è una influenza come tutte le altre
ma è altamente contagiosa
e la prenderanno molti di piu`
calcolando una percentuale di mortalità pari alle altre,avremo MOLTI PIU`DECESSI
molti piu`ricoverati
danni all`economia:
"Previsti in Ticino tra i 350
e i mille morti per l'influenza suina"
Patrizia Guenzi
Godiamoci le vacanze - evitando le mete a rischio “influenza suina” - perché al ritorno dovremo fare i conti con l’H1N1 e quindi tossire, starnutire e manipolare il termometro per sette-dieci giorni, complicazioni permettendo. Mentre i governi di mezzo mondo sono in allarme e impegnati a mettere a punto piani d’intervento mirati, predisponendo scorte di vaccino, anche in Ticino non si è stati con le mani in mano. E già si sono fatti i calcoli: “Abbiamo a disposizione solo modelli matematici da far combaciare con ipotesi epidemiologiche fornite dagli esperti dell’Oms”, premette il dottor Marco Ferrera, delegato per la pandemia per conto dell’Ordine dei medici e nominato dal consiglio di Stato. E aggiunge: “Prevediamo in Ticino oltre 90mila malati con oltre 2000 ricoveri. Considerando che negli altri Paesi vi è finora una mortalità compresa fra 0,5 e 1%, potremmo stimare nel nostro cantone fra 350 e 1000 decessi nel corso di tutto il periodo pandemico. Il condizionale è d’obbligo e al momento siamo orientati verso la cifra bassa, in attesa di informazioni valide scientificamente”.
Insomma, c’è poco da stare allegri. L’Oms - che a giugno ha aumentato il livello di allarme da 5 a 6 e i casi ufficialmente dichiarati finora sono oltre 94'500, di cui 429 decessi - ha confermato per settembre la fase di maggiore virulenza della pandemia. In Svizzera sono stati registrati 220 casi confermati da un laboratorio, 19 in Ticino - dati Ufficio federale sanità, 17 luglio -, nessuna vittima. Mentre la Germania si prepara a immunizzare 50 milioni di cittadini a settembre. E Berna non starà certo a guardare. “Abbiamo già pronto un programma d’intervento che ci permetterà in sole due settimane di vaccinare tutta la popolazione ticinese”, assicura il dottor Ferrera. Il vaccino, però, non è ancora disponibile perché in fase di produzione. Berna ha già ordinato 13 milioni di dosi, costo 84 milioni di franchi, che distribuirà ai cantoni.
Anche secondo le stime dell’Ufficio federale della sanità svizzera il picco dell’ondata di epidemia potrebbe arrivare già a settembre, al ritmo di 400mila casi a settimana. Da uno a due milioni di persone rischiano di contrarre il virus: 15-30mila di queste dovranno sottoporsi a cure intensive e i casi fatali saranno circa 2mila. Berna non nasconde la propria preoccupazione. D’altro canto, i numeri parlano da soli. Una normale grippe mette a letto 300mila persone a stagione. “In questo caso siamo di fronte ad una pandemia - commenta Jean-Louis Zurcher, portavoce dell’Ufficio federale della sanità -, visto che il virus si trasmette da persona a persona. Inoltre, nel 97% per cento dei casi il decorso della malattia si rivela sì benigno, ma per ora…”.
A questo punto facciamo una stima - che sicuramente pecca in difetto - sui giorni di assenza dal lavoro che l’H1N1 provocherà: calcolando, sulle 90mila persone a rischio infezione, circa 40mila quelle attive professionalmente, e facendo una media di 5 giorni di assenza per ogni singolo caso, si può ipotizzare che la “febbre suina” farà perdere al Ticino 200 mila giornate di lavoro. “Proprio per evitare la paralisi del Paese, sarà importante avere il vaccino”, ribadisce Ferrera. Altrimenti, non è escluso un serio rallentamento dell’economia. Assenti dal lavoro, infatti, non saranno solo coloro che hanno contratto il virus, ma anche chi non può uscire da casa perché deve assistere un proprio caro o curare un figlio. Già a maggio, l’Ufficio federale della sanità aveva chiesto a imprese e amministrazioni di organizzare un “piano di continuità”.
E il Ticino sembra aver seguito alla lettera il consiglio. “Siamo quasi pronti da ormai sei mesi - spiega il dottor Ferrera -. Ogni giorno che passa aggiustiamo la mira, alla luce delle nuove informazioni”. A fare da apripista, l’influenza aviaria. “La suina è meno grave, provoca minore mortalità - aggiunge -, ma ha una più grande penetrazione e si sta diffondendo molto velocemente. Il vaccino sarà importante per evitare che tutta la popolazione ticinese si ammali contemporaneamente”.
pguenzi@caffe.ch
19.07.2009 - 01:00