È in Baviera l'hub della Puglia
«È in Baviera l'hub della Puglia
Il presidente e l'amministratore delegato Kraus
«Viaggiatori raddoppiati all'estate 2012 al 2013»
«Dall’estate 2012 all’estate 2013 abbiamo raddoppiato i passeggeri sul Bari-Monaco in un contesto di calo generalizzato del 3%. È vero che abbiamo anche raddoppiato le frequenze, con due voli, uno al mattino e uno alla sera ogni giorno, ma il raddoppio dei passeggeri, e anche qualcosa in più, era tutt’altro che scontato». Michael Kraus, presidente e ceo (chief executive officer, il nostro amministratore delegato) di Air Dolomiti è entusiasta dell’aeroporto di Bari, «uno dei tre, in Italia, in cui si arriva con la ferrovia, insieme a Malpensa e Fiumicino». Ed è entusiasta soprattutto per i numeri: grazie a un’offerta low cost (prezzo medio 80-120 euro a partire, però, da 34 euro) — ma con servizio tradizionale — ogni aereo da 120 posti che vola 4 volte al giorno per 360 giorni all’anno dalla Puglia alla Baviera e viceversa ha un riempimento dell’80%. Il 55-60% dei passeggeri sono italiani, il 20-25% tedeschi e il resto di Paesi terzi, dalla Scandinavia agli Usa, dall’Est Europa alla Cina. «Noi — spiega Kraus — siamo l’hub della Puglia, perché viaggiando su Monaco si può raggiungere il mondo e, viceversa, il mondo può atterrare in Puglia: dalla Cina a Bari si arriva con Air Dolomiti, non con altre low cost». Monaco è, infatti, il secondo scalo tedesco dopo Francoforte e con i suoi 35-40 milioni di passeggeri all’anno ha superato Roma.
E Air Dolomiti a Monaco è la prima compagnia non tedesca per numero di passeggeri, quarta dietro tre tedesche. Perché pur essendo controllata al 100% da Lufthansa, Air Dolomiti resta italiana come dimostra anche la maggioranza di viaggiatori italiani. E al 60% si tratta di passeggeri che viaggiano su Monaco con motivazioni business. «Soprattutto sul fronte dell’export i grandi legami dell’Italia sono con la Germania. Poi c’è anche il traffico etico, come lo chiamiamo noi, quello degli emigrati». Nonostante Bari vada così bene (o forse proprio per quello), Air Dolomiti non ha intenzione di volare anche su Brindisi. «Sono dell’idea — continua Kraus — che quando le cose vanno bene non vanno cambiate. Vediamo come va la bassa stagione. Ma prima di fare un volo a Brindisi è più facile che facciamo il terzo a Bari: a noi piace lavorare sulla frequenza da uno stesso aeroporto, non su più scali». Perché la frequenza «nutre» l’hub di Monaco e favorisce le coincidenze. E poi per Kraus «in Italia basterebbero 20-25 aeroporti, come in Germania, e non 45: Air Dolomiti, al Sud, vola su Bari, Napoli e Catania». E lo fa senza sovvenzioni, «se non quella sulla pubblicità e uno sconto sull’handling: noi paghiamo gli aeroporti, non prendiamo da loro. Perché i nostri voli si reggono con il mercato». Kraus non biasima le convenzioni, ma la sua logica è diversa da quella di Ryanair, che dalla Regione Puglia prende 12 milioni all’anno fino al 2014 e poi, dopo, chissà quanto chiederà per rimanere: «Se dopo 2-3 anni — conclude Kraus — il volo si regge da solo, allora può restare. Quando la compagnia aerea non sta in piedi da sola, la rottura con l’ente che sovvenziona diventa anche drammatica: l’ente non vuole perdere la compagnia, la compagnia non vuole perdere la sovvenzione e si cerca il colpevole». La Regione Puglia è avvisata.
