Su questo sono in larga parte d'accordo. Ho un po' di dubbi (filosofici) sulla faccenda dei ritorni agli investitori, su cui secondo me stiamo dando (come cultura) troppa enfasi. Servirebbero degli incentivi a guardare oltre, ma sto andando massicciamente OT per cui mi auto-schiaffeggio sulla mano.
Io non ho dubbi filosofici ma sono molto d'accordo su quanto affermato da @kenadams qualche post sopra ma qui rischiamo di andare OT parlando di regolamentazione dei mercati finanziari.
Aggiungo solo una nota circa gli aeroporti >5M pax per year che hanno un significant market power e che fanno EBITDA che i big del web si sognano grazie ad una regolamentazione favorevole che andrebbe riformata ma né l'Europa né gli stati membri hanno conoscenza del settore, immagina solo che l'aviazione non ha autorità indipendente come altri settori tipo telecomunicazioni, etc. per la regolamentazione delle tariffe aeroportuali.
Mi dici che guardo solo al 2019 ma poi allarghi al 2014-18.
Il mio discorso, sinceramente, e' prettamente EU+NA. E, lo dice anche la IATA, sono quelli i "centri" di valore nel mondo dell'aviazione. Tralasciamo quelli che fanno aviazione per celunghismo o quelle parti del mondo dove il settore sta ancora crescendo; in EU e NA io sono dell'idea che si potrebbe avere un sistema piu' equo, meno estremo e secondo me piu' sostenibile nel lungo tempo se si sacrificasse qualcosa di quella spinta estrema al taglio dei costi. Quanto avrebbe risparmiato Ryanair ad usare Alpina invece di un GHA normale? Quanto risparmierebbe BA a non pagare i crew "nuovi" £25k lordi l'anno dopo 5 anni di lavoro?
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Allargo in quanto - si vero che il 2019 è stato l'anno migliore per le airlines forse di sempre - ma non ho i paraocchi per non affermare che il trend è positivo dal 2014 ed il mondo airlines sta facendo utili come non mai nella propria storia ma prima era un totale disastro - come anche adesso post covid sono quasi tutte piene di debiti.
Fondamentalmente su questo punto la pensiamo più o meno nello stesso modo ma tu hai un focus su EU+NA mentre io guardo il mondo airlines a 360 gradi considerando l'industria nel totale.

Questa e' una visione esagerata. Non sto parlando di quelli di Lufthansa che scioperavano per la pensione defined benefit a 50 anni... sto parlando di "living wages" Guardiamo all'esempio di Alitalia, di cui oramai sappiamo il breakdown dei CASK. Anche se avessero pagato tutti gli staff il 30% in meno nel 2018.. avrebbero concluso l'anno in perdita. Torno a dire, sto parlando di benefit minimi. Lavoro in un settore dove i margini non sono altissimi - la norma per il settore e', a conti fatti, tra il 7 e il 10% - ma ciononostante malattie e maternita' sono pagate decentemente. Se guardo Dnata qui a LHR c'e' roba che manco Dickens.
Concordo totalmente su questo punto e sono d'accordo sui benefit minimi ma collegati alla performance dell'azienda/compagnia aerea e del dipendente.
Secondo me e' anche nell'interesse delle compagnie. Si fa un gran parlare, nel mondo anglosassone, della "great resignation". Pieno di gente che se ne va da lavori sottopagati...
Vero quanto tu dici ma aggiungerei un punto - al netto di lavori sottopagati rispetto ad altre industrie che comunque hanno margini più alti quindi questo bisogna considerarlo - mi riferisco allo stress che è molto più alto nell'aviation rispetto ad altre industries quindi si spostano in altri settori meno "stressanti" ma questo dipende proprio dal fatto che i margini sono bassi nell'airline industry con conseguente pressione da parte degli azionisti che pensano solo ai loro dividendi ed ai buyback.
