Provo a rientrare in topic e condividere con voi la mia opinione, da persona che lavora nel settore dell'energia.
Probabilmente il calo del prezzo del petrolio durerà almeno per diversi mesi, se non per tutto il 2015. In questo scenario, le compagnie aeree porteranno a scadenza una parte dei future sul petrolio che hanno contratto nel passato e - quindi - inizieranno a beneficiare di un prezzo medio più basso. Sarà interessante vedere quanta parte di questa riduzione dei costi finirà per abbassare il prezzo del biglietto e quanta a ridurre le perdite (in Europa) o aumentare i profitti (negli USA), o - infine - ad alzare la qualità media del vino in business (ovunque, spero).
Per quanto riguarda estrazione del petrolio in Italia, shale oil e prezzo alla pompa della benzina - altri argomenti toccati più sopra - io propenderei per spiegazioni più semplici. Anche se iniziassimo ad estrarre domattina in Adriatico, le quantità in ballo non sarebbero tali da alterare il prezzo del petrolio nel mondo, ma - tranquilli - dall'Adriatico non uscirà una goccia di petrolio per decenni...
Sullo shale oil, il discorso sarebbe lungo, mi limito solo a una considerazione, in attesa che la sua pericolosità sia definitivamente smentita o accertata. Le zone dello shale negli USA sono poco popolate: un conto è fratturare rocce nel Montana e uno in mezzo alla Pianura Padana. Il paragone non regge.
E infine il prezzo alla pompa: tutti vorremmo la benzina a 2$ al gallone come negli USA, ma lo Stato italiano quali altre tasse si inventerebbe per compensare il calo del gettito? Triplicare l'IMU? Quadruplicare le tasse aeroportuali? Raddoppiare l'IVA sulla caciotta? Scherzi a parte, sarebbe bello, ma non è realistico.