Comune, Regione, Provincia e Sab all´attacco del dirigente autore di un dossier sullo scalo
"Basta fango sul Marconi"
I soci pubblici scrivono all´Enac che manda gli ispettori
La guerra al Marconi tra il direttore Enac Generoso Coraggio e la Sab arriva anche a Roma. Il presidente dell´Enac, l´Ente nazionale aviazione civile, Vito Riggio, ha chiesto al direttore generale Silvano Manera di mandare al più presto un´ispezione negli uffici dell´Enac di Bologna dopo le «esternazioni» di Coraggio. A Riggio hanno scritto anche tutti i soci Sab. Il presidente della Regione Errani, il sindaco Cofferati, il presidente della Provincia Draghetti, il direttore generale della Camera di Commercio Litardi hanno presentato a Roma le rimostranze contro Coraggio, accusato di aver travalicato i suoi compiti istituzionali e aver creato danni a Sab. Agli enti territoriali aveva proprio chiesto aiuto lo stesso Coraggio, contro Sab accusata di cattiva gestione. Il direttore Enac non si ferma: ha scritto anche all´assessore Mancuso, invitando i soci a valutare un´azione di responsabilità contro i vertici Sab.
L´Enac manda gli ispettori "Basta esternazioni sui politici"
Lettera del direttore a Mancuso: il Comune intervenga
L´Ente nazionale per l´aviazione civile ha deciso di muoversi da Roma
LUIGI SPEZIA
Il Marconi come un palazzo di giustizia. Non c´entra l´inchiesta penale del pm Antonello Gustapane, ma l´Enac, l´Ente nazionale per l´aviazione civile, che ha deciso di «mandare gli ispettori». Come fa normalmente un ministro della Giustizia quando scoppia qualche bubbone in periferia negli uffici giudiziari. Il presidente dell´Enac Vito Riggio lo fa sapere in una nota diffusa ieri pomeriggio, «con riferimento alle recenti dichiarazioni rilasciate dal direttore dell´Enac dell´aeroporto di Bologna, connesse alle recenti indagini in corso da parte della Procura di Bologna sulla società Doro Group». Un´ispezione sulla correttezza del comportamento del direttore Generoso Coraggio: «Alla luce degli elementi che emergeranno e che verranno portati all´attenzione del consiglio di amministrazione dell´Enac, saranno valutate le eventuali azioni da intraprendere».
Al centro dell´affaire le «esternazioni» del direttore bolognese dell´ente di controllo aeronautico contro l´ex presidente Sab Giancarlo Sangalli e l´attuale Giuseppina Gualtieri, che hanno portato già ad una serie di conseguenze: querela da Sangalli per diffamazione, diffida da Gualtieri, una polemica politica sollevata dalla Sinistra Arcobaleno (Sangalli è candidato del Pd), replica del Pd che parla di «strumentalizzazione elettorale». L´Enac, da Roma, registra tutto e comunica di «valutare l´emissione di una direttiva indirizzata a tutti i dirigenti e dipendenti dell´Ente che rammenti loro di astenersi da qualsiasi esternazione che possa avere implicazioni di carattere politico, in particolar modo in periodo di campagna elettorale». A ciò, contemporaneamente, si aggiunge un fuoco di sbarramento contro Coraggio degli enti territoriali soci di minoranza di Sab (Comune, Provincia e Comune, destinatari della lettera di lagnanze contro Sab del direttore Enac) e del socio di maggioranza, la Camera di Commercio.
I quattro enti scrivono a Riggio e al ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi diffidando l´Enac dal continuare a tenere atteggiamenti dannosi nei confronti di Sab. Anche Sab interviene ancora contro Coraggio, denunciando la sua «grave e illegittima condotta nel consegnare a terzi documenti riservati, oltretutto pubblicati sulla stampa. Coraggio ha lanciato accuse totalmente infondate e non di sua competenza, facendo ampio uso di omissioni, insinuazioni e accostamenti suggestionanti atti a travisare la realtà». Coraggio viene accusato di aver diffuso lettere riservate (quella incriminata) e la Sab conferma di voler agire contro di lui per i danni ricevuti e anche contro l´Enac «che sarà tenuta a rispondere della condotta del suo preposto».
