ENAC: disposta ispezione a Bologna


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3 Gennaio 2008
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ESTERO
ENAC: DISPOSTA ISPEZIONE ALL’AEROPORTO DI BOLOGNA

Con riferimento alle recenti dichiarazioni rilasciate dal Direttore ENAC dell’Aeroporto di Bologna connesse alle indagini in corso da parte della Procura di Bologna sulla società Doro Group, il Presidente dell’ENAC, Vito Riggio, informa di aver chiesto al Direttore Generale Silvano Manera di predisporre al più presto un’ispezione per acquisire elementi in merito alla vicenda, per poter poi riferire al prossimo Consiglio di Amministrazione.

All’esito dell’ispezione, ed alla luce degli elementi che emergeranno e che verranno portati anche all’attenzione del CdA, saranno valutate le eventuali azioni da intraprendere.

Il Consiglio di Amministrazione, nelle prossime riunioni, valuterà inoltre l’emissione di una direttiva indirizzata a tutti i dirigenti e dipendenti dell’Ente che rammenti loro di astenersi da qualsiasi esternazione che possa avere implicazioni di carattere politico, in particolar modo in periodo di campagna elettorale.
 
Comune, Regione, Provincia e Sab all´attacco del dirigente autore di un dossier sullo scalo

"Basta fango sul Marconi"

I soci pubblici scrivono all´Enac che manda gli ispettori

La guerra al Marconi tra il direttore Enac Generoso Coraggio e la Sab arriva anche a Roma. Il presidente dell´Enac, l´Ente nazionale aviazione civile, Vito Riggio, ha chiesto al direttore generale Silvano Manera di mandare al più presto un´ispezione negli uffici dell´Enac di Bologna dopo le «esternazioni» di Coraggio. A Riggio hanno scritto anche tutti i soci Sab. Il presidente della Regione Errani, il sindaco Cofferati, il presidente della Provincia Draghetti, il direttore generale della Camera di Commercio Litardi hanno presentato a Roma le rimostranze contro Coraggio, accusato di aver travalicato i suoi compiti istituzionali e aver creato danni a Sab. Agli enti territoriali aveva proprio chiesto aiuto lo stesso Coraggio, contro Sab accusata di cattiva gestione. Il direttore Enac non si ferma: ha scritto anche all´assessore Mancuso, invitando i soci a valutare un´azione di responsabilità contro i vertici Sab.

L´Enac manda gli ispettori "Basta esternazioni sui politici"

Lettera del direttore a Mancuso: il Comune intervenga

L´Ente nazionale per l´aviazione civile ha deciso di muoversi da Roma

LUIGI SPEZIA

Il Marconi come un palazzo di giustizia. Non c´entra l´inchiesta penale del pm Antonello Gustapane, ma l´Enac, l´Ente nazionale per l´aviazione civile, che ha deciso di «mandare gli ispettori». Come fa normalmente un ministro della Giustizia quando scoppia qualche bubbone in periferia negli uffici giudiziari. Il presidente dell´Enac Vito Riggio lo fa sapere in una nota diffusa ieri pomeriggio, «con riferimento alle recenti dichiarazioni rilasciate dal direttore dell´Enac dell´aeroporto di Bologna, connesse alle recenti indagini in corso da parte della Procura di Bologna sulla società Doro Group». Un´ispezione sulla correttezza del comportamento del direttore Generoso Coraggio: «Alla luce degli elementi che emergeranno e che verranno portati all´attenzione del consiglio di amministrazione dell´Enac, saranno valutate le eventuali azioni da intraprendere».
Al centro dell´affaire le «esternazioni» del direttore bolognese dell´ente di controllo aeronautico contro l´ex presidente Sab Giancarlo Sangalli e l´attuale Giuseppina Gualtieri, che hanno portato già ad una serie di conseguenze: querela da Sangalli per diffamazione, diffida da Gualtieri, una polemica politica sollevata dalla Sinistra Arcobaleno (Sangalli è candidato del Pd), replica del Pd che parla di «strumentalizzazione elettorale». L´Enac, da Roma, registra tutto e comunica di «valutare l´emissione di una direttiva indirizzata a tutti i dirigenti e dipendenti dell´Ente che rammenti loro di astenersi da qualsiasi esternazione che possa avere implicazioni di carattere politico, in particolar modo in periodo di campagna elettorale». A ciò, contemporaneamente, si aggiunge un fuoco di sbarramento contro Coraggio degli enti territoriali soci di minoranza di Sab (Comune, Provincia e Comune, destinatari della lettera di lagnanze contro Sab del direttore Enac) e del socio di maggioranza, la Camera di Commercio.
I quattro enti scrivono a Riggio e al ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi diffidando l´Enac dal continuare a tenere atteggiamenti dannosi nei confronti di Sab. Anche Sab interviene ancora contro Coraggio, denunciando la sua «grave e illegittima condotta nel consegnare a terzi documenti riservati, oltretutto pubblicati sulla stampa. Coraggio ha lanciato accuse totalmente infondate e non di sua competenza, facendo ampio uso di omissioni, insinuazioni e accostamenti suggestionanti atti a travisare la realtà». Coraggio viene accusato di aver diffuso lettere riservate (quella incriminata) e la Sab conferma di voler agire contro di lui per i danni ricevuti e anche contro l´Enac «che sarà tenuta a rispondere della condotta del suo preposto».
Generoso Coraggio nel frattempo non si ferma. Ha già scritto nei giorni scorsi un´altra lettera all´assessore agli Affari Istituzionali Libero Mancuso, con la quale chiede «al Comune in quanto socio di Sab di convocare una assemblea straordinaria dei soci, che possa valutare l´opportunità di aprire un procedimento di responsabilità contro i dirigenti della Sab». Nella lettera, inviata anche a Riggio e agli altri soci, Coraggio richiama il problema dell´incompatibilità, a suo giudizio, della carica di presidente Sab e di presidente di Marconi Handling riunite nella persona di Giuseppina Gualtieri, che sarebbe dunque controllore di se stessa. Inoltre ha inviato anche la delibera del consiglio di amministrazione di Marconi Handling, con la quale sono state tolte le deleghe all´amministratore Sante Cordeschi, indagato per corruzione. Secondo Coraggio, in quell´atto ci sono alcuni passaggi da valutare «e comunque è un atto che dimostra che tutto è come prima, al Marconi i rapporti con le aziende appaltatrici da parte degli handler non sono cambiati». Quanto a Cordeschi, Coraggio sostiene che gli sono state sì tolte le deleghe, ma è sovrano nel suo stesso settore, essendo rimasto direttore operativo di Marconi Handling. Coraggio non teme nemmeno la querela di Sangalli: «Io ho querelato lui per primo, nel settembre scorso, quando si è permesso di dire che le mie dichiarazioni erano gossip». Il conflitto ha tutta l´aria di non finire qui.


