La vicenda pare essere più sporca di ciò che si pensasse:
SPY ITA/ Le inchieste in corso e la data chiave dell'11 novembre
Pubblicazione: 07.11.2022 -
Vittoria Ala
Una vera e propria spy story si sta consumando all'interno di ITA, la cui privatizzazione resta ancora in bilico, con una data che potrebbe essere decisiva
L’impianto costitutivo di ITA e impostato d’allora capo del dicastero del Mise Stefano Patuanelli di comune accordo con Paola De Micheli, allora ministro dei Trasporti, non era stato concepito per fare soldi o per contenere i costi della compagnia aerea dello Stato, ma per fare degli ingenti investimenti nel settore aeronautico che avrebbero dovuto nel medio lungo periodo generare un profitto. Lo svantaggio di vedersi dimezzare la dotazione economica necessaria (da 3 miliardi a 1,25 miliardi di euro) e di essere partita in un momento molto particolare, cioè quello di aver incontrato sulla pista di decollo il Covid-19, è stato poi il momento più critico per ITA anche se alla conta dei fatti il taglio della dotazione a seguito delle note traversie che stanno attanagliando la nostra compagnia di bandiera impegnata su vari fronti giudiziari, da quello civile a quello penale, è una questione che l’attuale Governo sta sfruttando per accorciare i tempi di questa privatizzazione.
Partiamo parlando delle cause che gli ex dipendenti Alitalia hanno intentato contro ITA. Attualmente ci sono circa una ventina di circoscrizioni giudiziarie, con altrettanti Giudici, che sono impegnate a valutare i ricorsi che gli ex dipendenti di Alitalia hanno promosso contro ITA. Le cause sono state intraprese per vedersi riconoscere il famoso articolo 2112 del codice civile sulla continuità aziendale, quindi con l’espressa richiesta da parte di questi ex dipendenti oggi in cassa integrazione di essere “re-integrati” in ITA con l’applicazione del vecchio contratto di lavoro, quello appunto della ex Alitalia. Nessuna di queste cause, però, al momento li vede vincitori. Infatti, le prime sentenze che arrivano proprio dal Tribunale di Roma vedono il respingimento di tutti i ricorsi presentati.
E veniamo alla questione più spinosa che vede l’attuale presidente di ITA Alfredo Altavilla in rotta di collisione con l’azienda. Questo affaire, infatti, è diventata una vera e propria spy story. Ma ripercorriamo gli eventi. Nel febbraio di quest’anno il Governo Draghi vara un decreto che autorizza la privatizzazione della compagnia di bandiera indicando i termini della privatizzazione stessa.
A marzo di quest’anno si fanno avanti vari pretendenti, di questi rimangono in pista il gruppo Msc-Lufthansa, il fondo/consorzio americano Certares e il gruppo Indigo proprietario di Wizzaair. Intanto i media apprendono da fonti interne a ITA che in pole position per l’aggiudicazione della gara a trattare in via esclusiva con il Governo ci sarebbe il gruppo guidato dal magnate dei container Luigi Aponte, patron di MSC insieme al Gruppo Lufthansa di Carsten Spohr. Ma tutta questa attenzione verso il gruppo MSC-Lufthansa successivamente risulterà solo essere una campagna mediatica creata ad arte per generare una sorta di immagine positiva a favore della cordata italo-tedesca. Quando poi a luglio cade il Governo Draghi tutti i nodi vengono al pettine.
Con un blitz dell’ultimo minuto e grazie alla collaborazione di un manager di esperienza come Paolo Scaroni, Certares riesce ad aggiudicarsi la trattativa con il Governo per privatizzare ITA, grazie anche alla partnership sottoscritta con Delta e Air France-KLM. Solo a fine settembre verranno avviati i colloqui tra ITA e Certares per l’accesso alla virtual data room per visionare i dati sensibili della compagnia.
Il Prof. Francesco Giavazzi, deus ex machina delle nomine governative, dopo la caduta del Governo Draghi perde la propria influenza e quindi Alfredo Altavilla, Presidente di ITA che fino al quel momento aveva avuto sostanzialmente carta bianca, si ritrova senza sponsor e senza privatizzazione e cade in disgrazia.
Ed è proprio da qui che la spy story prende corpo. Certares a un certo punto denuncia al Tesoro di avere difficoltà ad accedere alla data room di ITA, e successivamente si viene a scoprire che un gruppo i dirigenti di ITA avrebbe cercato di compromettere la trattativa tra ITA e il fondo Certares per favorire il Gruppo MSC-Lufthansa. Viene aperta una indagine interna e si passano al setaccio le e-mail, i tabulati telefonici e gli sms di vari dirigenti e collaboratori coinvolti nelle operazioni di privatizzazione e si scoprono i contatti diretti tra un alto dirigente di ITA e il gruppo guidato da Carsten Spohr.
Il dirigente viene immediatamente licenziato in tronco, ma la storia è appena agli inizi. Nella spy story sarebbero coinvolti anche altri dirigenti e dipendenti di ITA: infatti, è difficile immaginare che questo giochino sia stato pensato e ordito da una sola persona. Ecco quindi che ai primi di settembre il Mef, informato della vicenda, scrive al Cda di ITA chiedendo più trasparenza sulle operazioni di privatizzazione e punta il dito contro Altavilla. Il primo atto ufficiale è proprio quello di sfiducia verso Altavilla da parte di sei consiglieri del Cda e che viene immediatamente avvallato dal Direttore generale del Tesoro Alessandro Rivera, il quale i ben informati descrivono furibondo con Altavilla reo di avere cercato di mettere il suo dipartimento in cattiva luce.
ha determinato un generale innalzamento del prezzo medio per ogni singola tratta, in certi casi anche del 700-900%, quindi con prezzi molto vicini oseremmo dire quasi allineati a quelli delle compagnie cosiddette Full Service Carrier. L’occasione di potersi liberare delle low cost, soprattutto su destinazioni ad alto valore di traffico, è un fattore importantissimo per i vettori come Air France e Lufthansa alla costante ricerca di quote di mercato.
Ecco quindi che la partita su ITA riveste un fattore strategico non solo per sviluppare le potenzialità di ITA, ma per qualsiasi compagnia che vuole gestire il traffico sulle maggiori direttrici europee, in quanto l’aggiudicazione di ITA a uno piuttosto che a un altro vettore comporterebbe l’acquisizione non solo di quella specifica quota di mercato, ma la possibilità di creare una sorta di perimetro di protezione verso i competitor più aggressivi, con il risultato di avere un generale incremento del fatturato proprio sui voli domestici dove c’è molta concorrenza e un progressivo ma costante aumento dei volumi di traffico anche sulle destinazioni di lungo raggio, che è la vera cassaforte di tutte o quasi le compagnie aeree mondiali.
E c’è da scommettere che la spy story non sia finita qui.
Fonte:
https://www.ilsussidiario.net/news/...e-la-data-chiave-dell11-novembre/2435445/amp/