La tragedia del Cermis, il rapporto militare USA: "E' colpa nostra"


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31 Marzo 2011
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Il 3 febbraio del 1998 un aereo militare statunitense, decollato dalla base di Aviano per un giro di addestramento, tranciò i cavi della funivia del Cermis (Trentino). Quel maledetto giorno 20 persone, tra cui 3 italiani, morirono, nessun sopravvisuto. A 13 anni e 6 mesi da quell'istante tragico La Stampa ha pubblicato il rapporto investigativo interno dell'esercito Usa, redatto un mese dopo l'incidente. "E' colpa nostra, dobbiamo pagare", si legge nella relazione.
"Gli Stati Uniti - continua - dovranno pagare tutte le richieste giustificate di risarcimento per la morte e il danno materiale provocato da questo incidente".

Ma cosa successe il giorno del disatro di Val di Fiemme? A guidare l'aereo EA-6B in forza alla 31st Fighter Wing dei Marines, di base ad Aviano per partecipare alle missioni in corso in Bosnia, il capitano Richard Ashby, insieme a lui il navigatore Joseph Schweitzer, il capitano William Raney e il capitano Chandler Seagraves, aggiunto solo all’ultimo momento al gruppo.

All'interno della cabina di pilotaggio sono state trovate anche le carte, mai aperte, del governo italiano con le direttive che imponevano i nuovi limiti e che vietavano appunto, ai voli militari, di scendere al di sotto dei 2mila piedi di quota, ossia circa 700 metri.

Il 2 febbraio Schweitzer, riporta La Stampa, comincia a studiare la rotta per il volo addestrativo a bassa quota, ma lo fa sulle carte e i documenti sbagliati. Comunque il navigatore aveva deciso di non scendere al di sotto dei mille piedi. Distanza superiore all'altezza della funivia. Quando saprà dell'infrazione il capitano Peter Pace, che ordinò personalmente di aprire l'inchiesta interna, sanzionerà con pene amministrative i comandanti.

Continuano le indagini, e a poco a poco le responsabilità dei quattro militari si fanno più vivide. Il 3 mattina l'aereo coinvolto nell'incidente decolla per una missione in Bosnia, pilotato dal capitano Thayer. Ritorna alle 12.20 e Thayer segnala un malfunzionamento del "G meter", indicatore delle forze di gravità applicate dal pilota all'aereo: lo strumento verrà però sostituito. Il radar altimetro, invece, quello che con un suono nelle cuffie segnala a tutto l'equipaggio che sta scendendo sotto la quota prestabilita, "funziona normalmente", anche se poi Ashby e gli altri diranno di non averlo sentito.

Il 3 febbraio i quattro marines prenderanno l'aereo e violeranno tutti limiti di velocità e altezza. La videocamera interna è stata manomessa ma, loro non lo sanno, il volo è seguito in lontananza anche da un aereo radar Awacs, che aggiungerà tasselli preziosi all'inchiesta. Negli istanti antecedenti alla tragedia, alcuni testimoni raccontano di aver visto l'aereo a bassissima quota scorazzare sopra le loro teste. La funivia si trova a un'altezza non superiore ai 113 metri, 370 piedi. Ashby se ne accorge all'ultimo è picchia giù al di sotto del cavo, che si rompe. Tornano alla base e chiamano per un'emergenza il centro di controllo aereo di Padova.

Il rapporto conclude: "La causa dell'incidente è stata un errore dell'equipaggio. Ha manovrato aggressivamente l'aereo, superando la velocità massima di 100 miglia all'ora e scendendo molto più in basso dei 1000 piedi di altezza. L'impatto non è stato un caso fortuito, perché l'equipaggio ha volato più basso e più veloce di quanto fosse autorizzato".

Il 24 febbraio il governo italiano ha formalmente richiesto che gli Stati Uniti rinunciassero alla giurisdizione personale sui quattro membri dell'equipaggio. Richieste negate. Il primo processo, svolto in Carolina del Nord, nel marzo del 1999, assolve Ashby provocando l'indignazione d'Europa. Le famiglie delle vittime rivendicano giustizia. Poco dopo si celebra un nuovo processo, Ashby e Schweitzer saranno riconosciuti colpevoli e dimessi, per il pilota è disposta la condanna a sette mesi di carcere (uscirà dopo 4 per buona condotta). Il navigatore, confessa l'occultazione dei fatti e la distruzione del video, così riesce a evitare la prigione.
 
Leggendo queste parole mi vengono i brividi. Sapere che queste persone hanno volutamente sbagliato, e confessato, e se la sono cavata solo con pochi mesi di carcere, ed alcuni non l'hanno nemmeno visto il carcere, è disgustoso. Il mio pensiero va alle venti persone che persero la vita ed ai loro cari.
 
gli americani quando fanno sul serio riescono a insabbiare tutto per bene:quelle 20 persone aspettano ancora una giustizia che quasi sicuramente non arriverà mai.
 
Sapere che queste persone hanno volutamente sbagliato
Non hanno sbagliato volutamente, non hanno centrato i cavi della funivia volutamente, ma per negligenza grave.

Gli Americani hanno ucciso decine di migliaia di civili italiani, durante la guerra, in bombardamenti spesso molto stupidi.
Hanno vinto e sono rimasti in Italia con un' occupazione molto soft. I morti del Cermis fanno purtroppo logicamente parte del body count iniziato settant' anni fa.
 
