Finanza & Mercati
Alitalia, rispunta l'ipotesi Meridiana
La cordata degli azionisti incomincia a sfaldarsi. E Colaninno pensa all'Aga Khan
ALITALIA IN CASO DI ACCORDO NESSUNA MINACCIA SU ROMA-LINATE
Ora Colaninno chiama l'Aga Khan
SIBILLA DI RENZO A PAG. 4
Roberto Colaninno, numero uno di Alitalia, tira fuori dal cassetto il dossier Meridiana. La minaccia di una ricapitalizzazione a causa dei conti in profondo rosso potrebbe spingere all'uscita altri azionisti di rilievo dopo i fratelli Fratini (1,33% di Alitalia). Edoarda Crociani (Vitrociset) ha già manifestato tale intenzione. Per questo motivo, il presidente di Alitalia starebbe studiando il mondo di assicurarsi l'ingresso dell'Aga Khan in Alitalia che avrebbe tutto l'interesse a salvare la sua Meridiana dal rischio tracollo. La fusione tra i due vettori arriverebbe solo in un secondo momento.
I conti in profondo rosso della compagnia e la minaccia di nuove uscite dall'azionariato avrebbero spinto il presidente a ritirare fuori il dossier Meridiana dal cassetto. Il principe investe, ma a certe condizioni.
Roberto Colaninno, numero uno di Alitalia, riprende in mano il dossier Meridiana con l'obiettivo di portare l'Aga Khan tra i soci della Magliana a causa del fuggi-fuggi che rischia di scatenarsi tra gli azionisti Cai. Secondo quanto riferito da fonti attendibili, l'eventuale accordo partirebbe però da presupposti diversi da quelli intorno ai quali si è ragionato finora e, almeno in una fase iniziale, non si parlerebbe di fusione tra le due compagnie aeree ma di sinergie commerciali. Solo in un secondo tempo, quando il vettore sardo avrà risolto la questione esuberi e risollevato almeno in parte la situazione finanziaria, si tratterà la fusione. Ora Colaninno si trova in una posizione di minore forza dopo l'uscita di scena, a ridosso dell'approvazione della trimestrale, della Fingen dei fratelli Corrado e Marcello Fratini che hanno ceduto il loro 1,33% del capitale di Alitalia a Intesa Sanpaolo, e la minaccia neanche troppo velata di altre uscite eccellenti. Non ultima Edoarda Crociani che ha investito in Alitalia 30 milioni ma, delusa per il mancato arrivo di commesse per la sua Vitrociset, vorrebbe vendere la sua quota. Il patto siglato tra i soci al momento del loro ingresso in Cai stabilisce che potranno essere cedute azioni fino alla scadenza del lock up (gennaio 2013) solo ad altri soci italiani che hanno diritto di prelazione. Il patto prevede anche una via d'uscita nel caso le sinergie definite nell'arco dei tre anni successivi all'accordo non vengano realizzate almeno per il 50%. Limiti che comunque non sarebbero di impedimento all'ingresso del principe ismaelita in Alitalia visto che il suo eventuale ingresso potrebbe essere legato a un'operazione che è ancora un tabù per i soci Alitalia, ossia quella ricapitalizzazione di cui Colaninno ha parlato circa un anno fa e che ora rischia di diventare realtà dopo i conti ancora in profondo rosso del primo trimestre 2010. A fronte del suo ingresso nell'ex vettore di bandiera, l'Aga Khan si assicurerebbe l'impegno di Colaninno a rilanciare Meridiana attraverso accordi commerciali mirati, con l'impegno, quando le condizioni si saranno realizzate, ad arrivare alla fusione tra i due vettori. Solo in quel momento verranno espletate le manovre previste in simili merger visto che Meridiana è una società quotata in Borsa e quindi sarebbe necessario il lancio di un'Opa a seguito della quale l'Aga Khan aumenterebbe ancora la quota in Alitalia. Oltre alla necessità di reperire nuove risorse per Alitalia, Colaninno avrebbe deciso di tirare fuori dal cassetto il dossier Meridiana anche per il timore che in questo momento, in cui le compagnie soffrono il caro-greggio, un'eventuale intesa tra Meridiana e Lufthansa, l'altro candidato ad accordi con il vettore sardo, rappresenterebbe un altro duro colpo per Alitalia. Nel portafoglio di Meridiana, ci sono anche slot su Milano Linate, rotta nella quale Alitalia ha una posizione dominante. Se Meridiana venisse acquisita da un concorrente, Colaninno si troverebbe ad affrontare una maggiore concorrenza anche sulla tratta Roma-Milano.