Generoso Coraggio nel frattempo non si ferma. Ha già scritto nei giorni scorsi un´altra lettera all´assessore agli Affari Istituzionali Libero Mancuso, con la quale chiede «al Comune in quanto socio di Sab di convocare una assemblea straordinaria dei soci, che possa valutare l´opportunità di aprire un procedimento di responsabilità contro i dirigenti della Sab». Nella lettera, inviata anche a Riggio e agli altri soci, Coraggio richiama il problema dell´incompatibilità, a suo giudizio, della carica di presidente Sab e di presidente di Marconi Handling riunite nella persona di Giuseppina Gualtieri, che sarebbe dunque controllore di se stessa. Inoltre ha inviato anche la delibera del consiglio di amministrazione di Marconi Handling, con la quale sono state tolte le deleghe all´amministratore Sante Cordeschi, indagato per corruzione. Secondo Coraggio, in quell´atto ci sono alcuni passaggi da valutare «e comunque è un atto che dimostra che tutto è come prima, al Marconi i rapporti con le aziende appaltatrici da parte degli handler non sono cambiati». Quanto a Cordeschi, Coraggio sostiene che gli sono state sì tolte le deleghe, ma è sovrano nel suo stesso settore, essendo rimasto direttore operativo di Marconi Handling. Coraggio non teme nemmeno la querela di Sangalli: «Io ho querelato lui per primo, nel settembre scorso, quando si è permesso di dire che le mie dichiarazioni erano gossip». Il conflitto ha tutta l´aria di non finire qui.
Il direttore Enac è da mesi il grande accusatore dei vertici dell´aeroporto sul caso Doro Group
Generoso Coraggio, un nome un destino l´uomo che fa tremare i big del Marconi
Sessant´anni, napoletano, un funzionario statale che non sta zitto
Generoso Coraggio. Il consigliere comunale Serafino D´Onofrio, due giorni fa, nell´aprire la conferenza stampa durante la quale avrebbe reso nota la lettera delle doleance di Generoso Coraggio contro Sangalli, Gualtieri e la Sab, ha fatto una battuta: «Generoso Coraggio, un nome un destino». Per la Sinistra Arcobaleno un eroe, insomma, che ha «avuto il coraggio» di scoperchiare situazioni del Marconi, alcune delle quali sotto inchiesta penale, in quello che quel gruppo politico definisce «un pentolone maleodorante». Il direttore della circoscrizione aeroportuale di Bologna Generoso Coraggio, napoletano, sessant´anni, carattere sanguigno, parla di sé semplicemente come di «un funzionario statale» e accredita l´immagine di un uomo che, anche come cittadino, vuole che le regole siano rispettate e si appella a tutti quelli che lo possano aiutare in questo: «Se la Sab non m´ascolta, se nella cambia al Marconi nonostante l´inchiesta penale, io mi sento autorizzato a scrivere al sindaco e se il sindaco non mi risponde scrivo all´assessore Mancuso». A Bologna arrivò dal centro romano dell´Enac in sordina, anzi non arrivò affatto, in un primo momento, perché rimase in malattia almeno un anno. Prese il posto di Livia Bellomia, che era in sella all´Enac quando al Marconi entrò la Doro Group, grazie a Cordeschi e all´ex presidente Enac, Alfredo Roma. Il giorno che cadde l´aereo da turismo con cinque vittime, il 3 marzo 2005, si era insediato da pochi giorni.
