Lufthansa si scaglia contro Ryanair su presunti aiuti pubblici in Germania


abbiamo sempre pagato tutto in irlanda e abbiamo sempre avuto diritto alla previdenza irlandese.

Grazie mille.

Comunque, tornando al topic, mi chiedo se le low cost possano, dal punto di vista giuridico, eccepire qualcosa sulle critiche di LH, per esempio facendo leva sull'appoggio fornito dallo Stato tedesco al "campione nazionale". Mi riferisco, ad esempio, all'opposizione alle richieste di EK di poter disporre di nuove destinazioni in Germania.
Probabilmente no secondo me, trattandosi formalmente di una legittima scelta dello Stato tedesco.
 
Allora è anche grazie a EasyJet, Wizz, Norwegian etc...., perché se non lo hai notato è il sistema low-cost nella sua interezza ad aver creato seri problemi alle major.

prima di tutto non tutte le low cost sono come ryan che prendono sovvenzioni ! ben vengano compagnie come easyjet ! e con ciò ho detto tutto !

Perché, Alitalia è dispiaciuta del fallimento di WJ? O era dispiaciuta Wizz del fallimento di Malev? O Iberia di Spanair? Aprire basi non è un reato; al contrario, informarsi su come funziona il mondo e il mercato è qualcosa di cui tu hai decisamente bisogno ( ed è anche legale, te lo assicuro ).

ma cosa c'entra non hai capito niente di quello che ho detto ! a chi frega se erano o non erano dispiaciute ma almeno non andavano in giro con aerei con scritto arrivederci alitalia !!! che trovo proprio penoso e scandaloso !
 
Non sei poi tanto diverso da loro allora, critichi tanto questa azienda ma tu poi scendi al loro livello, proprio un bel vanto. Perlomeno loro lo fanno perche' il loro e' marketing, tu invece non ci guadagni proprio nulla. E ricordati che se sono dove sono arrivati non e' solo grazie alle sovvenzioni che voi tirate sempre fuori... Ma evidentemente a Dublino un po il loro lavoro lo sanno fare, e se le altre compagnie non riescono a stare al passo beh e' un problema loro.

guarda non ci provare neanche a paragonarmi perché io proprio non voglio avere niente a che fare con quella compagnia ! e per il resto lascio perdere tanto vedo che capite quello che volete ! volate con 1 euro volate !!! poi non vi lamentate !
 
certo che a certa gente basta veramente poco per prendere gallo.....ridicoli......e per quanto riguarda i contributi non so più come fare per dire che li paghiamo nello stato dove siamo basati...informarsi prima di dare aria alla bocca tanto per....

io non do aria alle trombe !! io leggo i giornali dovresti farlo anche tu dato che non sai neanche quello che succede nella tua compagnia ! se ti fosse sfuggito leggi leggi !

Ryanair e la beffa all'Inps. A Bergamo non pagati i contributi. Hanno scoperto l'acqua calda
di Alessandro Ambrosin dimensione font
ROMA - "Non c'è peggior cieco, di chi non vuol vedere". La Direzione del lavoro di Bergamo ha scoperto che la compagnia low cost irlandese non ha pagato 12 milioni di euro per i contributi dei suoi 650 dipendenti che risiedono in Lombardia. Così gli ispettori dell'Inps hanno multato il vettore per ben 11 milioni e 860 milioni di euro.
La Ryanair, che a tutt'oggi opera con dieci basi in Italia, avrebbe eluso il nostro sistema fiscale e sanitario perchè i suoi dipendenti risiedono in Italia, usufruiscono del sistema sanitario nazionale, ma pagano le tasse in Irlanda.


Una cosa è certa. L'Inps non ha scoperto l'acqua calda. Dazebao da anni segue l'evoluzione di questa compagnia e ne denuncia i metodi. Ha scritto e messo in luce più volte la condizione degli assistenti di volo che attraverso questo stratagemma vivono in una condizione di precarietà estrema, senza tutele e senza nessuna protezione contrattuale rispetto a tutti gli altri naviganti che operano in Italia. C'è da aggiungere che - come prevede la Legge italiana - assistenti di volo e piloti della Ryanair dovrebbero versare i contributi all'Inps attraverso il Fondo volo e infine, (questo per gli assistenti di volo ndr), regolarizzare la loro posizione attraverso un brevetto rilasciato previo esame dall'ufficio di Civilavia del Ministero dei Almeno questo percorso dovrebbe essere obbligatorio visto che se tutti i dipendenti devono pagare l'Inps perchè risiedono nel territorio italiano, dovrebbero valere anche tutte le altre regole come i pari lavoratori italiani. Finora Ryanair ha sempre dichiarato che gli aeroporti italiani fungono da overnight. Ovvero non sono vere e proprie basi. Naturalmente questo escamotage è una falsità. I dipendenti risiedono esattamente nelle vicinanze dei dieci aeroporti italiani, diventati vere e proprie basi. Basta osservare i turni e gli avvicendamenti dei naviganti, che abbiamo pubblicato recentemente, per rendersi conti delle tante falsità che orbitano nel misterioso mondo di Ryanair.
 
Vi vorrei solo ricordare che se quei soldi non andavano a ryan, sicuramente andavano persi in qualcos altro....
 
nulla di che è che prima cera fieno per tutti, ora che le major stanno soffrendo cali di pax tentano di sradicare FR, anche se fino a ieri sembrava quasi non contasse sul mercato.
 
