mancanza di piloti!


Io sinceramente l'avventura non l'ho neppure potuta iniziare causa miopia, ma avessi potuto sarei andato anche in capo al mondo pur di impugnare la cloche e fregiami di quella fantastica divisa.

Professione dura, per carità (come riferiscono i piloti del forum), ma penso unica e fantastica, come la vita.
 
I-DRAW
ragazzi aiutatemi voi non capisco se mi spiego male o se i-draw nn vuole capire.

riassumo il mio punto di vista:
è obiettivo che per motivi RAZIONALI non ne valga la pena, economici,di qualità della vita,di salute,di vita privata,di benessere psico-fisico,di pensione,familiari.una volta gli aspetti negativi,(minori e non accentuati come oggi) erano mitigati da altri fattori quali trattamento economico,prestigio,tempo libero,esperienze all'estero,conoscenze ecc.

su questo non credo ci sia da discutere caro i-draw, è palese che questo lavoro è peggiorato.è palese che gli aspetti negativi superino quelli positivi e rendano la selta di fare il pilota una scelta "ILLOGICA".se sei pilota non puoi dire il contrario.RAGIONANDO RAZIONALMENTE

è altrettanto obiettivo che per motivi IRRAZIONALI quali: passione,ambizione,amore,desiderio di fare una certa cosa,una scelta completamente ILLOGICA,considerando i fatti duri e puri, diventi logica allo stesso tempo.
quante pazzie si fanno per esempio per amore di una donna?lo stesso vale per l'amore per un aereo.(certo per una donna forse è più interessante:D)
in questo caso,ma solo in questo,l'alternativa non si pone neanche.il pilota è il lavoro che si dovrà fare e cercare di farlo con tutte le forze.e che regalerà le migliori soddisfazioni.Nonostante i fattori Reali e OBIETTIVI che direbbero il contrario

Citazione:
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Messaggio inserito da ali ce

io sostengo le due tesi, insieme. tipo politico italiano per capirci, ne sì ne no.

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I-DRAW

... questo modo di vedere le cose non mi appartiene


stai calmo.fatti una risata...non piace neanche a me.era un modo ironico per cercare di farmi capire,per spiegare il concetto che ho scritto anche sopra.

ora a voi ragazzi, io sono relativamente nuovo e mi sentoospite qui da voi, forse non capisco bene il funzionamento del forum...
mi sono espresso male?
 
Citazione:Messaggio inserito da ali ce
è altrettanto obiettivo che per motivi IRRAZIONALI quali: passione,ambizione,amore,desiderio di fare una certa cosa...

E' qui che ti contraddici da solo.
Se fai qualcosa che ti piace e che ti da soddisfazioni (non necessariamente un lavoro), automaticamente vale la pena di farlo, anche (e a maggior ragione) se costa sacrifici.
Chi dice "non ne vale la pena" non e' convinto di quello che sta facendo, tutto qui, ma non puo' vendermi la sua opinione "perdente" come qualcosa di obiettivo e colato dal cielo.
Non puoi solo considerare l'aspetto economico o altre cose materiali perche' secondo questo ragionamento nessuna professione avrebbe senso, non si dovrebbe lavorare, i soldi dovrebbero crescere sugli alberi ecc.
 
Nel mondo degli aerei executive, funziona così:

Piloti qualsiasi in giro ce ne sono a iosa.

Piloti bravi, e che abbiano voglia di lavorare, non se ne trovano proprio.
 
Citazione:Messaggio inserito da ali ce


è obiettivo che per motivi RAZIONALI non ne valga la pena, economici,di qualità della vita,di salute,di vita privata,di benessere psico-fisico,di pensione,familiari....e rendano la selta di fare il pilota una scelta "ILLOGICA".......se sei pilota non puoi dire il contrario.RAGIONANDO RAZIONALMENTE
è altrettanto obiettivo che per motivi IRRAZIONALI quali: passione,ambizione,amore,desiderio di fare una certa cosa,una scelta completamente ILLOGICA,considerando i fatti duri e puri, diventi logica allo stesso tempo.
quante pazzie si fanno per esempio per amore di una donna?lo stesso vale per l'amore per un aereo.(certo per una donna forse è più interessante:D)
in questo caso,ma solo in questo,l'alternativa non si pone neanche.il pilota è il lavoro che si dovrà fare e cercare di farlo con tutte le forze.e che regalerà le migliori soddisfazioni.Nonostante i fattori Reali e OBIETTIVI che direbbero il contrario


