Guerra commerciale e politiche immigrazione USA: impatto sul traffico aereo


Questo è vero, ma è altrettanto vero che esiste da molto questo modo di lavorare. Ricordo il mio primo viaggio negli USA nel 2011, la guida, già edita da un po' di tempo, metteva molta attenzione nello specificare che bisognava mantenere un determinato atteggiamento ai varchi, perchè l'agente di turno aveva il potere di rispedirti indietro. Della serie: non metterti a fare lo sbruffone o a rispondere svogliato perchè se becchi l'operatore che ti prende in antipatia rischi di non passare.
 
La discrezionalita' di quelli che controllano i passaporti all'arrivo negli USA non e' una novita'. Quando sono andato negli usa la prima volta (1973, non avevo ancora compiuto 20 anni), gli Italiani avevano bisogno del visto (Di varie categorie, single entry e multi-entry). Il timbro del visto sul passaporto ti diceva che non era comunque una garanzia di ingresso perche' la decisione ultima spettava a chi ti controllava il passaporto all'arrivo.
 
La discrezionalita' di quelli che controllano i passaporti all'arrivo negli USA non e' una novita'. Quando sono andato negli usa la prima volta (1973, non avevo ancora compiuto 20 anni), gli Italiani avevano bisogno del visto (Di varie categorie, single entry e multi-entry). Il timbro del visto sul passaporto ti diceva che non era comunque una garanzia di ingresso perche' la decisione ultima spettava a chi ti controllava il passaporto all'arrivo.

Senza uscire dall'Italia: tanti anni fa, Malpensa, primo viaggio di lavoro in Israele
Lettera di referenza del nostro ufficio locale in ordine, passaporto in ordine, sono in fila per il colloquio con la sicurezza israeliana e sono il 3zo in quel momento: il primo lo vediamo parlare, l'agente gira e rigira il passaporto ed immagino la serie di domande che mi avevano detto mi avrebbero fatto (chi sei, dove vai, 2 fiorini). Bene, vedo il passeggero che si agita sempre di piu' (l'agente no) finche' 2 altri agenti in borghese lo invitano a seguirlo e sparisce.
Arriva il mio turno: rispondo alla prima serie di domande (chi sono, dove vado, dove alloggio, nome collega che mi aspetta etc), si ferma e ricomincia a farmi le stesse domande cambiando la sequenza e poi ancora a chiedermi il nome della collega e poi come mi chiamo. Grazie e buon viaggio.
Scopro dopo che il primo della fila fatto allontanare non e' stato fatto imbarcare perche' - a detta di un suo collega che lo aspettava al gate - si era agitato alla stessa serie di domande incrociate ed era andato in confusione non rispondendo correttamente: eravamo a Milano, Italia.
Poi si dira' la paranoia della sicurezza, la psicologia dietro alle domande ed alla postura....oppure quell'agente aveva i cojones girati, ma sta' di fatto che ha bloccato un imbarco.
 
Diciamo che i voli per Israele insieme a quelli per gli USA sono da sempre classificati come voli sensibili che devono sottostare a maggiori controlli di sicurezza e doganali.

Però per gli USA ad esempio non ricordo che qualche anno fa si parlasse della possibilità che l'agente ti controllasse il telefono andando nel merito delle foto o dei sociali a cui sei iscritto. Forse per la normativa già lo potevano fare ma non applicavano questi tipi di controlli o almeno nessuno ne aveva mai parlato come fanno le cronache degli ultimi mesi. L'impressione è che recentemente ci sia stato un giro di vite con dei controlli piu' rigorosi, magari è sempre solo una percezione.
 
Forse per la normativa già lo potevano fare ma non applicavano questi tipi di controlli o almeno nessuno ne aveva mai parlato come fanno le cronache degli ultimi mesi.

E' un inasprimento della normativa, ed è già stato discusso in precedenza su questo thread. Hanno la facoltà di farlo, poi la cosa è lasciata al singolo agente (ma era così anche per i visti, gli ESTA e quant'altro: se beccavi quello con la luna storta, aveva la facoltà di rispedirti indietro).
 
