"Per i nostri ritardi sul waterfront potremmo perdere la legge speciale a vantaggio di un altro scalo"
Su Affresco e aeroporto il doppio allarme di Novi
"Pista troppo stretta, siamo a rischio chiusura"
MASSIMO MINELLA
E´ preoccupato, il presidente dell´authority Giovanni Novi. Perché i continui rinvii sul futuro del waterfront, gli sgambetti e i colpi bassi, rischiano di trascinare il porto sul fondo o quantomeno di lasciarlo immobile e cristallizzato. Il che può anche far piacere a qualcuno, ma di sicuro rappresenta il più grande ostacolo allo sviluppo. Preoccupato, Novi, lo è perché dire no all´Affresco o allungarne comunque i tempi delle decisioni può avere effetti devastanti.
Quali, presidente?
«Due, in primo luogo. Il primo è che rischiamo di perdere quella legge speciale per Genova che il ministero si era detto disponibile a sostenere e ad approvare. I continui ritardi sulle decisioni rischiano di penalizzarci irrimediabilmente, anche perché un altro porto si è già fatto avanti con il governo, chiedendo un´analoga legge. Attenzione, non cerchiamo una legge che dia 4 miliardi a Genova, ma che fissi delle certezze progettuali e ponga la questione a livello nazionale».
E l´altro problema?
«Riguarda l´aeroporto. Questa è una cosa che mi manda in fibrillazione perché mi è già stata detta due o tre volte dal ministero dei Trasporti. Ci sono infatti due elementi che non giocano a nostro favore: la crescita delle dimensioni degli aerei e l´esigenza del ministero di razionalizzare il numero degli scali, oltre cento in Italia. Noi abbiamo una società aeroportuale efficiente e una struttura di ottimo livello, ma abbiamo anche una pista più stretta di quanto previsto dalle norme europee e una concessione che continua a non arrivare. Il messaggio del ministero è chiaro: "Prima costruite un nuovo aeroporto e meglio è"».
Ce la farete?
«E´ tutto legato alle decisioni che andremo a prendere sul waterfront. Io, comunque, sono ottimista».
Nonostante lo stop imposto dal ministero alla Darsena della Fiera, le contestazioni sulla variante di Voltri, i ricorsi sul tombamento della Bettolo, le polemiche sui risultati della missione cinese?
«Sì, lo sono e a ragion veduta. Mi faccia rispondere una questione alla volta».
La darsena.
«Il nostro regolamento prevede l´approvazione di una delibera anche se le astensioni sono superiori ai voti favorevoli. Ma il ministero resta di altro avviso e noi andiamo in comitato. Probabilmente lo faremo il 2 ottobre e riproporremo la delibera sulla Darsena. E che ognuno si prenda la sua responsabilità».
Messa in questa termini sembra quasi un ricatto: o votate e l´opera non si conclude e perdiamo il Nautico.
«Ma guardi che quest´opera non c´entra solo con il Nautico che vuol dire le barche ormeggiate per venti giorni. Ci sono gli altri 345 giorni dell´anno in cui la struttura verrà usata per l´ormeggio dei grandi yacht, che vuol dire lavoro di rimessaggio e di restyling per i nostri cantieri di riparazione».
Spostando questi soldi non si rischia di bloccare le opere già previste dal piano regolatore per cui siamo già in forte ritardo?
«Sì, siamo in ritardo, ma non per colpe imputabili all´authority. Il sesto bacino ha ottenuto solo da poco l´ok del ministero perché siamo riusciti a procedere con un progetto unico, dopo le resistenze dei funzionari che ci rimproveravano di aver venduto il superbacino. Sulla Bettolo avremmo già potuto iniziare, ma i ricorsi hanno bloccato i lavori e quindi partiremo dopo il giudizio del consiglio di Stato. Stiamo procedendo speditamente anche sulla Concenter. Ci mancano 10 milioni per concludere il finanziamento del Ronco-Canepa, ma li troveremo, statene certi».
E Voltri?
«Anche Voltri potrebbe arrivare al prossimo comitato portuale, ma solo dopo che il Comune, in una nuova delibera di giunta, avrà rimodulato il suo testo sulla base di quanto già approvato dall´authority a suo tempo, senza aggiunte».
Presidente, anche la convocazione di Di Pietro ha suscitato polemiche, perché?
«Non saprei. A Di Pietro, ad agosto, ho mandato un promemoria sulle principali esigenze del nostro scalo, cosa che ho ribadito nell´incontro dell´altroieri. E lui ha dato la sua disponibilità ad approfondire i temi dalla portualità ligure, dicendosi pronto a intervenire in Finanziaria sui porti».
Soddisfatto della missione cinese?
«Sì, mi intristisce solo il fatto che alcuni abbiano scambiato dei top manager di grandi gruppi armatoriali per ragazzotti. Hanno meno di 40 anni, è vero, ma lì sono la generazione che sta guidando le scelte dell´economia. Con Burlando e Pericu abbiamo fatto un ottimo lavoro. Burlando, in inglese, ha fatto una presentazione eccellente e ora lavoriamo nel concreto sul volo Genova-Shangai e su tavoli di lavoro congiunti su container, yacht e cantieristica».
(La Repubblica - Genova)
CIAO
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