Tu parli di logica, di razionalità, di obiettività. E confini la passione alla sfera dell'illogico e dell'irrazionale. Mi sembra - scusa l'aggettivo, non voglio sminuire la tua opinione ma non trovo un aggettivo migliore - molto ingenuo usare queste categorie. Ecco un po' di motivi:
1) La passione è un elemento determinante in qualsiasi cosa si faccia. Se una cosa fa schifo, è sgradevole farla, se una cosa piace può dare soddisfazioni. Le passioni sono innate, spesso inspiegabili, ma non per questo sono irrazionali. Sarebbe come dire che il codice genetico è illogico. Non lo è affatto, semmai è imprevedibile. Ma se a uno piace una cosa, ne deve tener conto ed è assolutamente logico farla pesare nelle scelte professionali che compie.
2) "Ragionando razionalmente", come rivendichi tu, bisogna almeno inserire la scelta di carriera in un'ottica comparativa. Quali sono le altre alternative rispetto a fare il pilota? Se una persona ha altri interessi, metta a confronto le prospettive di ciascuna carriera. Ho un cugino che ha speso (prendendoli in prestito da una banca a tasso agevolato) 200.000 dollari per un MBA alla Harvard University. Oggi, quattro anni dopo, guadagna come un sultano e ha già ampiamente ripagato il debito. In questi quattro anni, però, e per chissà ancora quanto, lavora 70 ore la settimana, pendolando fra New York, Houston, Chicago, Dallas, Stoccolma e qualche altra città, nel suo lavoro di consulente per una nota società di consulenza strategica. Ho un'amica che fa il medico a New York e si è fatta una gavetta a suon di 90 ore di lavoro la settimana, il tutto dopo essersi pagata gli studi (anche lei con un bel prestito). Io ho saltato la fase dell'istruzione privata (tutto nel pubblico) ma lavoro comunque una cinquantina abbondante di ore la settimana e guadagno decisamente poco in proporzione. E poi ci sono migliaia di altri impieghi che vanno presi in considerazione - molti dei quali impongono grossi sacrifici.
Smettetela, dunque - mi rivolgo a quei piloti che si richiamano sempre "ai bei vecchi tempi" come termine di paragone dell'appetibilità del proprio lavoro - di sminuire la vostra professione solo perché adesso impone turni più pesanti e offre stipendi meno gratificanti. E' così per quasi tutte le professioni e i mestieri: "i bei vecchi tempi" sono andati. Le professioni che vivono ancora nei "bei vecchi tempi" sono ormai quasi solo quelle votate al parassitismo (molte categorie del pubblico impiego, una bella fetta di politica, ecc.).
 
Anche i politici si fanno un mazzo così. Lo stipendio non è così alto, a volte bisogna darne una bella fetta al partito, le campagne elettorali costano, soprattutto il concetto di tempo libero non esiste, si passa la vita a sparare e ascoltare caxxate in giro per l' Italia. Certo, chi ruba guadagna tanto, ma chi non ruba proprio no, almeno a livelli come il parlamentare. Si sta in trasferta buona parte del tempo e non in alberghi e ristoranti da medio dirigente (lasciamo perdere il coca-puttaniere a 5 stelle).

Comunque mi sembra assurdo pensare alla carriera di pilota solo per i soldi, tra l' altro gli A/V fanno la stessa vita per uno stipendio enormemente più basso. Se ti piace quella vita bene, se vuoi un lavoro qualsiasi ce ne sono tanti. Per me era il sogno da ragazzino, poi sono diventato supermiope e ovviamente non era pensabile. Ripensandoci adesso, perdonate la bestemmia, penso che mi annoierei, perché in fin dei conti il 99% delle volte bisogna ripetere, certo alla perfezione, quanto fatto nei giorni precedenti. Nel business il mondo cambia tutti i giorni, al momento mi sembra più stimolante, anche se meno affascinante.
 
Citazione:Messaggio inserito da marcogiov

Anche i politici si fanno un mazzo così. Lo stipendio non è così alto, a volte bisogna darne una bella fetta al partito, le campagne elettorali costano, soprattutto il concetto di tempo libero non esiste, si passa la vita a sparare e ascoltare caxxate in giro per l' Italia. Certo, chi ruba guadagna tanto, ma chi non ruba proprio no, almeno a livelli come il parlamentare. Si sta in trasferta buona parte del tempo e non in alberghi e ristoranti da medio dirigente (lasciamo perdere il coca-puttaniere a 5 stelle).

