Ecco un articolo a mio parere più affidabile, anche se comunque catastrofico.
Le compagnie: persi 600 milioni
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MARTEDÍ 20 APRILE 2010
"Dai nostri archivi"
Il blocco dei cieli costa 200 milioni di dollari al giorno
Riapertura graduale dei cieli. Nuova nube in Gran Bretagna
Nessun rimborso dalle assicurazioni
Compagnie aeree, è allarme rosso
Vetrina italiana ad Hannover
Circa 6-700 milioni di euro, quasi un miliardo di dollari, è una stima delle perdite accumulate dalle compagnie aeree di tutto il mondo nei primi cinque giorni di progressiva chiusura dei cieli, a causa dell'eruzione del vulcano islandese dal nome impronunciabile. La stima è basata sui dati della Iata, l'associazione guidata da Giovanni Bisignani cui aderiscono 230 aviolinee di tutto il mondo, con un'incidenza del 93% sul traffico internazionale di linea mondiale. I due terzi delle perdite sono concentrati nei vettori europei, i più colpiti dal blocco dei voli.
Il danno è rilevante, anche se questi valori sono basati su stime di cui è difficile verificare ora la corrispondenza alla realtà. Le compagnie subiscono un abbattimento dei ricavi, ma c'è anche una riduzione dei costi perché non consumano il carburante per far volare gli aerei, pagano meno diritti aeroportuali, né hanno oneri per le trasferte degli equipaggi. L'impatto dipenderà anche dalla durata del blocco dei voli, che oggi dovrebbe gradualmente ridursi, salvo imprevisti come è accaduto ieri.
Se gli aerei dovessero restare a terra ancora a lungo ci potrebbero essere interventi anche sul personale, dall'impiego di riposi o ferie forzate, fino a misure più incisive. Secondo l'amministratore delegato di Air France-Klm, Pierre-Henri Gourgeon, potrebbero essere a rischio 500mila posti di lavoro in Europa. «Siamo davanti a una situazione inedita e imprevedibile. Peggio di così non può essere», ha detto il numero della seconda compagnia europea per fatturato, dietro il supergruppo Lufthansa-Swiss-Austrian, nonché principale azionista di Alitalia con il 25% del capitale.
«In tempi normali Air France assicura 70 voli di andata e altrettanti di ritorno di lungo raggio al giorno. Domani speriamo di averne 17 in ogni direzione, circa un quarto della nostra normale attività. È poco», ha aggiunto. Secondo Gourgeon il gruppo franco-olandese perde circa 35 milioni al giorno in seguito al blocco causato dalle ceneri vulcaniche. «L'industria del trasporto aereo – ha osservato Gourgeon – perde 150 milioni al giorno. Air France-Klm ne rappresenta un quarto, vale a dire 35 milioni al giorno».
Gourgeon sembra però aver sovrastimato il peso di Air France nel trasporto aereo mondiale. Con un giro d'affari di circa 23 miliardi di euro annui, circa 32 miliardi in dollari, Air France-Klm vale il 6,7% del fatturato totale (479 miliardi di dollari) stimato dalla Iata per le compagnie associate nel 2010. Quindi la sua porzione nelle perdite appare sovrastimata, forse Gourgeon si riferiva al settore in Europa, per il quale le perdite quotidiane sono state stimate in 100 milioni di euro dall'Aea, l'associazione di Bruxelles fra 36 vettori. In tal caso sarebbero 25 milioni le perdite quotidiane di Air France.
Alitalia non ha fatto cifre sui danni subìti. «La priorità è superare il più presto e rapidamente possibile questa vera e propria emergenza. Non c'è dubbio comunque che c'è una situazione di grande impatto sulle compagnie», ha detto l'amministratore delegato, Rocco Sabelli, a SkyTg24. «Noi oggi operiamo solo con il 50% della rete, con il Nord saremmo all'80%. È un vero peccato, perché il mercato stava dando segnali positivi dopo lo scorso anno. Adesso dobbiamo preoccuparci di passare indenni questi giorni, spero pochi», ha aggiunto Sabelli.
Per stimare i danni subìti dalle aviolinee gli analisti partono dai mancati ricavi: dividono il fatturato annuo per 365 e ottengono una media dei ricavi giornalieri. Poiché il settore è influenzato dalla stagionalità, questo metodo contiene un'approssimazione, ma è indicativo. Nel caso di Alitalia, che ha dichiarato un fatturato di 2.921 per il 2009, anno in cui ha cominciato a operare il 13 gennaio, dividendo questo importo per 353 (cioè 365 giorni meno i 12 in cui la compagnia non era attiva nel 2009) si ottiene che a ogni giorno di volo corrispondono 8,27 milioni di euro in media di ricavi, secondo i dati 2009.
Una parte dei voli però vengono fatti, quindi la perdita di fatturato per Alitalia è inferiore, circa 4-5 milioni al giorno stando alla dichiarazione di Sabelli sull'«operatività al 50%». Secondo questo calcolo, finora la compagnia avrebbe subìto una riduzione di 20-25 milioni di ricavi, che non si trasformano interamente in perdita perché c'è un risparmio di carburante e di altre spese. Vanno però aggiunti i costi per l'assistenza alberghiera e i pasti ai passeggeri bloccati.
Assaereo, l'associazione nazionale vettori di Confindustria, ha definto «devastante l'ulteriore stop ai voli» e ha sollecitato il governo «a promuovere a livello europeo la dichiarazione di stato di calamità e ad assumere provvedimenti immediati e concreti per superare una situazione assolutamente insostenibile ed evitare il collasso del sistema».
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DANNO PER IL SETTORE
150 milioni
Perdita giornaliera nel mondo
È la stima fatta dalla Iata, l'associazione che raggruppa 230 compagnie aeree di tutto il mondo
6-700 milioni
Perdite accumulate
Stima che si ricava moltiplicando la perdita giornaliera per la durata (5 giorni) della crisi causata dal vulcano islandese
100 milioni
Perdite in Europa
Stima del danno quotidiano fornito dall'Aea per le compagnie europee
500mila
Posti di lavoro a rischio
Per l'ad di Air France, Pierre-Henri Gourgeon potrebbero essere a rischio 500mila posti di lavoro in Europa