Il direttore Enac è da mesi il grande accusatore dei vertici dell´aeroporto sul caso Doro Group

Generoso Coraggio, un nome un destino l´uomo che fa tremare i big del Marconi

Sessant´anni, napoletano, un funzionario statale che non sta zitto

Generoso Coraggio. Il consigliere comunale Serafino D´Onofrio, due giorni fa, nell´aprire la conferenza stampa durante la quale avrebbe reso nota la lettera delle doleance di Generoso Coraggio contro Sangalli, Gualtieri e la Sab, ha fatto una battuta: «Generoso Coraggio, un nome un destino». Per la Sinistra Arcobaleno un eroe, insomma, che ha «avuto il coraggio» di scoperchiare situazioni del Marconi, alcune delle quali sotto inchiesta penale, in quello che quel gruppo politico definisce «un pentolone maleodorante». Il direttore della circoscrizione aeroportuale di Bologna Generoso Coraggio, napoletano, sessant´anni, carattere sanguigno, parla di sé semplicemente come di «un funzionario statale» e accredita l´immagine di un uomo che, anche come cittadino, vuole che le regole siano rispettate e si appella a tutti quelli che lo possano aiutare in questo: «Se la Sab non m´ascolta, se nella cambia al Marconi nonostante l´inchiesta penale, io mi sento autorizzato a scrivere al sindaco e se il sindaco non mi risponde scrivo all´assessore Mancuso». A Bologna arrivò dal centro romano dell´Enac in sordina, anzi non arrivò affatto, in un primo momento, perché rimase in malattia almeno un anno. Prese il posto di Livia Bellomia, che era in sella all´Enac quando al Marconi entrò la Doro Group, grazie a Cordeschi e all´ex presidente Enac, Alfredo Roma. Il giorno che cadde l´aereo da turismo con cinque vittime, il 3 marzo 2005, si era insediato da pochi giorni.
Ritornò pienamente operativo a metà del 2006 e ha cominciato le sue «esternazioni» a cavallo dell´apertura dell´inchiesta - estate 2007 - dopo che la Finanza appurò che con tutto quel caos nei rapporti tra aziende al Marconi, lui non c´entrava nulla. Coraggio pensa assolutamente di essere nel giusto se fa interviste o dichiarazioni o rende noto quali atti ha compiuto, in omaggio alla trasparenza: «I cittadini hanno diritto di sapere le cose, spesso è un diritto prevalente su altri aspetti». Nel luglio scorso, mentre stava parlando in una lunghissima conferenza stampa con i giornalisti, nel suo studio con finestre sugli aerei che decollano e la bandiera italiana bene in vista, entrò l´allora direttore generale Sab Umberto Chinni. Avvisato che Coraggio stava lanciando strali contro Sab, chiese: «Che cosa stai facendo, Generoso? Parliamone». Ma lui tirò dritto.
(l. s.)


