"Non si può decidere a Parigi come viaggeranno gli italiani"
Sconvolgente che il governo abbia lasciato in mano ad Air France il filo delle trattative
ETTORE LIVINI
MILANO - «Il governo faccia di Alitalia quello che vuole. Air France, Air One. Io non interferisco. Ma Palazzo Chigi deve riprendere le redini della politica dei trasporti del paese. Non si può decidere a Parigi come si muoveranno gli italiani. Serve un ok alla moratoria entro poche ore. Altrimenti Malpensa vivrà un 2008 da incubo». Per il sindaco di Milano Letizia Moratti non sono giorni semplici. Siamo alla volata finale per l´Expo 2015, c´è stato l´incidente di giovedì in centro città. Ma in cima alla pila dei dossier sulla sua scrivania c´è ancora quello di Malpensa. «Perché? Semplice. Non c´è più tempo. Il governo deve agire subito».
Intanto Air France ha frenato su Alitalia. Contenta?
«No. I tempi si allungano e senza decisioni immediate la crisi Sea si aggrava. Alitalia da fine marzo ridurrà di due terzi i suoi voli da Milano. E il time out di Parigi ci lascia in un limbo che non fa che peggiorare la situazione».
Ha visto i conti Alitalia? Perde un milione al giorno, è a corto di liquidità. Forse l´addio a Malpensa è una mossa obbligata, a Milano la compagnia sostiene di perdere 200 milioni l´anno...
«È una falsità. Perché a Malpensa si addebitano costi impropri. Alitalia trasferisca piloti e hostess a Milano, evitando di affittare 300 camere d´hotel a notte e vedrà che i conti tornano. Alla Magliana ci accusano anche di aver poche destinazioni intercontinentali, solo 17. Altra bugia. Da Malpensa ci sono 77 rotte a lungo raggio. Le 17 sono quelle di Alitalia che non può imputare a noi le sue debolezze».
Padoa-Schioppa non è andato giù leggero. Ha detto che Malpensa soffre per Linate e che è un problema del Nord solo all´8%, la cifra dei passeggeri che partono da qui per altri continenti. Ha ragione?
«La Bocconi dà altre cifre: dal nord partono su tratte intercontinentali 12.772.363 passeggeri l´anno di cui 8.668.154 da Malpensa. Su voli diretti sono partiti in 8 milioni di cui più di 6 da qui. Malpensa quindi è un problema del nord all´81%, non all´8%. Se si toglie l´hub si bruceranno 10,6 miliardi di Pil al 2015, 15mila posti di lavoro con 4,5 miliardi di mancato introito per lo stato. Linate? Siamo pronti da tempo a ridimensionarlo».
E allora? Cosa si può ancora fare adesso?
«Una sola cosa. La moratoria. La stessa che Air France ha garantito ad Amsterdam per Klm. Trovo sconvolgente che l´esecutivo abbia lasciato in mano a Parigi il filo delle trattative. È di una gravità istituzionale incredibile. Certo bisogna salvare Alitalia. Ma non dobbiamo delegare a Spinetta le scelte sugli slot e su quali trattati bilaterali rinegoziare. Così dipendiamo da decisioni di una compagnia che fa gli interessi suoi e non del sistema Italia».
Air One è una soluzione?
«Non interferisco con le scelte di imprenditori e banche così come non giudico quelle di Air France. Ma Roma deve separare il destino di Alitalia da quello di Malpensa. Parigi non vuole la moratoria? Gli venga fatto uno sconto. Con quello che perderebbe il paese ridimensionando lo scalo non sarà un problema sacrificare 200 milioni all´anno per tre anni. Capisco i problemi di Alitalia, ma non si può risolvere un problema aprendone un altro».
Oggi (ieri per chi legge, ndr) ha incrociato Padoa Schioppa e Prodi a Piazza Affari. Ci sono novità sul tavolo Milano?
«Niente. E sono sconvolta. Ad aprile scorso ci avevano assicurato che saremmo stati consultati. Abbiamo spedito lettere, telegrammi, l´altro giorno sono rientrata apposta in anticipo da New York. Inutile. Abbiamo avuto solo una convocazione tardiva e negli ultimi giorni nessuno si è fatto vivo».
Se la chiamassero adesso cosa chiederebbe oltre alla moratoria?
«L´impegno a rinegoziare 25 bilaterali per non cancellare Milano dalla mappa dei cieli mondiali e un rilascio graduale degli slot».
Ma Alitalia li ha già liberati, in fondo come chiedevate voi...
«Li riprenda già dalla stagione estiva. Tanto in ogni caso su Air France non si decide prima di allora».
Cosa succederà adesso alla Sea?
«Chiuderà l´anno con 25 milioni di perdite invece che 50 milioni di utile. E purtroppo ho dovuto dare mandato all´azienda per avviare un piano di ristrutturazione. Spero che Roma ci garantisca almeno gli stessi ammortizzatori sociali previsti per Alitalia. Ma abbiamo anche aumentato gli investimenti 2008 a 140 milioni».
Qualcuno vi accusa di esservi mossi tardi. Dice che Berlusconi è stato assente dalla partita. E che il Nord non ha messo sul piatto un euro per Alitalia. Ha niente da rimproverarsi?