Comunque mi sembra assurdo pensare alla carriera di pilota solo per i soldi, tra l' altro gli A/V fanno la stessa vita per uno stipendio enormemente più basso. Se ti piace quella vita bene, se vuoi un lavoro qualsiasi ce ne sono tanti. Per me era il sogno da ragazzino, poi sono diventato supermiope e ovviamente non era pensabile. Ripensandoci adesso, perdonate la bestemmia, penso che mi annoierei, perché in fin dei conti il 99% delle volte bisogna ripetere, certo alla perfezione, quanto fatto nei giorni precedenti. Nel business il mondo cambia tutti i giorni, al momento mi sembra più stimolante, anche se meno affascinante.

[:304][:304][:304]

perla di saggezza totale
 
Sezione: professioni - Pagina: 010
(28 gennaio, 2008) - Corriere della Sera

Le compagnie Si contendono i comandanti e i salari lievitanoL' America Bush ha alzato l' età pensionabile per garantire il traffico aereo

Il boom dei voli: mancano i piloti
Ne servono 17 mila in più l' anno
Il traffico aereo è in pieno boom, i passeggeri aumentano e gli aerei sono sempre più pieni. A novembre, ultimo dato disponibile, i passeggeri nei cieli di tutto il mondo sono saliti del 9,3% rispetto a un anno fa, il tasso più alto degli ultimi 18 mesi, con un coefficiente medio di riempimento che ha ormai raggiunto il 75,5%. Ma la forte crescita dei viaggi aerei, in ripresa costante dal 2003, adesso costringe molte compagnie a fare i conti con un nuovo, inaspettato problema: la mancanza di piloti. Così succede che in Asia le compagnie hanno cominciato a rubarsi i comandanti tra loro, facendo volare i salari. E in America il presidente Bush ha detto sì all' innalzamento dell' età pensionabile per la categoria. I numeri? A fine novembre l' International Air Transportation Association (Iata) di Ginevra ha lanciato l' allarme annunciando che l' industria aerea avrà bisogno di 17 mila nuovi piloti all' anno per i prossimi due decenni per stare al passo con la domanda. E ha messo in guardia l' industria e i governi a collaborare per cambiare formazione e pratiche di qualificazione per far fronte alla drammatica carenza. Le compagnie asiatiche assorbiranno 6 mila nuovi piloti ogni anno da qui al 2020, stima l' Asia Pacific Airline Training Symposium. E, in Europa, la sola Irlanda assumerà 570 nuovi piloti, attraverso le sue tre compagnie aeree (Air Lingus, CityJet e l' aggressiva Ryanair). La fame di comandanti colpisce soprattutto l' Asia in pieno boom economico, tanto che alcuni vettori concorrenti, per stare dietro all' aumento esponenziale dei voli, hanno iniziato a sottrarsi piloti a vicenda, provocando un' impennata degli stipendi. Qualche esempio. Philippine Airlines ha ricevuto 104 lettere di dimissioni negli ultimi 4 anni da parte degli equipaggi e, per frenare la fuga del personale esperto, si è vista costretta ad aumentare le buste paga del 60%. Dragon Air, la compagnia rivale basata a Hong Kong, ha addirittura tagliato il numero dei voli programmati in seguito all' esodo dei suoi piloti legato a ragioni di salario e di orario. «Il fatto è che ci sono più posti vacanti che piloti nell' intera industria», ha spiegato a Newsweek il portavoce di Dragon Air. Così anche la compagnia di Hong Kong si è arresa e, dopo due anni di trattative, a metà dicembre ha offerto un aumento del 20% ai