Ritornò pienamente operativo a metà del 2006 e ha cominciato le sue «esternazioni» a cavallo dell´apertura dell´inchiesta - estate 2007 - dopo che la Finanza appurò che con tutto quel caos nei rapporti tra aziende al Marconi, lui non c´entrava nulla. Coraggio pensa assolutamente di essere nel giusto se fa interviste o dichiarazioni o rende noto quali atti ha compiuto, in omaggio alla trasparenza: «I cittadini hanno diritto di sapere le cose, spesso è un diritto prevalente su altri aspetti». Nel luglio scorso, mentre stava parlando in una lunghissima conferenza stampa con i giornalisti, nel suo studio con finestre sugli aerei che decollano e la bandiera italiana bene in vista, entrò l´allora direttore generale Sab Umberto Chinni. Avvisato che Coraggio stava lanciando strali contro Sab, chiese: «Che cosa stai facendo, Generoso? Parliamone». Ma lui tirò dritto.
(l. s.)
QUEL CHE SERVE È UNA SVOLTA
ALDO BALZANELLI
È DIFFICILE per l´opinione pubblica farsi un´idea della palude nella quale è finito l´aeroporto Marconi. La stessa magistratura ha dovuto affidarsi a una pattuglia di esperti per districarsi in una vicenda complessa e dai molteplici risvolti. Una cosa però, al di là degli aspetti penali, è chiara: l´aeroporto internazionale di Bologna, che era uno dei più importanti d´Italia dopo Fiumicino e Malpensa, è scivolato nel corso degli anni sempre più in basso nella classifica degli scali italiani. Si è perso un primato, ci si è lanciati in avventurose operazioni come l´acquisizione dello scalo di Forlì risultato un pozzo di debiti, si è riusciti a prendere una salatissima multa dall´Antitrust per violazione delle norme sulla concorrenza, non si è stati capaci di fare passi avanti nella costruzione di un sistema aeroportuale regionale difendendo ciascuno la propria torre di controllo. Importanti lavori di ammodernamento infrastrutturali non sono stati realizzati e contemporaneamente si è tollerata una situazione di caos e irregolarità nella gestione dei servizi a terra.
Di chi è la colpa? Difficile dirlo: una parte della risposta la fornirà l´inchiesta della procura della Repubblica. Ma ci sono aspetti della vicenda che non coinvolgono necessariamente risvolti penali, alcuni dei quali appaiono sullo sfondo dello scontro durissimo in atto tra la Sab, la società del Marconi, e l´Enac, l´ente nazionale per l´aviazione civile che ha il compito di occuparsi del controllo e dell´applicazione delle norme, oltre che degli aspetti amministrativo-economici del trasporto aereo.
Il direttore regionale dell´Enac sarà pure un personaggio dagli aspetti folcloristici, ma davvero nessuno in questi anni si era accorto al Marconi di quanto stava accadendo? La Procura della Repubblica ha ripetuto anche ieri che sino ad ora la Sab è parte lesa. Questo però riguarda gli aspetti giudiziari, ma c´è un fronte che non si può eludere: nessuno aveva fatto caso che l´handling era affidato a un complicato castello di subappalti del quale faceva parte la società di un ex mafioso pentito, che avvenivano discutibili scambi di regali tra i protagonisti di un delicato servizio aeroportuale? Nessuno sapeva? Eppure i sindacati da tempo avevano puntato il dito contro una situazione che alla fine è esplosa con fragore. La questione del Marconi insomma non va valutata soltanto con il metro delle manette, ma anche con quello delle responsabilità di chi ha gestito la società da molti anni a questa parte. Se possibile tenendo separata la polemica elettorale dalla ricerca di una soluzione positiva per il futuro di uno degli asset decisivi per la città.