«Guardi, le confesso che negli ultimi giorni ho provato a fare un esame di coscienza. E mi dispiace. La risposta è no. In questa partita c´è un unico protagonista che non ha rispettato il suo ruolo istituzionale: il governo». (La Repubblica)
CIAO
_goa
Sconvolgente che il governo abbia lasciato in mano ad Air France il filo delle trattative
ETTORE LIVINI
MILANO - «Il governo faccia di Alitalia quello che vuole. Air France, Air One. Io non interferisco. Ma Palazzo Chigi deve riprendere le redini della politica dei trasporti del paese. Non si può decidere a Parigi come si muoveranno gli italiani. Serve un ok alla moratoria entro poche ore. Altrimenti Malpensa vivrà un 2008 da incubo». Per il sindaco di Milano Letizia Moratti non sono giorni semplici. Siamo alla volata finale per l´Expo 2015, c´è stato l´incidente di giovedì in centro città. Ma in cima alla pila dei dossier sulla sua scrivania c´è ancora quello di Malpensa. «Perché? Semplice. Non c´è più tempo. Il governo deve agire subito».
Intanto Air France ha frenato su Alitalia. Contenta?
«No. I tempi si allungano e senza decisioni immediate la crisi Sea si aggrava. Alitalia da fine marzo ridurrà di due terzi i suoi voli da Milano. E il time out di Parigi ci lascia in un limbo che non fa che peggiorare la situazione».
Ha visto i conti Alitalia? Perde un milione al giorno, è a corto di liquidità. Forse l´addio a Malpensa è una mossa obbligata, a Milano la compagnia sostiene di perdere 200 milioni l´anno...
«È una falsità. Perché a Malpensa si addebitano costi impropri. Alitalia trasferisca piloti e hostess a Milano, evitando di affittare 300 camere d´hotel a notte e vedrà che i conti tornano. Alla Magliana ci accusano anche di aver poche destinazioni intercontinentali, solo 17. Altra bugia. Da Malpensa ci sono 77 rotte a lungo raggio. Le 17 sono quelle di Alitalia che non può imputare a noi le sue debolezze».
Padoa-Schioppa non è andato giù leggero. Ha detto che Malpensa soffre per Linate e che è un problema del Nord solo all´8%, la cifra dei passeggeri che partono da qui per altri continenti. Ha ragione?
«La Bocconi dà altre cifre: dal nord partono su tratte intercontinentali 12.772.363 passeggeri l´anno di cui 8.668.154 da Malpensa. Su voli diretti sono partiti in 8 milioni di cui più di 6 da qui. Malpensa quindi è un problema del nord all´81%, non all´8%. Se si toglie l´hub si bruceranno 10,6 miliardi di Pil al 2015, 15mila posti di lavoro con 4,5 miliardi di mancato introito per lo stato. Linate? Siamo pronti da tempo a ridimensionarlo».
E allora? Cosa si può ancora fare adesso?
«Una sola cosa. La moratoria. La stessa che Air France ha garantito ad Amsterdam per Klm. Trovo sconvolgente che l´esecutivo abbia lasciato in mano a Parigi il filo delle trattative. È di una gravità istituzionale incredibile. Certo bisogna salvare Alitalia. Ma non dobbiamo delegare a Spinetta le scelte sugli slot e su quali trattati bilaterali rinegoziare. Così dipendiamo da decisioni di una compagnia che fa gli interessi suoi e non del sistema Italia».
Air One è una soluzione?
«Non interferisco con le scelte di imprenditori e banche così come non giudico quelle di Air France. Ma Roma deve separare il destino di Alitalia da quello di Malpensa. Parigi non vuole la moratoria? Gli venga fatto uno sconto. Con quello che perderebbe il paese ridimensionando lo scalo non sarà un problema sacrificare 200 milioni all´anno per tre anni. Capisco i problemi di Alitalia, ma non si può risolvere un problema aprendone un altro».
Oggi (ieri per chi legge, ndr) ha incrociato Padoa Schioppa e Prodi a Piazza Affari. Ci sono novità sul tavolo Milano?
«Niente. E sono sconvolta. Ad aprile scorso ci avevano assicurato che saremmo stati consultati. Abbiamo spedito lettere, telegrammi, l´altro giorno sono rientrata apposta in anticipo da New York. Inutile. Abbiamo avuto solo una convocazione tardiva e negli ultimi giorni nessuno si è fatto vivo».
Se la chiamassero adesso cosa chiederebbe oltre alla moratoria?
«L´impegno a rinegoziare 25 bilaterali per non cancellare Milano dalla mappa dei cieli mondiali e un rilascio graduale degli slot».
Ma Alitalia li ha già liberati, in fondo come chiedevate voi...
«Li riprenda già dalla stagione estiva. Tanto in ogni caso su Air France non si decide prima di allora».
Cosa succederà adesso alla Sea?
«Chiuderà l´anno con 25 milioni di perdite invece che 50 milioni di utile. E purtroppo ho dovuto dare mandato all´azienda per avviare un piano di ristrutturazione. Spero che Roma ci garantisca almeno gli stessi ammortizzatori sociali previsti per Alitalia. Ma abbiamo anche aumentato gli investimenti 2008 a 140 milioni».
Qualcuno vi accusa di esservi mossi tardi. Dice che Berlusconi è stato assente dalla partita. E che il Nord non ha messo sul piatto un euro per Alitalia. Ha niente da rimproverarsi?
«Guardi, le confesso che negli ultimi giorni ho provato a fare un esame di coscienza. E mi dispiace. La risposta è no. In questa partita c´è un unico protagonista che non ha rispettato il suo ruolo istituzionale: il governo». (La Repubblica)
CIAO
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