Attenzione, io sono ferocemente contrario al buonismo nostrano, e anzi appartengo orgogliosamente a quella generazione che se tornava a casa denunciando lo sganassone di un insegnante sapeva di prendere il resto dai genitori (in particolare da mia madre, insegnante a sua volta e dunque con l'aggravante della difesa di categoria).
Dico solo che il furto aggravato è una cosa, e l'attentato alla sicurezza dei trasporti è un'altra. Esistono una marea di provvedimenti che possono e devono essere presi in casi simili, a cominciare dalla sospensione immediata della gita - senza rimborso - per l'intera la classe, passando per tutti i provvedimenti disciplinari una volta tornati a scuola (la gita è tecnicamente orario di lezione, e tutto quello che vi succede durante è come fosse successo in classe). E' inoltre più o meno dal 2006 che l'insufficienza in condotta comporta la bocciatura automatica.
E anche qui non sono d'accordo. Se in una classe di 30/40 persone, brave persone, ci sono due mentecatti, perchè la punizione deve essere collettiva?
Perchè io devo pagare le colpe di un imbecille, anzichè avere soddisfazione di vederlo punito?
Questa del rifiuto della punizione è una mentalità tutta nostra. Una mentalità che tende ad accomunare la ragazzata al crimine vero e proprio, nell'ottica tuttavia di avvicinare il secondo al primo, e far finire sempre tutto a tarallucci e vino. Un volemosebene cosmico i cui frutti sono sotto gli occhi di tutti.