Io posso dire la mia sulla Cina per come la conosco io (moglie cinese, viaggi e tante letture). Penso che parlare generalmente di "cina" sia fuorviante. Ci sono tantissime "Cine". Hanno circa 60 nazionalità e altrettante lingue (lingue, non dialetti). E' un paese che va dalla Siberia a zone subtropicali fino ai deserti dell'ovest. Penso che la Cina ci stia già superando e sia avanti a noi sotto molti aspetti. Ho frequentato (per motivi affettivi) soprattutto il gelido nord-est. Da città a città le condizioni di vita cambiano, e di molto. Certo è che migliorano: chi era già avanti (esempio, Dalian), oramai vive in città-gioiello. Chi era indietro, corre. Lavorano molto, è vero. Ma lo stereotipo del cinese sfruttato, che lavora 20 ore al giorno, ormai è una barzelletta. Per carità, ci saranno casi del genere, ma non è la norma: la maggior parte della gente lavora 5 giorni alla settimana con turni da otto ore. Con la ricchezza, stanno guadagnando diritti (noi, al contrario, li stiamo perdendo). Può darsi che sia una parabola (anche noi fino al secondo dopoguerra eravamo degli straccioni). Può darsi, come sta succedendo a noi, che a breve la Cina si soffochi per ingordigia. Tutto può essere.
Chi è povero fa fatica a curarsi. A livello di infrastrutture sono messi benissimo, da nord a sud, da est a ovest. Non possono votare (e non gliene frega nulla) ma tutti possono entrare in politica e fare carriera. La dittatura non l'avverti: puoi fare tutto ma non toccare le istituzioni. C'è libertà di culto, ma la religione non può fare politica. Copiano, è vero, come copiavano gli italiani negli anni 60 e 70, come lo hanno fatto i giapponesi dopo. Costano poco, è vero, come gli italiani prima e i giapponesi dopo. Non hanno marchi di fama, ma hanno produzioni di altissima qualità. Non badate ai prodotti che arrivano nei negozi cinesi da noi (basso costo e bassa qualità), fatevi un giro là e troverete gioielli nella tecnologia e anche nel tessile. E a breve anche noi compreremo jeans Buyun o microonde Midea, così come abbiamo fatto con Asics o Sony.
La gente? Ho trovato cinesi scortesi (maleducati secondo i nostri canoni) e cinesi molto gentili e alla mano (soprattutto nei posti meno sviluppati). Li ho trovati mentalmente "chiusi" come noi ma nei fatti - di fronte al "laowai" (lo straniero) - molto curiosi e aperti al nuovo. Chiudo con un concetto che secondo me calza a pennello: noi mangiamo pizza italiana e andiamo a fare i massaggi dall'estetista italiana. I cinesi fanno i massaggi dai cinesi ma - se la trovano - provano la pizza italiana. Con tutto il rispetto per le estetiste italiane.
Ps: il cinese che hanno in mente gli italiani è l'emigrato cinese in Italia. Vengono quasi tutti dalla città di Wenzhou (Zehjiang, regione del Sud), hanno una fortissima vocazione allo spostamento (anche in Cina creano quartieri ghetto, come nelle città italiane) e al commercio. C'è poi una seconda migrazione cinese in Italia: quella del Dongbei (Nord-est), più recente. E' gente generalmente più acculturata, di mezza età (dai 35 in su), che ha perso il lavoro quando, cominciato il progetto di privatizzazione, le grandi aziende statali del nord-est hanno chiuso. In generale il cinese emigrato non si integra: vuole lavorare - a costo di farsi sfruttare - per qualche anno da noi, per poi tornare in patria e garantire un futuro migliore alla propria famiglia. Guadagnare 1000 euro al mese da noi, significa guadagnare 10mila euro per loro.
Chi è povero fa fatica a curarsi. A livello di infrastrutture sono messi benissimo, da nord a sud, da est a ovest. Non possono votare (e non gliene frega nulla) ma tutti possono entrare in politica e fare carriera. La dittatura non l'avverti: puoi fare tutto ma non toccare le istituzioni. C'è libertà di culto, ma la religione non può fare politica. Copiano, è vero, come copiavano gli italiani negli anni 60 e 70, come lo hanno fatto i giapponesi dopo. Costano poco, è vero, come gli italiani prima e i giapponesi dopo. Non hanno marchi di fama, ma hanno produzioni di altissima qualità. Non badate ai prodotti che arrivano nei negozi cinesi da noi (basso costo e bassa qualità), fatevi un giro là e troverete gioielli nella tecnologia e anche nel tessile. E a breve anche noi compreremo jeans Buyun o microonde Midea, così come abbiamo fatto con Asics o Sony.
La gente? Ho trovato cinesi scortesi (maleducati secondo i nostri canoni) e cinesi molto gentili e alla mano (soprattutto nei posti meno sviluppati). Li ho trovati mentalmente "chiusi" come noi ma nei fatti - di fronte al "laowai" (lo straniero) - molto curiosi e aperti al nuovo. Chiudo con un concetto che secondo me calza a pennello: noi mangiamo pizza italiana e andiamo a fare i massaggi dall'estetista italiana. I cinesi fanno i massaggi dai cinesi ma - se la trovano - provano la pizza italiana. Con tutto il rispetto per le estetiste italiane.
Ps: il cinese che hanno in mente gli italiani è l'emigrato cinese in Italia. Vengono quasi tutti dalla città di Wenzhou (Zehjiang, regione del Sud), hanno una fortissima vocazione allo spostamento (anche in Cina creano quartieri ghetto, come nelle città italiane) e al commercio. C'è poi una seconda migrazione cinese in Italia: quella del Dongbei (Nord-est), più recente. E' gente generalmente più acculturata, di mezza età (dai 35 in su), che ha perso il lavoro quando, cominciato il progetto di privatizzazione, le grandi aziende statali del nord-est hanno chiuso. In generale il cinese emigrato non si integra: vuole lavorare - a costo di farsi sfruttare - per qualche anno da noi, per poi tornare in patria e garantire un futuro migliore alla propria famiglia. Guadagnare 1000 euro al mese da noi, significa guadagnare 10mila euro per loro.