Aggiungerei che la responsabilità del traffico aereo americano era comunque di un militare italiano (un colonnello, se non ricordo male) che dinanzi ai reiterati e ben noti comportamenti spericolati dei piloti americani non ha mai mosso un dito né detto niente. Questo non certo per assolvere i militari americani coinvolti nell'incidente e soprattutto i loro superiori, ma per distribuire la responsabilità in modo più consono.
 
fanno semplicemente schifo,mi chiedo cosa sarebbe accaduto a parti inverse...se piloti italiani avessero provocato un simile incidente negli stati uniti...
 
Non hanno sbagliato volutamente, non hanno centrato i cavi della funivia volutamente, ma per negligenza grave.

Chiedo venia, però hanno comunque ignorato i nuovi limiti che gli erano stati imposti. Penso inoltre che non fosse la prima volta che facessero degli addestramenti in quella zona, quindi, penso fossero a conoscenza del fatto che in quel luogo si trovava una funivia. E' chiaro che non hanno tranciato il cavo per creare un disastro, però erano consci dell'ambiente nel quale stavano volando.

Gli Americani hanno ucciso decine di migliaia di civili italiani, durante la guerra, in bombardamenti spesso molto stupidi.
Hanno vinto e sono rimasti in Italia con un' occupazione molto soft. I morti del Cermis fanno purtroppo logicamente parte del body count iniziato settant' anni fa.

Straquoto e sono d'accordissimo con te.
 
Aggiungerei che la responsabilità del traffico aereo americano era comunque di un militare italiano (un colonnello, se non ricordo male) che dinanzi ai reiterati e ben noti comportamenti spericolati dei piloti americani non ha mai mosso un dito né detto niente. Questo non certo per assolvere i militari americani coinvolti nell'incidente e soprattutto i loro superiori, ma per distribuire la responsabilità in modo più consono.
aggiungi male.
elabora il concetto, se proprio lo vuoi sostenere, altrimenti non esce per niente chiaro.
 
Comunque, qualche esempio di "se fossero stati i nostri a provocare i morti" ce lo abbiamo, anche se in episodi profondamente diversi.

I primi due che mi vengono:

- Il disastro di Casalecchio di Reno (12 ragazzi bruciati in una scuola... ma in questo caso le colpe del pilota e dei suoi responsabili sono a mio modo di vedere molto inferiori... certo, se fosse stato un eroe magari non si sarebbe buttato per portare l'aereo lontano dai centri abitati. Comunque tutti assolti in Cassazione).

- Il disastro di Ramstein (in questo "i nostri" hanno provocato moltissime vittime straniere... anche se le responsabilita' erano soprattutto degli organizzatori. E sinceramente non so nulla delle conseguenze giudiziare dell'incidente... se qualcuno ha dovuto rispondere e in che termini.).

Bisogna dire che quelli del Cermis forse sono stati piu' spacconi e irresponsabili, e hanno pagato di meno.
 
La scoperta dell'acqua calda, mi viene da dire.
OT - Ricordo che quando sentii la notizia, l'abbinamento Cermis/Cavalese mi fece venire i brividi. Avevo 8 anni nel '76, quando per ben altri motivi si sganciò una cabina. Uno degli occupanti era un mio vicino di casa, poco più grande di me, in gita scolastica: ci avevo giocato insieme nel cortile di casa pochi giorni prima, ed il suo fu il primo funerale al quale partecipai. In quell'incidente morirono 3 ragazzi della stessa classe (una quarta ginnasio del liceo Carducci). Unica sopravvissuta fu una ragazza, che si riprese completamente dopo parecchio tempo. Purtroppo, è mancata un paio di anni fa. Il mio ricordo va anche a loro. - FINE OT
 
Comunque, qualche esempio di "se fossero stati i nostri a provocare i morti" ce lo abbiamo, anche se in episodi profondamente diversi.

I primi due che mi vengono:

-certo, se fosse stato un eroe magari non si sarebbe buttato per portare l'aereo lontano dai centri abitati..

Indaco, queste sono affermazioni gravi. Attento a quello che scrivi, per favore.
Grazie
 
Essendo nato a Cavalese la cosa mi tocca particolarmente.

Ovviamente era tutto noto e palese. Ricordo come mi incaxxai con un amico americano (pilota) quando cercava di giustificare i piloti dicendo che "se sulle carte non era segnata la funivia non potevano farci niente" (prima scusa/insabbiamento tirata fuori al processo USA) e io che cercavo di spiegare che forse non era il caso di credere a certe cose...
 
Questi 3ad sono sempre ad alto rischio.
Alla giusta condanna per quanto accaduto, ed alla giusta indignazione per la brevità della pena inflitta, si assommano spesso elementi ideologici che nulla hanno a che vedere coi fatti. Che l'equipaggio dell'EA-6B sia stato criminale, lo sottoscrivo col sangue. Sostenere che l'America sia, di fatto, un sistema criminale per i fatti del Cermis, lo trovo brutalmente ingiurioso.
 
sono stati condannati esattamente come se avessero investito una scolaresca con un camion, ovvero per omicidio colposo ... non essendo ubriachi ne avendo fatto nulla di gravissimo la colpa non era grave.