L’INTERVISTA AL «CORRIERE»
«Meridiana? Dovrà diventare
la vera compagnia di bandiera»
Parla Akbar Al Baker, a.d. del gruppo Qatar Airways. «Più rotte internazionali, nuovi aerei e assunzioni». La sfida alle rivali. E su Donald Trump dice: «È ancora un amico»
di Leonard Berberi -
lberberi@corriere.it
Il piano di rilancio di Meridiana è pronto. Gli aerei appena ordinati prenderanno il posto della vecchia flotta. «E se tutto procede come previsto il 31 gennaio 2017 si apre un nuovo capitolo: il vettore sardo dovrà diventare internazionale e la vera compagnia di bandiera di questo Paese», dice al Corriere della Sera Akbar Al Baker, l’amministratore delegato del gruppo Qatar Airways, di passaggio a Firenze dove ha fatto il punto sul mercato italiano e i suoi quattro aeroporti serviti (Milano Malpensa, Venezia, Roma Fiumicino e Pisa). La compagnia qatariota vuole entrare in possesso del 49% della società con base a Olbia, ma il tutto dipenderà dal via libera della Commissione europea e se l’azienda rispetterà i termini dell’accordo che prevede il taglio degli stipendi del 20% e la riduzione dell’organico di 400 dipendenti. «Non siamo un’organizzazione benefica — ragiona Al Baker —. Le persone devono guadagnarselo il lavoro».
Perché avete scelto di puntare proprio su Meridiana?
«Intanto perché abbiamo visto che il suo potenziale è enorme, considerando anche il Paese. Poi perché non avete una vera compagnia di bandiera, con un network esteso. L’Italia è una destinazione turistica forte, ma gli stranieri arrivano con vettori non italiani e questo non ha senso, le città turistiche sono servite in modo pessimo, i vostri hub sono inefficienti, siete costretti ad andare a Parigi, Londra, Francoforte per i voli di lungo raggio».
Sembra stia criticando Alitalia...
«Non è questo il punto. Guardiamo a Meridiana: non sta connettendo il Paese come dovrebbe. Come si fa ad avere una compagnia aerea che a livello domestico vola una o due volte a settimana verso certi aeroporti?».
Quindi su cosa si concentrerà la compagnia sarda nella sua nuova vita?
«Dovrà guardare di più all’estero, ma in parallelo dovrà anche alimentare il mercato domestico. Per questo cambierà molto anche sulle frequenze. Un vettore che si possa chiamare tale dovrebbe volare almeno due-tre volte al giorno verso le città principali d’Italia. E questo accadrà quando firmeremo l’ingresso in Meridiana».
Lei crede che andrà a buon fine?
«Sì. Ma ovviamente ci sono le due incognite: il rispetto delle condizioni che deve rispettare Meridiana e l’ok della Commissione europea, perché come sa l’Europa è controllata da Bruxelles».
Cosa ne pensa, anche dopo il risultato del referendum britannico?
«In tutta onestà sono contro la Brexit, ma i britannici hanno le loro motivazioni: Bruxelles decide troppo cose sugli affari del loro Paese e per questo non mi sorprende la loro insofferenza. Loro sono europei, vogliono far parte della Ue, ma c’è troppa interferenza».
Avete mai pensato di investire in Alitalia?
«Non ci interessa».
Meridiana serve allo sviluppo di Qatar Airways?
«Mettiamo in chiaro una cosa: non la useremo per far crescere Qatar Airways, non ne abbiamo bisogno. Siamo già molto forti, tanto da definire gli standard nel mondo. Basta vedere ai nostri numeri: 199 aerei nella flotta, 90 miliardi di dollari di ordini per velivoli nuovi. Per non parlare del cargo, degli alberghi, del duty free, dell’aeroporto di Doha, del catering e di tutte le attività in cui operiamo».
Però avete chiesto di ridurre il personale di Meridiana di 400 unità...
«È vero. Ma è una delle condizioni per farla ripartire. E se il 31 gennaio firmeremo vedrete che in seguito saranno assunte molte persone, soprattutto giovani. Non siamo qui a togliere lavoro».
Di recente avete firmato con Boeing l’intenzione di comprare sessanta 737 Max 8. Li userete per rinnovare la flotta di Meridiana?
«Sì, assolutamente. Mano a mano che verranno consegnati li porteremo qui. Nel frattempo provvederemo con aerei nostri che sono già pronti».
Non ha nascosto che il prezzo dei biglietti della compagnia sarda sarà più alto...
«È vero, ma perché l’offerta a bordo cambierà radicalmente, in linea con la qualità dei prodotti di Qatar Airways».
Questo vuol dire che Meridiana deve cambiare radicalmente?
«Ovvio! Non investiamo in vettori che non soddisfano i nostri standard. Se, per esempio, siamo entrati in Iag (l’holding di British Airways, Aer Lingus, Iberia e Vueling, ndr) è perché abbiamo visto una qualità che soddisfava i nostri requisiti. E lo stesso accade con la sudamericana Latam».
E quando firmerete anche per Meridiana...
«Sì, dovrà cambiare l’intera concezione della compagnia per fornire agli italiani gli standard alti che dovrebbero avere, anche perché la moda è nata qui e Meridiana deve essere in linea con questo».
La farete entrare in Oneworld, della quale fate già parte?
«Sarebbe la sua destinazione naturale, ma può anche decidere di optare per Star Alliance».
Continuerà il suo piano di investimento in altri vettori?
«Sì, stiamo guardando tre aziende ma per ora preferisco non dire nulla o rischio di far schizzare in alto la loro valutazione».
Pensa che ci siano troppe compagnie in attività, magari grazie ai costi bassi del petrolio?
«Sì, lo penso. Il carburante è una delle voci di spesa più importanti assieme a quella del personale. Ma se la prima per ora è favorevole, la seconda i vettori europei non possono controllarla e tenerla bassa. Per questo urlano contro le rivali del Golfo come noi, perché noi riusciamo a mantenere bassi i costi del personale».
Secondo lei si risolverà la disputa tra le più grandi compagnie americane (Delta, American Airlines, United) e quelle mediorientali accusate di operare con miliardi di petro-dollari forniti dai propri governi?
«Penso che alla fine l’amministrazione statunitense farà soltanto l’interesse del suo popolo, non di vettori come Delta o United».
A lei non piace per nulla l’idea delle suite a bordo...
«Non ha senso. Quello che serve ai viaggiatori sono sedili comodi, cosa che già offriamo e senza far pagare di più».
Si parla molto della nuova business class di Qatar Airways.
«La presenteremo a marzo a Berlino. I passeggeri potranno provarla dal prossimo agosto».
Qualche anticipazione su cosa vedremo?
«È un progetto top secret. Lo conosciamo in pochissimi e anche il Ceo di Boeing, prima di vederlo, ha dovuto firmare un documento in cui si impegna a non divulgare le caratteristiche. È tutto brevettato, nessuno potrà copiarlo. Quello che posso dire è che è decisamente meglio della Prima classe».
Donald Trump è ancora un suo amico?
«Lo è. Sono l’amministratore delegato di una compagnia aerea, sono amico di chiunque perché voglio che siano passeggeri di Qatar Airways!».
Il candidato repubblicano vola con la sua compagnia?
«Ma certo, tutti volano con Qatar Airways. Anche i Clinton!».
Quindi non è risentito per le frasi di Trump contro i musulmani?
«Per niente. I politici la sparano sempre grossa ma non lo pensano davvero, lo fanno solo per prendere voti. Quanto a Donald Trump anche se diventerà presidente sarà un nostro passeggero: la presidenza non dura tutta la vita».