QUEL CHE SERVE È UNA SVOLTA

ALDO BALZANELLI

È DIFFICILE per l´opinione pubblica farsi un´idea della palude nella quale è finito l´aeroporto Marconi. La stessa magistratura ha dovuto affidarsi a una pattuglia di esperti per districarsi in una vicenda complessa e dai molteplici risvolti. Una cosa però, al di là degli aspetti penali, è chiara: l´aeroporto internazionale di Bologna, che era uno dei più importanti d´Italia dopo Fiumicino e Malpensa, è scivolato nel corso degli anni sempre più in basso nella classifica degli scali italiani. Si è perso un primato, ci si è lanciati in avventurose operazioni come l´acquisizione dello scalo di Forlì risultato un pozzo di debiti, si è riusciti a prendere una salatissima multa dall´Antitrust per violazione delle norme sulla concorrenza, non si è stati capaci di fare passi avanti nella costruzione di un sistema aeroportuale regionale difendendo ciascuno la propria torre di controllo. Importanti lavori di ammodernamento infrastrutturali non sono stati realizzati e contemporaneamente si è tollerata una situazione di caos e irregolarità nella gestione dei servizi a terra.
Di chi è la colpa? Difficile dirlo: una parte della risposta la fornirà l´inchiesta della procura della Repubblica. Ma ci sono aspetti della vicenda che non coinvolgono necessariamente risvolti penali, alcuni dei quali appaiono sullo sfondo dello scontro durissimo in atto tra la Sab, la società del Marconi, e l´Enac, l´ente nazionale per l´aviazione civile che ha il compito di occuparsi del controllo e dell´applicazione delle norme, oltre che degli aspetti amministrativo-economici del trasporto aereo.
Il direttore regionale dell´Enac sarà pure un personaggio dagli aspetti folcloristici, ma davvero nessuno in questi anni si era accorto al Marconi di quanto stava accadendo? La Procura della Repubblica ha ripetuto anche ieri che sino ad ora la Sab è parte lesa. Questo però riguarda gli aspetti giudiziari, ma c´è un fronte che non si può eludere: nessuno aveva fatto caso che l´handling era affidato a un complicato castello di subappalti del quale faceva parte la società di un ex mafioso pentito, che avvenivano discutibili scambi di regali tra i protagonisti di un delicato servizio aeroportuale? Nessuno sapeva? Eppure i sindacati da tempo avevano puntato il dito contro una situazione che alla fine è esplosa con fragore. La questione del Marconi insomma non va valutata soltanto con il metro delle manette, ma anche con quello delle responsabilità di chi ha gestito la società da molti anni a questa parte. Se possibile tenendo separata la polemica elettorale dalla ricerca di una soluzione positiva per il futuro di uno degli asset decisivi per la città.
Da qualche mese i vertici della Sab sono cambiati ed è auspicabile che il rinnovamento continui, privilegiando sempre più le competenze manageriali rispetto a quelle politiche. Altrettanto auspicabile è che l´operazione di rilancio dello scalo avvenga nella massima trasparenza. Bene hanno fatto i soci pubblici a chiedere all´Enac nazionale di fermare il bombardamento sul Marconi del dirigente regionale che, volendo scoperchiare una pentola che bolle da troppo tempo, ha sconfinato in territori che non gli competono. Ma intanto qualcuno dovrebbe spiegare come si sposi con il rinnovamento il fatto che l´ex amministratore delegato della Marconi Handling, una delle società al centro della bufera giudiziaria, continui a svolgere le funzioni di direttore operativo dell´attività per la quale è indagato con le accuse di corruzione, associazione per delinquere e truffa.

Il consigliere Sd: non confondiamoci con Coraggio

Naldi: "Sangalli ha le sue responsabilità"

"Non faccio sciacallaggio politico. La giunta non ha ascoltato i sindacati"
"Chi è stato in questi anni alla guida di Sab e della Camera di Commercio?"