Il fenomeno della "great resignation" colpisce il mondo airlines a tutti i livelli - anche managers, directors, C-Level executives - ed infatti abbiamo ottimi managers che vanno in altre industries con meno stress e stipendi molto più alti, questo lo afferma anche Alex

Se devi lottare per fare breakeven e' pacifico che il mio discorso non sta in piedi. Non sono militante come quei cretini del sindacato RMT che, qui a Londra, manderanno due linee della metro in sciopero per aver ancor piu' soldi (e sono strapagati) per guidare i treni la notte 4 volte l'anno. Se stai con l'acqua alla gola come compagnia, fare lo sciopero per le mutande a Tokyo e' stupido.
La maggior parte delle airlines sopravvivono con i flussi di cassa e lottano per il breakeven, bisognerebbe valutare caso per caso e collegare aumentati salariali/bonus/benefit alla redditività aziendale ed al periodo storico della compagnia aerea.
Mi ripeto - giusto per non lasciare dubbi - un azienda deve motivare i propri dipendenti e farli crescere sia professionalmente che economicamente ma è altresì vero che quello succede spesso quando cambi azienda tranne poche realtà.
Ma quando la compagnia elargisce enormi bonus al top management (come nel caso di IAG), lauti dividendi e via dicendo, mi sembrerebbe pacifico fare in modo che anche i dipendenti ne traggan beneficio. Torno a dire, nessuno entra nell'industria pensando di fare i soldi.
Concordo e bisognava seguire il modello Delta.
Per il SES mi sa che dovremo vedere l'implosione della Francia...E per gli aeroporti, guarda, sfondi una porta aperta. Heathrow ha pagato meno tasse (in %) di me, ma cosi' fa pure Amazon. Quello secondo me e' un problema politico. Invece di fare campagna elettorale marciando sulla pelle dei migranti o chittepare sarebbe bello che qualcuno si svegliasse e facesse politica sul far si che chi deve pagare...paghi. Sulle tasse ambientali non sono d'accordo. Fossero veramente usate in senso ambientale (non come l'APD) a me starebbe bene, ma sono uno solo ovviamente.
Parto delle tasse ambientali tenendo in considerazione che l'aviazione contribuisce al 2/3% dell'inquinamento globale - se tanto mi dà tanto mi piacerebbe in quel caso che si colpisse nello stesso modo a chi contribuisce a più del 97% dell'inquinamento del nostro pianeta.
L'aviazione è da sempre in prima fila per ridurre le emissioni con aeromobili più efficienti, meno inquinanti e più silenziosi, e già paga tante tasse ambientali.
Non fraintendermi sono a favore totale dell'ambiente ma ci dovrebbe essere più uniformità nelle eco-taxes sia a livello globale, europeo che addirittura regionale (tassa IRESA solo in alcune regioni in Italia e non in altre) ma sono più favorevole al senso civico di ciascuno di noi - come cittadini e passeggeri - e compensare le emissioni durante la procedure di acquisto del biglietto aereo, lo si potrebbe rendere anche obbligatorio ma andando a rivedere le airport charges, aviation taxes ed altri balzelli vari.
Lancia a favore di Heathrow che almeno applica il principio del single till mentre in Italia i maggiori sistemi aeroportuali applicano il double till in deroga - per esempio ADR ha ottenuto un EBITDA del 63,1% nel 2019, per tua info - ma lo sai sicuramente - i colossi del web hanno avuto EBITDA minori rispetto ad ADR nel 2019:
EBITDA margin 2019
- Google 28,43%
- Amazon 12,95%
- Facebook 42,05%
Io non ho ancora capito come mai, se veramente 1A e altri fanno tutti 'sti soldi, non siano entrati nel giro anche colossi tipo Google.
Innanzitutto gli manca il know how e poi parliamo di un mercato B2B piuttosto che B2C.
