L'ufficio Alitalia a Shanghai


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28 Settembre 2008
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L’Alitalia ha ancora un ufficio a Shanghai, chiuso oramai da diverso tempo, mesi sicuramente, forse anni.
Non so esattamente da quando, ma credo di ricordare che il servizio passeggeri di Alitalia sia stato sospeso nel 2007 e il cargo non molto dopo.

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I biglietti pubblicitari abbandonati all’ingresso testimoniano lo stato di abbandono della struttura.
Eppure l’affitto viene ugualmente pagato. Altrimenti, i pacchi della DHL, in attesa di partire oramai da lungo tempo, sarebbero stati già portati via e l’ufficio affittato ad altri.

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Mi chiedo chi paghi, la vecchia Alitalia o la CAI.
E non credo che l’affitto sia una cifra poi così irrisoria. Ho provato a fare qualche stima, conoscendo i parametri di costo del palazzo dove si trova l’ufficio (un indirizzo piuttosto prestigioso).
Questo ha una superficie di circa 160–170 mq, e dovrebbe costare fra i 110.000 e i 120.000 euro all’anno. Stime certamente approssimative, ma non penso siano molto lontane dalla realtà.
Ci tengo a precisare che non ho alcuna velleità di attaccare o criticare Alitalia, CAI o quant’altro. Voglio solo portare a conoscenza un fatto.
Almeno, potremmo avere la possibilità di sapere qualcosa in anticipo dei movimenti della compagnia su Shanghai: se l’ufficio dovesse riaprire, vorrà dire che è possibile che prima o poi un aereo metta le ruote sulla pista di Pudong.
Se, poi, DHL verrà finalmente a portare via gli scatoloni, allora…
 
Sicuramente paga la "vecchia" Alitalia LAI non di certo CAI: cioè noi cittadini italiani
grazie per la testimonianza
 
A me risulta che Alitalia stia ancora pagando i canoni della vecchia scuola di volo di Alghero, chiusa da qualche anno. Qualcuno del luogo può confermare o smentire?
Questo per dire che il caso Shangai non sarebbe isolato ma farebbe parte di una policy: della serie "non si sa mai".
 
Alitalia non ha pagato debiti commerciali per decine di milioni, questa non è credibile.

Condivido l'opinione.
Però potrebbe magari esser stato pagato in anticipo per X anni e quindi ancora nelle disposizioni di Alitalia LAI... senza dimenticarsi anche dei vari conti esteri delle sedi locali che avevano dei budget di tutto rispetto amministrati e gestiti localmente.

A Hong Kong 15 dipendenti in hotel senza alcuna rotta
L’ex Alitalia degli sprechi:
60 sedi all’estero da chiudere
Il commissario Fantozzi trova depositi sconosciuti per 50 milioni


ROMA - Immagina se stesso, Augusto Fantozzi, nei panni di Fausto Coppi sullo Stelvio. Ma a differenza del Campionissimo il commissario di quella che fu l’Alitalia non alza mai la testa dal manubrio. «Condannato a pedalare e basta», ripete tutti i giorni ai suoi collaboratori. La salita è ripida e a ogni tornante c’è una sorpresa. Un nuovo creditore, o una rogna che nessuno poteva prevedere. Per esempio quella, pazzesca, con cui Fantozzi è alle prese adesso: le sedi dell’ex Alitalia all’estero. Sapete quante? Sessanta.

Tante erano ai tempi d’oro, per intenderci quando (fino a poco tempo fa) all’aeroporto londinese di Heathrow la compagnia di bandiera italiana stipendiava 300 (trecento) persone, e tante sono rimaste dopo, quando le destinazioni internazionali dell’Alitalia si erano ridotte a una sparuta quindicina. Magari ci sarà una spiegazione. Ma che questo possa essere considerato accettabile, no davvero. Soprattutto considerando i costi assurdi che ancora adesso gravano sulla liquidazione della compagnia di bandiera. C’era una sede in Libia, chiusa giovedì scorso. Una in Senegal. Addirittura due in India: a Mumbai e Nuova Delhi. E via così. Abbassare la serranda di quegli uffici è complicatissimo, come sta sperimentando Fantozzi. Si deve liquidare il personale, battagliare con i sindacati, risolvere le grane con il fisco locale. Ma non è soltanto per questo che l’Alitalia ha continuato a far correre per anni gli stipendi, i conti dell’albergo, i bonifici ai fornitori. Talvolta si è giustificato il mantenimento in vita di quelle costose strutture con la necessità di conservare gli slot, cioè i diritti di decollo e atterraggio: per una rotta abolita! In altri casi è stata solo inerzia. Costosissima inerzia. Prendiamo la sede di Hong Kong, dove l’Alitalia non vola più da tempo, e dal 2008 ha soppresso anche i collegamenti cargo. Quindici dipendenti e un conto di 1.200 dollari al giorno per il lussuoso hotel Hyatt. Per ironia della sorte, la filiale di Hong Kong dell’Alitalia, cioè una compagnia aerea fallita, aveva 7 milioni e mezzo di euro, liquidi. Erano depositati in una banca locale.

Un tesoretto che a quanto pare c’è anche in Brasile, Argentina, Venezuela e chissà in quanti altri posti. Fantozzi e i suoi hanno calcolato che nelle banche in giro per il mondo l’Alitalia abbia depositi per molti milioni di euro. Quanti? Decine. Forse una cinquantina.
....

CdS



Tralasciando l'imprecisione della vicenda di LHR dove i 300 stipendiati producevano anche profitto lavorando non solo per AZ ma anche per AZAirport etcc...
Come si può spiegare la frase riguardo al mantenimento delle strutture per non perder gli slot? ha un fondo di verità o no?
 
Quotone.
Alitalia non pagava più nulla gia da un pò di tempo a questa parte.
Comunque ho sentito Fantozzi dichiarare di aver trovato conti correnti all'estero di AZ, forse ad Hong Kong, per un ammontare di circa 6 mln di euro.
Vi risulta?:dubbio:

Da quelle parti, la vecchia AZ vanta anche dei crediti da alcuni spedizionieri.
 
Et voilà! Magicamente, dopo anni di stasi e poco tempo dopo la segnalazione, l'ufficio Alitalia scompare.

I lavori iniziano...

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... e poi finiscono.

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Che qualcuno - in LAI o CAI - abbia letto e se ne sia finalmente accorto?
 
Et voilà! Magicamente, dopo anni di stasi e poco tempo dopo la segnalazione, l'ufficio Alitalia scompare.

I lavori iniziano...


Che qualcuno - in LAI o CAI - abbia letto e se ne sia finalmente accorto?

no è il manutentore del palazzo che ha portato lì un idraulico perchè a lato c'era una perdita

adesso richiudono subito
però il fatto che c'è ancora corrente vuol dire che le bollette le hanno pagate