La strategia iniziata da Etihad alcuni anni orsono (con le prime acquisizioni di partecipazioni azionarie in Virgin Australia ed Air Berlin) è oramai diventata, agli occhi di tutta l’Aviation Industry, l’Equity Alliance per eccellenza: un qualcosa di inedito per dimensioni e portata, in grado di impensierire più di un vettore e le stesse Alleanze Globali (Star Alliance, SkyTeam, One World).
Tale strategia ha portato in primis ad un nuovo modo di pensare l’alleanza tra vettori, finora immaginata come un insieme di accordi commerciali tra vettori comunque in competizione - anche forte - tra di loro e solo in parte rafforzata da accordi su specifici segmenti di traffico, come nel caso delle JV.
Potremmo discutere a lungo su quanto un’alleanza globale sia stata davvero in grado di portare quella tanto decantata “seamless experience” promessa ai passeggeri in volo multitratta con differenti vettori della stessa alleanza, o quanto sia facile o rapido vedersi riconosciute le miglia guadagnate con l’uno o con l’altro. Certo è che dal punto di vista dei passeggeri era lecito aspettarsi una maggiore armonizzazione di prodotti e servizi, visto che le alleanze globali esistono da oltre 10 anni, ma ciò non è accaduto o quantomeno non in modo del tutto soddisfacente.
In tal senso, l’Equity Alliance guidata da Etihad dovrebbe portare, ovviamente col tempo e non dall’oggi al domani, ad un significativo miglioramento della “seamless experience” tra i vettori pertecipati, e questo grazie principalmente al fatto che entrare in misura significativa nel capitale dei vettori partecipati implica generalmente il poter “piazzare” persone di propria fiducia al vertice dell’organizzazione del vettore acquisito(Alitalia SAI docet), persone in grado di immaginare e rendere operativo un disegno strategico di ordine superiore rispetto al vettore stesso. Una differenza abissale rispetto alle alleanze tradizionali.
Ma veniamo al punto: Etihad e Sabre, e cosa la prima ha reso possibile alla seconda.
La strategia di Etihad riguardo le scelte tecnologiche è molto chiara: da circa un paio di anni ha puntato tutto su uno dei due grandi player mondiali nel settore dei Community System, l’americana Sabre, da sempre antagonista dell’europea Amadeus con la quale si spartisce la maggior parte del mercato dei PSS (Passenger Service System).
Ora, chiunque guardi al parco clienti europeo di Sabre, si accorge che oggi è praticamente inesistente, con una presenza al momento limitata a Darwin (tralasciando Aeroflot, vettore europeo per modo di dire).
Tutto questo oggi, ma non domani.
Etihad vede infatti nell’adozione della medesima PSS “across the equity partners”, il passo più significativo per giungere a quella tanto agognata armonizzazione dei servizi ai propri “guest”: in altre parole riuscire laddove le Alleanze tradizionali hanno fallito.
Non a caso in Etihad negli ultimi mesi sono state create nuove figure organizzative di alto profilo, il cui compito è quello di governare una specifica area a livello di gruppo e non più di singolo vettore (una tra tutte, la recentissima nomina di Bruno Matheu - ex EVP AF - in qualità di COO, con responsabilità su Network, Schedule e RVM).
In quest’ottica, AirBerlin ha iniziato circa un anno fa il suo progetto di migrazione da Amadeus a Sabre ed altrettanto si appresta a fare Alitalia SAI, la quale ha parimenti fermato il progetto di migrazione ad Amadeus.
In conclusione, se nel 2014 Sabre può contare su una presenza irrisoria in Europa, nel giro di un paio di anni (e per il tramite di Etihad), essa si troverà a gestire nei propri sistemi quasi 60M di passeggeri (AZ+AB) , diventando quindi un player di assoluto rilievo anche in questo continente.
Un matrimonio, quello con Etihad, che ha portato frutti inaspettati e che nessuno aveva previsto, a partire da Amadeus.
