Subito il prestito-ponte
E Silvio guarda a Lufthansa
Padoa-Schioppa: conseguenze irreparabili. Castelli (Lega): i francesi volevano affossare Malpensa
ROMA — «Dispiace che Air France si sia ritirata... Non hanno mai voluto trattare alla luce del sole, e poi, viste le reiterate prese di posizioni contrarie del nuovo governo, si sono sfilati». Nonostante la rottura ufficiale della trattativa con i francesi per l'acquisto di Alitalia, il segretario generale della Cisl non è pessimista. «Con il prestito-ponte si sistema tutto», dice Raffaele Bonanni. Alla «cordata alternativa» messa in piedi dal nuovo governo lui ci crede. «Bastano quattro settimane» aggiunge. Nei giorni scorsi sarebbe stato direttamente Gianni Letta, ambasciatore plenipotenziario di Silvio Berlusconi, a lanciare segnali rassicuranti ai sindacati.
Il lavoro di messa a punto della cordata alternativa, affidata al coordinamento di Bruno Ermolli, procede spedito. Proprio ieri da Banca Intesa è giunto un segnale di disponibilità importante, e dietro le quinte la nuova compagine dei pretendenti prenderebbe corpo. Ci sarebbero Carlo Toto con AirOne, gli americani del fondo TPG, e Berlusconi spera di riportare in scena anche la Lufthansa. La condizione necessaria, però, è che la compagnia, ormai con le casse vuote, sia messa in condizione di reggere almeno un altro mese, un mese e mezzo.
E a questo dovrebbe servire il prestito-ponte che il governo uscente di centrosinistra dovrebbe concedere forse già domani. Cento, forse centocinquanta milioni euro da giustificare con la Ue, prontissima a vietare ogni aiuto di Stato, con un'esigenza di «ordine pubblico», per garantire, insomma, i collegamenti sul territorio nazionale. Romano Prodi e Tommaso Padoa- Schioppa, fino a pochi giorni fa, escludevano categoricamente il prestito (che per inciso ancora non si sa da chi verrebbe concesso) senza la prospettiva di un accordo a breve con Air France. Ma per come si è messa oggi la situazione, il prestito-ponte è l'unico modo che ha Prodi per lanciare la patata bollente a Silvio Berlusconi, colui che ha fatto di tutto per far saltare la trattativa con i francesi. Ufficialmente Palazzo Chigi si trincera dietro un «no comment» alla notizia del fallimento del negoziato con Air France-Klm, ma a dispetto della tranquillità dei sindacati, l'esecutivo Prodi è furente. «Come avevamo previsto, dichiarazioni avventate e comportamenti non responsabili hanno fatto naufragare la trattativa. A forza di dichiarare ostilità, di annunciare cordate al momento inesistenti, di ventilare una non meglio precisata convergenza con Aeroflot, con buona pace della difesa della nazionalità, hanno messo a repentaglio il destino di Alitalia e di decine di migliaia di lavoratori che lavorano nella compagnia, a Fiumicino, a Malpensa e nell'indotto » si legge in una nota del Partito Democratico.
Il ministro dell'Economia, Tommaso Padoa- Schioppa, ce l'ha anche con gli stessi sindacati, ai quali tre settimane fa aveva chiesto di fare un passo indietro e lasciar cadere i veti sui francesi, avvertendoli che l'Alitalia non avrebbe avuto la possibilità di sopravvivere oltre il mese di aprile senza la prospettiva di un accordo. Francesco Rutelli, invece, torna a insistere sulle responsabilità di Berlusconi. «Ecco una conseguenza disastrosa dello sbarramento opposto da Berlusconi, dalla Lega e anche da Alemanno all'accordo con francesi e olandesi. Ora — dice Rutelli — la partita può diventare drammatica con conseguenze pesantissime per il Paese». Roberto Castelli, della Lega Nord: Air France non voleva Alitalia, ma soltanto affossare Malpensa.
