Darwin taglia: in 60 restano a casa
Dopo aver lasciato la Lugano-Zurigo e altre tre rotte, la compagnia prevede licenziamenti - Il piano con Etihad non ha dato i frutti sperati
LUGANO - Il «sogno arabo» di Darwin Airline è stato interrotto da un brusco e doloroso risveglio. La compagnia detenuta per un terzo da Etihad Airways ha annunciato con una lettera ai dipendenti un drastico piano di risparmio che prevede 60 licenziamenti: 30 fra il personale di volo e 30 fra quello di terra. La notizia ha del clamoroso, ma non si può dire che sia un fulmine a ciel sereno, vista la recente decisione di lasciare alla concorrente Swiss la rotta Lugano-Zurigo e di chiuderne altre tre in Svizzera: Zurigo-Linz, Ginevra-Tolosa e Ginevra-Nizza. È comunque una frenata che stride con l'ingresso in grande stile di Etihad nel mercato elvetico. Grazie all'accordo con il colosso di Abu Dhabi, Darwin ha potuto allontanarsi da pericolose cifre rosse, rilanciarsi sul mercato con il marchio Etihad Regional e attuare un piano di crescita fino ad allora inimmaginabile per una compagnia che era sì gagliarda e con una fitta rete di contatti in tutta Europa, ma che era abituata a lottare quasi solo per sopravvivere. Con Etihad a fianco, Darwin ha aperto nuove rotte, pagato il debito in sospeso con l'aeroporto e assunto decine di persone, passando dai 210 effettivi del dicembre 2013 ai 320 attuali, di cui 250 basati a Lugano e 70 a Ginevra. La maggior parte della forza lavoro ingaggiata l'anno scorso è formata da piloti, personale di cabina e addetti alla manutenzione (in diversi sono stati presi dall'italiana Air Dolomiti, dov'erano finiti in cassa integrazione, mentre i ticinesi sono una decina).
Tutto in un mese
Facendo tutte queste cose, Etihad Regional si è anche fatta un nemico, Swiss, controllata da quel gruppo Lufthansa che è concorrente di Etihad a livello internazionale. Ne è nata una battaglia che ha infiammato pure in Ticino (competizione sulle rotte da e per Zurigo e Ginevra) e che inizialmente sembrava dover portare soltanto benefici. Ora invece è tempo dei costi. La riduzione degli impieghi è in programma entro la fine di febbraio.
Fonte:
Corriere del Ticino