L'Enac contro Ryanair: «Fuga da Alghero? Non per la tassa: c'è ovunque»
Il presidente dell’Ente nazionale per l'aviazione civile: «Altrimenti la compagnia irlandese dovrebbe lasciare tutti gli scali italiani». Lai, Pd: «Va rivisto il sistema degli aeroporti»di Gian Mario Sias
ALGHERO. «Dire che non si viene in Sardegna per 2 euro e 50 è inaccettabile, o vale per tutti gli aeroporti italiani oppure si dica qual è il problema, in modo che la Regione e gli enti locali sappiano cosa serve per rendere l’isola appetibile al mercato turistico».
La provocazione di Vito Riggio, presidente dell’Enac, l’Ente nazionale di aviazione civile, ribalta tutte le certezze del partito di quelli secondo cui la crisi dei voli sardi è tutta colpa della Regione e di chi ha messo Ryanair nelle condizioni di lasciare Cagliari e Alghero. La frecciata contro la compagnia irlandese parte dalla sala convegni dell’Hotel Catalunya di Alghero, che ospita il convegno nazionale “Trasporto aereo e sviluppo del turismo. Politiche nazionali e prospettive”, promosso dal gruppo Pd in Senato e organizzato dai dirigenti cittadini per provare a rovesciare i paradigmi che a torto o a ragione si sono sviluppati e radicalizzati da novembre scorso a oggi.
Tanto per provare a ribaltare completamente le teorie più ricorrenti, ad Alghero arriva anche Salvatore Tomaselli. È il capogruppo del Pd nella Commissione Industria e Turismo del Senato. Ma soprattutto è pugliese. E non teme a dire quello che nell’isola ci si dice solo in gran segreto, al telefono o dietro le porte dei dibattiti pubblici. E cioè che la Sardegna non è una destinazione turistica. Che bisogna migliorare i servizi, tanto, tantissimo, e che bisogna investire di più in promozione, molto di più. E che il primo passo per creare una “destinazione Sardegna”, per dire dell’ultimo tassello del teorema democratico sul trasporto aereo, è la costruzione – irrinunciabile e improcrastinabile, per il bene di tutti – di un sistema aeroportuale unico. Auspicio scandito a chiare lettere dal senatore Silvio Lai.
La Commissione europea e il responso sulla procedura di infrazione che non arriva, la privatizzazione, le richieste di Ryanair, l’attendismo della giunta regionale, le scelte del governo nazionale. Visto dalla prospettiva proposta da Vito Riggio, Salvatore Tomasiello e Silvio Lai, tutto ciò di cui si è parlato sino a qui ha un aspetto diverso.
«Da tantissimo tempo sosteniamo che aeroporti piccoli come Alghero, Crotone, Cuneo o Trapani sarebbero stati destinati a chiudere perché per fare investimenti e avere grandi reti di distribuzione di traffico ci vogliono denari», ricorda Vito Riggio. «Gli enti locali, cui maldestramente sono stati affidati gli aeroporti, non hanno fatto altro che ricapitalizzare e solo ora emerge il bisogno di individuare solidi partner industriali», aggiunge il presidente di Enac, secondo cui «questo fatto ha esposto il sistema a ricatti e monopoli».
Perché «che ci sia qualcuno che fa viaggiare gratis è un mito», è l’ultima stilettata di Vito Riggio verso Dublino. Ma la colpa non è certo di Ryanair. «Pensare che la compagnia low cost si potesse sostituire alle politiche di programmazione o di costruzione della destinazione turistica è un errore», rincara il senatore Tomaselli.
Ora bisogna correre ai ripari, e Silvio Lai indica il primo step. «L’idea che i tre aeroporti isolani possano essere in concorrenza tra loro è priva di senso – conclude – perciò occorre unire il sistema aeroportuale sardo con urgenza». L’idea di una società unica di gestione dei tre aeroporti sardi non dispiace al sindaco di Alghero, che però mette dei paletti. «Occorre un piano industriale – avverte – senza non posso esprimermi favorevolmente». Perché dato come si sono messe le cose, «bisogna capire cosa si vuol fare di Alghero all’interno di questo sistema, e il territorio deve poter avere voce in capitolo.
http://lanuovasardegna.gelocal.it/a...ghero-non-per-la-tassa-c-e-ovunque-1.13659839
Il presidente dell’Ente nazionale per l'aviazione civile: «Altrimenti la compagnia irlandese dovrebbe lasciare tutti gli scali italiani». Lai, Pd: «Va rivisto il sistema degli aeroporti»di Gian Mario Sias
ALGHERO. «Dire che non si viene in Sardegna per 2 euro e 50 è inaccettabile, o vale per tutti gli aeroporti italiani oppure si dica qual è il problema, in modo che la Regione e gli enti locali sappiano cosa serve per rendere l’isola appetibile al mercato turistico».