Penso che sia normale, in tempi di crisi in cui comuni e regioni stanno tagliando i servizi ai cittadini, per più di qualcuno, a maggior ragione chi non viaggia in aereo, sia legittimo chiedersi perchè dare i soldi a Ryanair per mandare la gente a spendere altrove. Rispetto al passato, le cose sono un po' cambiate e il paragone regge poco. Ai tempi dei carrozzoni governativi, fin tanto che lo stato elargiva soldi a pioggia, fin che ce n'era per tutti, nessuno si lamentava, ma nel momento in cui devi spiegare al pensionato che i soldi per adeguare la sua pensione o per fargli fare una terapia non ci sono, ma quelli per far viaggiare la gente low cost si, forse la risposta che ottieni non è tanto simpatica.

Ripeto, io non sono contrario alla sponsorizzazione di alcuni voli, purchè sia fatta in modo trasparente, con regole chiare e ritorno misurabile. Non credo di essere l'unico a chiedersi se i voli sponsorizzati verso improbabili destinazioni europee creino ricchezza o invece la drenino. Come ha detto un mio amico, se posso andare a fare shopping a Barcellona al costo di una pizza, non solo non compro la pizza nella pizzeria sotto casa mia, ma vado a spendere i miei soldi altrove. Magari per alcune destinazioni il bilancio è in positivo (numero di turisti che arrivano e spendono > numero di residenti che partono) ma questo andrebbe come minimo dimostrato prima di dire, genericamente, che avere una base porta ricchezza.
 
Ma il punto è proprio questo, non sono andati persi, oggi c'è un servizio, ci sono collegamenti, basi, una trentina di aerei basati. Non sono svaniti in un buco nero come nella buona tradizione italiana.

Io invece sono dell'idea che, se non persi, sono stati comunque soldi spesi in modo decisamente poco oculato. Non parlo di nessuna base nello specifico, ma quei contributi hanno causato gravi distorsioni del mercato, ritorni economici sul territorio dubbi e comunque limitati a ristrette categorie di attività, nonchè un aggravio dei conti di società pubbliche o a partecipazione pubblica (ripianati in ultimo dal contribuente).

Il concetto di base è semplice: non è ammissibile che il viaggiare a pochi euro gravando per la differenza sulla collettività sia considerarto un diritto. I servizi non indispensabili devono essere pagati dagli utenti invece che dai contribuenti.
 
Credo che anche loro debbano pensare a passare ad una FR 2.0
Sono diversi i fattori che si stanno modificando nel loro modello di business.
Senza pensare che prima o poi dovranno cambiare il parco aerei e questo credo gli costeranno di piu'..
Sicuramente. Ma ritengo che O'Leary ne sia piu' che cosciente. Secondo me partira' molto presto un nuovo bid per Aer Lingus e soprattutto per Stansted.
Del resto devono (e vogliono) andare piu' giu nella "catena del valore", l'unica maniera a mio avviso, nel settore dell'aviazione commerciale, per aumentare i margini, garantirsi ricavi costanti e soprattutto essere meno vulnerabili ai mille fattori esterni che impattano le compagnie aeree costantemente (vedi prezzo del petrolio, instabilita' politiche, tasse, scioperi ecc.).
 
Penso che sia normale, in tempi di crisi in cui comuni e regioni stanno tagliando i servizi ai cittadini, per più di qualcuno, a maggior ragione chi non viaggia in aereo, sia legittimo chiedersi perchè dare i soldi a Ryanair per mandare la gente a spendere altrove. Rispetto al passato, le cose sono un po' cambiate e il paragone regge poco. Ai tempi dei carrozzoni governativi, fin tanto che lo stato elargiva soldi a pioggia, fin che ce n'era per tutti, nessuno si lamentava, ma nel momento in cui devi spiegare al pensionato che i soldi per adeguare la sua pensione o per fargli fare una terapia non ci sono, ma quelli per far viaggiare la gente low cost si, forse la risposta che ottieni non è tanto simpatica.

Ripeto, io non sono contrario alla sponsorizzazione di alcuni voli, purchè sia fatta in modo trasparente, con regole chiare e ritorno misurabile. Non credo di essere l'unico a chiedersi se i voli sponsorizzati verso improbabili destinazioni europee creino ricchezza o invece la drenino. Come ha detto un mio amico, se posso andare a fare shopping a Barcellona al costo di una pizza, non solo non compro la pizza nella pizzeria sotto casa mia, ma vado a spendere i miei soldi altrove. Magari per alcune destinazioni il bilancio è in positivo (numero di turisti che arrivano e spendono > numero di residenti che partono) ma questo andrebbe come minimo dimostrato prima di dire, genericamente, che avere una base porta ricchezza.

Quoto in pieno!
É la segretezza di questi accordi che fa pensar male sul reale ritorno.
 
Premesso che, come già detto più volte da parte mia, sono assolutamente contrario a co-marketing a pioggia verso una compagnia, bisogna comunque dare atto che FR, rispetto ad altre compagnie, più volte e in varie forme sovvenzionate dallo Stato italiano, i passeggeri li ha effettivamente trasportati. I dati delle statistiche aeroportuali testimoniano un grande traffico di passeggeri, che altri non hanno saputo/voluto generare, nonostante i soldi arrivati dallo Stato.

Secondo me, ha ragione chi dice che FR ha comunque "reso" molto di più a parità di "investimenti". Questo è un dato di fatto.