Da qualche mese i vertici della Sab sono cambiati ed è auspicabile che il rinnovamento continui, privilegiando sempre più le competenze manageriali rispetto a quelle politiche. Altrettanto auspicabile è che l´operazione di rilancio dello scalo avvenga nella massima trasparenza. Bene hanno fatto i soci pubblici a chiedere all´Enac nazionale di fermare il bombardamento sul Marconi del dirigente regionale che, volendo scoperchiare una pentola che bolle da troppo tempo, ha sconfinato in territori che non gli competono. Ma intanto qualcuno dovrebbe spiegare come si sposi con il rinnovamento il fatto che l´ex amministratore delegato della Marconi Handling, una delle società al centro della bufera giudiziaria, continui a svolgere le funzioni di direttore operativo dell´attività per la quale è indagato con le accuse di corruzione, associazione per delinquere e truffa.
Il consigliere Sd: non confondiamoci con Coraggio
Naldi: "Sangalli ha le sue responsabilità"
"Non faccio sciacallaggio politico. La giunta non ha ascoltato i sindacati"
"Chi è stato in questi anni alla guida di Sab e della Camera di Commercio?"
«Non c´era bisogno di Generoso Coraggio per capire che Sangalli ha responsabilità gestionali e politiche nella vicenda dell´aeroporto». Gian Guido Naldi, il consigliere di Sd che nove mesi fa aprì il caso Doro Group portando in Procura le carte dopo la denuncia dei sindacati in commissione, rilancia le contestazioni all´ex presidente dell´aeroporto oggi candidato del Pd.
Anche lei fa sciacallaggio politico, Naldi? Per i Ds impallinate Sangalli solo perché è candidato.
«Questa situazione è sotto gli occhi di tutti da più di nove mesi. Prima di venire in Comune i sindacati segnalarono all´azienda ciò che non andava, il mancato pagamento di contributi dei lavoratori, i lavoratori senza cartellino in aeroporto e tutto il resto».
Perché lei non ha firmato l´interpellanza dei suoi colleghi dell´Altra sinistra, allora?
«Perché il nostro mestiere è diverso da quello di Coraggio. Le denunce del direttore dell´Enac vanno prese in seria considerazione. ma noi non possiamo rischiare di sembrare la stessa cosa».
Non si fida di quelle denunce?
«Non dico questo. Coraggio è un funzionario dello Stato. Quello che dice va preso sul serio. E bisogna rispondere chiaramente».
E allora?
«Eviterei di confondere i ruoli e nell´interpellanza qualche rischio di confusione c´è».
Le pare giusto ricorrere alla magistratura contro Sangalli?
«Non entro nel merito della vicenda giudiziaria visto che un´inchiesta è aperta da tempo. Io parlo di responsabilità gestionali evidenti».
Dovevano controllare?
«Certo, che dovevano. Ma più in generale credo che questa vicenda sia figlia di una cultura manageriale, quella delle esternalizzazioni, degli appalti e dei subappalti, delle gare al massimo ribasso».
Ne fa un discorso filosofico?
«Ne faccio un discorso pratico: quel meccanismo che puntava a comprimere i costi ha prodotto una situazione vergognosa. Il paradosso è che un provvedimento per liberalizzare i servizi a terra ha creato due società fintamente concorrenti e tutte e due si servivano di Doro Group e Gesticoop».
Anche Sangalli un anno fa definì un´anomalia quella concorrenza.
«Già, ma chi è stato presidente dell´aeroporto in questi anni? E prima chi era presidente della Camera di Commercio?»
Perché lo denuncia adesso, Naldi? In campagna elettorale è sospetto.
«Insisto: c´è una novità, la denuncia del direttore dell´Enac. Ma per me è sorprendente che tutto questo non sia avvenuto alcuni mesi fa quando emerse il bubbone di Doro Goup».
Secondo lei, perché avviene oggi?
«Succede in ritardo perché Sangalli è un uomo che si muove bene in certi ambienti e ha un consenso molto ampio, a sinistra e anche a destra».
Non è un po´ troppo politica la sua accusa?
«E´ pratica: la degenerazione nel sistema dei subappalti, altrimenti come si spiega? In tutto questo però non vorrei che si dimenticasse il problema principale».
Quale?