http://www.corriere.it/economia/08_...sa_15976942-102c-11dd-8bce-00144f486ba6.shtml
E Silvio guarda a Lufthansa
Padoa-Schioppa: conseguenze irreparabili. Castelli (Lega): i francesi volevano affossare Malpensa
ROMA — «Dispiace che Air France si sia ritirata... Non hanno mai voluto trattare alla luce del sole, e poi, viste le reiterate prese di posizioni contrarie del nuovo governo, si sono sfilati». Nonostante la rottura ufficiale della trattativa con i francesi per l'acquisto di Alitalia, il segretario generale della Cisl non è pessimista. «Con il prestito-ponte si sistema tutto», dice Raffaele Bonanni. Alla «cordata alternativa» messa in piedi dal nuovo governo lui ci crede. «Bastano quattro settimane» aggiunge. Nei giorni scorsi sarebbe stato direttamente Gianni Letta, ambasciatore plenipotenziario di Silvio Berlusconi, a lanciare segnali rassicuranti ai sindacati.
Il lavoro di messa a punto della cordata alternativa, affidata al coordinamento di Bruno Ermolli, procede spedito. Proprio ieri da Banca Intesa è giunto un segnale di disponibilità importante, e dietro le quinte la nuova compagine dei pretendenti prenderebbe corpo. Ci sarebbero Carlo Toto con AirOne, gli americani del fondo TPG, e Berlusconi spera di riportare in scena anche la Lufthansa. La condizione necessaria, però, è che la compagnia, ormai con le casse vuote, sia messa in condizione di reggere almeno un altro mese, un mese e mezzo.
E a questo dovrebbe servire il prestito-ponte che il governo uscente di centrosinistra dovrebbe concedere forse già domani. Cento, forse centocinquanta milioni euro da giustificare con la Ue, prontissima a vietare ogni aiuto di Stato, con un'esigenza di «ordine pubblico», per garantire, insomma, i collegamenti sul territorio nazionale. Romano Prodi e Tommaso Padoa- Schioppa, fino a pochi giorni fa, escludevano categoricamente il prestito (che per inciso ancora non si sa da chi verrebbe concesso) senza la prospettiva di un accordo a breve con Air France. Ma per come si è messa oggi la situazione, il prestito-ponte è l'unico modo che ha Prodi per lanciare la patata bollente a Silvio Berlusconi, colui che ha fatto di tutto per far saltare la trattativa con i francesi. Ufficialmente Palazzo Chigi si trincera dietro un «no comment» alla notizia del fallimento del negoziato con Air France-Klm, ma a dispetto della tranquillità dei sindacati, l'esecutivo Prodi è furente. «Come avevamo previsto, dichiarazioni avventate e comportamenti non responsabili hanno fatto naufragare la trattativa. A forza di dichiarare ostilità, di annunciare cordate al momento inesistenti, di ventilare una non meglio precisata convergenza con Aeroflot, con buona pace della difesa della nazionalità, hanno messo a repentaglio il destino di Alitalia e di decine di migliaia di lavoratori che lavorano nella compagnia, a Fiumicino, a Malpensa e nell'indotto » si legge in una nota del Partito Democratico.
Il ministro dell'Economia, Tommaso Padoa- Schioppa, ce l'ha anche con gli stessi sindacati, ai quali tre settimane fa aveva chiesto di fare un passo indietro e lasciar cadere i veti sui francesi, avvertendoli che l'Alitalia non avrebbe avuto la possibilità di sopravvivere oltre il mese di aprile senza la prospettiva di un accordo. Francesco Rutelli, invece, torna a insistere sulle responsabilità di Berlusconi. «Ecco una conseguenza disastrosa dello sbarramento opposto da Berlusconi, dalla Lega e anche da Alemanno all'accordo con francesi e olandesi. Ora — dice Rutelli — la partita può diventare drammatica con conseguenze pesantissime per il Paese». Roberto Castelli, della Lega Nord: Air France non voleva Alitalia, ma soltanto affossare Malpensa.
http://www.corriere.it/economia/08_...sa_15976942-102c-11dd-8bce-00144f486ba6.shtml