F2i, gli aeroporti ed il dopo Gamberale


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24 Ottobre 2006
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Londra.
F2i fa i conti con il dopo Gamberale mentre la raccolta procede a rilento

IL MANAGER LASCERÀ LA GUIDA IN UNA FASE DELICATA. C’È DA PREPARARE LA GARA PER LA HOLDING AEROPORTUALE E SERVE UN NOME CHE ABBIA CREDITO INTERNAZIONALE

Milano - Con gli aeroporti ha messo a segno il colpo con cui ha iniziato a imporsi all’attenzione della comunità finanziaria. E dagli aeroporti potrebbe arrivare il prossimo accordo che rafforzerebbe il suo ruolo di leader nel settore dei trasporti. Nel 2010, il fondo F2i, nato nel 2008 con l’idea di diventare il primo fondo italiano dedicato alle infrastrutture e alle attività regolate, rilevò il 70% di Gesac, la società di gestione di Napoli Capodichino dagli inglesi del gruppo Baa, vincitori della gara per la privatizzazione. E con la fine dell’anno, anche Cagliari e Catania potrebbero entrare nel perimetro della holding F2i Aeroporti; della quale fanno già parte - oltre allo scalo campano - anche il 50,8% della Sagat (Torino Caselle) nonché il 44,31% di Sea (Linate, Malpensa e una partecipazione di Bergamo- Orio al Serio).

Il che renderebbe ancora più attrattiva la gara a cui sono stati invitati una settantina di grandi investitori internazionali: F2i ha intenzione di cedere il 49% della holding aeroportuale, una quota valutata attorno ai 400 milioni di euro. La lettera è stata inviata in giro per il mondo la prima settimana di giugno e tra i primi che avrebbero mostrato interesse c’è il fondo sovrano di Abu Dhabi, già interessato a una quota di Adr, la società di gestione di Fiumicino. Ma, soprattutto, stretto parente di Ethiad, la compagnia aerea destinata a diventare socio operativo di Alitalia.

In realtà, il progetto di espansione nel settore degli aeroporti fa ancora parte della “vecchia” gestione F2ì. Perché la nuova, al momento, è tutta da costruire. Il Fondo è nato con l’apporto di grandi investitori italiani (banche, Fondazioni, Cassa Depositi Prestiti) e banche straniere. Ma si è caratterizzato grazie alla presenza come manager di un ex boiardo di Stato: anima e ideatore del Fondo in questi anni è stato Vito Gamberale, già alla guida di Autostrade Spa, il quale ha deciso di passare la mano.

Ma non c’è accodo tra i soci sul nome di chi dovrebbe prendere il suo posto. Se dovesse passare la linea della continuità interna, il candidato ideale sarebbe Carlo Michelini, a capo dell’ufficio investimento di F2i. Nel caso di una scelta esterna, il favorito porta il nome di Renato Ravanelli, il quale ha appena lasciato l’incarico di direttore generale dell’utility lombarda A2a. Ravanelli è sostenuto da un asse che parte dalla Fondazione Cariplo (che è stata a lunga socio di A2a) e arriva alla Cassa Depositi Prestiti. Contrari alcuni fondi stranieri che hanno investito in F2i e vorrebbero un manager più conosciuto all’estero. Lo stallo, per il momento, è stato superato affidandosi alla valutazione di un cacciatore di teste che sta valutando anche altri candidati.

La ricerca del nuovo vertice sta inevitabilmente rallentando l’attività del fondo. Anche se Gamberale potrebbe lasciare chiudendo l’ultimo dossier avviato durante la sua gestione: l’alleanza con il gruppo Edison nel settore dell’energia rinnovabile. Secondo fonti finanziarie, entro fine mese potrebbe essere annunciato l’ingresso di F2i come socio di minoranza in una joint venture che gestirà i 490 megawatt (per la stragrande maggioranza eolico) di cui dispone la società di Foro Buonaparte. La nuova finanza che verrà apportata da F2i servirà ad acquisire nuovi impianti, per trasformare la joint venture in uno dei player di primo piano del mercato, fino a contendere alla Erg Renew della famiglia Garrone il primato dell’eolico in Italia. Fino a questo momento, gli investimenti nelle rinnovabili di F2i si sono limitati all’acquisizione del 15,7% di Alerion, piccolo gruppo quotato a Piazza Affari, e del 49,8% di Hfv, società del fotovoltaico che ha come partner NovEnergia, fondo di investimento specializzato nelle rinnovabili di cui fanno parte le principali istituzioni finanziarie portoghesi.

