NAKURU (Kenya)- E' un calvario per almeno sessanta turisti italiani che da sabato mattina, alle 4, sono bloccati tra l'aeroporto di Mombasa, da cui avrebbero dovuto partire, e un albergo nei dintorni della città. Avrebbero dovuto lasciare il Kenya con il primo aereo della giornata, alle 6,20. Il loro volo è stato però rimandato una prima volta alle 7,20. Poi una seconda alle 8,20. E ancora alle 9,50 e alle 22,30. E alla fine è saltato del tutto. Per loro è stata trovata una sistemazione temporanea in un hotel, il «White Sand», che sorge a 13 chilometri a nord di Mombasa, ma la situazione è particolarmente pesante. Del gruppo fanno parte diverse persone che hanno bisogno di rientrare con urgenza in Italia, tra cui una in difficili condizioni di salute.
ABBANDONATI AL RESORT - Questi turisti alloggiavano quasi tutti a Malindi, alla «Kanyan House». Dopo i disordini incominciati alla fine dell'anno, però, le due proprietarie della struttura alberghiera hanno deciso di fuggire e hanno lasciato soli i loro ospiti. Tutti quanti dovevano partire sabato, come da regolare prenotazione. Ma il loro posto sui voli è stato probabilmente occupato da altre persone che hanno invece scelto di anticipare la loro partenza e sono forse arrivati prima al check in. La compagnia con cui avrebbero dovuto effettuare la trasvolata è la Eurofly che i viaggiatori accusano ora di essere latitante e di non fornire risposte adeguate né a loro né ai loro famigliari che cercano di mettersi in contatto dall'Italia con il loro call center. (#9632; Ascolta la testimonianza).
«SIAMO SEQUESTRATI» - Secondo un'altra versione, il mancato imbarco sarebbe stato dovuto al mancato pagamento delle quote da parte del tour operator. Un'ipotesi che però non convince i protagonisti della vicenda. «Siamo di fatto sequestrati - commenta Enrico Ratti, uno degli italiani rimasti bloccati a Mombasa -, non possiamo muoverci, non possiamo partire. Siamo diversi gruppi turistici da tutta Italia. C'è gente di Brescia, di Napoli, di Siena. Abbiamo pagato il biglietto tre mesi fa. Ci hanno fatto partire da Milano Malpensa e dovevamo rientrare quasi tutti lì, solo qualcuno è destinato a Roma. Ma il biglietto in ogni caso è stato pagato». Alla Eurofly di Mombasa è arrivata un'email, rivelata al Corriere da una fonte riservata, in cui c'era l'indicazione di non imbarcare i passeggeri di quel volo, qualora non vi fossero stati posti disponibili. Al momento del check in erano 25 le persone ancora da sistemare. Sette sono state imbarcate. Ne sono rimaste 18 a cui si sono aggiunti altri 40 turisti che a loro volta dovevano partire sempre nelle prime ore della mattina.
«TUTTI A CASA LUNEDI'» - Eurofly, oltre a precisare che i ritardi che hanno causato la mancata partenza degli italiani sono dovuti non a propria volontà ma all'effetto di una richiesta del governo, che imponendo un campio di rotte e di tragitti ha messo la compagnia nella condizione di non rispettare i tempi prefissati, ha assicurato che tutte le persone rimaste a terra saranno imbarcate su un volo in partenza lunedì mattina. Da quanto risulta al Corriere, tuttavia, quel volo sarebbe già pieno e quindi a meno di un cambio di aeromobile il rischio è quello di un possibile «overbooking» con altre persone destinate a rimanere a terra.
L'AEREO «FANTASMA» - Dopo i primi rinvii della partenza, sabato a mezzogiorno sono stati portati in albergo. Poi, attorno alle 22,30, sono stati riaccompagnati in aeroporto. Ma l'aereo che era stato loro promesso non c'era, o non è partito. Così sono stati riportati indietro all'albergo. Ai passeggeri era stato anche detto che avrebbe dovuto essere affittato un aereo dall'Uganda per risolvere la situazione, ma questo aereo non è mai arrivato. I viaggiatori, arrabbiati e demoralizzati, ora si sentono presi in giro, abbandonati a se stessi e con informazioni scarse e imprecise..
IL CONSOLE IN CAMPO - E' stata subito attivata l'unità di crisi del ministero degli Esteri italiano. In particolare, sul posto è arrivato il console italiano a Mombasa, Tommaso Castellano, che si è attivato e ha cercato con caparbietà di venire a capo della situazione. E' rimasto in contatto con la Farnesina fino a notte alta. Ma anche l'intervento diplomatico non era riuscito a dare risultati immediati. «Il console è stato con noi anche questa mattina - spiega Alessandra Pignatelli, un'altra delle persone bloccate in Kenya -. Ma anche lui non è riuscito ad avere informazioni certe circa il nostro destino».