Malpensa - Numerose reazioni alle indiscrezioni sul piano Schisano che conterrebbe un ridimensionamento delle rotte intercontinentali ed uno spostamento di alcune di esse a Fiumicino. Graglia (Univa): "Ognuno faccia la sua parte"
"Alitalia, scelta miope abbandonare Malpensa"
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Alitalia, la situazione è sempre più in fase di stallo. Si rincorrono le notizie e le indiscrezioni sul piano di ridimensionamento che Alessandro Schisano ha elaborato: il cda di Alitalia programmato per venerdì 27 luglio è stato rimandato al 1° agosto "al fine di permettere ulteriori approfondimenti delle ipotesi di scenario in cui si dovranno inserire le linee guida del piano industriale", come si legge nella nota diffusa dalla compagnia. L’incertezza per le decisioni che il governo prenderà per uscire dall’impasse del fallimento della gara per la privatizzazione regna sovrana. Ieri, giovedì 24 luglio, in due riunioni successive si sono incontrati il presidente del consiglio Romano Prodi, i ministri Tommaso Padoa-Schioppa e Alessandro Bianchi, i sottosegretari Enrico Letta e Massimo Tononi. Tra le ipotesi sul tavolo la trattativa diretta, con AirFrance che parrebbe riavvicinarsi e AirOne che sta alla finestra, il commissariamento, l’aumento di capitale non sottoscritto dal mercato.
Le reazione alle indiscrezioni circa lo spostamento di alcune rotte intercontinentali da Malpensa a Roma, che sarebbero previste dal piano allo studio di Giancarlo Schisano, sono molteplici. Gli esponenti politici lombardi, da Formigoni alla Moratti, fino al presidente di Sea Bonomi, hanno definito la scelta «miope, folle e demenziale», senza come si vede usare mezzi termini. Il presidente di Regione Lombardia e il sindaco di Milano hanno chiesto un incontro al più presto con il Governo. Stando a quanto si sa, i collegamenti a lungo raggio tagliati sarebbero molti, Delhi e Shanghai in primis, più altri spostamenti di rotte da Milano a Roma, che lasciano perplessi non solo i politici lombardi, che ripetono da tempo essere una scelta assurda spostare le rotte commerciali da dove si fa business in Italia, per spostarlo nella capitale per una mera scelta politica romanocentrica. Dal 2001 da Malpensa sono state cancellate 6 destinazioni nazionali, 14 internazionali e 12 Intercontinentali, mentre attualmente le destinazioni intercontinentali che partono da Malpensa sono 14: c’è anche chi sostiene che anche senza Alitalia Malpensa riuscirebbe a sopravvivere, e bene, dato l’interesse che le compagnie straniere dimostrano per lo scalo della brughiera, ma ovviamente la maggior parte degli addetti ai lavori si augura che Alitalia si risollevi e diventi il vettore di riferimento forte del quale Malpensa ha bisogno per decollare definitivamente.
Anche il presidente dell’Unione Industriali di Varese Michele Graglia è intervenuto sulla vicenda Alitalia-Malpensa: «Notizie di stampa di questi giorni dicono che dopo l’insuccesso, peraltro annunciato, della gara per la privatizzazione di Alitalia e la voragine dei conti che si sta determinando ogni giorno di più, emergerebbe in sede governativa la tentazione di ricercare un parziale risanamento della compagnia di navigazione aerea attraverso la concentrazione dell’attività su Fiumicino, a discapito di Malpensa – si legge in una nota firmata dallo stesso Graglia -. Si tratterebbe di una decisione miope, in quanto la parte più consistente del business è offerta dal traffico commerciale sul Nord Italia. Il traffico passeggeri nei due aeroporti di Malpensa e Linate, come risulta dagli ultimi dati dell’Enac, è superiore a quello di Fiumicino e il traffico merci è quasi tre volte tanto. Il 70% dei biglietti internazionali si vendono da Bologna in su e le grandi rotte intercontinentali per il Nord America e per il Far East passano per il Nord Atlantico e la Siberia. Del resto, nel 2005 il 34% dei passeggeri di Malpensa è risultato in transito: un dato, questo, certamente più in linea con quelli, ad esempio, di Londra (35,9%), Madrid (35,0%), Parigi (32,5%) che con quello di Roma (25,7%). Sono diverse, dunque, le ragioni che depongono a favore del potenziamento di Malpensa e non certo del suo abbandono da parte di Alitalia, che proprio in Malpensa dovrebbe riconoscere la struttura aeroportuale più strategica, per sé stessa e per il Paese – prosegue il presidente di Univa -. L’abbandono di Malpensa sarebbe inoltre, per le medesime ragioni ricordate, oltremodo dannosa per l’economia del Settentrione e, dunque, dell’intero Paese. Anche sotto aspetto, quindi - un aspetto tutt’altro che secondario - l’eventualità che Alitalia lasci Malpensa deve essere assolutamente scongiurata. I problemi di Alitalia non possono essere risolti rinchiudendola in un’enclave. Occorre prevedere condizioni per la privatizzazione che siano, al contrario di quelle previste nel bando di gara, attrattive. Occorre anche che ognuno faccia la propria parte, in questa fase difficile e delicata della compagnia. Soprattutto, occorre prendere consapevolezza che il Paese necessita, finalmente, di una politica del trasporto aereo degna di questo nome, fondata non sui desideri ma sui fatti. E i fatti dicono che il bacino più importante del traffico aereo sta al Nord. Dove c’è Malpensa».
Mercoledi 25 Luglio 2007
t.g.
(Un saluto a T.G. che segue con costanza...)