«I lavoratori senza posto. C´è un impegno del Sindaco, di Sangalli e della Provincia a ricollocarli. Ma intanto non si muove niente. Non vorrei che le polemiche diventassero un alibi».
(l.n.)
La presidente dell´aeroporto alla vigilia del bilancio
Gualtieri: "Dateci ancora un mese di tregua"
"Con l´aiuto di Société Générale puntiamo ad uscire totalmente anche da Bas"
"Cordeschi è stato sospeso dalla funzione di amministratore delegato"
LUCIANO NIGRO
«Un mese e saprete tutto sui bilanci, sugli effetti della vicenda Doro Group sull´aeroporto, sul futuro dell´handling». Chiede tempo Giuseppina Gualtieri, neo presidente dell´aeroporto che si trova per le mani una brutta gatta da pelare. Una valigia che scotta verrebbe da dire, visto che all´origine c´è l´enorme pasticcio dei servizi a terra del Marconi con i lavoratori senza posto, stipendi e contributi e la società che li aveva assunti accusata di avere corrotto il direttore Marconi e quattro carabinieri. Un affare anche politico da quando il direttore dell´Enac spara sui vertici dell´aeroporto e la Sinistra arcobaleno impallina l´ex presidente Giancarlo Sangalli ora candidato del Pd.
In tutto questo che fa l´aeroporto?
«Lavora con il massimo impegno. Siamo sereni, abbiamo messo a punto il piano industriale».
E nell´handling cosa succede?
«Stiamo riorganizzando tutto. Con l´aiuto di Société Générale puntiamo ad uscire totalmente da Bas, la seconda azienda di servizi a terra di cui siamo soci al 40% e cerchiamo un partner industriale per Marconi Handling».
Dopo aver perso milioni di euro, Marconi handling chiuderà a pareggio o quasi come si prevedeva mesi fa?
«I numeri li avremo dopo i consigli di amministrazione. C´è un´inchiesta che ci vede parte lesa e stiamo valutando gli impatti economici di questa vicenda».
Inciderà pesantemente sui bilanci?
«Non lo sappiamo. Vedremo. Ci sono azioni legali e diffide in corso. Certo abbiamo avuto un grave danno d´immagine».
Perché avete tenuto al suo posto Sante Cordeschi? Doveva essere il primo controllore ed è accusato di aver preso regali.
«E´ stato sospeso dalla funzione di amministratore delegato. E´ solo direttore operativo».
Cioè l´organizzatore dell´handling?
«Sì, ma senza le deleghe contrattuali e commerciali».
Nessuna delega?
«Nessuna».
Mai pensato di sospenderlo per il danno causato all´azienda?
«E´ tutto all´esame dei legali. Se risulterà estraneo saremo tutti contenti, altrimenti l´azienda provvederà. Per ora quello che potevamo l´abbiamo fatto».
Le accuse di Generoso Coraggio di Enac sono numerose.
«Infatti lo abbiamo diffidato e stiamo valutando altre iniziative. Con l´Enac di Roma, però, abbiamo rapporti eccellenti».
A creare incertezza ci sono i milioni di crediti non riscossi dalle compagnie. Perché non dire oggi una parola chiara sulla situazione finanziaria dell´aeroporto?
«Tutto quello che c´è da dire lo diremo con trasparenza appena il Cda avrà esaminato i numeri. Sono accadute anche cose positive come l´arrivo dei 20 milioni spesi per la pista e l´aumento di capitale».
Vuol dire che va tutto bene?
«Certamente no. Quando avremo visto i bilanci delle nostre partecipate Aviogrill, Sagat Torino, Forlì e Marconi Handling, riuniremo il cda e tutti i dati saranno pubblici».
Ma il Marconi chiuderà in attivo o no?
«Lo sapremo entro il mese. Quello che chiedo è di non danneggiare un´azienda che è ricchezza per tutto il territorio».
Non fate politica sul Marconi?
