Venerdì scorso “Il Fatto Quotidiano” pubblicava a pagina 11 questo articolo firmato dal giornalista Gianni Barbacetto.
easyJet, si fa presto a dire “vola facile”
La chiamano easyJet. Ma non è per niente facile.
Volare con la compagnia low-cost arancione è diventato un gioco d’azzardo. Chi vince vola, chi perde paga, e paga salato. Metti per esempio il volo Milano-Londra. La tariffa è buona se prenoti il biglietto in anticipo. Ma se parti da Malpensa, e già spendi una bella cifra per raggiungere l’aeroporto che dicono sia di Milano, ma è a Varese.
Il bello però è quando arrivi a Londra. Atterri a Gatwick che da Londra dista più di un’ora di viaggio. Il biglietto del treno – inglese, dunque costosissimo – a un padre con due bambine finisce per costare più del biglietto aereo. Forse conviene il taxi, ma comunque capisci già che il tuo viaggio Milano-Londra costa il doppio, o forse più, del tuo viaggio Malpensa-Gatwick. Te ne fai una ragione, tanto la tua vacanza è appena iniziata.
I problemi con easyJet iniziano quando tenti di fare il viaggio di ritorno. Sveglia all’alba. Più di un’ora di trip dalla città a Gatwick. Qui i controlli sono severissimi. Siamo nel mondo in cui esiste anche l’Isis, e dunque ci sta. Ti aprono le valigie, te le disfano. Ti fanno passare e ripassare sotto i metal detector. Una bambina bionda e con gli occhi azzurri deve fare anche il body scanner. Non importa. La sicurezza è importante. Rifai le valigie, le richiudi e corri al gate.
È tardi, ma comunque mancano ancora 20 minuti tondi alla partenza. Un tempo sufficiente ad imbarcare una squadra di rugby. Ma non un papà con due bambine. Le signorine vestite d’arancione sono inflessibili. Il volo è chiuso. L’aereo è lì, lo vedi, è fermo, attaccato al finger, con il portellone aperto. Sono pochi metri, per raggiungerlo basterebbe un minuto. Ma il volo è chiuso. Non si discute.
Va bene. Ma a questo punto comincia la parte più surreale della storia. Per non restare a vita nell’aeroporto (come in quel film là), devi uscire e ricomprarti un nuovo biglietto. La polizia di frontiera britannica però non ti fa uscire: sei entrato, devi partire. Ma partire non ti fanno, benché il tuo aereo sia ancora lì, bello in vista.
Vai avanti e indietro tre volte, ti sembra di essere in un libro di Kafka, finché si materializza una signorina in arancione che raduna un gruppo di disperati che come te sono stati respinti al gate e ti porta miracolosamente oltre la linea di confine, in una simpatica biglietteria easyJet che a un prezzo carissimo ti vende i biglietti per tornare a casa.
Rifai i controlli, diventati grazie a Dio più leggeri, passi la giornata allegramente in aeroporto, in attesa del volo serale per Milano.
Per non arrivare tardi al gate, stai con gli occhi incollati ai monitor. Ma i monitor dicono che il numero del gate sarà indicato solo 20 minuti prima della chiusura del volo.
Intanto ti arriva un avviso dalla app easyJet che ti avverte di essere lesto, perché a Gatwick i gate sono distanti anche 20 minuti. È una gara o un joke? Vedi una piccola folla di viaggiatori pronta sotto gli ultimi monitor prima dei gate che aspetta: come centometristi prima dello scatto. Ogni volta che un numerino appare, un gruppo parte di corsa. Quando compare il numerino per Malpensa, tocca a noi: Go! Se arrivi in tempo parti, sennò, come a Monopoli, ritorni al via e ricominci tutto da capo.
Grazie, easyJet!
Passo adesso alla mia disavventura del dicembre 2014.
In agenzia prenotiamo via Internet per dei clienti nove posti a/r con easyJet. Sbagliamo il mese del rientro. Contattiamo immediatamente il call center e chiediamo l'annullamento della prenotazione.
Impossibile.
Penale Euro 36 per persona per tratta. Ci rimettiamo 648 euro. Che colpo per una disattenzione!
Ma riflettiamo: tutti i nostri fornitori, incluso Ferrovie, bus e navi, accettano l'annullamento per errore da parte degli operatori allo sportello, entro 30 minuti dalla prenotazione, e restituiscono tutto senza alcuna penale. Tutti possono sbagliare, si sa. Per easyJet invece no, non è possibile: se sbagli paghi, sempre di tasca tua, anche se sei un agente di viaggi.
Ci auguriamo che presto il vettore riveda la propria politica sulle penalità soprattutto quando è evidente la buona fede e la segnalazione viene fatta immediatamente. A proposito: a quando il mandato di vendita easyJet per le agenzie viaggi visto che, al pari di altre (ex) low-cost, sembra non esservene traccia da nessuna parte e che le agenzie dettaglianti, senza accordi alcuni, lavorano praticamente nella semi-illegalità ?
Riposta, non risposta, pervenuta.
http://issuu.com/sfogliabile.com/docs/travel-open-daily-28-gennaio-2015/3?e=0
Gentili signori.
Venerdì scorso 18 dicembre 2015 “Il Fatto Quotidiano” pubblicava a pagina 11 questo articolo firmato dal giornalista Gianni Barbacetto.
easyJet, si fa presto a dire “vola facile”
La chiamano easyJet. Ma non è per niente facile.
