Fenosu, per ora volano le spese:
10 passeggeri al giorno e 30 assistenti
Una giornata nello scalo tra bambini in festa, tassisti in attesa e il check-in nella mini sala. La media, per ora, è di 10 passeggeri al giorno; ieri staccati 12 biglietti. «Ma siamo appena all'inizio».
«Sì, son all'aeroporto. Chiamalo pure aeroporto!». La ragazza della Bufalotta si gira e si rigira nei dieci centimetri di trampoli e cinque di gonna; mezzo felicità e altrettanto di incredula sufficienza per uno scalo che non si vede ma che c'è. Aeroporto di Fenosu, “Ernesto Campanelli”: decollo per Roma, Brescia e ritorno. Oltre le grate una ciurma di ragazzini come alla fiera di Cagliari, non c'è il panino wurstel e cipolla, la macchinetta del caffè e il gelatone. Ma si vola.
LA GIORNATA Ieri, sabato, 12 viaggiatori a bordo. Bene, due oltre la media che la Sogeaor dice essere di dieci, sui 50 che l'aereo a noleggio con due eliche che quando girano rompono i timpani può trasportare.
L'equipaggio, primo e secondo pilota più assistente a bordo, arriva puntuale. A terra l'attende un esercito di assistenti, una quindicina a turno che in tutto fanno trenta, certifica il presidente della società Giorgio Gaviano. Trenta persone, trenta stipendi per un incasso, ieri, di un migliaio di euro. L'assistenza è abbondante ma i conti non tornano; la quadratura a dieci giorni dal taglio del nastro bis (ci avevano provato cinque anni fa, sempre sotto elezioni ma era uno scherzo) sarebbe follia. Ci vorranno anni, se anche sarà. Reggerà, non reggerà all'attacco dei bilanci? Difficile dirlo, per ora Fenosu è una scommessa. Tutta da giocare, si spera da vincere.
LA STRUTTURA Oggi più che un aeroporto questo pezzo di Oristano ha l'aria di una camera iperbarica. La sala partenza è una stanza cinque per cinque a stare larghi. Due ragazze all'accettazione, dodici passeggeri in attesa di imbarco. Bene così, l'altro giorno ne avevano contato uno. Media dieci, un po' al di sotto della sufficienza ma non c'è da disperare. Il posto è francamente triste, alle pareti neppure lo scontato manifesto della Sartiglia e dell'Ardia, non lo scorrevole dei voli (pardon, del volo), neppure il quotidiano e il caffè. Posti a sedere quattro e riporto quattro. In quella stanzetta in dieci si sta già stretti, per cambiare idea e aria fuori c'è posto. Arriva il bus di Fara: vuoto. «Gente ancora non se ne vede, ma l'aeroporto è importante», dice l'autista. Pino Guzzardi dal suo taxi, sbarca un passeggero. «Oggi, ma a giorni non se ne vede uno. Però siamo all'inizio». Così dicono tutti.
PASSEGGERI «L'aereo in città è comodo. Ho una vista alle due di pomeriggio e mi va bene. Certo fosse alle dieci sarebbe un problema - dice Antonio Sulis, presidente dell'ordine dei medici - È la prima volta che lo prendo. A certe ore è veramente comodo». Alle 9,42 si chiude. In pista due assistenti, nell'aerostazione altri 8, due sulla torre di controllo. Oltre il piazzale, il medico e i due volontari dell'Ordine di Malta, tre poliziotti. Arrivederci al pomeriggio. In concreto tutte queste persone lavorano pochi minuti al giorno. Alle 9,46 si va. Cinque minuti di ritardo. Niente, fesserie per un aeroporto che ancora non è.
http://unionesarda.ilsole24ore.com/Articoli/Articolo/184270
10 passeggeri al giorno e 30 assistenti
Una giornata nello scalo tra bambini in festa, tassisti in attesa e il check-in nella mini sala. La media, per ora, è di 10 passeggeri al giorno; ieri staccati 12 biglietti. «Ma siamo appena all'inizio».
«Sì, son all'aeroporto. Chiamalo pure aeroporto!». La ragazza della Bufalotta si gira e si rigira nei dieci centimetri di trampoli e cinque di gonna; mezzo felicità e altrettanto di incredula sufficienza per uno scalo che non si vede ma che c'è. Aeroporto di Fenosu, “Ernesto Campanelli”: decollo per Roma, Brescia e ritorno. Oltre le grate una ciurma di ragazzini come alla fiera di Cagliari, non c'è il panino wurstel e cipolla, la macchinetta del caffè e il gelatone. Ma si vola.
LA GIORNATA Ieri, sabato, 12 viaggiatori a bordo. Bene, due oltre la media che la Sogeaor dice essere di dieci, sui 50 che l'aereo a noleggio con due eliche che quando girano rompono i timpani può trasportare.
L'equipaggio, primo e secondo pilota più assistente a bordo, arriva puntuale. A terra l'attende un esercito di assistenti, una quindicina a turno che in tutto fanno trenta, certifica il presidente della società Giorgio Gaviano. Trenta persone, trenta stipendi per un incasso, ieri, di un migliaio di euro. L'assistenza è abbondante ma i conti non tornano; la quadratura a dieci giorni dal taglio del nastro bis (ci avevano provato cinque anni fa, sempre sotto elezioni ma era uno scherzo) sarebbe follia. Ci vorranno anni, se anche sarà. Reggerà, non reggerà all'attacco dei bilanci? Difficile dirlo, per ora Fenosu è una scommessa. Tutta da giocare, si spera da vincere.
LA STRUTTURA Oggi più che un aeroporto questo pezzo di Oristano ha l'aria di una camera iperbarica. La sala partenza è una stanza cinque per cinque a stare larghi. Due ragazze all'accettazione, dodici passeggeri in attesa di imbarco. Bene così, l'altro giorno ne avevano contato uno. Media dieci, un po' al di sotto della sufficienza ma non c'è da disperare. Il posto è francamente triste, alle pareti neppure lo scontato manifesto della Sartiglia e dell'Ardia, non lo scorrevole dei voli (pardon, del volo), neppure il quotidiano e il caffè. Posti a sedere quattro e riporto quattro. In quella stanzetta in dieci si sta già stretti, per cambiare idea e aria fuori c'è posto. Arriva il bus di Fara: vuoto. «Gente ancora non se ne vede, ma l'aeroporto è importante», dice l'autista. Pino Guzzardi dal suo taxi, sbarca un passeggero. «Oggi, ma a giorni non se ne vede uno. Però siamo all'inizio». Così dicono tutti.
PASSEGGERI «L'aereo in città è comodo. Ho una vista alle due di pomeriggio e mi va bene. Certo fosse alle dieci sarebbe un problema - dice Antonio Sulis, presidente dell'ordine dei medici - È la prima volta che lo prendo. A certe ore è veramente comodo». Alle 9,42 si chiude. In pista due assistenti, nell'aerostazione altri 8, due sulla torre di controllo. Oltre il piazzale, il medico e i due volontari dell'Ordine di Malta, tre poliziotti. Arrivederci al pomeriggio. In concreto tutte queste persone lavorano pochi minuti al giorno. Alle 9,46 si va. Cinque minuti di ritardo. Niente, fesserie per un aeroporto che ancora non è.
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