«Ognuno faccia come crede, ci mancherebbe. Ma teniamo l´azienda al riparo da strumentalizzazioni».
Niente "tunnel" per l´imbarco
i tanti ritardi nei lavori dello scalo
Il progettista Voltolini spostato alla security
LUIGI SPEZIA
Al Marconi si tagliano «le dita» (i tunnel che portano i passeggeri direttamente a bordo dell´aereo) per l´ennesima volta e si taglia anche uno dei tecnici di punta, l´ingegner Luca Voltolini, capo dell´ufficio tecnico mandato da due settimane a fare il dirigente della security, che con un tecnico progettista come lui non ha nulla a che vedere. Voltolini, che ha diretto anche l´allungamento della pista, certamente il lavoro più impegnativo e strategico realizzato da Sab in questi anni, non si dice affatto contento di questo trasferimento di mansioni, parlando con gli amici. Infatti non spiega perché è stato trasferito e il suo ufficio diviso in tre settori diversi. Tornando ai fingers, detti anche loading bridges, cioè i passaggi diretti dall´aerostazione agli aerei, che consentono un immaginabile risparmio di tempi e di costi e un miglior servizio ai passeggeri, l´ingegner Voltolini li aveva progettati riuscendo a farli stare davanti all´aerostazione senza che venissero impedite le manovre dei jet sul piazzale, davvero angusto.
Ora sono stati rimandati per l´ennesima volta. Previsti già nel progetto originario dei Costanzo, sul quale ci fu anche un´inchiesta penale e qualche arresto, i fingers si faranno secondo il piano dei prossimi cinque anni, però solo attaccati al nuovo molo, ancora da costruire.
I fingers però erano presenti nel piano di investimenti 2004-2008, finito nel calderone di tutte le accuse mosse dal direttore Enac Generoso Coraggio a Sab. Costo: 3 milioni e 718 mila euro. Scrive nella relazione tecnica inviata a Enac l´ingegner Voltolini nel luglio del 2007: «Il progetto è fortemente correlato con il progetto di ampliamento dalla sala imbarchi e avanzerà per fasi successive in stretto coordinamento con tale opera. E´ pertanto prevedibile un ritardo», anche se magari si potrebbe riuscire a iniziare i lavori sia dell´area imbarchi sia dei fingers entro il 2008. Ora l´allargamento della sala imbarchi nell´attuale aerostazione (il costo previsto era di 7 milioni e 800 mila euro) non si farà più, perché verrà costruito il nuovo molo.
Nella sua famosa lettera agli enti pubblici, resa nota due giorni fa dal gruppo consiliare della Sinistra Arcobaleno, Coraggio afferma che il piano 2004-2008 a lui comunicato dal direttore generale Umberto Chinni e da Voltolini, evidenzia «un grave mancato rispetto del contratto di programma, con un differimento al quadriennio successivo di quasi la totalità degli impegni assunti per realizzare opere già finanziate per 20 milioni di euro». Questo significa, per Coraggio che è «dissonante» con un´azienda «che non è riuscita a realizzare opere ordinarie in quattro anni», riuscire a realizzarne per 200 milioni nei prossimi cinque. Ma quali sono le altre opere mancate e perché? Se metà degli investimenti riguardavano area imbarchi e fingers, erano previste altre sette realizzazioni. Due milioni per ampliamento dei parcheggi aerei, che non s´è fatto. Ora si propone di ampliare anche un altro lato, per un importo di 5 milioni di euro. Una rimessa per i mezzi di rampa è stata abbandonata perché non necessaria. Un primo stralcio del bunkeraggio carburanti deve essere rivisto, perché non più nell´area ex cave Reno, ma in un´altra. L´ampliamento di un´altra area, detta A2, è stata rinviata. L´impianto smistamento bagagli non è stato fatto. Poi c´è bisogno di ampliare anche il pronto soccorso, che non è all´altezza di un aeroporto come il Marconi.
(La Repubblica - Bologna)
CIAO
_goa