Volare con la compagnia low-cost arancione è diventato un gioco d’azzardo. Chi vince vola, chi perde paga, e paga salato. Metti per esempio il volo Milano-Londra. La tariffa è buona se prenoti il biglietto in anticipo. Ma se parti da Malpensa, e già spendi una bella cifra per raggiungere l’aeroporto che dicono sia di Milano, ma è a Varese.
Il bello però è quando arrivi a Londra. Atterri a Gatwick che da Londra dista più di un’ora di viaggio. Il biglietto del treno – inglese, dunque costosissimo – a un padre con due bambine finisce per costare più del biglietto aereo. Forse conviene il taxi, ma comunque capisci già che il tuo viaggio Milano-Londra costa il doppio, o forse più, del tuo viaggio Malpensa-Gatwick. Te ne fai una ragione, tanto la tua vacanza è appena iniziata.
I problemi con easyJet iniziano quando tenti di fare il viaggio di ritorno. Sveglia all’alba. Più di un’ora di trip dalla città a Gatwick. Qui i controlli sono severissimi. Siamo nel mondo in cui esiste anche l’Isis, e dunque ci sta. Ti aprono le valigie, te le disfano. Ti fanno passare e ripassare sotto i metal detector. Una bambina bionda e con gli occhi azzurri deve fare anche il body scanner. Non importa. La sicurezza è importante. Rifai le valigie, le richiudi e corri al gate.
È tardi, ma comunque mancano ancora 20 minuti tondi alla partenza. Un tempo sufficiente ad imbarcare una squadra di rugby. Ma non un papà con due bambine. Le signorine vestite d’arancione sono inflessibili. Il volo è chiuso. L’aereo è lì, lo vedi, è fermo, attaccato al finger, con il portellone aperto. Sono pochi metri, per raggiungerlo basterebbe un minuto. Ma il volo è chiuso. Non si discute.
Va bene. Ma a questo punto comincia la parte più surreale della storia. Per non restare a vita nell’aeroporto (come in quel film là), devi uscire e ricomprarti un nuovo biglietto. La polizia di frontiera britannica però non ti fa uscire: sei entrato, devi partire. Ma partire non ti fanno, benché il tuo aereo sia ancora lì, bello in vista.
Vai avanti e indietro tre volte, ti sembra di essere in un libro di Kafka, finché si materializza una signorina in arancione che raduna un gruppo di disperati che come te sono stati respinti al gate e ti porta miracolosamente oltre la linea di confine, in una simpatica biglietteria easyJet che a un prezzo carissimo ti vende i biglietti per tornare a casa.
Rifai i controlli, diventati grazie a Dio più leggeri, passi la giornata allegramente in aeroporto, in attesa del volo serale per Milano.
Per non arrivare tardi al gate, stai con gli occhi incollati ai monitor. Ma i monitor dicono che il numero del gate sarà indicato solo 20 minuti prima della chiusura del volo.
Intanto ti arriva un avviso dalla app easyJet che ti avverte di essere lesto, perché a Gatwick i gate sono distanti anche 20 minuti. È una gara o un joke? Vedi una piccola folla di viaggiatori pronta sotto gli ultimi monitor prima dei gate che aspetta: come centometristi prima dello scatto. Ogni volta che un numerino appare, un gruppo parte di corsa. Quando compare il numerino per Malpensa, tocca a noi: Go! Se arrivi in tempo parti, sennò, come a Monopoli, ritorni al via e ricominci tutto da capo.
Grazie, easyJet!
-------------------------------
Passo adesso a descriverVi, da modestissimo agente di viaggi, la mia di disavventura con easyJet. E' del dicembre 2014.
In agenzia prenotiamo via Internet per dei clienti nove posti a/r con easyJet. Sbagliamo il mese del rientro. Contattiamo immediatamente il call center e chiediamo l'annullamento della prenotazione.
Impossibile.
Penale Euro 36 per persona per tratta. Ci rimettiamo 648 euro. Che colpo per una disattenzione!
Ma, in agenzia viaggi, riflettiamo: tutti i nostri fornitori, incluso Ferrovie, bus e navi, accettano l'annullamento per errore da parte degli operatori allo sportello, entro 30 minuti dalla prenotazione, e restituiscono tutto senza alcuna penale. Tutti possono sbagliare, si sa. Per easyJet invece no, non è possibile: se sbagli paghi, sempre di tasca tua, anche se sei "un collega" agente di viaggi.
Ci auguriamo che presto il vettore riveda la propria politica sulle penalità soprattutto quando è evidente la buona fede e la segnalazione viene fatta immediatamente.
A proposito: a quando il mandato di vendita easyJet per le agenzie viaggi visto che, al pari di altre (ex) low-cost, sembra non esservene traccia da nessuna parte e che le agenzie dettaglianti, senza accordi alcuni, lavorano praticamente nella semi-illegalità ?
Riposta, non risposta, pervenuta.
http://issuu.com/sfogliabile.com/doc...aio-2015/3?e=0
Ringrazio per la cortese attenzione.
Ugo Papa - Intervia
Agenzia Viaggi e Turismo dal 1924
Via Della Torre, 1 (ang. V.le Monza MM1 Turro) 20127-MILANO