L’augurio è che i frutti di tale armonizzazione possano presto diventare visibili anche ai passeggeri o, per meglio dire, ai guest che voleranno con gli equity partner.
fonte : AviazioneCivile.it
Tale strategia ha portato in primis ad un nuovo modo di pensare l’alleanza tra vettori, finora immaginata come un insieme di accordi commerciali tra vettori comunque in competizione - anche forte - tra di loro e solo in parte rafforzata da accordi su specifici segmenti di traffico, come nel caso delle JV.
Potremmo discutere a lungo su quanto un’alleanza globale sia stata davvero in grado di portare quella tanto decantata “seamless experience” promessa ai passeggeri in volo multitratta con differenti vettori della stessa alleanza, o quanto sia facile o rapido vedersi riconosciute le miglia guadagnate con l’uno o con l’altro. Certo è che dal punto di vista dei passeggeri era lecito aspettarsi una maggiore armonizzazione di prodotti e servizi, visto che le alleanze globali esistono da oltre 10 anni, ma ciò non è accaduto o quantomeno non in modo del tutto soddisfacente.
In tal senso, l’Equity Alliance guidata da Etihad dovrebbe portare, ovviamente col tempo e non dall’oggi al domani, ad un significativo miglioramento della “seamless experience” tra i vettori pertecipati, e questo grazie principalmente al fatto che entrare in misura significativa nel capitale dei vettori partecipati implica generalmente il poter “piazzare” persone di propria fiducia al vertice dell’organizzazione del vettore acquisito(Alitalia SAI docet), persone in grado di immaginare e rendere operativo un disegno strategico di ordine superiore rispetto al vettore stesso. Una differenza abissale rispetto alle alleanze tradizionali.
Ma veniamo al punto: Etihad e Sabre, e cosa la prima ha reso possibile alla seconda.
La strategia di Etihad riguardo le scelte tecnologiche è molto chiara: da circa un paio di anni ha puntato tutto su uno dei due grandi player mondiali nel settore dei Community System, l’americana Sabre, da sempre antagonista dell’europea Amadeus con la quale si spartisce la maggior parte del mercato dei PSS (Passenger Service System).
Ora, chiunque guardi al parco clienti europeo di Sabre, si accorge che oggi è praticamente inesistente, con una presenza al momento limitata a Darwin (tralasciando Aeroflot, vettore europeo per modo di dire).
Tutto questo oggi, ma non domani.
Etihad vede infatti nell’adozione della medesima PSS “across the equity partners”, il passo più significativo per giungere a quella tanto agognata armonizzazione dei servizi ai propri “guest”: in altre parole riuscire laddove le Alleanze tradizionali hanno fallito.
Non a caso in Etihad negli ultimi mesi sono state create nuove figure organizzative di alto profilo, il cui compito è quello di governare una specifica area a livello di gruppo e non più di singolo vettore (una tra tutte, la recentissima nomina di Bruno Matheu - ex EVP AF - in qualità di COO, con responsabilità su Network, Schedule e RVM).
In quest’ottica, AirBerlin ha iniziato circa un anno fa il suo progetto di migrazione da Amadeus a Sabre ed altrettanto si appresta a fare Alitalia SAI, la quale ha parimenti fermato il progetto di migrazione ad Amadeus.
In conclusione, se nel 2014 Sabre può contare su una presenza irrisoria in Europa, nel giro di un paio di anni (e per il tramite di Etihad), essa si troverà a gestire nei propri sistemi quasi 60M di passeggeri (AZ+AB) , diventando quindi un player di assoluto rilievo anche in questo continente.
Un matrimonio, quello con Etihad, che ha portato frutti inaspettati e che nessuno aveva previsto, a partire da Amadeus.
L’augurio è che i frutti di tale armonizzazione possano presto diventare visibili anche ai passeggeri o, per meglio dire, ai guest che voleranno con gli equity partner.
fonte : AviazioneCivile.it