Fenosu, non basta la voglia di volare
Tutti credono nel progetto. A parole
di Michele Masala
Dopo trent’anni di attesa, di lavori infiniti, di tagli inaugurali con facce sorridenti, di promesse e proclami, finalmente ci sono riusciti. Da qualche mese, esattamente da luglio, l’aeroporto “Campanelli” di Fenosu-Oristano è aperto. La società che gestisce lo scalo ha firmato un contratto con la Denim Air che garantisce la presenza di due aerei (Fokker con 50 posti) per l’attività dell’aeroporto. Oggi esiste solo una tratta, per Roma. Abolita quella con Pisa, congelata Genova, il collegamento con Brindisi resta sulla carta la novità è Malpensa che, dicono dalla Sogeaor, è pronto per essere attivo tre volte alla settimana. Questo per quel che riguarda l’operatività.
Poi c’è il discorso dei soldi. Che per un piccolo aeroporto in fase iniziale non bastano mai. E qui viene il tasto dolente. Nel corso degli anni infatti Comune, Provincia, Regione e Camera di commercio non hanno fatto altro che buttare soldi nell’iniziativa. «Lo scalo di Fenosu porterà ricchezza per tutti», era il ritornello che autorizzava gli enti a investirci milioni di euro per lavori e ricapitalizzazioni della Sogeaor che, manco a dirlo, era sempre in rosso. Contributi piovuti sino al 2009 poi la novità del Governo: non si possono più dare soldi alle società pubbliche che presentano bilanci in passivo da almeno tre anni. A questo punto la situazione è diventata delicata, molti politici oristanesi hanno smesso di sorridere e si sono defilati e altri sono rimasti con il cerino in mano. In particolare Comune, Provincia e Regione che restano tutti concordi nel continuare a proclamare la bontà dell’aeroporto oristanese (che, almeno a leggere una relazione dell’Università di Cagliari, potrebbe avere «170.000 passeggeri/anno. La domanda turistica invece viene stimata intorno alle 80.000 unità di spostamenti /anno, per cui il traffico aereo di riferimento per l’aeroporto di Oristano viene valutato in 250.000 passeggeri/anno») salvo poi non riuscire a capire come continuare a tenere viva la Sogeaor e quindi l’aeroporto. L’idea che avanza sembra quella di vendere azioni ai privati. La speranza è che quando l’operazione scatta il “Campanelli” sia ancora in funzione.
L'Unione Sarda
CIAO
_goa
Tutti credono nel progetto. A parole
di Michele Masala
Dopo trent’anni di attesa, di lavori infiniti, di tagli inaugurali con facce sorridenti, di promesse e proclami, finalmente ci sono riusciti. Da qualche mese, esattamente da luglio, l’aeroporto “Campanelli” di Fenosu-Oristano è aperto. La società che gestisce lo scalo ha firmato un contratto con la Denim Air che garantisce la presenza di due aerei (Fokker con 50 posti) per l’attività dell’aeroporto. Oggi esiste solo una tratta, per Roma. Abolita quella con Pisa, congelata Genova, il collegamento con Brindisi resta sulla carta la novità è Malpensa che, dicono dalla Sogeaor, è pronto per essere attivo tre volte alla settimana. Questo per quel che riguarda l’operatività.
Poi c’è il discorso dei soldi. Che per un piccolo aeroporto in fase iniziale non bastano mai. E qui viene il tasto dolente. Nel corso degli anni infatti Comune, Provincia, Regione e Camera di commercio non hanno fatto altro che buttare soldi nell’iniziativa. «Lo scalo di Fenosu porterà ricchezza per tutti», era il ritornello che autorizzava gli enti a investirci milioni di euro per lavori e ricapitalizzazioni della Sogeaor che, manco a dirlo, era sempre in rosso. Contributi piovuti sino al 2009 poi la novità del Governo: non si possono più dare soldi alle società pubbliche che presentano bilanci in passivo da almeno tre anni. A questo punto la situazione è diventata delicata, molti politici oristanesi hanno smesso di sorridere e si sono defilati e altri sono rimasti con il cerino in mano. In particolare Comune, Provincia e Regione che restano tutti concordi nel continuare a proclamare la bontà dell’aeroporto oristanese (che, almeno a leggere una relazione dell’Università di Cagliari, potrebbe avere «170.000 passeggeri/anno. La domanda turistica invece viene stimata intorno alle 80.000 unità di spostamenti /anno, per cui il traffico aereo di riferimento per l’aeroporto di Oristano viene valutato in 250.000 passeggeri/anno») salvo poi non riuscire a capire come continuare a tenere viva la Sogeaor e quindi l’aeroporto. L’idea che avanza sembra quella di vendere azioni ai privati. La speranza è che quando l’operazione scatta il “Campanelli” sia ancora in funzione.
L'Unione Sarda
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