E' proprio questo che spaventa, il libero arbitrio di decidere lasciato al singolo operatore. CBP dovrebbe vigilare l'applicazione delle regole e semplicemente applicarle non interpretarle a loro discrezione. Rispetti le regole passi, non le rispetti non passi. E' invece questo diritto troppo discrezionale del singolo agente che mette insicurezza, magari è solo una percezione sbagliata ma anche le percezioni contano e possono fare spostare flussi di persone e incidere sul volume dei viaggiatori, vedi quanto è successo col crollo della domanda Canada verso Usa.
Mi sa che non hai ben elaborato il concetto di discrezionalità; che NON è dell’individuo, ma dell’Officer in quanto CBP…
 
Diciamo che i voli per Israele insieme a quelli per gli USA sono da sempre classificati come voli sensibili che devono sottostare a maggiori controlli di sicurezza e doganali.

Però per gli USA ad esempio non ricordo che qualche anno fa si parlasse della possibilità che l'agente ti controllasse il telefono andando nel merito delle foto o dei sociali a cui sei iscritto. Forse per la normativa già lo potevano fare ma non applicavano questi tipi di controlli o almeno nessuno ne aveva mai parlato come fanno le cronache degli ultimi mesi. L'impressione è che recentemente ci sia stato un giro di vite con dei controlli piu' rigorosi, magari è sempre solo una percezione.
I telefoni li controllavano già 15 anni fa ; un amico che cercava lavoro ha risposto che era lì per turismo…gli chiedono come mai facesse il turista senza moglie e figlia (!), risponde impacciato, inizia la sudarella, gli chiedono se conosce qualcuno negli USA, risponde di no…gli chiedono il telefono, controllano la rubrica e lo rispediscono a casa.
Aveva ovviamente contatti locali a cui rivolgersi per un lavoro, chat in cui parlava di questo con costoro etc…
E pensare che se avesse detto “vengo per cercare lavoro” non avrebbe avuto problemi, giacché è vietato lavorare senza visto, ma non lo è il cercare un lavoro mentre si è lì…
Basta trovarlo, uscire, aspettare sponsorship , work visa e si rientra.
Quindi non raccontiamoci favole, da oltre 25 anni faccio su e giù per gli USA ed è SEMPRE stato così. Gli nascondi qualcosa , lo scoprono, fuori.
 
I telefoni li controllavano già 15 anni fa ; un amico che cercava lavoro ha risposto che era lì per turismo…gli chiedono come mai facesse il turista senza moglie e figlia (!), risponde impacciato, inizia la sudarella, gli chiedono se conosce qualcuno negli USA, risponde di no…gli chiedono il telefono, controllano la rubrica e lo rispediscono a casa.
Aveva ovviamente contatti locali a cui rivolgersi per un lavoro, chat in cui parlava di questo con costoro etc…
E pensare che se avesse detto “vengo per cercare lavoro” non avrebbe avuto problemi, giacché è vietato lavorare senza visto, ma non lo è il cercare un lavoro mentre si è lì…
Basta trovarlo, uscire, aspettare sponsorship , work visa e si rientra.
Quindi non raccontiamoci favole, da oltre 25 anni faccio su e giù per gli USA ed è SEMPRE stato così. Gli nascondi qualcosa , lo scoprono, fuori.
Ne approfitto perf arti una domanda già che sei un esperto. Devo fare uno scalo in US(sarebbe la mia prima volta) per qualche giorno, solo perchè voglio visitare un paio di città è per il mio itinerario è più economico. Prima di entrare li sarò a Cuba in ferie e poi in Mexico. Qualche giorno in US e volo per la korea. Ho diversi tatuaggi su collo, mani e braccie di stampo comunista e di sinistra, difficili da nascondere.

Ce un modo per sapere se faranno problemi?
Ovviamente non ho niente da nascondere. Si, sono comunista e se cittadino US non voterei certo per Trump. Come devo comportarmi? Meglio evitare direttamente? 🤣
PS è tutto vero, non vi sto paraculando.
 
Ne approfitto perf arti una domanda già che sei un esperto. Devo fare uno scalo in US(sarebbe la mia prima volta) per qualche giorno, solo perchè voglio visitare un paio di città è per il mio itinerario è più economico. Prima di entrare li sarò a Cuba in ferie e poi in Mexico. Qualche giorno in US e volo per la korea. Ho diversi tatuaggi su collo, mani e braccie di stampo comunista e di sinistra, difficili da nascondere.

Ce un modo per sapere se faranno problemi?
Ovviamente non ho niente da nascondere. Si, sono comunista e se cittadino US non voterei certo per Trump. Come devo comportarmi? Meglio evitare direttamente? 🤣
PS è tutto vero, non vi sto paraculando.
Nel dubbio se tu sia serio o meno se passi prima da Cuba non entri negli USA. Salvo tu abbia un visto.
Tatuaggi o ideologia a parte.