Tra i primi compiti del manager che prenderà il posto di Gamberale ci sarà la chiusura del secondo fondo, la cui raccolta è iniziata nel luglio di due anni fa e ha come obbiettivo fino a 1,2 miliardi di euro (il primo aveva raccolto 1,85 miliardi). Fino a questo momento, l’apporto al secondo fondo si è limitato a 755 milioni. Oltre alle difficoltà a reperire risorse in questo momento storico nel nostro Paese, al Fondo fanno notare come siano stati impegnati per almeno cinque mesi con una ispezione di Bankitalia. Che non ha dato esiti, ma ha tenuto impegnata parte della struttura. Al nuovo manager toccherà prendere la sua valigietta e prima ancora di spendere i soldi dovrà finire di incassarli. Presentando come credenziale il 6% di ritorno del capitale investito, distribuiti ai partecipanti del fondo l’anno scorso. (l.p.) Qui sotto, un aeroporto: F2i ha riunito in una holding tutte le sue partecipazioni aeroportuali.

http://www.repubblica.it/economia/a...entre_la_raccolta_procede_a_rilento-92039957/
 
Chissà che i tra i possibili pretendenti del 49% di F2i Aeroporti, che ha una quota superiore al 40% di SEA, non vi sia proprio Atlantia.
 
Ti assicuro che l'interesse di Atlantia è già stato sondato dalle banche.

Sebbene abbia un debito elevato, Atlantia ha tutti gli strumenti per entrare nel fondo aeroportuale senza grossi problemi.

Se poi saranno loro o un fondo straniero, questo possiamo saperlo solo aspettando.
 
Aggiornamento:

In arrivo le offerte vincolanti per gli aeroporti di Milano, Torino e Napoli.
In campo Db, Ardian e gli australiani di Ifm


Sono attese per metà dicembre le offerte vincolanti sul 49% di F2i Aeroporti, il veicolo attraverso cui il fondo infrastrutturale controlla le partecipazioni negli scali di Torino, Napoli, Milano Malpensa e Linate, e indirettamente di Bologna e Bergamo. Sarebbe infatti terminata, secondo le indiscrezioni raccolte dal Sole 24 Ore, l’attività di due diligence, da parte dei soggetti interessati: cioè Deutsche Bank, Ardian e gli australiani di Ifm, con valutazioni dell’intera holding degli aeroporti piuttosto importanti, che partono da un importo intorno di 800 milioni. Da discutere anche la futura governance, visto che l’acquisto di un 49% implica una partnership di medio termine, destinata a sviluppare ulteriormente gli scali in portafoglio.

http://carlofesta.blog.ilsole24ore....-in-campo-db-ardian-e-gli-australiani-di-ifm/
 
Aeroporti: F2i sceglie soci francesi per crescere

(ANSA) - MILANO, 6 FEB - F2i spinge sugli aeroporti e trova nuovi alleati francesi disposti a mettere capitali. Si tratta di 400 milioni di euro che il fondo Ardian e Credit Agricole Assurances hanno messo sul piatto per rilevare il 49% del Primo Fondo F2i Aeroporti. In pratica i due nuovi partner si sono assicurati in un sol colpo quasi la metà di una serie di partecipazioni che vanno dal 35,7% di Sea (Aeroporti di Milano Malpensa e Linate) al 70% di Gesac (Napoli) ed al 54,5% di Sagat (Torino). Indirettamente hanno messo le mani anche su Sacbo (Bergamo), di cui Sea detiene oltre il 30%, e su Sab (Bologna), di cui Torino possiede il 7,21% tramite Aeroporti Holding. Quanto a Sea, F2i ha in mano un altro 8,26% tramite il Secondo Fondo, rimasto fuori però dalla transazione. Gli scali partecipati in via diretta da F2i Aeroporti hanno registrato nel 2014 un giro d'affari di 900 milioni e, con 37 milioni di passeggeri (+4,7% rispetto all'anno precedente), hanno fatto il 25% del traffico nazionale.


