volo non scioperino, e lo fanno di rado, l’aeroplano parte. E arriva in orario».
Un tempo costava molto.
«Noto con piacere l’allineamento delle tariffe delle compagnie aeree con quelle ferroviarie. In ogni caso, anche se spesso più economico, il treno presenta spesso un costo di tipo indiretto».
Di che tipo?
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Un’azienda che invia i suoi dipendenti in trasferta deve avere la sicurezza che giungeranno in tempo per fare ciò che devono fare. Un lavoratore in viaggio ha un costo e una società non può permettersi aleatorietà, inviando qualcuno che rischia di rimanere ostaggio per due ore su un convoglio. Il trasporto ferroviario ha troppe incognite: guasti al convoglio, intasamento sulla linea. Basta che se ne fermi uno per bloccarne cento. Quando viaggio in treno considero sempre un margine di almeno 40 minuti».
In caso di ritardi superiori ai 60 minuti si viene rimborsati.
«Vero, ma questo non ripaga comunque di un eventuale viaggio andato a vuoto, di un appuntamento perso, della figuraccia fatta. Però...».
Però?
«Bisogna riconoscere che l’avvento dell’Alta velocità ha rivoluzionato il sistema dei trasporti e consentito a tutti di viaggiare in breve tempo, quando una volta un biglietto aereo costava come uno stipendio medio. E scusate se è poco».
Il viaggiatore: «Il treno ha dei costi indiretti, un'azienda non può permettersi di far partire un dipendete per lavoro senza sapere quando arriverà a destinazione. E a Linate i taxi ci sono, in Stazione Centrale no»
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