Dato che circa la metà dei commenti al mio post dimostra che non mi sono ben spiegato faccio mea culpa e provo a riproporre in termini più comprensibili il mio pensiero.
Conoscendo il clan in questione la mia idea è che tutti i vari attori della sceneggiata abbiano agito privi di permessi ufficiali, autorizzazioni o ordini di servizio: parroco, banda, il paio di migliaia di partecipanti che ha occupato militarmente le piazza, vigili urbani per l'ordine pubblico ed il controllo del traffico, pilota dell'elicottero; consapevoli che comunque una copertura "ufficiosa" ci sarebbe stata, qualche carta magari c'era, ma ottenuta con i sistemi che contraddistinguono da mezzo secolo il loro modo di operare.
Nel caso contrario, la autorizzazione al sorvolo ed al lancio di "materiale pubblicitario" (i petali di rosa) sarebbe stato l'ultimo e più semplice dei problemi per i Casamonica, come chiunque abbia mai organizzato anche una piccolissima manifestazione pubblica ben sa. Mi domando quindi come mai secondo i media tutto era in regola a parte il piccolissimo e secondario evento del lancio delle rose, il dubbio è lecito.
Ora che l'opinione pubblica è sazia per l'apparente "sacrificio" del pilota e del prefetto Gabrielli , unico mandato in TV a fare la figura del pirla (sindaco, questore, giudice di sorveglianza e vescovo si sono accortamente defilati) nel giro di poco tutto verrà dimenticato in attesa del prossimo evento dimostrativo di chi comanda davvero a Roma.
Per tornare all'argomento dei sorvoli in generale indipendentemente dai motivi, è impossibile, anche nei paesi col più ferreo controllo della popolazione, impedire che una persona determinata e capace arrivi in volo dove vuole, come Mathias Rust ha dimostrato con il suo voletto dalla Finlandia alla Piazza Rossa.