La trattativa in esclusiva era iniziata lo scorso dicembre, poco prima di Natale, e non è stato difficile trovare una soluzione per chi, come Ardian, già collabora con il fondo guidato da Renato Ravanelli nel settore dell'energia, con una quota del 28% in 2i Rete Gas. L'operazione - viene spiegato in una nota - segna l'avvio di una solida alleanza strategica volta a proseguire la politica di investimento e sviluppo di F2i Aeroporti nel settore. Il fondo Ardian e Credit Agricole Assurances, del resto, non sono solo partner finanziari ma apportano anche le loro esperienze nel settore aeroportuale. Hanno infatti già investito rispettivamente nell'aeroporto di London-Luton e negli 'Aéroports de Paris'. Il closing dell'operazione, subordinato al via libera dell'Antitrust, è atteso entro 2-3 mesi.

F2i è stata assistita da Hsbc e Unicredit come advisor finanziari, mentre i soci francesi si sono rivolti a Société Generale, Crédit Agricole Cib, Mediobanca e Banca Imi.

Chiuso il dossier aeroporti, per il fondo guidato da Ravanelli resta aperto quello relativo alla rete in fibra ottica di Metroweb, di cui il fondo detiene il 54%. Recentemente infatti Ravanelli ha aperto le discussioni con gli Ad di Vodafone e Telecom, dopo le manifestazioni di interesse ricevute.(ANSA).
 
Sea e il dilemma della privatizzazione nel risiko degli scali

IL COMUNE DI MILANO METTE IN AGENDA L’USCITA E QUESTO IN PROSPETTIVA RAFFORZA LE STRATEGIE DI F2I, CHE INTANTO PUNTA ANCHE SU CATANIA. NOVITÀ ANCHE NEL POLO TOSCANO: CON IL NUOVO AZIONISTA SI SBLOCCANO GLI INVESTIMENTI

Paola Jadeluca

«A Milano si è aperta un’accesa discussione sulle modalità di gestione del passaggio alla privatizzazione di Sea»: Oliviero Baccelli, Direttore del Certet Bocconi, racconta delle manovre in corso presso la società di gestione degli aeroporti milanesi. «Sea è l’asset più importante nel portafoglio di F2i - spiega- e dopo la cessione del 49% della subholding F2i Aeroporti alla cordata costituita dal fondo di private equity Ardian e da Crédit Agricole Assurance, si registra un’accelerata nella vendita, soprattutto sulla spinta di Assolombarda che ha riproposto il tema dell’efficienza di una gestione privatistica».

Il tempo stringe anche per il Comune di Milano, ormai praticamente il grande e unico azionista pubblico di Sea, cui fa capo ancora il 55,65% della società. F2i, invece, controlla il 44,3% di Sea: il 35,7% attraverso F2i aeroporti, e l’8,6% attraverso F2i II, il secondo fondo della Sgr. Il mandato della giunta comunale scade il prossimo anno. E il sindaco Giuliano Pisapia ha già dato il via alla sua campagna elettorale. «La privatizzazione della società di gestione aeroportuale è un tema importante attorno al quale anche le varie anime della sinistra si sono trovate d’accordo: il Comune ha bisogno di fondi per il completamento dei lavori della metropolitana, e così li potrebbe ottenere. Senza contare che cedere quote di un aeroporto per una infrastruttura destinata a una utenza più “debole”, ha anche un valore aggiunto in termini sociali».