Alitalia, rispunta l'ipotesi Meridiana
La cordata degli azionisti incomincia a sfaldarsi. E Colaninno pensa all'Aga Khan
ALITALIA IN CASO DI ACCORDO NESSUNA MINACCIA SU ROMA-LINATE
Ora Colaninno chiama l'Aga Khan
SIBILLA DI RENZO A PAG. 4
Roberto Colaninno, numero uno di Alitalia, tira fuori dal cassetto il dossier Meridiana. La minaccia di una ricapitalizzazione a causa dei conti in profondo rosso potrebbe spingere all'uscita altri azionisti di rilievo dopo i fratelli Fratini (1,33% di Alitalia). Edoarda Crociani (Vitrociset) ha già manifestato tale intenzione. Per questo motivo, il presidente di Alitalia starebbe studiando il mondo di assicurarsi l'ingresso dell'Aga Khan in Alitalia che avrebbe tutto l'interesse a salvare la sua Meridiana dal rischio tracollo. La fusione tra i due vettori arriverebbe solo in un secondo momento.
I conti in profondo rosso della compagnia e la minaccia di nuove uscite dall'azionariato avrebbero spinto il presidente a ritirare fuori il dossier Meridiana dal cassetto. Il principe investe, ma a certe condizioni.
Roberto Colaninno, numero uno di Alitalia, riprende in mano il dossier Meridiana con l'obiettivo di portare l'Aga Khan tra i soci della Magliana a causa del fuggi-fuggi che rischia di scatenarsi tra gli azionisti Cai. Secondo quanto riferito da fonti attendibili, l'eventuale accordo partirebbe però da presupposti diversi da quelli intorno ai quali si è ragionato finora e, almeno in una fase iniziale, non si parlerebbe di fusione tra le due compagnie aeree ma di sinergie commerciali. Solo in un secondo tempo, quando il vettore sardo avrà risolto la questione esuberi e risollevato almeno in parte la situazione finanziaria, si tratterà la fusione. Ora Colaninno si trova in una posizione di minore forza dopo l'uscita di scena, a ridosso dell'approvazione della trimestrale, della Fingen dei fratelli Corrado e Marcello Fratini che hanno ceduto il loro 1,33% del capitale di Alitalia a Intesa Sanpaolo, e la minaccia neanche troppo velata di altre uscite eccellenti. Non ultima Edoarda Crociani che ha investito in Alitalia 30 milioni ma, delusa per il mancato arrivo di commesse per la sua Vitrociset, vorrebbe vendere la sua quota. Il patto siglato tra i soci al momento del loro ingresso in Cai stabilisce che potranno essere cedute azioni fino alla scadenza del lock up (gennaio 2013) solo ad altri soci italiani che hanno diritto di prelazione. Il patto prevede anche una via d'uscita nel caso le sinergie definite nell'arco dei tre anni successivi all'accordo non vengano realizzate almeno per il 50%. Limiti che comunque non sarebbero di impedimento all'ingresso del principe ismaelita in Alitalia visto che il suo eventuale ingresso potrebbe essere legato a un'operazione che è ancora un tabù per i soci Alitalia, ossia quella ricapitalizzazione di cui Colaninno ha parlato circa un anno fa e che ora rischia di diventare realtà dopo i conti ancora in profondo rosso del primo trimestre 2010. A fronte del suo ingresso nell'ex vettore di bandiera, l'Aga Khan si assicurerebbe l'impegno di Colaninno a rilanciare Meridiana attraverso accordi commerciali mirati, con l'impegno, quando le condizioni si saranno realizzate, ad arrivare alla fusione tra i due vettori. Solo in quel momento verranno espletate le manovre previste in simili merger visto che Meridiana è una società quotata in Borsa e quindi sarebbe necessario il lancio di un'Opa a seguito della quale l'Aga Khan aumenterebbe ancora la quota in Alitalia. Oltre alla necessità di reperire nuove risorse per Alitalia, Colaninno avrebbe deciso di tirare fuori dal cassetto il dossier Meridiana anche per il timore che in questo momento, in cui le compagnie soffrono il caro-greggio, un'eventuale intesa tra Meridiana e Lufthansa, l'altro candidato ad accordi con il vettore sardo, rappresenterebbe un altro duro colpo per Alitalia. Nel portafoglio di Meridiana, ci sono anche slot su Milano Linate, rotta nella quale Alitalia ha una posizione dominante. Se Meridiana venisse acquisita da un concorrente, Colaninno si troverebbe ad affrontare una maggiore concorrenza anche sulla tratta Roma-Milano.