propri piloti. Se il problema è acuto soprattutto in Asia, la crisi di piloti è globale. Negli Stati Uniti le compagnie aeree lo scorso ottobre hanno registrato il maggiore numero di nuove assunzioni dal luglio 2005 (+3,5% rispetto a un anno prima), secondo i dati dell' Ufficio statistico dei Trasporti. E' il caso della Delta che, uscita ad aprile da 19 mesi di ristrutturazione, ha messo a segno il maggior incremento di personale, salito dell' 8,8% a oltre 48 mila dipendenti rispetto a un anno prima. O di United Airlines, che ha visto il primo, seppure modesto, aumento dei dipendenti dal settembre 2001 (+0,03%). Anche American Airlines, il maggior datore di lavoro dell' industria aerea statunitense, continua ad assumere e a ottobre ha superato quota 73 mila dipendenti (+0,7%), dopo aver già richiamato al lavoro, nei mesi scorsi, piloti e assistenti di volo già pensionati. Mentre l' occupazione di Us Airways è cresciuta del 2,1%. E' però la mancanza di piloti a destare le maggiori preoccupazioni anche Oltreoceano. Così, per venire incontro alle richieste delle compagnie aeree, lo scorso dicembre il presidente George W. Bush ha firmato una legge che alza obbligatoriamente l' età di pensionamento dei piloti da 60 a 65 anni. Una mossa anticipata dall' Unione Europea già nel 1996. Se la carenza di piloti da un lato aumenta il potere contrattuale dei più esperti, che oggi possono guadagnare fino a 15 mila dollari al mese su alcuni mercati, dall' altro pone però il problema della sicurezza, visto che per condurre aeroplani sempre più grandi e sofisticati servono lunghi anni di formazione e molte ore di volo alle spalle. E' stata la stessa Associazione internazionale dei piloti (Air Line Association International) la scorsa estate a lanciare l' allarme, denunciando i rischi legati alla scarsità dei piloti, una crisi così acuta da spingere le compagnie aeree ad assegnare i galloni di comandante anche a persone con poca esperienza. Il problema è sentito soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, dove la legislazione è meno stringente. In Indonesia, ad esempio, dal 2000 il numero dei passeggeri è triplicato a 30 milioni, mentre le compagnie aeree sono salite da 5 a 25. Ed entro il 2010 il governo stima che i voli possano più che raddoppiare. Ma lo sviluppo straordinario è stato accompagnato da numerosi incidenti, tra cui il crash, lo scorso marzo, di un aereo della Garuda Indonesia Airline, che ha fatto 22 vittime, tra cui cinque australiani, legato, come ha rivelato un' inchiesta ufficiale, a una serie di errori del capitano e del suo co-pilota. Una soluzione per aumentare l' offerta di piloti, suggeriscono gli esperti del settore, potrebbe essere la revisione dei programmi di formazione, ormai obsoleti visto che risalgono agli anni 50-60. L' idea? Favorire l' uso massiccio dei simulatori di volo e aprire scuole di pilotaggio in contrapposizione ai lunghi e costosi programmi di training realizzati «in casa» da parte dei singoli vettori. Basteranno queste misure a tamponare la straordinaria domanda di piloti nel mondo negli anni a venire (salvo nuovi choc)? Chissà, in ogni caso i giovani disposti a muoversi, anche lontano, per inseguire un buon impiego, sanno dove e come orientarsi. La globalizzazione, in fondo, è anche questo.