Le strade possibili per le vendita sono due: la gara o la quotazione. Sono anni che si cerca di portare in Borsa Sea, ma ogni tentativo è fallito. Dissapori po-litici, strategie sbagliate. A frenare l’approdo al listino concorrono diversi fattori: «Le Borse non capiscono il business aeroportuale, è troppo complesso e regolamentato, l’apertura di una gara appare la modalità più probabile. Certo, questo favorirebbe F2i», commenta Baccelli. Il motivo è presto detto: comprare tutto il pacchetto costa troppo, difficile che un nuovo investitore abbia risorse e interesse a farlo. Molto probabilmente, comunque, non verrà ceduta l’intera quota: all’azionista pubblico, infatti, conviene mettere sul mercato un 30-40% e tenersi il resto per continuare ad avere una rappresentanza in una società che controlla un intero sistema aeroportuale dove è importante far sentire la voce istituzionale. A questo punto nessun privato avrebbe interesse a entrare in un gruppo dove sarebbe F2i a comandare. A meno di non intravedere altre possibili sinergie future.

F2i è controllata da Cassa depositi e presiti, Intesa San Paolo e Unicredit, tutti con una quota di oltre il 16%. Tra i soci c’è anche Ardian, con poco meno del 10% quarto azionista per importanza. Con la cessione del 49% di F2i Aeroporti alla cordata guidata da Ardian - Credit Agricole, la partnership con i cugini francesi si è rafforzata. S’erano fatti avanti diversi candidati: l'australiana Ifm, la tedesca Deutsche Bank, il fondo pensione canadese OpTrust.

Anche Adia, Abu Dhabi Investment Authority, che ora ha l’occhio puntato su Adr, la società di gestione degli aeroporti romani, Fiumicino e Ciampino. Le nuove strategie di Atlantia fanno pensare che presto verrà ceduta una quota. E il fondo di Abu Dhabi ha interesse a rafforzare le economie di scala nel settore, dopo l’operazione su Alitalia da parte di Etihad Airways, C’è una grande corsa alle acquisizioni e fusioni aeroportuali. Si tratta di infrastrutture dal grande potenziale, e fare massa critica è un fattore chiave.

La partnership di F2i con i francesi riguarda un portafoglio rilevante di scali: F2i ha infatti partecipazioni tra Linate, Malpensa e Bergamo Orio al Serio, ma ha anche una quota nella società di gestione dello scalo di Bologna, ha il 100% della Gesac di Napoli e il 79% della Sagat di Torino. E ora, dicono i rumor, F2i avrebbe intenzione di fare rotta sullo scalo Fontanarossa di Catania. Uno scalo strategico, considerato che dopo il boom dell’alta velocità tra Milano e Roma, è diventata il Catania-Roma la rotta più trafficata d’Italia. C’è in fase di studio un progetto di privatizzazione dello scalo.

In Sicilia, a Trapani, è già presente l’altro gruppo che si contende gli scali italiani: l’argentina Corporacion América dallo scorso anno azionista di riferimento delle società di gestione dello scalo di Firenze, Adf, e di Pisa, Sat. Il suo arrivo ha accelerato la fusione tra i due aeroporti, siglata definitivamente la settimana scorsa. «Si è riusciti finalmente a fare la quadratura del cerchio», commenta Baccelli. Firenze, meta turistica di eccellenza mondiale, ha sempre sofferto per la pista troppo corta. Da anni si discute su come fare per allungarla. Nel frattempo, per far fronte alla richiesta di traffico aereo, soprattutto feederaggio verso gli hub europei, ha dovuto adottare un modello di aereo su misura, “l’A319 Firenze” con 120-130 posti. Finalmente l’allungamento della pista s’è sbloccato. Grazie a un finanziamento pubblico di 150 milioni di euro. «Un evento epocale, dopo il finanziamento di Malpensa a metà degli anni 90. Un finanziamento in “punta di diritto”, approvato dalla Ue.

http://www.repubblica.it/economia/a...atizzazione_nel_risiko_degli_scali-107589973/
 
Quotazione Sea, Gamberale verso chiamata a giudizio per aggiotaggio

A indagini concluse, il p, Sergio Spadaro è orientato a chiamare a giudizio per aggiotaggio Vito Gamberale, amministratore delegato di F2i ai tempi in cui il fondo avrebbe fatto fallire l'operazione di quotazione in Borsa di Sea. E dall'inchiesta emergono anche alcune mail misteriosamente scomparse