«Non c´era bisogno di Generoso Coraggio per capire che Sangalli ha responsabilità gestionali e politiche nella vicenda dell´aeroporto». Gian Guido Naldi, il consigliere di Sd che nove mesi fa aprì il caso Doro Group portando in Procura le carte dopo la denuncia dei sindacati in commissione, rilancia le contestazioni all´ex presidente dell´aeroporto oggi candidato del Pd.
Anche lei fa sciacallaggio politico, Naldi? Per i Ds impallinate Sangalli solo perché è candidato.
«Questa situazione è sotto gli occhi di tutti da più di nove mesi. Prima di venire in Comune i sindacati segnalarono all´azienda ciò che non andava, il mancato pagamento di contributi dei lavoratori, i lavoratori senza cartellino in aeroporto e tutto il resto».
Perché lei non ha firmato l´interpellanza dei suoi colleghi dell´Altra sinistra, allora?
«Perché il nostro mestiere è diverso da quello di Coraggio. Le denunce del direttore dell´Enac vanno prese in seria considerazione. ma noi non possiamo rischiare di sembrare la stessa cosa».
Non si fida di quelle denunce?
«Non dico questo. Coraggio è un funzionario dello Stato. Quello che dice va preso sul serio. E bisogna rispondere chiaramente».
E allora?
«Eviterei di confondere i ruoli e nell´interpellanza qualche rischio di confusione c´è».
Le pare giusto ricorrere alla magistratura contro Sangalli?
«Non entro nel merito della vicenda giudiziaria visto che un´inchiesta è aperta da tempo. Io parlo di responsabilità gestionali evidenti».
Dovevano controllare?
«Certo, che dovevano. Ma più in generale credo che questa vicenda sia figlia di una cultura manageriale, quella delle esternalizzazioni, degli appalti e dei subappalti, delle gare al massimo ribasso».
Ne fa un discorso filosofico?
«Ne faccio un discorso pratico: quel meccanismo che puntava a comprimere i costi ha prodotto una situazione vergognosa. Il paradosso è che un provvedimento per liberalizzare i servizi a terra ha creato due società fintamente concorrenti e tutte e due si servivano di Doro Group e Gesticoop».
Anche Sangalli un anno fa definì un´anomalia quella concorrenza.
«Già, ma chi è stato presidente dell´aeroporto in questi anni? E prima chi era presidente della Camera di Commercio?»
Perché lo denuncia adesso, Naldi? In campagna elettorale è sospetto.
«Insisto: c´è una novità, la denuncia del direttore dell´Enac. Ma per me è sorprendente che tutto questo non sia avvenuto alcuni mesi fa quando emerse il bubbone di Doro Goup».
Secondo lei, perché avviene oggi?
«Succede in ritardo perché Sangalli è un uomo che si muove bene in certi ambienti e ha un consenso molto ampio, a sinistra e anche a destra».
Non è un po´ troppo politica la sua accusa?
«E´ pratica: la degenerazione nel sistema dei subappalti, altrimenti come si spiega? In tutto questo però non vorrei che si dimenticasse il problema principale».
Quale?
«I lavoratori senza posto. C´è un impegno del Sindaco, di Sangalli e della Provincia a ricollocarli. Ma intanto non si muove niente. Non vorrei che le polemiche diventassero un alibi».
(l.n.)


La presidente dell´aeroporto alla vigilia del bilancio

Gualtieri: "Dateci ancora un mese di tregua"

"Con l´aiuto di Société Générale puntiamo ad uscire totalmente anche da Bas"
"Cordeschi è stato sospeso dalla funzione di amministratore delegato"

LUCIANO NIGRO

«Un mese e saprete tutto sui bilanci, sugli effetti della vicenda Doro Group sull´aeroporto, sul futuro dell´handling». Chiede tempo Giuseppina Gualtieri, neo presidente dell´aeroporto che si trova per le mani una brutta gatta da pelare. Una valigia che scotta verrebbe da dire, visto che all´origine c´è l´enorme pasticcio dei servizi a terra del Marconi con i lavoratori senza posto, stipendi e contributi e la società che li aveva assunti accusata di avere corrotto il direttore Marconi e quattro carabinieri. Un affare anche politico da quando il direttore dell´Enac spara sui vertici dell´aeroporto e la Sinistra arcobaleno impallina l´ex presidente Giancarlo Sangalli ora candidato del Pd.
In tutto questo che fa l´aeroporto?
«Lavora con il massimo impegno. Siamo sereni, abbiamo messo a punto il piano industriale».
E nell´handling cosa succede?
«Stiamo riorganizzando tutto. Con l´aiuto di Société Générale puntiamo ad uscire totalmente da Bas, la seconda azienda di servizi a terra di cui siamo soci al 40% e cerchiamo un partner industriale per Marconi Handling».
Dopo aver perso milioni di euro, Marconi handling chiuderà a pareggio o quasi come si prevedeva mesi fa?
«I numeri li avremo dopo i consigli di amministrazione. C´è un´inchiesta che ci vede parte lesa e stiamo valutando gli impatti economici di questa vicenda».
Inciderà pesantemente sui bilanci?
«Non lo sappiamo. Vedremo. Ci sono azioni legali e diffide in corso. Certo abbiamo avuto un grave danno d´immagine».
Perché avete tenuto al suo posto Sante Cordeschi? Doveva essere il primo controllore ed è accusato di aver preso regali.
«E´ stato sospeso dalla funzione di amministratore delegato. E´ solo direttore operativo».
Cioè l´organizzatore dell´handling?
«Sì, ma senza le deleghe contrattuali e commerciali».
Nessuna delega?
«Nessuna».
Mai pensato di sospenderlo per il danno causato all´azienda?
«E´ tutto all´esame dei legali. Se risulterà estraneo saremo tutti contenti, altrimenti l´azienda provvederà. Per ora quello che potevamo l´abbiamo fatto».
Le accuse di Generoso Coraggio di Enac sono numerose.
«Infatti lo abbiamo diffidato e stiamo valutando altre iniziative. Con l´Enac di Roma, però, abbiamo rapporti eccellenti».
A creare incertezza ci sono i milioni di crediti non riscossi dalle compagnie. Perché non dire oggi una parola chiara sulla situazione finanziaria dell´aeroporto?
«Tutto quello che c´è da dire lo diremo con trasparenza appena il Cda avrà esaminato i numeri. Sono accadute anche cose positive come l´arrivo dei 20 milioni spesi per la pista e l´aumento di capitale».
Vuol dire che va tutto bene?
«Certamente no. Quando avremo visto i bilanci delle nostre partecipate Aviogrill, Sagat Torino, Forlì e Marconi Handling, riuniremo il cda e tutti i dati saranno pubblici».
Ma il Marconi chiuderà in attivo o no?
«Lo sapremo entro il mese. Quello che chiedo è di non danneggiare un´azienda che è ricchezza per tutto il territorio».
Non fate politica sul Marconi?
«Ognuno faccia come crede, ci mancherebbe. Ma teniamo l´azienda al riparo da strumentalizzazioni».