Ferraino Giuliana


Sezione: aerei compagnie - Pagina: 011
(28 gennaio, 2008) - Corriere della Sera

L' esperto Augusto Angioletti
E ora ai comandi tre su 10 sono donne
Corsi all' estero e mobilità mondiale

MILANO - Se sognate di indossare la divisa da pilota scordatevi di rimediare donne e crediti come Frank W. Abagnale J. (alias Leonardo DiCaprio) nello spielberghiano Prova a prendermi. Il comandante anni Sessanta era un barone, in cielo e in terra. Oggi, in pieno rinascimento dell' aviazione commerciale, è ricercatissimo ma proletario. Augusto Angioletti ha vissuto tutta la parabola: ufficiale dell' aeronautica militare a 22 anni, pilota di Alitalia a 25, comandante a 32, presidente del sindacato Anpac a 34 e amministratore delegato di Eurofly a 40 (fino al 2006). Ha sperimentato l' aura romantica della divisa e vissuto globalizzazione e crisi dei cieli fino alla nuova rinascita. E ora sospira: «Il momento è d' oro. La domanda è fortissima: cresce più velocemente il numero degli aerei in flotta di quello dei piloti formati». Sia chiaro: «Questa non è più una professione privilegiata ma un lavoro. Anche più bello di un tempo, se si è disposti a girare il mondo». Vero. Verissimo. Ma per un giovane italiano la strada non è dritta come una rotta in cielo. «Mamma aeronautica ha spianato la strada a intere generazioni di piloti», spiega Angioletti. Il 50-60% dei 4.000 piloti italiani arrivano da lì (il 20-30% all' estero). Un tempo bastavano cinque anni di ferma militare e poi, via, in Alitalia. «Un balzo che gonfiava il portafogli e allargava gli orizzonti». Poi la ferma è passato da cinque anni a sette, nel 1991 a dodici: la formazione di un pilota militare costa dai 500 mila euro in su. «E il canale militare ha ridotto la sua portata». L' altra strada è stata per anni quella della scuola di Alitalia: la Sky Master di Alghero. «Era gratuita e garantiva un lavoro», ricorda Angioletti. Poi i corsi sono diventati a pagamento, il contratto una chimera. Nel 2003, dopo due anni dal blocco delle assunzioni, è stata chiusa. E gli ultimi piloti sono stati inglobati come assistenti di volo. «Questa è la strada che molte compagnie stanno riprendendo. Come le squadre di calcio, hanno il loro vivaio: Air France, Lufthansa, Klm. Le asiatiche». Emirates, Cathay Pacific, Singapore Airlines: tutte hanno la loro scuola. In Cina nascono come funghi. Anche se le compagnie riescono a formare solo il 5-7% del fabbisogno. E in Italia? La piccola Mistral Air fa cargo la notte, voli religiosi di giorno, e forma i suoi (e non solo) piloti. Ma la maggior parte delle scuole sono legate a un aeroclub: 55 quelle certificate Flying training organisation (Fto), 40 per piloti d' aereo. La strada è a scaglioni (licenza di pilota privato, poi commerciale, quindi di linea) oppure in un unico training: in 18-24 mesi si ha la licenza di pilota di linea integrata. Il costo parte dai 55 mila euro. «Un impegno che però poi si recupera: lo stipendio iniziale di un pilota è di 2.500 euro, quello di un comandante anziano arriva fino a 10.000». Basta entrare nel forum di www.pprune.org per capire però che sono molti a optare per scuole straniere. «Statunitensi innanzitutto, oppure europee associate con le americane: rinomate, più economiche, dove si impara pure l' inglese». I costi vanno dai 40-45 mila euro in su. E il riconoscimento è semplice. «Ottenuta la licenza integrata, il percorso non è però finito. L' esame pratico lo si fa dopo 1.500 ore di volo, poi serve l' abilitazione al velivolo (type rating)». Altri 25.000 euro (in Italia possono arrivare a 50.000). «Per accelerare il reclutamento alcune compagnie offrono l' abilitazione gratuita». O quasi: lo stipendio per i primi mesi è più basso. Qualcuno fissa anche penalità per chi lascia. A questo punto si è pronti per il mercato. Sempre di più le donne: «Da noi il 10%, in alcuni Paesi anche il 30». All' aeroclub di Vengono dicono che Livingstone, AirItaly e Miniliner hanno bussato di recente alla ricerca di giovani da selezionare. A caccia di piloti anche le compagnie di aerotaxi. «Quanto ad Alitalia, si sa... Airone e WindJet sono invece in espansione. Anche in questo caso però la strada più facile resta quella di bussare alla porta di una compagnia straniera». Come durante l' Austerity degli anni 70: «Si volava all' estero e si veniva pagati anche il doppio». E oggi? «Fuori si guadagna di più. Le compagnie più generose sono le asiatiche del boom. Ma attenzione: lo sono con i piloti già esperti, per i quali è più difficile entrare nelle major europee». I piloti di compagnie come Air France e Klm, dicono i sindacati, guadagnano il 40% in più. Anche il 50 in più (e oltre) quelli delle asiatiche in espansione. E i giovani piloti? «Hanno meno potere d' acquisto ma se hanno voglia di viaggiare e si liberano dall' idea del posto fisso hanno grosse possibilità», assicura Angioletti. Molti, per esempio, sono i piloti di altri Paesi Ue ai comandi dei nostri aerei. «Si muovono di più, sono più flessibili». Che tradotto vuol dire: «Diamoci una sveglia, diversamente anche questa volta ci faremo bagnare il naso».