Per tua info sotto la catena del valore dove si può evincere che le airlines sono l'anello debole ed i GDSs l'anello forte anche se in calo rispetto al decennio 1999-2009:

Torniamo sul problema del lungo termine. A breve termine, sicuro, tutto bello e buono. A lungo termine i vantaggi di headcount e costi che ha guadagnato con IAG GBS se li e' bruciati in un'unica outage, quella del 27 Maggio del 2017 se non mi sbaglio con le date. E, sempre a lungo termine, il non aver creato un'architettura unica, cloud-based, per l'intero gruppo prima di segare i veterani e' uno sbaglio non da poco. Ma i vantaggi di far cosi' si sarebbero visti in 4-5 anni, segare duemila persone costa poco e da' tanta resa... per un anno. Meno, se c'e' un'outage.
Nel caso specifico concordo con te ma se guardo solo i risultati finanziari di IAG e di BA prima - senza dubbio Willie Walsh è un grande manager sia nel breve che nel lungo termine - ha avuto visione e questo glielo riconoscono tutti nell'ambiente, poi per carità ognuno può avere la propria opinione e non sono portatore di verità assoluta, e solo la mia opinione...abbiamo un angle differente di vedere le cose ma è positivo avere punti di vista differenti anche perché ci arricchiamo entrambi dal confronto cordiale ed aperto.
Messo così - indubbio che hai ragione ma dovremmo andare più in-depth per capire le motivazioni di quelle scelte ma fermiamoci qui a riguardo.Questo e' solo un esempio. Posso farne almeno un'altra dozzina. Tagli tanto per tagliare, per far vedere "che stiamo facendo qualcosa", e cara grazia a cosa succede al resto.
Carolina, si, e Jason Mahoney. Klaus, Rags, Tom Stevens, Troy Warfield, quella di HR che morire che mi ricordi come si chiama, Andrew Brehm... tutte scelte sbagliate secondo me. Alcuni veramente incapaci. Ha poi segato gente che non doveva esser segata. Lynne Embleton (scappata in Cargo) e Jeff Van Klaeveren su tutti. Sull'essere un grande manager... boh. A me per quel poco che l'ho visto ha fatto pena come comunicatore, come persona in grado di articolare una visione, come persona in grado di energizzare la gente. Sean Doyle non sara' Churchill, ma da quanto vedo e mi dicono sa comunicare meglio di lui.
Non tutti i grandi managers possono fare bene in tutte le aziende che vanno in quanto il contesto influisce molto.
Se faccio una pura analisi dei risultati economici-finanziari di Alex - senza dubbio ha ottenuto grandi risultati - forse non è stato un grande comunicatore in BA ma io l'ho conosciuto come grande comunicatore con grande visione, posso immaginare che ci sono stati dei motivi per quello mentre concordo che fa delle scelte a livello management non ottimali.
Penso che Alex a livello di aptitude e attitude sia più portato per una compagnia LCCs che per una major europea - mia opinione personale.
Non dimentichiamoci comunque che Alex non è più CEO di BA - non perché è stato mandato via - ma per altre motivazioni, la sua ambizione era di diventare CEO di IAG ma probabile le problematiche sotto la sua gestione (outage e dati persi) sono stati sicuramente di ostacolo per quella nomina.
Per me era quasi impossibile che Alex potesse riportare a Luis Gallego in quanto Luis - in passato per ben due volte come COO - riportava ad Alex che era CEO (ClickAir & Vueling). Per mantenere gli equilibri interni penso sia stata una scelta condivisibile da parte di IAG.
Quanto a Sean Doyle - rispetto ad Alex Cruz - c'è una differenza sostanziale ma determinante in quanto Sean Doyle è da sempre uno di BA - da più di 20 anni - mentre Alex veniva da una compagnia low cost spagnola.
Ed e' questo il problema. Soprattutto adesso, con le sfide che ci sono nel mondo climatico e il bisogno di cambiare verso un nuovo tipo di economia.
Concordo e grazie mille per l'interessante chiacchierata "virtuale".
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