http://corrieredelmezzogiorno.corri...e-2013/baviera-hub-puglia-2223611708201.shtml
«È in Baviera l'hub della Puglia
Il presidente e l'amministratore delegato Kraus
«Viaggiatori raddoppiati all'estate 2012 al 2013»
«Dall’estate 2012 all’estate 2013 abbiamo raddoppiato i passeggeri sul Bari-Monaco in un contesto di calo generalizzato del 3%. È vero che abbiamo anche raddoppiato le frequenze, con due voli, uno al mattino e uno alla sera ogni giorno, ma il raddoppio dei passeggeri, e anche qualcosa in più, era tutt’altro che scontato». Michael Kraus, presidente e ceo (chief executive officer, il nostro amministratore delegato) di Air Dolomiti è entusiasta dell’aeroporto di Bari, «uno dei tre, in Italia, in cui si arriva con la ferrovia, insieme a Malpensa e Fiumicino». Ed è entusiasta soprattutto per i numeri: grazie a un’offerta low cost (prezzo medio 80-120 euro a partire, però, da 34 euro) — ma con servizio tradizionale — ogni aereo da 120 posti che vola 4 volte al giorno per 360 giorni all’anno dalla Puglia alla Baviera e viceversa ha un riempimento dell’80%. Il 55-60% dei passeggeri sono italiani, il 20-25% tedeschi e il resto di Paesi terzi, dalla Scandinavia agli Usa, dall’Est Europa alla Cina. «Noi — spiega Kraus — siamo l’hub della Puglia, perché viaggiando su Monaco si può raggiungere il mondo e, viceversa, il mondo può atterrare in Puglia: dalla Cina a Bari si arriva con Air Dolomiti, non con altre low cost». Monaco è, infatti, il secondo scalo tedesco dopo Francoforte e con i suoi 35-40 milioni di passeggeri all’anno ha superato Roma.
E Air Dolomiti a Monaco è la prima compagnia non tedesca per numero di passeggeri, quarta dietro tre tedesche. Perché pur essendo controllata al 100% da Lufthansa, Air Dolomiti resta italiana come dimostra anche la maggioranza di viaggiatori italiani. E al 60% si tratta di passeggeri che viaggiano su Monaco con motivazioni business. «Soprattutto sul fronte dell’export i grandi legami dell’Italia sono con la Germania. Poi c’è anche il traffico etico, come lo chiamiamo noi, quello degli emigrati». Nonostante Bari vada così bene (o forse proprio per quello), Air Dolomiti non ha intenzione di volare anche su Brindisi. «Sono dell’idea — continua Kraus — che quando le cose vanno bene non vanno cambiate. Vediamo come va la bassa stagione. Ma prima di fare un volo a Brindisi è più facile che facciamo il terzo a Bari: a noi piace lavorare sulla frequenza da uno stesso aeroporto, non su più scali». Perché la frequenza «nutre» l’hub di Monaco e favorisce le coincidenze. E poi per Kraus «in Italia basterebbero 20-25 aeroporti, come in Germania, e non 45: Air Dolomiti, al Sud, vola su Bari, Napoli e Catania». E lo fa senza sovvenzioni, «se non quella sulla pubblicità e uno sconto sull’handling: noi paghiamo gli aeroporti, non prendiamo da loro. Perché i nostri voli si reggono con il mercato». Kraus non biasima le convenzioni, ma la sua logica è diversa da quella di Ryanair, che dalla Regione Puglia prende 12 milioni all’anno fino al 2014 e poi, dopo, chissà quanto chiederà per rimanere: «Se dopo 2-3 anni — conclude Kraus — il volo si regge da solo, allora può restare. Quando la compagnia aerea non sta in piedi da sola, la rottura con l’ente che sovvenziona diventa anche drammatica: l’ente non vuole perdere la compagnia, la compagnia non vuole perdere la sovvenzione e si cerca il colpevole». La Regione Puglia è avvisata.
http://corrieredelmezzogiorno.corri...e-2013/baviera-hub-puglia-2223611708201.shtml