Niente "tunnel" per l´imbarco
i tanti ritardi nei lavori dello scalo


Il progettista Voltolini spostato alla security


LUIGI SPEZIA

Al Marconi si tagliano «le dita» (i tunnel che portano i passeggeri direttamente a bordo dell´aereo) per l´ennesima volta e si taglia anche uno dei tecnici di punta, l´ingegner Luca Voltolini, capo dell´ufficio tecnico mandato da due settimane a fare il dirigente della security, che con un tecnico progettista come lui non ha nulla a che vedere. Voltolini, che ha diretto anche l´allungamento della pista, certamente il lavoro più impegnativo e strategico realizzato da Sab in questi anni, non si dice affatto contento di questo trasferimento di mansioni, parlando con gli amici. Infatti non spiega perché è stato trasferito e il suo ufficio diviso in tre settori diversi. Tornando ai fingers, detti anche loading bridges, cioè i passaggi diretti dall´aerostazione agli aerei, che consentono un immaginabile risparmio di tempi e di costi e un miglior servizio ai passeggeri, l´ingegner Voltolini li aveva progettati riuscendo a farli stare davanti all´aerostazione senza che venissero impedite le manovre dei jet sul piazzale, davvero angusto.
Ora sono stati rimandati per l´ennesima volta. Previsti già nel progetto originario dei Costanzo, sul quale ci fu anche un´inchiesta penale e qualche arresto, i fingers si faranno secondo il piano dei prossimi cinque anni, però solo attaccati al nuovo molo, ancora da costruire.
I fingers però erano presenti nel piano di investimenti 2004-2008, finito nel calderone di tutte le accuse mosse dal direttore Enac Generoso Coraggio a Sab. Costo: 3 milioni e 718 mila euro. Scrive nella relazione tecnica inviata a Enac l´ingegner Voltolini nel luglio del 2007: «Il progetto è fortemente correlato con il progetto di ampliamento dalla sala imbarchi e avanzerà per fasi successive in stretto coordinamento con tale opera. E´ pertanto prevedibile un ritardo», anche se magari si potrebbe riuscire a iniziare i lavori sia dell´area imbarchi sia dei fingers entro il 2008. Ora l´allargamento della sala imbarchi nell´attuale aerostazione (il costo previsto era di 7 milioni e 800 mila euro) non si farà più, perché verrà costruito il nuovo molo.
Nella sua famosa lettera agli enti pubblici, resa nota due giorni fa dal gruppo consiliare della Sinistra Arcobaleno, Coraggio afferma che il piano 2004-2008 a lui comunicato dal direttore generale Umberto Chinni e da Voltolini, evidenzia «un grave mancato rispetto del contratto di programma, con un differimento al quadriennio successivo di quasi la totalità degli impegni assunti per realizzare opere già finanziate per 20 milioni di euro». Questo significa, per Coraggio che è «dissonante» con un´azienda «che non è riuscita a realizzare opere ordinarie in quattro anni», riuscire a realizzarne per 200 milioni nei prossimi cinque. Ma quali sono le altre opere mancate e perché? Se metà degli investimenti riguardavano area imbarchi e fingers, erano previste altre sette realizzazioni. Due milioni per ampliamento dei parcheggi aerei, che non s´è fatto. Ora si propone di ampliare anche un altro lato, per un importo di 5 milioni di euro. Una rimessa per i mezzi di rampa è stata abbandonata perché non necessaria. Un primo stralcio del bunkeraggio carburanti deve essere rivisto, perché non più nell´area ex cave Reno, ma in un´altra. L´ampliamento di un´altra area, detta A2, è stata rinviata. L´impianto smistamento bagagli non è stato fatto. Poi c´è bisogno di ampliare anche il pronto soccorso, che non è all´altezza di un aeroporto come il Marconi.