La provocazione di Vito Riggio, presidente dell’Enac, l’Ente nazionale di aviazione civile, ribalta tutte le certezze del partito di quelli secondo cui la crisi dei voli sardi è tutta colpa della Regione e di chi ha messo Ryanair nelle condizioni di lasciare Cagliari e Alghero. La frecciata contro la compagnia irlandese parte dalla sala convegni dell’Hotel Catalunya di Alghero, che ospita il convegno nazionale “Trasporto aereo e sviluppo del turismo. Politiche nazionali e prospettive”, promosso dal gruppo Pd in Senato e organizzato dai dirigenti cittadini per provare a rovesciare i paradigmi che a torto o a ragione si sono sviluppati e radicalizzati da novembre scorso a oggi.
Tanto per provare a ribaltare completamente le teorie più ricorrenti, ad Alghero arriva anche Salvatore Tomaselli. È il capogruppo del Pd nella Commissione Industria e Turismo del Senato. Ma soprattutto è pugliese. E non teme a dire quello che nell’isola ci si dice solo in gran segreto, al telefono o dietro le porte dei dibattiti pubblici. E cioè che la Sardegna non è una destinazione turistica. Che bisogna migliorare i servizi, tanto, tantissimo, e che bisogna investire di più in promozione, molto di più. E che il primo passo per creare una “destinazione Sardegna”, per dire dell’ultimo tassello del teorema democratico sul trasporto aereo, è la costruzione – irrinunciabile e improcrastinabile, per il bene di tutti – di un sistema aeroportuale unico. Auspicio scandito a chiare lettere dal senatore Silvio Lai.
La Commissione europea e il responso sulla procedura di infrazione che non arriva, la privatizzazione, le richieste di Ryanair, l’attendismo della giunta regionale, le scelte del governo nazionale. Visto dalla prospettiva proposta da Vito Riggio, Salvatore Tomasiello e Silvio Lai, tutto ciò di cui si è parlato sino a qui ha un aspetto diverso.
«Da tantissimo tempo sosteniamo che aeroporti piccoli come Alghero, Crotone, Cuneo o Trapani sarebbero stati destinati a chiudere perché per fare investimenti e avere grandi reti di distribuzione di traffico ci vogliono denari», ricorda Vito Riggio. «Gli enti locali, cui maldestramente sono stati affidati gli aeroporti, non hanno fatto altro che ricapitalizzare e solo ora emerge il bisogno di individuare solidi partner industriali», aggiunge il presidente di Enac, secondo cui «questo fatto ha esposto il sistema a ricatti e monopoli».
Perché «che ci sia qualcuno che fa viaggiare gratis è un mito», è l’ultima stilettata di Vito Riggio verso Dublino. Ma la colpa non è certo di Ryanair. «Pensare che la compagnia low cost si potesse sostituire alle politiche di programmazione o di costruzione della destinazione turistica è un errore», rincara il senatore Tomaselli.
Ora bisogna correre ai ripari, e Silvio Lai indica il primo step. «L’idea che i tre aeroporti isolani possano essere in concorrenza tra loro è priva di senso – conclude – perciò occorre unire il sistema aeroportuale sardo con urgenza». L’idea di una società unica di gestione dei tre aeroporti sardi non dispiace al sindaco di Alghero, che però mette dei paletti. «Occorre un piano industriale – avverte – senza non posso esprimermi favorevolmente». Perché dato come si sono messe le cose, «bisogna capire cosa si vuol fare di Alghero all’interno di questo sistema, e il territorio deve poter avere voce in capitolo.
http://lanuovasardegna.gelocal.it/a...ghero-non-per-la-tassa-c-e-ovunque-1.13659839