Quotazione Sea: a inchiesta conclusa il pm di Milano Sergio Spadaro sembra orientato a chiedere di mandare a giudizio per aggiotaggio Vito Gamberale, amministratore delegato di F2i all'epoca in cui, nel 2012, il fondo fece fallire l'ingresso in Borsa della società degli aeroporti milanesi. Secondo l'accusa, le manovre di F2i miravano ad evitare che l'offerta pubblica di scambio facesse deprezzare le azioni già in possesso del fondo. Tali attività compresero anche la diffusione di "notizie false" a azioni volte a "provocare una sensibile alterazione del prezzo di collocamento delle azioni Sea". Ad esempio con una comunicazione alla Consob nel novembre del 2012 in cui lamentare "omissioni informative" sul traffico passeggeri di Linate e Malpensa e sui debiti verso Sea di altre compagnie aeree.

Azioni di disturbo che conseguono i propri effetti: 140mila domande di azioni sono ritirate e gli ordini si bloccano. E Gamberale cerca a quel punto di acquistare le azioni della Provincia, in difficoltà economica, con un blitz sotto Natale. Dalle indagini emerge ora anche che alcune mail inviate proprio nei giorni cruciali dell'operazione sarebbero scomparse dal pc del responsabile relazioni esterne e rapporti istituzionali di F2i. Un errore involontario, come dicono i manager?

http://www.affaritaliani.it/milano/...rso-chiamata-a-giudizio-per-aggiottaggio.html
 
Anche Nizza e Lione nel network Ardian? Sempre più aeroporti sotto lo stesso padrone...

Dopo Milano Malpensa, Milano Linate, Bergamo, Torino, Bologna e Napoli i francesi vogliono controllare anche Nizza e Lione - Forti rischi per la concorrenza fra aeroporti

Obiettivamente potrebbe diventare un problema, la scalata dei francesi di Ardian ad un numero di aeroporti sempre più consistente. Dopo Milano Malpensa, Milano Linate, Bergamo Orio al Serio, Napoli Capodochino, Bologna Peretola, ora la francese Ardian vuole controllare anche lo scalo di Nizza (foto) e pure quello di Lione. In pratica in tutta l'area geografica dell'Italia nord occidentale e del sud est della Francia la concorrenza potrebbe finire coll'essere affidata soltanto a Genova ed a Cuneo Levaldigi. Con interessanti prospettive per questi due scali che, cantando fuori dal coro, potranno seguire una politica autonoma di sviluppo, ma certamente negativa per la concorrenza fra aeroporti, per i rapporti scali-compagnie ed in ultimo persino per i prezzi dei biglietti di chi vola.

Secondo l'Adnkronos Ardian Infrastructure ha confermato la sua candidatura alla privatizzazione dell'aeroporto di Nizza - Nice Côte d'Azur. Ardian lancerà un'offerta in qualità di partecipante ai un consorzio di investitori locali e internazionali di alto profilo. «I nomi dei partecipanti al consorzio saranno annunciati a tempo debito», si legge in una nota. Ardian è uno dei maggiori operatori del settore aeroportuale europeo con oltre 60 milioni di passeggeri di passaggio nei suoi aeroporti nel 2015. È azionista di riferimento di Londra Luton, che è il quinto aeroporto più grande del Regno Unito e uno degli aeroporti più trafficati d'Europa per i movimenti di jet privati. Ardian è anche un investitore nel principale gruppo aeroportuale italiano, 2i Aeroporti, che ha partecipazioni in sei principali aeroporti italiani tra cui Milano, Torino e Napoli. Ardian Infrastructure «intende inoltre fare un'offerta per l'aeroporto di Lione-Saint-Exupéry nell'ambito della sua privatizzazione, che dovrebbe essere lanciata dopo l'offerta pubblica dell'aeroporto di Nizza».

http://www.lastampa.it/2016/02/18/b...so-padrone-cpSvXqlmrmlwW12cez0lbN/pagina.html