(La Repubblica - Bologna)

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"Al Marconi tutti sapevano tutto"

L´affondo del dirigente Enac contro vecchi e nuovi vertici

Il pm Gustapane: Coraggio è un teste fondamentale nell´inchiesta aperta su Doro Group

LUIGI SPEZIA

«Io parlo lo stesso». E´ in giorno in cui Generoso Coraggio, con l´atteggiamento di chi non ha nulla da perdere, si ribella agli ordini di Roma: «Mi vedete preoccupato? Sangalli invece, che l´altro giorno mi ha querelato, l´ho visto che tremava». Il direttore Enac di Bologna, l´uomo che ha contribuito a scoperchiare il caos degli appalti al Marconi, convoca una conferenza stampa per sparare a zero contro tutti, in testa la presidente Sab Giuseppina Gualtieri e l´ex Giancarlo Sangalli. Ma parla anche di Romano Prodi. Da gran affabulatore, con la sua gestualità da attore in una commedia di Eduardo, si toglie molti sassolini dalle scarpe, anzi pietre pesanti, tra boutade e amarezza. Ce l´ha anche con i suoi capi di Roma, che lo invitano a non parlare, per giunta in periodo di campagna elettorale. «Quale campagna! Devo chiarire ogni aspetto delle inefficienze della Sab e dei conflitti di interessi, che c´entra con la campagna elettorale?», faxa a Roma con il suo consueto stile burocratico, che intreccia alle sue espressioni colorite. Enac non vuole, lui si presenta lo stesso nella sala dell´Enac al Marconi e mette sul tavolo il peso di decine di atti: «Ve li do tutti. Poi me ne vado in vacanza. Sono stressato. Ho tutti contro, no? Mi devono cacciare. Si vede che l´Emilia non fa per me, andrò in Australia. Ma non vi preoccupate, tornerò. Uh, se tornerò. Non avete idea di che succede».
Tra gli atti ci sono anche quelli acquisiti dalla Procura di Bologna nell´inchiesta Doro Group. Per la Procura, Coraggio è un teste fondamentale. «Abbiamo acquisito agli atti le richieste di spiegazioni che sia Coraggio sia le due funzionarie prima di lui avevano richiesto a Doro, alle società di handling e a Sab sulle irregolarità di Doro Group», ha sancito ieri il pm Antonello Gustapane. Punti fermi dell´inchiesta, quelle lettere.
Generoso Coraggio legge anche un altro atto inviato tramite Polaria al pm Gustapane. Si parla di Sante Cordeschi, indagato di corruzione. Un incontro al bar dell´aeroporto il 28 febbraio scorso, durante il quale Cordeschi - questo è quello che riporta Coraggio - gli dice di essere stato abbandonato, ma che si è tenuto tutte le delibere perché «mica sono fesso» e che molti altri sapevano che cosa succedeva in Doro Group. Secondo Coraggio, Cordeschi dice che «Chinni (l´ex direttore generale Umberto Chinni, Ndr) vedeva salire e scendere sugli aerei il pentito» di cui si parla nell´inchiesta e che gli ex presidente Alberto Clò e Giancarlo Sangalli conoscevano le vicende Doro Group. Cordeschi gli avrebbe detto: «Caro amico, Sangalli ora è scappato dall´aeroporto. Dopo tanti anni da portatore d´acqua ora tutti fanno finta di niente».
Ecco Giuseppina Gualtieri, che l´ha diffidato a non attaccare più la Sab: «Se ne deve andare, se ha dignità. Mia figlia studia legge, la sua diffida l´avrebbe scritta meglio». Legge la lettera che le ha scritta due giorni fa, «che sembra divertente perché in questo caos ci vuole un po´ di zucchero, ma è molto amara». Le chiede di dimettersi da tutti gli incarichi allo scalo perché «non ha alcuna competenza» e le augura un futuro da direttrice di galleria d´arte, visto il Guercino esposto al Marconi. Il nome della Gualtieri compare anche in una lettera del 29 febbraio del 2008. Coraggio sostiene di aver saputo che si sarebbe rivolta al presidente Prodi «per ottenere il mio trasferimento immediato da Bologna ad altra sede». Coraggio fa il nome di un consigliere dell´Enac, Pierluigi Musghi, che sarebbe venuto a Bologna lo stesso 29 febbraio per dirgli che se avesse smesso di attaccare Gualtieri e il suo piano industriale, sarebbe diventato direttore generale dell´Enac a Roma.
«Sono stanco», ripete più volte Coraggio durante la sua conferenza stampa. «Mi portino in Tribunale!», esclama ad un certo punto. «Lo so che sto rischiando il posto, ma io come funzionario dello Stato, come cittadino e come uomo devo dire la verità». Chiude con una battuta tutta politica al veleno: «Io voto per il Partito Democratico. Meno male che lo faccio a Roma, dove è candidato Veltroni, non Sangalli».