Mangiarotti Alessandra
 
Citazione:Messaggio inserito da I-FORD

Citazione:Ripensandoci adesso, perdonate la bestemmia, penso che mi annoierei,
Non credo, in primis perchè mi pare di capire che gli aerei ti piacciono ancora, secondariamente perchè non ci dobbiamo dimenticare che l'aereo rimane sempre un mezzo di trasporto in movimento, anche piuttosto rapido direi.
Vulpes altam in vineam uvam adpetebat [8D] Forse
 
ok, mi prendo tutto!!:)
solo una cosa,

KENADAMS,
bella risposta, ma non me la meritavo, non volevo buttarla sul filosofico o farla così profonda.
alla fine di tutto quello che ho cercato di dire è che ci sono molti aspetti negativi e molto più pesanti di un tempo, e quindi la scelta non è così facile,ma e ripeto ma, se si ha passione, voglia,determinazione e il cuore ti batte anche solo se senti puzza di cherosene, allora tiri i dadi anche sapendo di avere poche possibilità,e nient'altro ti darà soddisfazione come questo lavoro.
forse diciamo cose poi non così lontane.
e grazie dell'elegante premessa per darmi dell' ingenuo...e che sarà mai!![:308]

Caro I-FORD,
grazie per la risposta, ti leggo in giro e ti ammiro,hai ragione, ma c'è solo un particolare, piccolo che ci differenzia e influenza il mio modo di vedere le cose, e forse anche il tuo, lavoriamo in due ambienti molto diversi, tu in una SIGNORA compagnia degna di questo nome e con determinate e giuste condizioni di vita.io nel resto,il sottobosco.però hai ancora ragione quando parli ad es.di LH e di muoversi per cercare il meglio.[:308]
probabilmente mi sono limitato a pensare solo alla situazione italiana e del "sottobosco" delle minors!
e probabilmente è vero, oggi siamo tutti un pò viziati...lo sto diventando anche io.

p.s una importante precisazione...
questo è un sito di appassionati, mi sono lasciato andare a parlare dei problemi che ci sono in questo lavoro,(cercando comunque di rimanere in tema), quando invece qui si dovrebbe parlare delle cose belle che riguardano l'aviazione.così come il mio primo post qui su aviazcivil. era di incitamento a fare di tutto per seguire la passione (entrare in cockpit)così dovrò continuare a fare!lamentele e critiche le lascerò ai colleghi,che se le meritano pure!

VICTORGOLF
grazie,mi hai fatto molto riflettere con il tuo messaggio,mi hai ricordato che nonostante tutto non è così male.a volte serve, ci perdiamo dietro tutti i nostri problemi e ci dimentichiamo di quei (pochi)lati positivi..spero un giorno di volare con te!!
questa è stata proprio una bella discussione, oggi mi parte bene la giornata!ciao a tutti[:306]
 
Citazione:Messaggio inserito da dpinci

Pensare che ho fatto di tutto per diventerlo.....

che scherzi? pè fa er navigante bisogna saper giocare a golf ;o)
 
Citazione:Messaggio inserito da Mr.Mistral

Citazione:Messaggio inserito da TW 843


Nel mondo degli aerei executive, funziona così:

Piloti qualsiasi in giro ce ne sono a iosa.

Piloti bravi, e che abbiano voglia di lavorare, non se ne trovano proprio.

Uno c'è, fidati!;)

Andrea

Mi sono spiegato male.
Lo so benissimo che ci sono! ;)
Volevo dire che chi ha la fortuna di averceli bravi, se li tiene stretti.
E quando ne vuoi assumere uno o due in più, in giro trovi solo disastri..
 
[quote
averceli bravi, se li tiene stretti.
E quando ne vuoi assumere uno o due in più, in giro trovi solo disastri..


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piloti sulla piazza ce ne sono molti!...Bravi e qualificati...pochi! Ma...come fanno i "poveri pilotini" a diventare bravi? Abbiamo bisogno che:
1. Volare costi meno
2. Che non si chiedano 35,000 euro per un Type Rating ad un lavoratore
3. Che il pilota assunto resti in quella società, almeno fino ad ammortizzarne le spese
4. Che le compagnie si mettano in testa che i giovani piloti sono un investimento!
5. Delle norme più snelle....basta con la carta: vediamo se sanno volare bene e non se sanno a memoria tutto quello che non serve ed in pratica.... vanno in crisi!
6. Ispettori di volo che sappiano davvero giudicare e dei bellissimi "vigili dell'aria" che controllino le varie società ed i piloti..un check a random , come dovrebbe essere ;sarebbe il massimo ma...come si fà se i controllori sono controllati dagli stessi controllori!?!?