@indaco1 : ci sono legioni di motivi che possono causare 'disruption' nel settore, e prevenirli tutti è semi impossibile. Persino quando il problema è arcinoto (condimeteo) possono capitare dei casini inauditi: per fare un esempio, a dicembre '18 c'era stato un giorno in cui il Met Office aveva previsto prima neve, poi pioggia. Così tutti a LHR prepararono gli spazzaneve e misero su l'anti-ice preventivo, quello verde. E invece piovve prima e nevicò dopo, con gelicidio, e le bestemmie volarono tipo Fortezze Volanti verso Amburgo.
Quello che si sta facendo è migliorare la "resilience" e il ritorno a business as usual.
Non voglio per niente fare il piazzista di BA, sinceramente non è affar mio dirvi con chi volare o con chi non volare. Non sono quello che dice che siamo i più fichi del canestro, uso solo BA perchè è quella che conosco.
Quando sono entrato nell'industria nel 2011, a seguito di un giorno di disruption - pioggia, neve, quel che vuoi - era normale avere
almeno 2 giorni di casino seguente. E con casino intendo almeno 100 cancellazioni al giorno, una montagna di valigie che ci metti almeno una settimana a fare solo il reflighting. C'avevamo la SOP di usare lo stand 523 per accantonare le valigie. Capitava di perdersi degli equipaggi per giorni. Ricordo l'incendio dell'Ethiopian nel 2013 (?). Un altro graduate stava facendo un volo come crew e mi ricordo che mi scrisse per chiedermi di andare a parlare a Ops perchè lui e tutto il suo equipaggio erano fermi a RUH da tre giorni, senza info.
Guardiamo ieri. Una cosa, sinceramente, mai vista - nemmeno nel 2017 con la famosa May Bank Holiday outage. L'intero LHR bloccato. E, meno di 24 ore dopo, a LHR BA ha solo 24 partenze cancellate, 53k passeggeri in partenza (altrettanti arrivi/connessioni), e l'88% di partenze è entro i 15 minuti, 8 punti sopra il target.
Come mai? S'è investito in sistemi, pratiche, policies per fare in modo che, passata la buriana, si sappia
esattamente dov'è tutto. Riaperto l'aeroporto si sapeva subito dov'erano gli aerei in diversione, chi c'è che può riportarli indietro, come sono messi come ore di duty i crew in servizio a LHR e quelli downroute, com'è lo stand plan, come sono a manpower i dipartimenti di terra, dov'è catering e quant'altro. I tools come OPR e Disruption Transfer stanno smistando le riprotezioni (e lì l'anello debole è ancora il sito/app che non permettono niente di piú avanzato di "o questo volo o il rimborso o chiamaci", ma sembra che Nexus lo costruisca la Boeing...)
A T5C, la si vede sul lato nord, c'è una specie di tendone da circo chiamato BRF (Baggage Recovery Facility) in cui puoi stipare migliaia di valigie in rastrelliere e, da lì, puoi fare il reflighting. T3 ha già Brock come baggage handling system, T5 il mese prossimo, e quel prodotto funziona da Dio per fare reflighting delle valigie. Poi, conta anche avere leaders esperti. Dopo gli anni di Cruz, adesso a prender le decisioni ci sono persone che sanno quello che fanno. Non saranno perfetti, ma almeno ci provano. E, soprattutto, imparano.
A LHR almeno non si arriverà mai alla perfezione. Non ci sono gli spazi, i margini, tutto. E ieri ha mostrato come l'infrastruttura del Regno Unito abbia dei punti deboli mica da ridere; diceva un collega, ieri, che su LBC commentavano come i vari comitati no-tutto hanno bloccato sottostazioni come quella di Hayes in mezza Londra, e come Londra Ovest è già, in un giorno normale, abbastanza tirata come copertura elettrica. Ci sono ponti che son chiusi da anni (Hammersmith), che stanno crepandosi (Kew Rail), linee di treni che si rompono ogni mercoledì (tutte) e NATS usa tecnologie preistoriche. In un mondo come quello odierno, colla concreta possibilità che ci sia stato sabotaggio (indaga l'antiterorrismo), bisogna pensare anche a queste cose.