La raffica di missive spedite da Coraggio con accuse pesanti, ma anche citazioni esilaranti

"Cara Gualtieri, in verità, in verità le dico rinuncerò alla querela se lei si dimetterà"


E´ una conferenza stampa a base di lettere intestate Enac. Spedite da Generoso Coraggio a destra e a manca per chiedere spiegazioni come controllore, per denunciare e attaccare chi non ha risposto alle sue richieste e infine per chiedere aiuto nella sua battaglia senza fine contro la gestione della Sab al Marconi. Eccome alcuni stralci.
Giuseppina Gualtieri (14 marzo 2008, "riservata personale" inviata alla stessa, ma anche a Regione, Provincia, Comune, Enac e ministro dei Trasporti). «... Da laico non "crocifiggibile" la perdono e non le faccio una querela penale. Ma lei si rende conto di che cosa ha formalizzato con la nota indicata in oggetto, in qualità di legale rappresentante della Sab sottoposta a controllo Enac? Ha diffidato me, controllore dello Stato, a non esercitare le sue legittime e doverose funzioni. E´ come se al mercato ortofrutticolo la titolare di un banco di frutta, alla richiesta del vigile di verificare se è in vendita frutta fradicia, lo diffidasse a non permettersi di controllare. Tutto questo è frutto della sua "scienza" o anche dei suoi "consiliori"? Però... in verità, in verità le dico... rinuncerò alla querela se lei si dimetterà immediatamente dagli incarichi aeroportuali tutti per i quali non ha alcuna competenza! Se fuori poi riterranno che lei abbia altre qualità, delle quali io non dubito, per la sua brillante carriera "nomismatica" si faccia incaricare ad esempio - è un mio suggerimento per la sensibilità avuta nell´esporre il bellissimo quadro del Guercino - di dirigere una galleria d´arte».
Giancarlo Sangalli, (4 marzo 2008, inviata all´assessore Libero Mancuso). «...Cosa infine ancora più grave è gabbare, volontariamente o involontariamente gli elettori, che ora vedono "il francescano" Sangalli "rinunciare" a tutti i ben più "legittimi" e fruttiferi incarichi provinciali (è stata fatta una legge regionale per confermarlo una terza volta nell´incarico di presidente della Camera di Commercio) rispetto alla misera prebenda di onorevole che percepirà peraltro direttamente dallo Stato, in quanto si sente chiamato ad una nuova impegnativa "mission" morale direttamente dal novello Icaro».
Sante Cordeschi e consiglio di amministrazione di Marconi Handling (lettera a Mancuso). «Il punto 3 (della delibera con la quale a Cordeschi vengono ritirate le deleghe, Ndr) poi è veramente chiarificatore: "Il Consiglio alla luce delle delibere appena assunte decide di soprassedere circa la convocazione dell´Assemblea dei Soci, essendone venuta meno l´urgente necessità. (Mi si perdoni la digressione, ma ho necessità di sdrammatizzare: il Consiglio sembra somigliare al venditore d´acqua napoletano cui un accaldato presumibile acquirente rivolge, in una torbida giornata estiva, la domanda: "acquaiuolo, l´acqua è fresca?"... la risposta del venditore è più che ovvia: "è fresca comme ‘a neve...).
Sangalli, Gualtieri e Prodi (lettera al presidente Vito Riggio e ai consiglieri Enac, 29 febbraio 2008). «I temi (trattati con l´ing. Musghi, consigliere Enac di Roma) hanno riguardato le ormai acclarate incapacità gestionali del management Sab, di cui da tempo io avevo denunciato giustamente l´esistenza e che ora raggiungono chiaramente anche la presidentessa Giuseppina Gualtieri, designata dal sindaco Cofferati e cosa più preoccupante l´ex presidente Sab Giancarlo Sangalli... Il consigliere Musghi mi ha peraltro rappresentato che la dott. ssa Gualtieri si era rivolta al presidente Prodi (lavorava con lui in Numisma - così nel testo, Ndr) per ottenere il mio trasferimento immediato da Bologna».


