Da il Messaggero online:
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=41590&sez=HOME_NELMONDO
ROMA (10 gennaio) - Sono stati convinti a scendere dall'aereo i circa 300 passeggeri asserragliatisi oggi all'aeroporto Barajas di Madrid su un aereo Iberia che dovrebbe dovuto portarli a Lima in Perù. Dopo aver fronteggiato l'intervento della polizia, che non li aveva spinti a cedere, i passeggeri - circa trecento, fra cui anche una decina di bimbi piccoli, tra sudamericani, svizzeri, italiani e francesi - sono stati convinti a lasciare il velivolo dopo una nuova promessa della compagnia spagnola.
Un dirigente dell'Iberia ha assicurato ai passeggeri che potranno passare la notte in hotel e che domenica verranno fatti partire per Lima. I passeggeri hanno accettato di abbandonare l'aereo solo dopo aver filmato con un videotelefonino le promesse del funzionario della compagnia.
Questo il racconto fatto al telefono da Gabriele Marciano, uno degli italiani a bordo. «Siamo decisi a non muoverci dai nostri posti. Ci hanno detto che se non scendiamo il volo subirà ulteriori ritardi ma noi non vogliamo uscire perché temiamo di dover prolungare di chissà quanto il nostro incubo».
L'incubo di cui parla il passeggero è quello vissuto nelle ultime 30 ore da migliaia di passeggeri in transito dallo scalo, il più importante, della capitale spagnola. Il traffico aereo venerdì è andato in tilt per la neve. I passeggeri del volo per Lima, ma la storia è uguale per molti altri di altri voli, sarebbero dovuti partire venerdì intorno all 12,45. Invece sono stati fatti scendere a invitati a recuperare i loro bagagli: intorno all'unico nastro tarsportatore in funzione si sono così accalcate migliaia di persone che hanno impigato fino a oltre cinque ore per tornare in possesso delle proprie valigie. Quindi tutti si sono messi in fila - 11 ore di fila - per la riemissione di un nuovo biglietto.
Racconta il signor Marciano: «C'erano solo due impiegati dell'Iberia che a un certo punto sono scomparsi. Nessuno ci ha portato da bere o da mangiare. Abbandonare la fila era impossibile. Praticamente abbiamo trascorso tutta la notte in coda».
Poi gli stremati passeggeri si sono dovuti sorbire un'altra coda di quattro ore a un desk Iberia. All'ora di colazione "che nessuno ci ha portato" l'annuncio che il volo sarebbe partito intorno alle 13.15. Alle 13,30 i trecento passeggeri salgono a bordo, stanchi ma contenti. Dopo circa tre ore l'altoparlante invece di annunciare di allacciarsi le cinture annuncia che non si parte: bisogna scendere. Sull'aereo scoppia la rivolta. A bordo salgono anche alcuni agenti della polizia spagnola. La trattativa non si sblocca. Poi la nuova promessa di una partenza domenica e i passeggeri si convincono a scendere
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=41590&sez=HOME_NELMONDO
ROMA (10 gennaio) - Sono stati convinti a scendere dall'aereo i circa 300 passeggeri asserragliatisi oggi all'aeroporto Barajas di Madrid su un aereo Iberia che dovrebbe dovuto portarli a Lima in Perù. Dopo aver fronteggiato l'intervento della polizia, che non li aveva spinti a cedere, i passeggeri - circa trecento, fra cui anche una decina di bimbi piccoli, tra sudamericani, svizzeri, italiani e francesi - sono stati convinti a lasciare il velivolo dopo una nuova promessa della compagnia spagnola.
Un dirigente dell'Iberia ha assicurato ai passeggeri che potranno passare la notte in hotel e che domenica verranno fatti partire per Lima. I passeggeri hanno accettato di abbandonare l'aereo solo dopo aver filmato con un videotelefonino le promesse del funzionario della compagnia.
Questo il racconto fatto al telefono da Gabriele Marciano, uno degli italiani a bordo. «Siamo decisi a non muoverci dai nostri posti. Ci hanno detto che se non scendiamo il volo subirà ulteriori ritardi ma noi non vogliamo uscire perché temiamo di dover prolungare di chissà quanto il nostro incubo».
L'incubo di cui parla il passeggero è quello vissuto nelle ultime 30 ore da migliaia di passeggeri in transito dallo scalo, il più importante, della capitale spagnola. Il traffico aereo venerdì è andato in tilt per la neve. I passeggeri del volo per Lima, ma la storia è uguale per molti altri di altri voli, sarebbero dovuti partire venerdì intorno all 12,45. Invece sono stati fatti scendere a invitati a recuperare i loro bagagli: intorno all'unico nastro tarsportatore in funzione si sono così accalcate migliaia di persone che hanno impigato fino a oltre cinque ore per tornare in possesso delle proprie valigie. Quindi tutti si sono messi in fila - 11 ore di fila - per la riemissione di un nuovo biglietto.
Racconta il signor Marciano: «C'erano solo due impiegati dell'Iberia che a un certo punto sono scomparsi. Nessuno ci ha portato da bere o da mangiare. Abbandonare la fila era impossibile. Praticamente abbiamo trascorso tutta la notte in coda».
Poi gli stremati passeggeri si sono dovuti sorbire un'altra coda di quattro ore a un desk Iberia. All'ora di colazione "che nessuno ci ha portato" l'annuncio che il volo sarebbe partito intorno alle 13.15. Alle 13,30 i trecento passeggeri salgono a bordo, stanchi ma contenti. Dopo circa tre ore l'altoparlante invece di annunciare di allacciarsi le cinture annuncia che non si parte: bisogna scendere. Sull'aereo scoppia la rivolta. A bordo salgono anche alcuni agenti della polizia spagnola. La trattativa non si sblocca. Poi la nuova promessa di una partenza domenica e i passeggeri si convincono a scendere