Peretola, sfida a Rossi: «Ci dica che futuro vuole»
Il presidente della Camera di Commercio: porteremo la Regione a un tavolo sull’area vasta con Prato e Pistoia
Galgani: noi puntiamo allo sviluppo dello scalo, all’integrazione con Pisa e a collegamenti veloci
Martedì il nuovo consiglio di amministrazione di Adf, società che gestisce l’aeroporto di Peretola, si riunirà e nominerà Vincenzo Manes presidente (mentre in attesa dell’amministratore delegato, che spetta ad Aeroporti Holding, sarà nominato un comitato esecutivo), ma per la Camera di Commercio di Firenze «si è chiusa una battaglia, non la guerra per lo sviluppo dello scalo» come dice ridendo, ma non troppo, Vasco Galgani, presidente dell’ente. Una battaglia che ha visto la nuova governance, l’aumento della fiorentinità con l’ingresso nell’azionariato di Ente Cassa di Risparmio di Firenze, l’indicazione di Manes da parte dei soci pubblici.
«Adesso dobbiamo concentrarci sulle priorità— dice Vasco Galgani — ad iniziare dall’oggi, perché la nuova pista, anche se avessimo già le autorizzazioni, non sarà pronta prima di 4 anni. Occorre tornare a 2,1 milioni di passeggeri, aumentare la qualità dei servizi e dell’accoglienza, far finalmente partire i lavori per la nuova aerostazione, investire in pubblicità e accordi commerciali per attrarre altre compagnie che servano nuove destinazioni. Questo spetta alla società— aggiunge— mentre noi come azionisti dobbiamo fare il lavoro politico per portare il presidente della Regione, Enrico Rossi, a un tavolo dove si dica sì o no allo sviluppo dello scalo e dell’economia di Peretola e dell’area vasta Firenze-Prato-Pistoia, senza più nascondersi dietro tecnici e lacci e lacciuoli». Nel futuro di Adf, amministratore delegato a parte, potrebbero esserci altre novità. «So che la fondazione CariPrato sta trattando l’1% della spa in mano aMediobanca: sarebbe un segnale importante — dice Galgani — Mentre non ho capito il segnale che ha voluto dare Sat, la spa che gestisce l’aeroporto di Pisa e che ha la Regione azionista di maggioranza, votando il candidato al CdA di Mps e FonSai, membro che sarebbe entrato anche senza il loro voto: spero sia solo un segno di galateo verso Mps, non un voto contro qualcuno». Teme che dietro il voto di Sat ci sia la Regione? «Non credo e alla fine quel voto non ha cambiato nulla. Solo vorremmo capire perché la Regione è azionista di maggioranza dell’aeroporto di Pisa e non di quello di Firenze e dell’interporto di Guasticce e non di quello di Gonfienti».
Poi la vera sfida. «Il piano industriale di Adf va riscritto e integrato con quello di Pisa, sviluppando le diverse specificità: su questo siamo pronti a sfidare la Regione. Integrazione — afferma Galgani — non è fondere le due spa, ma avere collegamenti con Mosca e Dubai da Firenze e con Shanghai e San Paolo da Pisa. E come rete regionale, competere con altre regioni e con il mondo». Per l’ente camerale la partita è chiara: «L’interlocutore è Rossi, deve assumersi la volontà politica. E se ci sarà, come speriamo, poi tutti assieme, enti locali e categorie, ci assumeremo gli oneri per mitigare gli effetti che la nuova pista potrà avere su alcune parti del territorio e su alcuni cittadini. Allo stesso modo la Rossi deve dare risposte su collegamenti più rapidi in treno tra Firenze e Pisa, tenendo presente che Ratp è disponibile a investire sul treno veloce». E Sesto, Campi? «Se c’è la volontà politica tutto si risolve. E non vorrei che il sindaco Gianni Gianassi cercasse solo visibilità, che alzasse l’asticella perché tanto è il suo ultimo mandato».
Oltre alla «guerra» per l’aeroporto, la Camera di Commercio ha sul tavolo un altro dossier. Quello di Firenze Fiera, la spa a maggioranza pubblica, che gestisce il polo fieristico della Fortezza, complesso la cui proprietà dal 29 gennaio è passata dallo Stato a Comune e Provincia di Firenze e Regione, attuale azionista di maggioranza della società. «Da lunedì inizierà il nostro pressing sulla Regione per rilanciare Firenze Fiera e la Fortezza. Vogliamo— sottolinea l’ex presidente di PromoFirenze — risposte entro l’anno su quella divisione tra società di gestione immobiliare e di gestione delle fiere che auspichiamo, sugli investimenti per rilanciare l’attività, sul partner industriale. Finché non avremo risposte, saremo la spina nel fianco di Rossi. Il sottodimensionamento del polo fieristico — conclude Galgani — è altrettanto grave per il futuro e il ruolo internazionale di Firenze della mancata volontà della politica di far sviluppare Peretola, sotto gli occhi di tutti da decine di anni».
Corriere della Sera