"Dissi a Cordeschi di stare attento"

Chinni: ciò che sapevo del Marconi l´ho raccontato al magistrato

L´ex direttore Sab: si butta fango sulla società. Non mi piace questo gioco

LUCIANO NIGRO

E´ vero che sapeva tutto, Chinni? Cordeschi le disse che cosa accadeva nel servizio bagagli con Doro Group quando lui era amministratore delegato di Marconi Handling e lei ancora direttore generale dell´aeroporto? «Quello che sapevo l´ho detto al magistrato - risponde Chinni - nel rispetto di compiti che erano molto distinti. Cordeschi non era un dipendente, ma un amministratore delegato con tutta la´utonomia del caso. C´erano cose che non andavano? Non lo escludo e l´ho dissi. L´ho anche invitato a fare attenzione, perché c´erano problemi. Ma non vorrei aggiungere altro perché ci sono indagini in corso e preferisco non aggiungere nulla».
E´ appena sbarcato al «suo» vecchio aeroporto di Bologna Umberto Chinni, il direttore di lungo corso, l´uomo che per un quarto di secolo ha governato il Marconi accanto a quattro presidenti (Nicoletti, Montefameglio, Clô e Sangalli) e che in estate se n´è andato in pensione, proprio mentre scoppiava lo scandalo di Doro Group, la società gestita da un ex carabiniere e un ex pentito di mafia che si occupava del trasporto bagagli e ha lasciato i lavoratori senza paga e senza contributi, mentre chi doveva controllare, l´amminsitratore delegato Sante Cordeschi e quattro carabinieri sono accusati di corruzione.
Dov´erano i dirigenti dell´aeroporto, si sono chiesti in molti in questi giorni? Dove guardava il direttore Chinni (e dove guardavano con lui gli altri manager e il presidente Gian Carlo Sangalli?). Una risposta, alla sua maniera, ieri l´ha data l´accusatore del momento il direttore dell´Enac di Bologna Generoso Coraggio: «Chinni sapeva tutto, me lo ha detto Cordeschi». Così, sia pure a malincuore, appena sbarcato al Marconi da Roma dove è stato informato dell´ultima esternazione di Coraggio, Chinni la dà. «Ho già detto tutto al magistrato».
Non sono solo i giudici, però, che incalzano. Gian Guido Naldi, il consigliere comunale di Sd che in estate ha portato per primo le carte in Procura, ha ricordato, che quando i sindacati denunciarono il pasticcio dell´handling, erano mesi che inviano segnalazioni all´aeroporto, senza che succedesse niente. E Chinni, inistiamo con l´ex direttore, che faceva?. «Quando venne fuori la storia dei contributi non versati ai lavoratori ci muovemmo subito - replica Chinni - fu quella la spia che fece scattare Marconi Handling, Sab e l´Enac. Ci muovemmo immediatamente per trovare un´azienda che prendesse il posto di Doro Group e ci incontrammo a Roma con i vertici di Enac. C´era anche Coraggio. L´obiettivo era trovare subito una soluzione e l´Enac svolse al meglio il suo compito. Prima di allora? C´erano state segnalazioni di malfunzionamento nel servizio, ma si trattava di questioni normali, che potevano essere superate. Il mancato pagamento dei contributi era un´altra cosa. Però mi fermo qui, per rispetto del magistrato e anche della società».
Oggi la chiamano in causa personalmente. «E si butta fango sulla società. Non mi piace questo gioco. Non è buonismo il mio, ma vedo che c´è la volontà di gettare fango su tutto e su tutti e non vorrei che si rovinasse tutto quello che è stato fatto. C´è da salvaguardare un´immagine dell´aeroporto che resta un punto di sviluppo per Bologna».
C´è un´inchiesta in corso, sono accadute cose gravissime: «Appunto, è un momento difficile, lo capisco. Ma a parte chi ha sbagliato non vorrei venisse colpita un´azienda che ha dato molto a Bologna».
Altro Chinni non vuole aggiungere. Per rispetto, insiste, della magistratutra e dell´aeroporto, mentre trascinando il suo trolley lascia l´aeroporto. Agli amici che lo hanno informato dell´attacco che Generoso Coraggio ha riservato anche a lui, dopo quelli a Sangalli e all´attuale presidente Giuseppina Gualtieri, ha spiegato perché preferisce non rispondere o contrattaccare. «Coraggio sta dicendo di tutto, anche a sproposito - si è confidato - non voglio farmi trascinare dentro. C´è già una querela e la diffida della società, lasciamo che a parlare siano loro. E poi che dire in una situazione come questa? Che i finger come altre opere sono state rinviate perché non arrivavano i finaziamenti promessi da Roma e pubblicamente fu annunciato il blocco degli investimenti? Mi metto a rispondere a Coraggio che dice che Cordschi dice che io sapevo? Che faccio, querelo Coraggio, e contribuisco a fare il suo gioco? Spiegheremo tutto, al momento opportuno. Ora no».

(La Repubblica - Bologna)

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