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#escapemilan, i designer del Salone provano a lasciare Milano con l'aiuto di twitter
di Chiara Beghelli
Fino a poche ore fa si scambiavano le foto scattate agli oggetti più interessanti e le dritte per i party del FuoriSalone. Ma la nube vulcanica e il blocco degli aerei hanno trasformato gli entusiasti visitatori britannici del Salone del Mobile - designer, giornalisti, architetti o curiosi - in ansiosi prigionieri che ora digitano tag come #escapemilan (scappare da Milano) e #getmehome (portatemi a casa). Il tam tam della fuga dalla città passa da richieste di passaggi in auto, consigli su dove noleggiare le poche automobili rimaste, che si mescolano a momenti di disperata ironia come quella di chi posta la foto dell'unico mezzo trovato per andarsere: una segway, le due ruote elettriche da guidare in piedi. Sotto il cielo di cenere eruttiva si agitano nomi celebri come Tom Dixon (il magazine Dezeen twitta che sta meditando di raggiungere Londra in moto), ma anche il designer Giles Miller, che nel pomeriggio aveva già raggiunto il confine italiano con una Punto noleggiata fortunosamente, e sperava di trovare un'altra auto per proseguire il suo viaggio. Oltre a suppliche per un passaggio, fra i tweet degli amanti del design in fuga si trovano anche casi di inaspettata generosità: preoccupato per la sorte dei suoi compatrioti, Dan Snow, giovane scrittore e presentatore della Bbc, ha aperto l'account calaisrescue. Domenica, promette, sarà a Calais con una miniflotta di cinque barche e fino al tramonto farà la spola sulla Manica con il porto di Dover. Ma come raggiungere il porto francese sulla Manica resta un problema aperto. Gli organizzatori del London Design Festival, però, sono stati fra i primi a risolverlo. Forse leggendo dell'odissea della cancelliera tedesca Angela Merkel sulle strade di mezza Europa, già dalla mattina di sabato si sono procurati dei biglietti d'autobus per la Francia, decisi a raccogliere il generoso invito di Snow. «Bisognerebbe dare un premio al modo più creativo per andarsene da Milano», scrivevano comodamente diretti verso nord. E nel primo pomeriggio salutavano con sollievo la prima tappa della loro fuga: «I bellissimi monti svizzeri».
17 APRILE 2010